Ho pensato molto a come dare una risposta, oppure ad evitare col silenzio un'imbarazzante piega imprevedibile che era caduta come una mannaia all'improvviso e con tutta l'ignoranza della quale molte volte, a torto, crediamo fuori dalla nostra sfera personale.
Come tutti quei films che possiamo idealizzare nella nostra mente, ci aspettiamo sempre un bel finale. Ma la realtà purtroppo è una cosa diversa, in molte occasioni deludente e odiosa.
Da millenni l'uomo s'interroga sul senso della vita e della morte , il più delle volte senza trovare una risposta soddisfacente alla morale comune ed al senso comune. Possiamo trovarla singolarmente, nell'esperienza dell'individuo, ma essa non è immune comunque da una soffio d'amarezza che continua a permanere quando crediamo d'aver trovato una risposta che ci possa soddisfare, che possa esser comunque di nutrimento alla nostra crescita personale. Molto spesso nella nostra vita ogni alibi diviene un'arma, una corrazza in grado di proteggerci nel proseguo difficile e pieno d'ostacoli che troviamo nel percorso impervio della nostra esistenza.
E' difficile accettare che ci sia qualcosa che possa esserci superiore, perchè vorremmo essere in grado di padroneggiare il mondo, come se avessimo una bacchetta magica e fossimo in grado di avere poteri superiori.
Purtoppo non è così e dobbiamo accettarlo e accettarci, accettando i nostri limiti.
" il riccio è morto e non me ne sono neanche accorto" così riflettevo quando protetto dentro una scatola un nuvolo di mosche volteggiava nella sua ormai inutile tana. E' terribile quando cadiamo nell'equivoco d'aver capito, soprattutto quando non abbiamo i mezzi delle divinità.
E dovevano essere molti giorni che il riccio era sparito dalla faccia della terra. Erano molti giorni, quindi, che non avevo capito.
E' incredibile come la natura ti possa ingannare, come possa beffarti sulla tua faccia come tu possa essere l'ultimo stupido del pianeta.
E' incredibile come un esserino di due etti o forse tre si avvinghi con le sue unghie al vetro di una finestra per sopravvivere, al di la del suo istinto, andando contro la sua natura, infilandosi in un vicolo senza uscita come un poveraccio inseguito nelle vie delle nostre metropoli da un manipolo di lestofanti che vogliono strappargli la vita.
La verità forse è che non si sarebbe mai salvato, troppo veloce è stato il decadimento fisico. Ingannato dalla natura, dai suoi geni e da questo mondo ormai snaturato dall'uomo e dal mondo che l'uomo ha creato.
L'ultima riflessione che posso fare è un atto meditativo e una osservazione
che espongo:
" noi ci lamentiamo per ogni stupidaggine, ma la lotta per la vita non ammette stupidaggini"