DOMANI SARA' UN GIORNO SPECIALE, O MAGARi DOPODOMANI, O FRA QUALCHE GIORNO,

....come mai sul profilo di OLLY non risulta l'ultimo collegamento ?

.......non sarà mica "etereo" :D:D :lol::lol::lol::lol::lol::lol::lol::lol::lol:
 
Tornando a Magiel/Alessandro.

Ho visto sul suo profilo che l'ultimo collegamento è stato il 10 ottobre alle 23,44

.......forse ne ha piene le palle della borsa. Meglio così.
L'importante è che ci sia.....poi se viene a salutare....meglio :up:

La borsa è un ambiente che decima le persone.
Ho visto passare un'infinità di persone gradevoli sparite nel nulla.
Che peccato! :rolleyes:
 
Alè. Dopo che andiamo a prenderli (e voglio proprio sapere cosa ci costa questa manfrinata) ecco un'altra bella notizia.

Una recente indagine condotta dalla Cgil e dal Cer (Centro Europa ricerche) denuncia, senza usare mezzi termini, il sistema fiscale italiano che, numeri alla mano, risulta essere "sempre più iniquo" tanto da aggravare, di giorno in giorno, il fenomeno dell’incapienza
Nel Belpaese ci sono, infatti, persone troppo povere anche per avere "sconti" fiscali: gli incapienti sono 9,3 milioni. Di questi l’80% circa sono lavoratori dipendenti e pensionati che popolano la classe dei redditi "fino a 15mila euro" l’anno.

Di manovra in manovra, di governo in governo, il sistema prevideziale è rimasto (quasi) sempre lo stesso.

Adesso, però, sembrerebbe che il ministro all'Integrazione Cecile Kyenge abbia preso in mano la partita per cambiare l'Inps.

Non per alzare le pensioni minime, non per garantire agli anziani che oggi vivono con poche centinaia di euro di riuscire a tirare a fine mese, ma per assicurare a tutti gli immigrati che lasciano l'Italia di percepire una pensione (pagata dal nostro ente di previdenza sociale) nel loro Paese.


"Oggi una persona che lascia il nostro Paese per tornare nel suo Paese di origine non può usufruire della pensione nè accedere ai contributi versati in Italia".



Lavorando a stretto gomito con la Farnesina, il ministero del Lavoro e l’Inps, la Kyenge si è quindi messa sotto per cambiare gli accordi di reciprocità in modo che chi torna al proprio paese d’origine dopo aver lavorato in Italia possa percepire la pensione
 
Alè. Dopo che andiamo a prenderli (e voglio proprio sapere cosa ci costa questa manfrinata) ecco un'altra bella notizia.

Una recente indagine condotta dalla Cgil e dal Cer (Centro Europa ricerche) denuncia, senza usare mezzi termini, il sistema fiscale italiano che, numeri alla mano, risulta essere "sempre più iniquo" tanto da aggravare, di giorno in giorno, il fenomeno dell’incapienza
Nel Belpaese ci sono, infatti, persone troppo povere anche per avere "sconti" fiscali: gli incapienti sono 9,3 milioni. Di questi l’80% circa sono lavoratori dipendenti e pensionati che popolano la classe dei redditi "fino a 15mila euro" l’anno.

Di manovra in manovra, di governo in governo, il sistema prevideziale è rimasto (quasi) sempre lo stesso.

Adesso, però, sembrerebbe che il ministro all'Integrazione Cecile Kyenge abbia preso in mano la partita per cambiare l'Inps.

Non per alzare le pensioni minime, non per garantire agli anziani che oggi vivono con poche centinaia di euro di riuscire a tirare a fine mese, ma per assicurare a tutti gli immigrati che lasciano l'Italia di percepire una pensione (pagata dal nostro ente di previdenza sociale) nel loro Paese.


"Oggi una persona che lascia il nostro Paese per tornare nel suo Paese di origine non può usufruire della pensione nè accedere ai contributi versati in Italia".



Lavorando a stretto gomito con la Farnesina, il ministero del Lavoro e l’Inps, la Kyenge si è quindi messa sotto per cambiare gli accordi di reciprocità in modo che chi torna al proprio paese d’origine dopo aver lavorato in Italia possa percepire la pensione
questa pescivendola bananara deve andare a fanculo al più presto!!!:down::down::down::down:
 
Questo è l'ultimo. Lo prometto :D

Nella puntata di Servizio pubblico di giovedì scorso è andata in onda un’intervista a una giovane di Chioggia che lamentava di essere stata abbandonata dai servizi sociali del comune.

Il padre aveva perso il lavoro per la crisi, la banca li ha sfrattati perché non pagavano il mutuo e la famiglia per protesta ha dormito in auto davanti al comune per alcune notti.

A questo link si può vedere l’intervista (dura meno di 5 minuti).


La notizia data dalla stampa locale era stata ripresa dai social network e soprattutto dal blog di Beppe Grillo, che probabilmente è la vera fonte di Michele Santoro.

Il quale ha fatto eco alla vicenda senza effettuare le doverose verifiche e senza contraddittorio, cioè non ha dato voce al comune di Chioggia.


Come stanno le cose in realtà?



Il padre della giovane ha dovuto chiudere l’impresa edile perché arrestato nel 2010 – con altre 11 persone – in un’operazione contro il traffico di cocaina con Spagna e Colombia;

è stato in cella per 15 mesi e quindi ai domiciliari, essendo anche legato al clan dei Madonia di Gela, città di origine della famiglia emigrata in Veneto nel 2000.



Il comune di Chioggia eroga alla famiglia un sussidio di 307 euro mensili dal 1° settembre 2012 e si è detto disponibile a rimborsare le spese di affitto per un certo periodo;



tuttavia la moglie dell’arrestato ha sempre rifiutato chiedendo l’assegnazione di un alloggio popolare in deroga alla graduatoria, cioè scavalcando i 340 nuclei in attesa che ne avevano diritto avendo presentato regolare domanda.


Una storia drammatica.

Che Servizio pubblico e il blog di Grillo hanno presentato in modo parziale e scorretto.
 

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