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PART ONE
FALLIMENTO LTCM E BANKA d'ITALIA
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Il 23 settembre 1998 Alan Greenspan presidente della Fed convoca i principali rappresentanti del mondo bancario mondiale per contemplare il buco di parecchi miliardi di dollari causato dal fallimento del Long Term Capital Management (LTCM), l’hedge fund specializzato nelle speculazioni finanziarie con i titoli derivati.
I mercati stanno crollando, per ricoprirsi e fare liquidità, il fondo e con effetto a cascata obbligato a vendere il tutto e l'impossibiile e su tutti i mercati, anche a nonna.
Le 14 banche convocate hanno ovviamente scelto di "sopravvivere". Si sono accordate tra loro per rilevare LTCM versando insieme 3,75 miliardi di dollari. Le prime conseguenze si sono avute il 29 settembre quando il presidente della Federal Reserve Alan Greenspan ha abbassato il tasso d’interesse dello 0,25%, portandolo al 5,25%, dando cioè alle banche possibilità di disporre di più "denaro facile" per far fronte alla doppia crisi di liquidità. Dopo due settimane un'altro taglio.
La scelta era obbligata. Sapevano tutti di essere legati a doppio filo tra loro: le principali banche internazionali, i drogati del rischio finanziario degli hedge funds e infine le banche centrali.
L’hedge fund LTCM, di gran lunga il più grande e affermato, raccoglieva alcune superstar della cosiddetta industria dei servizi finanziari di Wall Street, banchieri con esperienza nel sistema di controllo finanziario ed i migliori cervelli della matematica. Insieme avevano messo a punto uno dei più formidabili sistemi di scommesse che si potesse concepire, capace di macinare profitti nell’ordine dei miliardi di dollari. Con la prodigiosa abilità dimostrata nell’elemento finanziario LTCM riusciva a disporre di capitali oltre la soglia dei 100 miliardi di dollari, e secondo alcune valutazioni fino a 400. Quei capitali provenivano dalle principali banche e investitori mondiali, da gente che, a sua volta, avrebbe dovuto "saperla molto lunga". Puntando i capitali rastrellati come garanzia, l’hedge fund poteva impegnarsi in operazioni in derivati per un volume superiore ai mille miliardi di dollari. Secondo il New York Times, gli ispettori che hanno esaminato i conti di LTCM hanno accertato che i depositi degli investitori, un capitale di 4,75 miliardi di dollari, erano stati impiegati "come collaterale per l’acquisto di titoli per 125 miliardi di dollari, per poi usare quei titoli come collaterale per partecipare in transazioni finanziarie esotiche che ammontano a 1250 miliardi di dollari".
Nel supercast di LTCM figurano due Nobel per l’economia, Robert Merton e Myron Scholes, che ottennero quel riconoscimento nel 1997 per le formule matematiche alla base delle operazioni derivate. A dirigere le operazioni c’era John Meriwether, ex mago della Salomon Brothers che fu costretto a lasciare nel 1991, a seguito di uno scandalo sui titoli del Tesoro. E poi ancora David Mullins, che è stato vicepresidente della Federal Reserve USA, il "Ciampi & Draghi boy" Giovannini ed altri operatori che hanno fatto le fortune della Salomon nel corso degli ultimi anni.
Proprio loro hanno messo il piede sulla mina. Come mai? Questa volta, credere alle solite storie dell’operatore delinquente e pasticcione che si vuole vedere all’origine dei grandi crac degli ultimi anni sarebbe proprio una fesseria.
Il problema non è, come si vorrebbe raccontare, che LTCM ha fatto un paio di scommesse congegnate male sul tavolo verde dei derivati, ma il problema vero è che quel tavolo si sta letteralmente disintegrando sotto le mani degli scommettitori. Questo significa che, mentre LTCM ha fatto la botta grossa, anche molti altri grandi scommettitori hanno finito per rimetterci in proporzione, ma preferiscono fischiettare. Qualcuno però non ci riesce come è accaduto alla D.E. Shaw & Co, hedge fund legato alla BankAmerica, e l’Ellington Capital Management, le cui perdite sono state ammesse nelle settimane successive.
LTCM aveva scommesso sul fatto che a lungo termine si sarebbe verificata una convergenza dei tassi d’interesse delle principali nazioni industrializzate, secondo i parametri definiti dal modello matematico di Merton e Scholes. Al fondo c’è il presupposto teorico che ciò che è accaduto nel passato recente definisca ciò che accadrà nel futuro, una logica alla base di quasi tutti i modelli computerizzati della finanza mondiale. La realtà, a differenza della logica dei computer, non è lineare. I modelli computeristici ... i modelli finanziari di LTCM non erano in grado di prevedere gli scossoni sistemici verificatisi in Asia ed in Russia, che hanno gettato il mondo finanziario nel panico, ed hanno dato vita alla corsa dei risparmiatori ad investire nei buoni del Tesoro tedeschi e statunitensi. Quella corsa ai beni rifugio ha accentuato la differenza dei tassi d’interessi, invece del presunto riavvicinamento, determinando le perdite colossali di LTCM.
A seguito di quella crisi, all’inizio dell’anno LTCM ha perso la sua base di capitale che dai 4,8 miliardi dollari si è ridotta a 600 milioni di dollari. Solo ad agosto ha registrato una perdita netta del 44% degli investimenti.
ed ora arriva il bello
il fallimento dell' LTCM ovvero la caporetto dei Ciampi' s boy.
(continua)
FALLIMENTO LTCM E BANKA d'ITALIA
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Il 23 settembre 1998 Alan Greenspan presidente della Fed convoca i principali rappresentanti del mondo bancario mondiale per contemplare il buco di parecchi miliardi di dollari causato dal fallimento del Long Term Capital Management (LTCM), l’hedge fund specializzato nelle speculazioni finanziarie con i titoli derivati.
I mercati stanno crollando, per ricoprirsi e fare liquidità, il fondo e con effetto a cascata obbligato a vendere il tutto e l'impossibiile e su tutti i mercati, anche a nonna.
Le 14 banche convocate hanno ovviamente scelto di "sopravvivere". Si sono accordate tra loro per rilevare LTCM versando insieme 3,75 miliardi di dollari. Le prime conseguenze si sono avute il 29 settembre quando il presidente della Federal Reserve Alan Greenspan ha abbassato il tasso d’interesse dello 0,25%, portandolo al 5,25%, dando cioè alle banche possibilità di disporre di più "denaro facile" per far fronte alla doppia crisi di liquidità. Dopo due settimane un'altro taglio.
La scelta era obbligata. Sapevano tutti di essere legati a doppio filo tra loro: le principali banche internazionali, i drogati del rischio finanziario degli hedge funds e infine le banche centrali.
L’hedge fund LTCM, di gran lunga il più grande e affermato, raccoglieva alcune superstar della cosiddetta industria dei servizi finanziari di Wall Street, banchieri con esperienza nel sistema di controllo finanziario ed i migliori cervelli della matematica. Insieme avevano messo a punto uno dei più formidabili sistemi di scommesse che si potesse concepire, capace di macinare profitti nell’ordine dei miliardi di dollari. Con la prodigiosa abilità dimostrata nell’elemento finanziario LTCM riusciva a disporre di capitali oltre la soglia dei 100 miliardi di dollari, e secondo alcune valutazioni fino a 400. Quei capitali provenivano dalle principali banche e investitori mondiali, da gente che, a sua volta, avrebbe dovuto "saperla molto lunga". Puntando i capitali rastrellati come garanzia, l’hedge fund poteva impegnarsi in operazioni in derivati per un volume superiore ai mille miliardi di dollari. Secondo il New York Times, gli ispettori che hanno esaminato i conti di LTCM hanno accertato che i depositi degli investitori, un capitale di 4,75 miliardi di dollari, erano stati impiegati "come collaterale per l’acquisto di titoli per 125 miliardi di dollari, per poi usare quei titoli come collaterale per partecipare in transazioni finanziarie esotiche che ammontano a 1250 miliardi di dollari".
Nel supercast di LTCM figurano due Nobel per l’economia, Robert Merton e Myron Scholes, che ottennero quel riconoscimento nel 1997 per le formule matematiche alla base delle operazioni derivate. A dirigere le operazioni c’era John Meriwether, ex mago della Salomon Brothers che fu costretto a lasciare nel 1991, a seguito di uno scandalo sui titoli del Tesoro. E poi ancora David Mullins, che è stato vicepresidente della Federal Reserve USA, il "Ciampi & Draghi boy" Giovannini ed altri operatori che hanno fatto le fortune della Salomon nel corso degli ultimi anni.
Proprio loro hanno messo il piede sulla mina. Come mai? Questa volta, credere alle solite storie dell’operatore delinquente e pasticcione che si vuole vedere all’origine dei grandi crac degli ultimi anni sarebbe proprio una fesseria.
Il problema non è, come si vorrebbe raccontare, che LTCM ha fatto un paio di scommesse congegnate male sul tavolo verde dei derivati, ma il problema vero è che quel tavolo si sta letteralmente disintegrando sotto le mani degli scommettitori. Questo significa che, mentre LTCM ha fatto la botta grossa, anche molti altri grandi scommettitori hanno finito per rimetterci in proporzione, ma preferiscono fischiettare. Qualcuno però non ci riesce come è accaduto alla D.E. Shaw & Co, hedge fund legato alla BankAmerica, e l’Ellington Capital Management, le cui perdite sono state ammesse nelle settimane successive.
LTCM aveva scommesso sul fatto che a lungo termine si sarebbe verificata una convergenza dei tassi d’interesse delle principali nazioni industrializzate, secondo i parametri definiti dal modello matematico di Merton e Scholes. Al fondo c’è il presupposto teorico che ciò che è accaduto nel passato recente definisca ciò che accadrà nel futuro, una logica alla base di quasi tutti i modelli computerizzati della finanza mondiale. La realtà, a differenza della logica dei computer, non è lineare. I modelli computeristici ... i modelli finanziari di LTCM non erano in grado di prevedere gli scossoni sistemici verificatisi in Asia ed in Russia, che hanno gettato il mondo finanziario nel panico, ed hanno dato vita alla corsa dei risparmiatori ad investire nei buoni del Tesoro tedeschi e statunitensi. Quella corsa ai beni rifugio ha accentuato la differenza dei tassi d’interessi, invece del presunto riavvicinamento, determinando le perdite colossali di LTCM.
A seguito di quella crisi, all’inizio dell’anno LTCM ha perso la sua base di capitale che dai 4,8 miliardi dollari si è ridotta a 600 milioni di dollari. Solo ad agosto ha registrato una perdita netta del 44% degli investimenti.
ed ora arriva il bello
il fallimento dell' LTCM ovvero la caporetto dei Ciampi' s boy.
(continua)