Che dire , questa lettera inviata a un quotidiano , dice tutto e fa' sicuramente riflettere.... spero anche chi con troppa superficialita' spara a zero su chi ha investito su questi titoli con motivazioni assai valide solo fino a qualche mese fa'
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E' già capitato con Mps. Etruria e tante altre volte negli ultimi anni. Uno ci fa quasi l'abitudine: i conti a picco, il salvataggio dello stato, i risparmiatori che ci rimettono tutto, o quasi, quel che avevano investito. Sta succedendo anche adesso, con le banche venete. Basta però, leggere la storia vera di uno di questi risparmiatori per superare l'abitudine e rendersi conto del dramma che in questi ultimi anni ha colpito decine di migliaia di persone e famiglie. Come quella di un obbligazionista di Veneto Banca, il quale scrive di aver investito tutti i suoi risparmi nell'istituto dopo che meno di un anno fa il fondo Atlante rese possibile un importante aumento di capitale. "Non cercavo alcuna speculazione - scrive il risparmiatore - ma solo un posteggio tranquillo per arrivare a rimborso. Verso la fine dell’anno scorso, in pochissimi mesi, la situazione pubblica iniziò a deteriorarsi: gli amministratori che avevano avuto i conti sottomano da moltissimi mesi, parevano aver cambiato opinione sugli stessi. Le quotazione di quello che avevo comprato a oltre 90, crollava a 60, ma io continuavo a credere alla banca.
A gennaio ho avuto una tragedia familiare, che ha reso mia madre invalida gravissima e da quando è uscita dall’ospedale me ne occupo in via esclusiva, avendo abbandonato il mio lavoro (lavorare per pagare una badante è un assurdo, preferisco non lavorare e occuparmene direttamente io); nel frattempo la situazione finanziaria delle banche, che seguivo molto marginalmente dato ero impegnato in altro, diventava drammatica: quello che era arrivato a 60, valeva ormai 15. I piccoli azionisti, venivano rimborsati col 15% del massimo raggiunto dalle azioni, utilizzando circa mezzo miliardo delle risorse delle banche. Passaggio necessario per rilanciare le banche dicevano, e io gli credevo.
Nel frattempo metà del mio investimento si avviava a rimborso, il 21 giugno, e non vedevo l’ora di tornare in possesso del denaro prestato, dato che ormai mi serviva davvero. Circa 100 ore prima della scadenza del 21 giugno, il governo emana un decreto che sospende il pagamento del rimborso di un contratto tra privati (me e la banca) con un abuso chiarissimo.
La settimana seguente (meno di 100 giorni dopo che erano state dichiarate solvibili e sistemiche) il governo mette in liquidazione le due banche spostando il mio credito (sia quello scaduto che quello non scaduto) in una bad bank, con delle risorse, ma con lo stato come creditore privilegiato, per un ammontare sicuramente superiore alle risorse in essa contenute.
Morale della storia, il mio prestito scaduto e non rimborsato è perduto, dato che vincere una causa contro la bad bank non mi porrebbe in alcun modo davanti allo stato come creditore, così come il restante prestito non scaduto".