E'RICCO CHI DESIDERA SOLTANTO CIO'CHE GLi FA VERAMENTE PIACERE.... (3 lettori)

Ranger

Swing Trader
le banche non mollano mica , per chi sta short puo' sperare al ritraccino fine settimana ..di venerdi' :rolleyes:
 

tetsuo

Guest
:ciao:

unlui erry voi che usate ig markets mi direste che versione avete adesso della piattaforma grafici avanzati (che poi sarebbe PRT)?

per ringraziarvi vi metto un video :D

[ame=http://www.youtube.com/watch?v=Ez5XItBz4xQ]YouTube - Alex Gaudino ft. Crystal Waters - Destination Unknown HD[/ame]
 

Pitagora

Aquila libera
siamo dei fessi...sia come fibo..tempo..gann...multipli..vola..fessi!!!!


Senza offesa...i fessi sono coloro che sono dalla parte sbagliata, visto che il mercato...ha sempre ragione;)..oggi ci sono parecchi titoli che stanno sovraperformando; coloro che oggi hanno messo 20.000 euro su Fiat, Uc, ISP, Maire, Prysmian ecc....stanno guadagnando almeno 4/500 euro, senza patemi e...senza derivati: al mese sareBBero circa 8/10 mila euro......
CON SEMPLICITA'.;):cool:
 

gasto

Banned
India ai massimi
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NoRisk - 05/03/2010 00:00:00
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L’economia indiana non ha quasi conosciuto la crisi, soprattutto grazie all’importante piano di intervento pubblico messo in atto prima dello scoppio della crisi. La contrazione del pil c’è stata ma è passato da una crescita di poco inferiore al 10% del periodo pre crisi ad una variazione minima del 6,7% nell’anno fiscale 2008-2009. Nel secondo trimestre di quest’anno fiscale, che termina a fine marzo, c’è stata una nuova inversione di tendenza e quest’anno le attese sono per una crescita del pil del 7,2%. Allungando l’orizzonte temporale la crescita più contenuta è stata registrata nel 2002, un’espansione dell’1,5%.
L’India ha dunque mostrato una grande capacità di attraversare la crisi in maniera pressoché indenne, espandendo i consumi interni piuttosto che le esportazioni e gli investimenti, i maggiori driver del pil fautori del rimbalzo dei paesi asiatici, nonostante una stagione monsonica particolarmente secca che ha duramente colpito la produzione agricola.
La scorsa settimana è stato presentato il budget fiscale per il prossimo anno, dove il ministro delle finanze ha confermato il mantenimento di varie misure pubbliche a sostegno dell’economia, con l’intenzione di riportare la crescita economica della terza economia asiatica ai livelli pre-crisi.
Gli stimoli naturalmente rappresentano dei costi per il bilancio pubblico. Il rapporto deficit/pil indiano è passato dal 4% dell’anno 2007-2008 ad una previsione del 9,7% per l’anno che si concluderà il prossimo 31 marzo, 2009-2010. Comparandolo con la crescita media del pil nominale degli ultimi anni non è un livello di debito insostenibile, soprattutto alla luce dello stato di molti paesi avanzati, anche se poco desiderabile. Inoltre lo stock di debito è attorno all’80% del pil.
Un importante fattore che sostiene la crescita del pil è il risparmio del paese, arrivato al 36% del pil prima della crisi. Ora la parte del governo si è ridotta, facendo complessivamente scendere il tasso di risparmio al 32%. Sommato ai capitali dall’estero il livello di investimento nel paese è significativo, potrebbe raggiungere il 40% del pil, potendo facilmente sostenere una crescita attorno al 10%.
Il risparmio in larga parte viene investito da parte delle famiglie, che ne detengono due terzi, in attività fisiche come gli immobili, liquidità o depositi nel sistema bancario, piuttosto che nei mercati finanziari. Le aziende sono così più dipendenti dal sistema bancario e dai capitali dall’estero nell’approvvigionamento di risorse finanziarie.
La mancata riduzione degli stimoli fiscali, che secondo molti osservatori sono poco mirati, molto probabilmente causerà pressioni alla banca centrale per rialzare il costo del denaro.
Come si sono comportati i mercati azionari? Durante la crisi dal massimo la correzione è stata forte, il 55%, in gran parte causata dai disinvestimenti dall’estero e, nonostante il mercato indiano sia “emergente”, il tonfo è stato in linea con quanto accaduto nei mercati occidentali. Il recupero al contrario è stato ben più vistoso. Dal minimo l’indice MSCI India è salito, in valuta locale, di oltre il 120%, il doppio di quanto fatto ad esempio dall’indice S&P500.
Per investire in India a Milano sono quotati due etf MSCI India di Lyxor (INDI.MI) e S&P CNX NIFTY di Deutsche Bank (XNIF.MI), un indice più concentrato.
La distanza dai massimi raggiunti nel 2007 è “solamente” del 26%. L’indice DJ Euro Stoxx 50 ad esempio deve ancora crescere del 58% per raggiungere i massimi, l’indice S&P 500 il 38%, nelle rispettive valute. Rispetto all’indice S&P Bric 40 l’indice MSCI India da gennaio 2009 ha ottenuto una performance migliore di oltre il 30% in euro.
Gli utili dell’indice dal massimo pre-crisi si sono contratti del 28% e sono attesi crescere del 20% per fine anno. Il rapporto prezzo utili è arrivato a 26, vicino al massimo di 29,7 di gennaio 2008. Se confermate le attese sugli utili però dovrebbe scendere a 21,5.
Le attese sull’indicatore Enterprise Value dell’indice MSCI India per fine anno sono molto positive ed hanno iniziato a migliorare nella seconda parte del 2009. L’enterprise value indica l’intero valore dell’impresa, sinteticamente azioni e debito a valori di mercato. Un miglioramento del valore in questo caso esprime aspettative positive sull’andamento dei prezzi di borsa.
Non sempre le aspettative sono confermate dagli eventi ed il livello raggiunto dall’indice dovrebbe suggerire maggiore cautela, anche se l’economia indiana non sembra destinata ad arrestarsi nell’immediato futuro. Per rendere sostenibile la crescita molti invocano riforme strutturali che al momento latitano.

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[ame=http://www.youtube.com/watch?v=IkBTGj0tG00]YouTube - Vasco Rossi-Vado al massimo[/ame]
 

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