Cronaca vera- SOS.Assalto di un riccio

Mostro, lo so che a quest'ora dormirai come un riccio, ma sta cosa che il riccio deve andà in letargo con un peso di 700 grammi non mi torna affatto. Per me il nostro non pesa più di tre etti. Che prima sputasse non lo escludo, ma adesso non muove più un aculeo.
Non credo che abbia avuto il tempo d'ingozzarsi per diventare un pancione.
Ergo, mi sa che lo vedo male sto riccio. Domani provo a rimetterlo in giardino, che dici?
La temperatura è buona. Fammi sapere.

ma sei matto da linkare ???
 
Ho pensato molto a come dare una risposta, oppure ad evitare col silenzio un'imbarazzante piega imprevedibile che era caduta come una mannaia all'improvviso e con tutta l'ignoranza della quale molte volte, a torto, crediamo fuori dalla nostra sfera personale.
Come tutti quei films che possiamo idealizzare nella nostra mente, ci aspettiamo sempre un bel finale. Ma la realtà purtroppo è una cosa diversa, in molte occasioni deludente e odiosa.
Da millenni l'uomo s'interroga sul senso della vita e della morte , il più delle volte senza trovare una risposta soddisfacente alla morale comune ed al senso comune. Possiamo trovarla singolarmente, nell'esperienza dell'individuo, ma essa non è immune comunque da una soffio d'amarezza che continua a permanere quando crediamo d'aver trovato una risposta che ci possa soddisfare, che possa esser comunque di nutrimento alla nostra crescita personale. Molto spesso nella nostra vita ogni alibi diviene un'arma, una corrazza in grado di proteggerci nel proseguo difficile e pieno d'ostacoli che troviamo nel percorso impervio della nostra esistenza.
E' difficile accettare che ci sia qualcosa che possa esserci superiore, perchè vorremmo essere in grado di padroneggiare il mondo, come se avessimo una bacchetta magica e fossimo in grado di avere poteri superiori.
Purtoppo non è così e dobbiamo accettarlo e accettarci, accettando i nostri limiti.
" il riccio è morto e non me ne sono neanche accorto" così riflettevo quando protetto dentro una scatola un nuvolo di mosche volteggiava nella sua ormai inutile tana. E' terribile quando cadiamo nell'equivoco d'aver capito, soprattutto quando non abbiamo i mezzi delle divinità.
E dovevano essere molti giorni che il riccio era sparito dalla faccia della terra. Erano molti giorni, quindi, che non avevo capito.
E' incredibile come la natura ti possa ingannare, come possa beffarti sulla tua faccia come tu possa essere l'ultimo stupido del pianeta.
E' incredibile come un esserino di due etti o forse tre si avvinghi con le sue unghie al vetro di una finestra per sopravvivere, al di la del suo istinto, andando contro la sua natura, infilandosi in un vicolo senza uscita come un poveraccio inseguito nelle vie delle nostre metropoli da un manipolo di lestofanti che vogliono strappargli la vita.
La verità forse è che non si sarebbe mai salvato, troppo veloce è stato il decadimento fisico. Ingannato dalla natura, dai suoi geni e da questo mondo ormai snaturato dall'uomo e dal mondo che l'uomo ha creato.
L'ultima riflessione che posso fare è un atto meditativo e una osservazione
che espongo:

" noi ci lamentiamo per ogni stupidaggine, ma la lotta per la vita non ammette stupidaggini"
 
sono molto dispiaciuto

mi si stringe il cuore

purtroppo ,come avevo scritto dalle prime notizie imparate
se cosi`piccoli ,non sopravvivono al letargo
strano,pèrchè si parlava di temperatura

ciao riccio bello
fatti un bel letargone,la vita non è poi cosi`entusiasmante
 
Vai piano! Sono tornati i ricci
Puntuali sono usciti dal letargo e attraversano le strade



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Accorgersi che è passato un an­no vedendo un riccio morto sul­la strada. È quanto ci è accaduto l'altra mattina. La solita strada, co­me ogni giorno e poi, all'improv­viso - ironia della sorte a pochi metri dalle strisce pedonali - una massa informe sull'asfalto. Non ci si può fermare. La strada è sem­pre molto trafficata. La velocità massima: 50 km/h. Uno sguardo, passando. La massa informe è un riccio, schiacciato e abbandona­to. Ma come? I ricci sono già usci­ti dal letargo? Alex Andina - che con Elsa Hofmann-Perini dirige il Centro cura ricci di Maggia (vd link) - ci dice che «quest'anno l'in­verno è stato piuttosto mite. Le temperature sono più alte e an­che i ricci si sono risvegliati pri­ma». Niente di straordinario. Il le­targo dei ricci s'interrompe tra metà aprile e metà maggio. Cosa si può fare per evitare una mattan­za di questi animaletti? «Non c'è altra possibilità - ci dice Alex - che ridurre la velocità. È questo l'uni­co modo per evitare d'investire un riccio, perché lui, quando sen­te un rumore, ovunque si trovi, si ferma: per capire di cosa si tratti, da dove arrivi. Lo fa anche se è in mezzo alla strada. Se andiamo a velocità moderata lo vediamo e lo possiamo evitare. Se andiamo troppo in fretta... no». C'è un'altra cosa che sta a cuore ad Alex: «Mi faccia un favore. Lanci un appel­lo anche a coloro che, con la pri­mavera, riprendono le attività di giardinaggio. Durante il giorno i ricci si rifugiano nei giardini e sot­to le siepi. Dica loro di fare atten­zione. Sono tantissimi i ricci che ci vengono portati tagliuzzati da falciatrici e tosaerba». Appello lanciato!
complementi su
plus.cdt.ch/k23171




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AMATO, CURATO E RISANATO Lui è uno dei ricci che sono stati portati, piuttosto malconci, al Centro cura ricci di Maggia.
Alex ed Elsa si sono prodigati per lui e lui, dopo diversi mesi, ha potuto tornare a vivere nei boschi.
(foto Archivio CdT)
 

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