l'inghilterra è contraria alla tobin tax
Tobin Tax: la proposta della Commissione
Tobin Tax: la proposta della Commissione
Mercoledì 28 Settembre 2011
L’esecutivo comunitario ha raggiunto un'intesa sulla proposta di direttiva per applicare la cosiddetta Tobin Tax entro il 2014. Il progetto prevede l'introduzione di un sistema comune di tassazione delle transazioni finanziarie, sia sulle normali operazioni di borsa che sui prodotti derivati, in base ad un'aliquota minima che potrà essere modificata dai singoli governi.
La proposta ha ricevuto l'appoggio unanime dei commissari UE, ma si prevede un’accoglienza più tiepida da parte di vari Stati membri. Nonostante si parli dell’inserimento di un'aliquota minima, la tassa non ha finora ricevuto il plauso di Regno Unito e Stati Uniti.
Molti economisti si sono dichiarati soddisfatti della proposta, dal momento che il suo gettito a livello mondiale potrebbe oscillare fra i 700 e i 1.400 miliardi di dollari, mentre banche e operatori non l'hanno apprezzata affatto, vedendo in essa esclusivamente un costo.
Nelle parole di Barroso si tratta invece di una "tassa sulla speculazione, eticamente giusta, tecnicamente fattibile, economicamente sostenibile".
Per evitare di danneggiare le famiglie e le imprese, la Tobin tax non andrà a colpire i contratti d'assicurazione e i mutui.
Sarà esentato il mercato primario, cioè l'emissione di nuovi bond o azioni, mentre verrebbe inferto un colpo devastante ai prodotti derivati. Per molti economisti questo rappresenta un fatto positivo, per l'impatto negativo della speculazione a breve termine sull'economia, che sottrae risorse ad investimenti più utili; al contrario, per gli operatori rappresenterebbe una perdita di affari.
Stephan Schulmeister, economista del centro di ricerche austriaco Wifo, ha ipotizzato che mediante l’introduzione di un’aliquota dello 0,05% sulle transazioni a livello globale, si potrebbe produrre un gettito pari all'1,1% del Pil mondiale, ossia 653 miliardi di dollari l'anno.
Gli studi di Schulmeister affermano che la tassa avrebbe un effetto modesto sulle normali compravendite di azioni e obbligazioni. Ad essere invece particolarmente svantaggiati sarebbero gli scambi attuali di opzioni, futures, swap nelle Borse.
Il rapporto del Wifo, confermato da un altro recente studio del Fondo Monetario Internazionale, non prevede particolari difficoltà tecniche di applicazione della tassa, sebbene permangano altre questioni, tra cui lo stabilire quale aliquota applicare, chi sarà ad incassarla e la destinazione del gettito.
In tal senso, il risultato della tassazione probabilmente verrà devoluto alle casse pubbliche o al finanziamento del bilancio comunitario, senza escludere la possibilità di creare un fondo di sicurezza per le banche.
Ma il vero problema riguarda l'estensione dell'area di applicazione della tassa. L’auspicio è che anche Londra, in veste di maggiore piazza finanziaria europea, applichi la Tobin Tax. In caso contrario si stima che il gettito prodotto dalla tassa con l'aliquota dello 0,05% si ridurrebbe da 650 a 450 miliardi di dollari l'anno.
Il ministro dell'Economia Tremonti ha manifestato il suo consenso, a patto che la tassa venga applicata a livello globale, mentre la Germania ha dichiarato di voler procedere alla sua introduzione ad ogni costo.
Gli Stati Uniti non si sono espressi favorevolmente e il segretario al Tesoro, Timothy Geithner, ha affermato di "odiare le tasse più di quanto odia le banche", una posizione vicina a quella delle potenze asiatiche. Il presidente Barroso inserirà la proposta nell’agenda del G20 che si terrà il prossimo novembre.