commenti vari su tutto nessuno escluso

Copiare è un’arte e quando si copia con intelligenza bisogna fare i complimenti». Al punto da comprare una pagina pubblicitaria sul quotidiano «La Stampa» per omaggiare Asad Ullah, giovane bengalese che a Torino ha aperto un negozio di alimentari chiamandolo «Eat, Alì». Una trovata che ha fatto sorridere il patron di «Eataly» Oscar Farinetti. «Ullah ha dimostrato grande senso dell’ironia e doti imprenditoriali, siamo orgogliosi e divertiti. Gli abbiamo fatto i complimenti e lui si è dimostrato un nostro grande fan». Certo poi per evitare altri tentativi di imitazioni meno fantasiosi c’è una piccola postilla: «Abbiamo registrato il marchio in tutto il mondo e ci teniamo a tutelarlo e difenderlo....»



:lol::lol::lol:


:up::up::up:
 
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ma eleggerlo con voto "popolare" e' troppo populista?

ti pare che gli italiani possano votare un Napolitano come presidente :D

chi lo sa...
poi come dice f4f non è previsto dalla ns. costituzione , personalmente sarei per la elezione diretta del Presidente del consiglio , non mi convincono gli argomenti di chi è contrario perchè creerebbe un conflitto di poteri allora il sindaco e il governatore di Regione non sono eletti direttamente ?
Sarebbe un buon esempio di democrazia , il fatto negativo sarebbe che personaggi come Monti o Amato mai sarebbero stati eletti , invece degli arruffapopoli invece sì... però chi può dirlo ? siamo tanto più immaturi di americani e francesi (i francesi non eleggono però il capo del governo , bene precisare)
 
ah grillo grillo svegliarsi prima cribbio!

"Il Parlamento va sciolto e bisogna andare a nuove elezioni al più presto. Siamo nelle mani di folli che stanno facendo a pezzi la nazione sotto gli occhi di un presidente della Repubblica tremebondo che ha tradito la Costituzione".

Legge di Stabilità, Affondo di Grillo sulla manovra: "Dittatura con la vasellina" - Politica - ANSA.it

prima o poi torneremo tutti al mondo reale e specialmente gli italiani si sveglieranno piu' poveri


Grillo fa il suo mestiere di predicatore soffiando sugli animi esasperati
ma dicendo anche e ormai spesso delle quazzate immani:
se ha tradito la costituzione, lo denunci e poi vediamo
altrimenti rende vera l'affermazione che è propaganda eversiva
denuci, taccia o corra i suoi rischi



cmq, tutto questo livore contro la dittatura , se scritto da BigBoom, è oggettivamente comicissimo :lol::lol::lol::lol::lol::lol:
 
Concorsi, i figli di papà vincono facile
Concorsi, i figli di papà vincono facile E noi, figli di nessuno, restiamo fuori
"E noi, figli di nessuno, restiamo fuori"
L’inchiesta sul dottorato vinto dal figlio del rettore della Sapienza nonostante l'uso del bianchetto ha raccolto centinaia di commenti e condivisioni. E ora siamo noi a chiedervi di raccontarci la vostra storia di candidati meritevoli ma senza parenti eccellenti. Ecco le prime due lettere arrivate
di Emiliano Fittipaldi
19 dicembre 2014
Concorsi, i figli di papà vincono facile E noi, figli di nessuno, restiamo fuori
A chi figli, e a chi figliastri: è questa la legge morale che impera in Italia, il Paese della discriminazione e delle corporazioni. Dove va avanti chi nasce privilegiato, mentre chi non vanta conoscenze e relazioni rischia, quasi sempre, di arrivare ultimo. Alla Sapienza di Roma l’assioma è spesso confermato: sono decine i parenti di professori eminenti assunti nei dipartimenti, con intere famiglie (su tutte quella dell’ex rettore Luigi Frati) salite in cattedra. A volte con merito, altre meno.

La nostra inchiesta sullo strano concorso di dottorato vinto dal rampollo del nuovo magnifico Eugenio Gaudio, al tempo preside di Medicina, ha fatto scalpore: la storia del compito “sbianchettato” (qualsiasi segno di riconoscimento è vietato) e la notizia del singolare intervento dei legali dell’università (hanno chiesto un parere all’Avvocatura dello Stato, che ha invitato la Sapienza a “perdonare” il candidato ) hanno fatto il giro del web. Il pezzo è stato condiviso decine di migliaia di volte, con centinaia di commenti (piuttosto severi) di ex studenti e docenti dell’ateneo romano.

Tra le decine di lettere arrivate in redazione, due sono metafora perfetta di come la sorte possa essere diversa a seconda del cognome che si porta. Livia Pancotto, 28 anni, laureata in Economia con 110 e lode, spiega che la storia del pargolo di Gaudio le ha fatto «montare dentro una rabbia tale da farmi scrivere» poche, infuriate righe.

vedi anche:
la sapienza
La Sapienza, lo strano caso del dottorato
vinto dal figlio del Rettore. Con il bianchetto
Nell'ateneo romano un episodio di sospette raccomandazioni con al centro il nuovo Magnifico Eugenio Gaudio. Che ora ha un figlio con borsa di studio ottenuta grazie a una prova molto discussa


«Nel 2012, dopo la laurea, decisi di partecipare al concorso per il dottorato in Management, Banking and Commodity Sciences, sempre alla Sapienza», scrive in una lettera a “l’Espresso”. «Dopo aver superato sia l’esame scritto che l’orale ricevetti la buona notizia: ero stata ammessa, sia pure senza borsa». Dopo un mese, però, la mazzata. «Vengo a sapere dal professore che il mio concorso è stato annullato, visto che durante lo scritto ho utilizzato il bianchetto. Come nel caso del figlio del rettore Gaudio, nessuno aveva specificato, prima dell’inizio del compito, che il bando prevedesse che si potesse usare solo una penna nera». Se per il rampollo dell’amico che prenderà il suo posto il rettore Frati mobiliterà i suoi uffici legali, la Pancotto viene silurata subito, senza pietà. Oggi la giovane economista vive in Galles, dove ha vinto un dottorato con borsa all’università di Bangor.

Anche la vicenda di Federico Conte, ora tesoriere dell’Ordine degli psicologi del Lazio, è paradossale. Dopo aver completato in un solo anno gli esami della laurea specialistica nel 2009, la Sapienza tentò di impedire la discussione della sua tesi. «Mi arrivò un telegramma a firma di Frati, dove mi veniva comunicato l’avvio di una “procedura annullamento esami”: il magnifico non era d’accordo nel farmi laureare in anticipo, ed era intenzionato a farmi sostenere gli esami una seconda volta». Conte domandò all’ateneo di chiedere un parere all’Avvocatura, ma senza successo. Il giovane psicologo fu costretto a ricorrere al Tar, che gli diede ragione permettendogli di laurearsi. «Leggendo la vostra inchiesta ho la percezione di un’evidente diversità di trattamento rispetto al figlio del rettore. Provo un certo disgusto nel constatare come le nostre istituzioni siano così attente e garantiste con chi sbianchetta, mentre si accaniscano su chi fa il proprio dovere». Magari pure più velocemente degli altri.

Ma tant’è. Nel paese dove i figli “so’ piezz’ e core”, la meritocrazia e l’uguaglianza restano una chimera. Anche nelle università, luogo dove - per antonomasia - l’eccellenza e il rigore dovrebbero essere di casa.
 

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