yusonz
Nuovo forumer
+1,6% Romania....speriamo che comincino a riprendersi i Rumeni che abbiamo qui
Tornate a casa...
ahahaha splendida
+1,6% Romania....speriamo che comincino a riprendersi i Rumeni che abbiamo qui
Tornate a casa...
+1,6% Romania....speriamo che comincino a riprendersi i Rumeni che abbiamo qui
Tornate a casa...
xbear sull'orlo del collasso...
Mi spiace per il Ninjaxx, ma glielo avevo anche segnalato graficamente...
Purtroppo anch'io in quanto a boiate ne ho fatte a bizzeffe e mi sono costate un bel po'
ma la tecnica non dovrebbe essere quella di...
Boh
Io ho provato a individuare scenari, ma poi i gain li ho fatti grazie agli altri
Con i miei scenari solo mazzate
L’inserimento nella società italiana
Come si starebbe senza i romeni? Meglio o peggio di adesso? Sicuramente peggio, perché ne risentirebbero due settori importanti in cui vengono impiegati i romeni, l’edilizia e la cura della persona. Il lavoro è vissuto dai romeni come un veicolo di integrazione, poiché negli ultimi anni si è assistito a un grande numero di ricongiungimenti familiari e molti bambini nati in Italia, quindi si può notare una stabilizzazione dei flussi migratori. Il processo di integrazione è aiutato anche dalla facilità con cui si apprende la lingua italiana, dovuta probabilmente alle comuni radici latine. È un universo ben diverso da quello che ci hanno offerto i media, soprattutto nel 2007, secondo i quali l’insicurezza sociale avvertita in tutta Italia sarebbe da attribuire a romeni e rom (i termini sono spesso, e in modo sbagliato, interscambiati). I romeni sono propensi all’associazionismo, infatti in molti paesi con forte immigrazione romena, quindi anche in Italia, sono presenti associazioni, istituti culturali, negozi alimentari con prodotti tipici romeni. L’associazionismo intende mantenere vive le radici, a ricordare ed a trasmettere le proprie tradizioni. I romeni sono la prima collettività di immigrati in Italia. All’inizio le migrazioni romene erano caratterizzate da una grande temporaneità e circolarità delle sue presenze e dal protagonismo della sua componente femminile. Adesso invece si assiste ad un bilanciamento del rapporto di genere e la crescita del numero dei bambini nelle scuole e dei ragazzi nelle università testimoniano un inserimento più stabile e di integrazione nelle strutture, non solo lavorative, della società. Secondo alcune ricerche, i romeni, come anche altri migranti dell’Europa Orientale, sono persone con un livello di istruzione piuttosto elevato, quasi tutti possiedono il diploma e molti di loro persino la laurea. Tuttavia questo non trova riscontro in un altrettanto qualificata collocazione nel mercato lavorativo italiano, molti romeni essendo impiegati in lavori più bassi rispetto alla loro istruzione. Oltre al lavoro, un altro fattore importante per l’integrazione è la rete di amicizie. La maggior parte dei romeni ha sia amicizie romene, di vecchia data o acquisite in Italia, sia amicizie italiane. La collettività romena in Italia vive una vita cosiddetta “transnazionale”, cioè una vita nella quale abitudini, usanze e contatti con il paese d’origine coesistono con le pratiche quotidiane volte all’inserimento nel nuovo tessuto sociale. Questa strategia diventa un modo per superare la nostalgia delle cose che mancano di più del proprio paese, come la famiglia e gli amici più cari, la città natale, le tradizioni e un modo di vivere che si è dovuto cambiare una volta arrivati in Italia. Molti romeni continuano ad avere contatti con la Romania, anche grazie alle nuove tecnologie, infatti, oltre al telefono fisso, la maggior parte usa i cellulari e soprattutto gli sms. Un altro fattore a testimonianza della proiezione transnazionale dei romeni verso il paese d’origine, è l’invio delle rimesse alla famiglia rimasta in patria. Inoltre, data la vicinanza dei due paesi, la maggior parte dei romeni effettua almeno una visita all’anno in Romania, specialmente durante le ferie. Si evidenzia quindi un’immagine dei cittadini romeni impegnati in una serie di pratiche transnazionali che consistono nell’alimentare e tenere vivi i legami con la terra d’origine, come viene evidenziato anche dalla presenza in Italia di ristoranti e negozi romeni, di chiese ed associazioni, di giornali romeni venduti anche nelle edicole italiane. Emerge quindi una collettività che vede i propri membri non come migranti sospesi tra due realtà, ma come persone impegnate in pratiche sociali transnazionali, che servono a colmare la distanza tra i due poli della migrazione, senza però cercare di ricreare una nuova Romania nelle città italiane di adozione. La ricchezza dei romeni è proprio questa: essere effettivamente parte di due realtà, quindi poter fare anche un confronto tra Italia e Romania.5 Per quanto riguarda la percezione personale tra italiani e romeni, questa si basa su stereotipi e luoghi comuni, ed è molto superficiale. Gli italiani definiscono i romeni “zingari/rom”, mentre i romeni descrivono gli italiani come “sfruttatori”. Entrambe queste immagini sono state influenzate dai media, dalla letteratura o dalla filmologia.