Société Générale aveva spiegato la discesa del prezzo dell' oro.
04/04/2013 8.30 E. C.
Dal 2007 il prezzo dell’oro è raddoppiato, creando una bolla speculativa. E’ quanto sostengono gli esperti di Societe Generale, che hanno rivisto al ribasso le loro previsioni sul metallo giallo. Nel 2013 si assesterà su una media di 1.500 dollari l’oncia per terminare l’anno a quota 1.375 dollari, e continuerà a scendere. I fattori che hanno finora sostenuto la corsa al rialzo sono infatti destinati a lasciare spazio ad altri, che hanno un impatto negativo sulla quotazione dell’oro. “Le attese di tassi di interesse in aumento, in conseguenza di un quadro positivo negli Usa, associate a un miglioramento del dollaro possono rappresentare l’inizio della tempesta perfetta e portare a un calo del prezzo nel lungo termine”, spiegano gli specialisti dell’investment bank francese. Ecco in dettaglio cinque motivi alla base del loro scenario.
1) La congiuntura americana. Le previsioni degli economisti di Societe Generale sull’economia Usa sono superiori al consensus di mercato, grazie alla ripresa combinata del mercato del lavoro e di quello immobiliare. In particolare il Pil è stimato in crescita del 2,1% quest’anno e del 3% nel 2014, contro una media di rispettivamente di 1,9 e 2,8%. Ma se la ripresa economica diventa più solida il prezzo dell’oro, ferme restando altre variabili, scende.
2) I tassi di interesse. La Fed, grazie alla migliorata congiuntura, abbandonerà le politiche di quantitative easing che tanto hanno contributo negli scorsi anni a sostenere l'economia. Il passaggio a una politica monetaria monetaria di tassi crescenti avrà però conseguenze negative sulla quotazione del metallo giallo, come è accaduto in passato.
3) Il dollaro. La ripresa americana sarà accompagnata da un recupero del biglietto verde, con il cambio euro/dollaro che chiuderà il 2013 a quota 1,20. Gli esperti si aspettano infatti che il dollaro si apprezzi contro il franco svizzero, l’euro e le altre valute dei Paesi del G10 a causa dei maggiori rendimenti dei Treasury e del miglioramento del bilancio Usa, con un effetto negativo sul prezzo dell’oro. Prima della crisi di Lehman la valuta Usa spiegava fino all’80% dei movimenti del metallo prezioso, nel 2012 questa percentuale è scesa al 30% ma è pur sempre rilevante.
4) La politica fiscale. Lo scenario drammatico del debito Usa ha avuto un ruolo positivo nel sostenere le quotazioni dell’oro, a causa del perdurare di una clima di incertezza generale. Gli economisti di SG si aspettano che questa situazione sia destinata a migliorare, visto che dopo il Budget Control Act del 2011 e il Taxpayer Relief Act del 2013 la percentuale debito/Pil è destinata a scendere progressivamente, per stabilizzarsi nel range 75-80% nel prossimio decennio.
5) Il calo del sentiment degli investitori. L’appeal dell’oro è sceso, come dimostrano le vendite effettuate negli ultimi mesi da parte di importanti hedge fund e i flussi negativi degli Etf (Exchange traded product) specializzati nel settore. Dall’inizio di gennaio il patrimonio degli Etf sul metallo giallo si è ridotto di quasi 140 tonnellate, con febbraio che è stato da questo punto di vista il mese peggiore da molti anni. Un segnale inequivocabile, secondo gli esperti, che l’età dell’oro è finita.
Oro, i 5 motivi per cui scenderà secondo Societe Generale - Milano Finanza Interactive Edition