il mondo dell'acciao è in fermento
Acelor-Mittal- --- il bresciano Luchini all'assalto
Arcelor alza le barricate con una fusione d'acciaio con Severstal
26/05/2006 18.30
Mossa difensiva di Arcelor per contrastare l'opa ostile di Mittal. Con una transazione da 13 miliardi di euro si fonderà con Severstal, la prima azienda russa nel settore dell'acciaio, e nascerà il numero uno al mondo del comparto. Il nuovo gruppo avrà 46 miliardi di vendite annuali e un Ebitda di 9 miliardi di euro, con 70 milioni di tonnellate di acciaio prodotte ogni anno.
L'operazione valuta Arcelor 44 euro per azione (37,74 euro quanto offerto da Mittal), escludendo 1,85 euro di dividendo, con un premio del 100% rispetto al prezzo di chiusura di Arcelor del 26 gennaio 2006, il giorno precedente all'annuncio dell'offerta ostile di Mittal, e un premio del 36,6% rispetto al prezzo di chiusura di ieri di Arcelor, ex dividendo.
Oggi il titolo del consorzio europeo a Parigi ha chiuso la seduta a 33,05 euro (-2,97%), mentre a Mosca Severstal è volata del 10% con Fitch che ha attribuito alla compagnia siderurgica russa un rating di issuer default di BB-, di B a breve termine e di A+ a lungo termine dopo l'annuncio della fusione e non ha escluso di poter migliorare ancora il rating con il procedere della fusione.
Secondo gli accordi siglati, è previsto che Arcelor riceva una quota dell'89,6% di Severstal, altri asset minerari e dell'acciaio, compresa l'italiana Lucchini, e contanti per 1,25 miliardi di euro dal miliardario russo Alexei Mordashov, principale azionista di Severstal, che in cambio riceverà 295 milioni di nuove azioni Arcelor a 44 euro ciascuna, per una quota totale del nuovo gruppo europeo pari al 32,2%.
Il giovane miliardario russo diventerà così primo azionista del gruppo siderurgico europeo con una quota pari a circa un terzo del capitale, ben davanti al Gran Ducato del Lussemburgo che era il primo azionista di Arcelor con il 5,6%. Dietro Mordashov e il Gran Ducato c'è la Carlo Tassara di Romain Zaleski che di Arcelor aveva rastrellato il 5%.
L'Ad del gruppo dell'acciaio lussemburghese, Guy Dolle, ha comunque precisato che la fusione andrà avanti solo nel caso in cui più della metà degli azionisti voterà a favore: in caso contrario l'operazione verrà accantonata. Il management punta comunque a convincere i soci con la promessa che, a fusione avvenuta, Arcelor riconquisterà la posizione di leadership mondiale con una capacità produttiva annuale di 70 milioni di tonnellate di acciaio, contro i 60 milioni dell'acerrimo nemico Mittal, una quota di mercato nella produzione per il settore auto del 22% e un giro d'affari di 46 miliardi di euro.
Forse questo non basterà però a convincere gli azionisti di minoranza di Arcelor, "inorriditi" di fronte al piano di merger, tanto che stanno cercando di bloccare l'operazione. Se ne è fatta portavoce Colette Neuville, presidente dell'Association for the Defense of Minority Shareholders, associazione francese che agisce in difesa degli investitori di minoranza. A lasciarli insoddisfatti, sono la valutazione, l'eventuale rischio politico e il meccanismo di voto con il quale verrà approvata l'operazione.
Tuttavia Mittal rischia veramente di veder andare in fumo il progetto di creare l'assoluto numero uno al mondo dell'acciaio. Non è stato sufficiente un aumento dell'offerta di oltre il 30% a quasi 26 miliardi di euro e la disponibilità a una governance del nuovo gruppo con gli ex azionisti Arcelor oltre il 50%.
Il gruppo francese d'altra parte non ne vuole sapere di essere acquistato dal magnate indiano e la fusione con Severstal è chiaramente una pillola avvelenata all'indirizzo della Mittal che oggi comunque ha contrattaccato, per ora a parole. "La combinazione Mittal-Arcelor", ha detto un portavoce della società, "é superiore in tutti i sensi e offre un consolidamento reale che rappresenta un cambio di marcia".
Invece, Arcelor "sta obbligando i suoi azionisti a cedere il controllo della compagnia senza riconoscere loro alcun premio". Il board del consorzio europeo dell'acciaio oggetto di un'opa ostile del gigante indiano "sembra manipolare gli azionisti secondo i propri fini", ha aggiunto Mittal. "La scelta del veto è una decisione senza precedenti che impedisce agli azionisti di avere voce in capitolo sul futuro della loro compagnia. Il risultato sarà una combinazione di seconda classe" con Severstal.
Francesca Gerosa
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