Commercio estero in picchiata


2005, deficit peggiore dagli anni '80


Nel 2005, il saldo della bilancia commerciale italiana ha toccato un record negativo di 10,3 miliardi di euro (dai 1,221 miliardi di euro del 2004). Un livello che non si toccava dagli anni '80. Lo rileva l'Istat che specifica che il deficit è causato soprattutto dalle spese per l'energia e in particolare alle quotazioni altissime del petrolio e del gas. Senza queste voci, infatti, la bilancia sarebbe risultata positiva.



Nel dettaglio, le esportazioni sono cresciute del 3,7% a 294,829 miliardi, mentre le importazioni sono aumentate del 6,8% a 305,197 miliardi.

Nel corso del 2005 è aumentato il disavanzo nei confronti dei soli Paesi Ue: il deficit e' stato pari a 2,045 miliardi, contro gli 1,849 miliardi del 2004. L'import e' salito dell'1,2%, mentre l'export e' aumentato dell'1,1%. Il solo mese di dicembre si e' chiuso con un saldo negativo globale pari a 1,731 miliardi, a fronte dei 603 milioni di rosso dello stesso mese 2004.

Il risultato deriva da importazioni per 26,621 miliardi (24,480 miliardi nel 2004) ed esportazioni per 24,890 miliardi (23,877 miliardi nel 2004). Rispetto ai Paesi Ue, la bilancia dell'ultimo mese dell'anno e' in deficit di 1,8872 miliardi (1,432 miliardi nel 2004), frutto di importazioni per 15,273 miliardi (14,935 miliardi nel 2004) ed esportazioni per 13,401 miliardi (13,503 miliardi nel 2004).

Per quanto riguarda l'analisi per attivita' economiche, il fronte dell'export ha visto brillare nel 2005 soprattutto i prodotti petroliferi raffinati, i prodotti chimici e fibre sintetiche e artificiali, metalli e prodotti in metallo. Le flessioni maggiori si sono registrate per i mobili e i prodotti in legno. Sul fronte dell'import, le variazioni positive piu' ampie hanno interessato i minerali energetici, l'energia elettrica, gas e acqua, i minerali non energetici e i prodotti petroliferi raffinati. Riduzioni marcate hanno segnato i prodotti dell'agricoltura e della pesca e il legno e prodotti in legno.

Nello stesso periodo, i maggiori saldi positivi si sono avuti per le macchine e apparecchi meccanici, i prodotti dell'industria tessile e dell'abbigliamento, i mobili, il cuoio e i prodotti in cuoio e i prodotti della lavorazione di minerali non energetici. I saldi negativi piu' accentuati hanno riguardato i minerali energetici, i prodotti chimici e fibre sintetiche e artificiali, gli apparecchi elettrici e di precisione, i mezzi di trasporto e i prodotti dell'agricoltura e delle pesca.
 
Ing Direct, la "zucca" fa utili
Nel 2005 profitti in salita del 31%


La "zucca" rende, e anche tanto. Ing Group, la più grande compagnia di servizi finanziari olandese, famosa in Italia per il successo del Conto Arancio, ha chiuso il quarto trimestre dello scorso anno con utili in crescita del 31%. In particolare i profitti hanno toccato quota a 1,84 miliardi di euro, grazie alla crescita del consumer banking e dell'unità Internet Ing Direct.



Il risultato e' superiore alle stime degli analisti. I ricavi sono cresciuti del 4,5% a 18 miliardi di euro. L'amministratore delegato Michel Tilmant, che ha tagliato 460 milioni di euro di costi del personale riducendo i posti di lavoro in Olanda e Belgio, si e' detto "fiducioso" nella crescita del gruppo.

La strategia prevede l'espansione dei servizi bancari online e della vendite di polizze assicurative in regioni come l'Asia. Non sono invece previste grandi acquisizioni.

Intanto in Italia, Ing Direct continua la sua campagna aggressiva: sui depositi sta per aumentare il tasso di interesse, portandolo al 2,6% a partire dal primo marzo. Nel frattempo ha lanciato una nuova offerta per i nuovi clienti, offrendo a chi apre un Conto Arancio entro il 28 febbraio, un tasso del 3,5% fino alla fine dell'anno. E per chi invece i soldi anziché depositarli li chiede in prestito attraverso un mutuo casa, Ing ha pensato di ridurre lo spread per i mutui con durata superiore a 20 anni.
 

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