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GOLDMONEY INSIGHTS JANUARY 07, 2016
di Alasdair Macleod
Nel 2015 sono emersi ulteriori segni di un crollo globale dell'attività economica.
Inoltre la forza del dollaro, insieme all'ampliamento degli spread del credito, confermano la tendenza globale verso una contrazione del debito. Questi sviluppi in genere precedono una crisi economica, la quale potrebbe manifestarsi nel 2016, in parte confermata dall'andamento deludente dei mercati azionari. In tal caso, ci si può aspettare che la domanda d'oro fisico cresca rapidamente man mano che la crisi finanziaria guadagnerà trazione.
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Francesco Simoncelli's Freedonia: L'oro nel 2016: ?Il vento del potere economico sta cambiando? del credito bancario ha gonfiato le attività finanziarie, ha soppresso i prezzi delle materie prime sottostanti e ha stimolato la domanda internazionale di dollari USA. Il risultato è stato un ampliamento senza precedenti del debito globale, mentre la fiducia nella valuta di riserva mondiale rimaneva inalterata. Tuttavia vi sono indicazioni che questo periodo d'espansione è ora alla fine. Secondo i documenti statistici della Banca dei Regolamenti Internazionali, il valore lordo dei derivati detenuti dalle banche s'è contratto sin dal 2013. I valori nominali dei contratti totali OTC hanno raggiunto un picco alla fine del 2013 a $711,000 miliardi, e a giugno 2015 erano scesi a $553,000 miliardi.
Questo è un punto importante, perché si sta sgonfiando una bolla invisibile al cuore del sistema finanziario e le conseguenze sconosciute. Quando le bolle si sgonfiano, e qui stiamo parlando di una da centinaia di migliaia di miliardi, emergono i crediti inesigibili. Parte della riduzione dei derivati OTC in circolazione è dovuta al consolidamento delle posizioni in seguito alla legge Dodd-Frank, ma la gran parte non lo è.
Quando il libero mercato si riafferma, e lo fa sempre, le correzioni sono consistenti. Ora siamo nelle prime fasi di questo processo.
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Il prezzo aggiustato, che riflette l'espansione sia della FMQ sia delle riserve d'oro estratte, è attualmente pari a $402, un calo del 56% in termini reali sin dalla crisi Lehman.
Possiamo pertanto concludere quanto segue:
• Il prezzo dell'oro è più conveniente di quanto non sia mai stato rispetto alla moneta di riserva mondiale, con la sola eccezione del momento in cui era così underpriced che il governo degli Stati Uniti fu costretto a scartare il suo peg a $35 e abbandonare l'accordo di Bretton Woods.
• Rispetto al momento della crisi Lehman, l'oro è oggi significativamente più economico; situazione del tutto in contrasto con il rischio sistemico che corrono le valute fiat a causa di banche sotto-capitalizzate e impreparate alla prospettiva di mercati normalizzati.
Molti analisti finanziari contemporanei sostengono che l'oro non è rilevante quando si affrontano questi problemi, perché non è più denaro. Questa linea di ragionamento ignora il fatto che la gente comune in occidente non ha questa percezione e sta accumulando monete d'oro e piccoli lingotti a ritmi crescenti. E fatto ancora più importante, il potere economico si sta spostando da paesi dove questa visione keynesiana è prevalente a paesi in cui non lo è.
Cina, India e il Resto dell'Asia
Cina e India, insieme a tutti gli altri paesi dell'Asia continentale, hanno accumulato oro proveniente dai caveau occidentali molto più a lungo di quanto si possa rendere conto la maggior parte delle persone nei mercati finanziari occidentali. La Cina, attraverso norme adottate nel 1983, ha inizialmente delegato alla PBOC la gestione della politica dell'oro, una mossa che ha fatto seguito alle riforme post-Mao del 1979-1982. L'intenzione alla base di queste norme era quella di permettere allo stato d'acquisire notevoli quantità d'oro, svilupparne l'estrazione mineraria e controllarne tutte le attività di trasformazione e raffinazione. All'epoca l'occidente stava facendo del suo meglio per reprimere i prezzi dell'oro e rafforzare quindi la credibilità delle valute di carta, di conseguenza inondò i mercati con grandi quantità di lingotti attraverso il leasing e la vendita definitiva. Questo è il motivo per cui la tempistica è importante: con la sua popolazione alle prese con una rapida riforma economica, la Cina colse questa occasione per diversificare il suo crescente surplus di valuta estera; la stessa strategia seguita dalle nazioni arabe tra il 1973 e il 1990 a cavallo del boom del prezzo del petrolio.
Quando la Cina nel 2002 ha istituito lo Shanghai Gold Exchange e ha incoraggiato il settore privato ad accumulare oro, lo stato cinese aveva evidentemente acquisito abbastanza lingotti per i propri scopi strategici. Non sappiamo quanti ne abbia effettivamente accumulato, o addirittura fino a che punto l'oro estratto sia stato definito proprietà statale sin da allora, ma è probabile che la quantità sia molto consistente. Sappiamo che dal 2002 fino ad oggi le consegne lorde nelle mani pubbliche, soddisfatte principalmente da importazioni provenienti dai caveau occidentali, hanno superato le 11,000 tonnellate. È quindi possibile che ora la Cina e i suoi cittadini abbiano più oro di tutte le altre banche centrali messe insieme, visto che queste ultime hanno in parte dato in leasing l'oro ufficiale e in parte l'hanno venduto segretamente per sopprimerne il prezzo.
Di conseguenza le relazioni mensili cinesi riguardanti le proprie riserve d'oro, sono inutili. Anche la Russia sta accumulando riserve ufficiali e lo stato indiano sta cercando d'acquistare segretamente oro dai suoi cittadini, essendo il mercato carente d'offerta. La maggior parte dell'Asia è, o sarà, legata insieme attraverso lo Shanghai Cooperation Organization, un partenariato economico dominato da Cina e Russia, il quale comprende più della metà della popolazione mondiale e che accetta l'oro fisico come denaro. Inoltre nel 2015 è anche emerso che la moneta dominante in questo blocco sarà senza dubbio lo yuan, la valuta del paese che ha ormai conquistato il mercato dell'oro fisico del mondo.
Il futuro del denaro è in rapido sviluppo, come risulterà sempre più evidente nel 2016. L'era della supremazia del dollaro sta volgendo al termine, situazione senza dubbio accelerata dalle politiche monetarie distruttive della FED. La minaccia alla supremazia del dollaro rappresenta anche una minaccia per le altre valute cartacee: l'euro, lo yen e la sterlina. Che queste perdano il loro status di moneta prima o dopo il dollaro, è solo una questione di tempistica. La Cina deve aver previsto questo possibile esito, altrimenti non avrebbe intrapreso una politica d'accumulo di oro già nel 1983, non avrebbe investito notevoli risorse in miniere d'oro e nella raffinazione, non avrebbe incoraggiato attivamente i suoi cittadini a comprare oro, ed oggi non promuoverebbe l'uso della sua valuta per il commercio globale e per il prezzaggio dell'oro.
Gli osservatori nei mercati occidentali sembrano non essere a conoscenza di quanto sia sviluppata la politica cinese nel campo delle valute. Invece si aspettano una vera e propria crisi del credito, il risultato dell'espansione monetaria di questi ultimi anni compromessa da un'economia in rapido rallentamento. Inoltre sostengono che il costo del lavoro cinese sia aumentato e che ciò richieda un tasso di cambio dello yuan molto più basso affinché possa tornare ad essere competitivo. Basandosi su un'analisi macroeconomica occidentale, concludono che la Cina necessiterà di un sostanziale svalutazione monetaria affinché riesca a contenere questi problemi.
Sebbene sia un errore quello di sorvolare le notevoli difficoltà economiche, quest'analisi è errata e lo è per due ragioni. In primo luogo, lo stato possiede le banche, quindi una crisi del credito si ferma ai debitori. In secondo luogo, la Cina sta mettendo in campo un ri-orientamento delle risorse economiche: vuole smettere d'essere un produttore per il resto del mondo e servire la sua classe media in crescita e lo sviluppo delle infrastrutture trans-asiatiche. Il tasso di disoccupazione della Cina è stimato a circa il 5%, quindi i lavoratori impiegati nelle linee di produzione attuali dovranno essere riposizionati se la strategia economica dello stato vorrà essere quella di progredire. Una svalutazione monetaria sostanziale sarebbe quindi controproducente, sebbene la banca centrale sposti di tanto in tanto l'ancoraggio dello yuan rispetto al dollaro.
Lo scopo dietro all'enorme accumulo d'oro, può essere solo quello di rendere lo yuan una riserva di valore affidabile. La Cina avrà bisogno di un prezzo dell'oro in yuan più alto, probabilmente in concomitanza con determinati eventi esterni (che sta pazientemente attendendo). È per questo che, dopo aver sviluppato lo Shanghai Gold Exchange nel mercato dell'oro fisico più importante del mondo, la Cina prevede di prezzare l'oro in yuan: l'obiettivo è quello d'ancorare lo yuan all'oro in modo da sostituire l'ancoraggio dello yuan al dollaro.
Sicuramente il 2016 si concluderà con la convinzione che il dollaro non è più il re, e che nel futuro del denaro ci sono l'Asia, lo yuan e l'oro.
Conclusione
Nel breve termine l'oro di carta è estremamente ipervenduto, cosa che riflette il sentimento dell'establishment occidentale nei paper market. I mercati futures e i mercati a termine sono su posizioni short nei confronti dell'oro di carta. Che questo lasci aperta la possibilità di ulteriori diminuzioni del prezzo in dollari dell'oro nei prossimi mesi, non è il punto cruciale. Più importante è il quadro più a lungo termine: l'oro non è stato così sottostimato sin dagli eventi che portarono al collasso degli accordi di Bretton Woods. Se gli eventi in corso porteranno ad una crisi sistemica nei mercati dei capitali occidentali, cosa che appare sempre più probabile data la crisi globale dell'attività economica, un'ulteriore espansione dei bilanci delle banche centrali sembra proprio certa. Se questo accadrà, è improbabile che il potere d'acquisto del dollaro e delle altre valute principali rimarrà ai livelli attuali. E se il dollaro perde potere d'acquisto, l'inflazione dei prezzi salirà, accompagnata da un incremento dei tassi d'interesse nominali e da una liquidazione del debito nei mercati dei capitali occidentali.
La Cina e i suoi partner nello SCO hanno adottato misure cautelative per proteggersi da questo risultato e hanno conquistato il mercato dell'oro. Una persona saggia dovrebbe prenderne atto e pensare seriamente alle implicazioni.
Godetevi il 2016.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli:
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