Claire
ἰοίην
Come si impara a dire di no?
Non ci riesco
Pochi minuti fa, ho ricevuto una telefonata dalla madre di una compagna di classe di mia figlia.
Dopo i soliti convenevoli, mi ha chiesto se alle 13 posso prendere a scuola anche sua figlia e tenerla qui, da me, a pranzo, perché a lei hanno spostato alcuni appuntamenti del pomeriggio dal medico.
Mi ha chiesto: "E' un problema? Riesci a farle fare anche i compiti?"
Io penso che, in fondo, la bambina, pur non essendo una grandissima amica di mia figlia, è comunque una bimba tranquilla e che non mi da alcun fastidio averla qui.
Chiedo: "A che ora verresti a prenderla?", sapendo che, poco prima delle 17 devo essere dall'altra parte di BS perché mio figlio ha pallavolo.
Lei risponde: "Passo a prendere M (la sua figlia piccola) all'asilo alle 16 e poi vengo a prenderla".
Ma per me non va bene, io devo uscire di casa.
Allora propongo "Va bene se te la porto a casa io alle 17? Porto mio figlio in palestra e poi passo da te, con tua figlia".
E lei: "Grazie, sicura che non ti spiaccia?"
Io, dentro di me penso che, sì, un po' di pesa, soprattutto andare avanti e indietro per tutta BS in macchina per tutto il pomeriggio, ma poi rifletto: "E' qui sola, non ha nessun parente a BS, ha due figlie e un terzo in arrivo.... e se fossi io che ho bisogno di aiuto?"
E così le rispondo: "Ma no, non mi spiace, stai tranquilla"
Ed è, in fondo, vero. Non mi pesa eccessivamente farle un favore.
Dopo meno di 10 minuti, ecco una seconda telefonata.
Questa volta è il padre di un compagno di mio figlio.
"Ciao, Chiara... senti... mio figlio è stato assente da scuola, volevo sapere se posso avere i quaderni di F. (mio figlio) per fargli recuperare le lezioni perse":
E io: "Magari meglio fare delle fotocopie, che F. ha bisogno dei suoi quaderni per fare i compiti"
(anche perché quella famiglia non ha cura nemmeno delle cose di scuola del LORO figlio, immaginiamoci di quelle del mio, mai e poi mai vorrei che sciupassero o perdessero il materiale di F.)
E lui concorda.
Poi mi chiede: "La cosa migliore sarebbe che A (suo figlio) e F facessero i compiti insieme"
Io penso che stia per chiedermi se F. può andare a casa loro nei prossimi giorni a fare i compiti.
E invece.... ZAC!
"Ti spiace portare mio figlio a casa con te OGGI, visto che io sono a Cremona e mia moglie a Ponza? Così studia con il tuo?"
Io penso: "Sì che mi spiace. Ho mille cose da fare e già una bambina e poi suo figlio è una peste, la casa piccola, e sorvegliare i compiti di 4 bambini, di cui due non proprio brillanti, è un vero lavoro".
Il padre continua: "E, se non chiedo troppo, potresti tenerlo con te fino alle 18?"
Io ho sempre il problema della pallavolo e provo, giuro che CI PROVO a dirlo, ma le parole mi muoiono in bocca.
"Dove te lo devo portare alle 18?" chiedo.
"A casa" risponde.
E lì, grazie a non so quale miracolo, riesco a dire: "Non posso: alle 18,15 F esce dalla palestra e se io ti porto A a casa alle 18 non riesco a ritirare mio figlio in tempo"
E lui, invece che dire: "Allora vengo in palestra e ritiro LI' mio figlio" o "Allora vengo a prenderlo IO, prima di pallavolo", ha la faccia tosta di chiedermi: "Allora lo puoi riportare a casa con te, che passo io alle 19 a prenderlo?"
Dentro di me grido NO
Ma poi penso a questo povero bambino di 9 anni, che non sanno dove mettere, che va male a scuola, solo perché non ha nessuno che si occupa a dovere di lui, sballottato com'è sempre tra BS e CR e MI con la una baby sitter che non va nemmeno a prenderlo a scuola, perché non ha la macchina e non sa aiutarlo neanche a fare i compiti e...
capitolo: "Va bene, prendo tuo figlio e lo tengo con me fino alle 19"
E la telefonata finisce.
E adesso mi sto odiando
Ma perché non riesco a dire di no?
Come si fa?