Titoli di Stato paesi-emergenti Dubai, le entità "government-related" ed il supporto che potrebbe non arrivare... (1 Viewer)

Imark

Forumer storico
Qualcuno sa dirci qualcosa su questa obbligazione isin XS0285303821 ?
Siamo all'azzardo puro o in qualche modo si può contare sulla crescita economica di Dubai?

Come hai visto, la risposta è che Dubai è molto cresciuta sul debito, sui finanziamenti a megaprogetti immobiliari. Adesso la situazione scricchiola: l'immobiliare lì va male ... i creditori delle agenzie di sviluppo di Dubai hanno fondato il loro affidamento sull'assunto di un sostegno pubblico a queste agenzie semi-governative in caso di bisogno, ma è da vedere se esso verrà ed in che termini sarà eventualmente accordato...

Il rating qui è "A" in osservazione per una riduzione da parte di S&P, ma sulla situazione gravano le incertezze di cui si diceva .... personalmente, sarei molto cauto...
 

mostromarino

Guest
io non seguo tanto l`andamento di dubai

(chi fosse interessato

http://www.discussdubai.com/

ma tenga conto che è molto sponsorizzato ed enfatico..ma l`occhio abituato..lo vede subito)

ma seguo indirettamente l`andamento di emirates
che è un altro prodotto "drogato"del paese

la compagnia è stata,sino a qualche mese fa,assolutamente indifferente alle leggi di mercato
se non con una politica di prezzi contenuti ed un servizio competitivo

MA COMINCIA,da qualche tempo (vedi claims e dilazionamenti per il 380) a prendere in considerazione leggi economiche ineluttabili

un piccolo flash:

non dimentichiamo che ,comunque,dalla sua,il paese ha (aveva )
.un costo dei terreni uguale a zero
e le famiglie (a) proprietarie ci si son fatte d`oro a suo tempo
reinvestendo spesso altrove

.le costruzioni,in massima parte,sono a rischio finanziario di stranieri ,in quanto la quota locale è sempre molto parca su investimenti cash
ed il cerino lo hanno loro,in mano,adesso

.il mercato del lavoro è altamente a stop and go...
non c`è una mano d`opera o welfare ...da tutelare
 
Ultima modifica di un moderatore:

mostromarino

Guest
propongo un vecchio articolo..non tecnicissimo,ma descrittivo della situazione di un 4 mesi fa..
........

7/2/2009 (7:44)
Bye-bye Dubai, manager
in fuga e case deserte
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Le auto abbandonate all’aeroporto. Gli italiani: “Navighiamo a vista”
FRANCESCO MOSCATELLI
Le carrozzerie fiammanti di Suv e berline sono coperte da un sottile strato polvere. Le chiavi sono al loro posto nel cruscotto, come se il proprietario fosse andato a pagare il parcheggio. Ma un bigliettino di scuse, scarabocchiato prima di imbarcarsi da manager e consulenti in fuga dal sogno diventato incubo, raccontano un’altra storia. Sono le auto abbandonate all’International Airport di Dubai dagli occidentali scappati dall’Eden di grattacieli e centri commerciali cresciuto a suon di «real estate» e manodopera del sud est asiatico a basso costo. La polizia sostiene di averne contate tremila solo negli ultimi mesi. Poche o tante che siano, sono diventate il simbolo di questa Disney travolta dalla realtà, vittima di una sbornia economica a doppia cifra, con il Pil che cresceva dell’8,5% all’anno e le casse dello Stato che registravano un attivo di bilancio pari a 1,5 miliardi di dollari. L’estate scorsa, all’International Airport, atterrava un aereo pieno ogni tre minuti e tutti i giorni venivano registrati 15 mila nuovi visti d’ingresso. I cantieri lavoravano 24 ore su 24, impegnando il 20% di tutte le gru del pianeta e i paperoni correvano a comprarsi il loro posto al sole «tax free». Accadeva sei mesi fa, ma sembra un’altra vita. Oggi la recessione è tutta in un numero: -50%, quanto sono crollati improvvisamente i prezzi degli appartamenti nell’esclusivo resort di Palm Jumeirah. «La crisi? L’ho vista dalla finestra dell’albergo osservando il cantiere di Palma Deira, uno dei tre arcipelaghi artificiali: non c’era il solito viavai di camion e betoniere, regnava un silenzio irreale - racconta un commerciante di gioielli milanese, rientrato ieri mattina da un viaggio di lavoro negli Emirati - Sui giornali locali si parla di un crollo del 15% del turismo e del 30% nel commercio, le banche stanno rinegoziando i mutui. A Dubai, se le cose vanno male, ci mettono un secondo a licenziarti. Non ci sono sindacati e hai un mese di tempo per tornare a casa».

C’è chi parte, ma c’è anche chi fugge a gambe levate. La Sharia, che ispira anche la legislazione commerciale dell’Emirato, non ammette sgarri. «É un paese piuttosto liberale, ma ti tengono in carcere un mese se ti trovano ubriaco al volante - spiega Gilda Fridegotto, 27 anni, a Dubai da oltre tre anni per la International Finance Corporation -. Qui se fai un assegno scoperto finisci dritto in prigione. Figuriamoci se qualcuno è accusato di bancarotta fraudolenta». L’ultimo a pagarne le spese, pochi giorni fa, è stato un egiziano, bloccato al check-in pochi istanti prima di salire a bordo del suo volo per Londra: ha creato un buco da un miliardo di dollari con un reticolo di società finanziarie che garantivano interessi da capogiro, fino al 20% annuo. Ma il panico si sta diffondendo anche tra gli operatori onesti, abituati a vivere in lussuosissime ville vista mare: da Natale ad oggi i loro consumi si sono ridotti del 25%. «Ho molti amici che si preparano a rientrare in Inghilterra e in Germania - continua Gilda -. Qualche cifra? Mi dicono fino a duemila persone al giorno, così tante che gli uffici governativi non riescono a sbrigare in tempo tutte le pratiche burocratiche. Il costo della vita è esorbitante: i dati ufficiali affermano che l’inflazione è al 10% e i tassisti, per sbarcare il lunario, devono lavorare anche 13 ore al giorno».

Cerca di sdrammatizzare Roberto Bagni, reggente del consolato italiano di Dubai: «Dal nostro osservatorio vediamo connazionali che se ne vanno, ma anche qualcuno che entra nel paese. Le difficoltà ci sono, inutile negarlo, e molte società stanno sfoltendo gli organici, a tutti i livelli. Basta guardare il traffico». Gli unici progetti che si salvano sono quelli gestiti dal governo, come la nuova ferrovia da 50 km che collegherà l’aeroporto alla zona dello shopping. «Cosa farà il governo? È questo il vero punto interrogativo - analizza il commerciante di gioielli, che preferisce non esporsi -. Metterà i soldi per ricapitalizzare le banche? A Dubai decide tutto la famiglia regnante e le informazioni sono centellinate. È difficile capire cosa si muova sottobanco». I dubbi riguardano il rapporto con gli altri Emirati, in primis Abu Dhabi. «Ormai navighiamo a vista: se i lavori di costruzione hanno superato il 60% si procede, altrimenti tutto si ferma - racconta Giulio Meroni di Meritalia, uno dei volti dell’arredamento Made in Italy in Arabia, con una squadra di operai pronta a partire per l’Emirato lunedì prossimo - Era inevitabile: Dubai non poteva crescere per sempre. In Qatar, Oman e Abu Dhabi le difficoltà si sentono molto meno. Il futuro di Dubai è nelle loro mani. Cosa faranno gli Emirati conservatori, le formichine ricche di petrolio? Ascolteranno il lamento della cicala?».
http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/esteri/200902articoli/40760girata.asp
 

Imark

Forumer storico
Per fortuna...oggi Dubai World ha annunciato una moratoria di sei mesi sul debito FACTBOX: Dubai World faces restructuring, debt standstill | U.S. | Reuters, il bond 2014 della Dubai Holding (pur non essendo direttamente coinvolta) precipita da 84 a 62 DUBAI HLDG COMM.O. 07/14 (WKN A0LL9D, ISIN XS0285303821) - Profil - ARIVA.DE

Sì è capito che l'emirato cela una situazione debitoria pesante... con il discorso di queste benedette entità government related che hanno venduto debito con rating elevato in quanto "supportate dal governo" (dato che poi sono società che fanno capo ad esponenti della famiglia regnante) salvo poi per lo stesso governo prendere le distanze quando si è capito che il debito complessivo era di consistenza tale da rendere difficilmente ipotizzabile un supporto...
 

Imark

Forumer storico
Il bond della Dubai Holdings 2014 collassa: 59-60,9, l'ask cala a vista d'occhio sui mercati tedeschi... robuste le quantità scambiate, almeno per questo titolo...
 

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