Europa Usa NAto Russia; guidati dall'INghilterra

TROPPI nazisti al vertice europeo, della Nato ... senza trascurare l'UK

. La guerra in Ucraina, una rete di riciclaggio di denaro sporco da 90 miliardi di dollari, laboratori biologici, corridoi di traffico di bambini e di organi espiantati stanno per essere svelati! 19 agosto 2025...
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Trump ha fatto esplodere la macchina da guerra dello Stato profondo in pieno giorno. Mentre i burattini globalisti cercavano, a porte chiuse, di riscrivere la sceneggiatura, Trump ha colpito duro: un incontro tra Putin e Zelensky è già in corso e avrà luogo tra due settimane. Né tramite l'ONU, né tramite la NATO, né tramite i diplomatici del Forum economico mondiale, ma tramite lui... il vero, legittimo e attuale presidente degli Stati Uniti, Donald J. Trump.
Capite bene cosa è appena successo: è in quel momento che la truffa ucraina ha iniziato a crollare. Miliardi sono stati inghiottiti in questo abisso per anni, riciclati attraverso falsi aiuti, società di comodo e contratti di difesa firmati dagli stessi complici che traggono profitto da ogni bomba sganciata. Il regime Biden era solo una facciata temporanea. La guerra in Ucraina non era una questione di confini, ma di controllo, traffici, laboratori biologici e ricatti.
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Ma Trump ha portato tutto alla luce.
Gli incontri erano solo una copertura
L'incontro di ieri nello Studio Ovale con Zelensky, Macron, Meloni, Stubb, von der Leyen e il resto dell'élite europea non era un semplice evento diplomatico. Si trattava di limitare i danni. Ognuno di loro sapeva cosa stava per succedere: non erano lì per “garantire la sicurezza dell'Ucraina”. Erano lì per negoziare i termini della resa del sistema fantasma che sostengono dal 2014.
Non si aspettavano che Trump interrompesse la riunione, prendesse il telefono e chiamasse Putin proprio davanti a loro.

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Quel momento è stato nucleare, non in senso letterale, ma in senso politico e geopolitico . Trump ha rotto la facciata. Ha sollevato il velo e rivelato il vero scopo di questa guerra: la candidatura dell'Ucraina alla NATO era solo una cortina fumogena per nascondere i laboratori di armi biologiche sostenuti dalla NATO, la maggior parte dei quali sono stati sequestrati e catalogati dalle forze russe. I “pacchetti di aiuti” non erano aiuti, ma tangenti . Il dieci per cento era destinato al “grande capo”, il resto circolava attraverso imprenditori ucraini affiliati alla CIA , ONG e i soliti trucchi globalisti. I bambini sono stati vittime di traffici attraverso zone di guerra, con il pretesto dell'“evacuazione” e del “reinsediamento dei rifugiati”, con ONG direttamente collegate a note reti d'élite di pedofili. Da territorio ucraino sono stati lanciati siti segreti e operazioni segrete con droni, prendendo di mira civili russi e attribuendo la responsabilità di questi atti a “false bandiere russe”.
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E Trump? Lui sa tutto.
L'incontro trilaterale distruggerà la narrazione
Non si tratta di strette di mano e foto per la stampa. Una volta terminato l'incontro bilaterale tra Putin e Zelensky, il vertice trilaterale alla presenza di Trump rappresenterà ciò che i globalisti temono più di ogni altra cosa: una pace negoziata da un attore che non controllano. L'ONU non può intervenire. La NATO non può deviare il dibattito. E il Forum economico mondiale non può fermarlo.
Pensate che sia una coincidenza che tutto questo stia accadendo proprio ora, mentre il Forum economico mondiale (WEF) sta cercando di rendere sicuri i sistemi di identificazione digitale e di controllo dei crediti di carbonio nell'UE? O che BlackRock abbia improvvisamente ritirato i suoi investimenti dai principali centri di produzione della difesa ucraini questa settimana?
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Vedono cosa sta succedendo.
Zelensky con le spalle al muro, Macron in preda al panico, la NATO obsoleta. Zelensky ieri era con le spalle al muro. Per la prima volta, non poteva più esprimersi con frasi fatte, scritte da Langley o Bruxelles. Trump gli ha mostrato la mappa dei territori ucraini occupati dalla Russia, non per provocare, ma per prepararsi alla realtà. Basta con i confini falsi, le false narrazioni e la falsa sovranità. E il messaggio rivolto a Macron e Meloni era chiaro: il vostro spettacolo di marionette è finito.
Ricordiamo che il presidente finlandese ha ammesso che i leader europei avevano «coordinato» la telefonata a Putin. In altre parole, sono stati costretti a stare al gioco, pena l'esclusione totale dal processo. Non sono più loro a dettare le regole, ma Trump.
E la NATO? Fuori. È stata ridotta a una società di sicurezza costosissima, senza clienti, senza credibilità e al centro di uno scandalo crescente. Alcuni rapporti riportano documenti interni della NATO risalenti al 2023-2024, che descrivono in dettaglio operazioni segrete con droni a Donetsk e Kharkiv, utilizzate dall'amministrazione Trump come mezzo di pressione per garantire che la NATO non interferisca nel processo di pace in corso.
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JD Vance, Marco Rubio, Steve Witkoff — La squadra A di Trump
Il vicepresidente J.D. Vance, il segretario di Stato Marco Rubio e l'inviato speciale Steve Witkoff non sono semplici nomine politiche. Sono combattenti strategici impegnati in un nuovo tipo di guerra, condotta con l'intelligence, l'influenza e la verità . Si tratta di una guerra silenziosa contro i parassiti finanziari, i predatori globalisti e le reti di ONG che hanno usato l'Ucraina come un distributore automatico di caos. Rubio lo ha detto molto bene: “L'UNICO leader al MONDO in grado di parlare con entrambi e di riunirli è Donald J. Trump...” Né Biden, né Blinken, né l'ONU. Solo Trump.
Perché adesso? Perché Trump ha già visto i dossier. Quelli dei servizi segreti militari americani. Quelli che mostrano i percorsi finanziari dall'Ucraina alle ONG di Washington, le rotte del traffico di bambini camuffato da convogli di aiuti umanitari, le spedizioni di prodotti biotecnologici etichettati come «aiuti medici» ma contenenti carichi virali codificati con CRISPR e molto altro ancora.
Perché la CIA è improvvisamente silenziosa? Perché Fox News ha annunciato che la riunione si terrà “entro due settimane”, senza poter confermare il luogo? Perché il luogo è tenuto segreto, non per motivi di sicurezza, ma perché non è sotto il controllo globalista. Si tratta di un luogo coordinato dai White Hats, probabilmente in territorio neutrale controllato da alleanze militari ormai fedeli all'amministrazione Trump, e non all'ONU.
È il crollo dell'economia di guerra
Una volta che Trump avrà finalizzato questo accordo di pace - e non fatevi illusioni, lo farà - cosa succederà dopo?
Miliardi di dollari provenienti dal riciclaggio di denaro sporco scompariranno.
Le ONG saranno smascherate.
La NATO perderà la sua ragion d'essere.
I falsi leader dell'Ucraina saranno sostituiti.
La rete di traffico di bambini che utilizza l'Europa orientale come corridoio verrà smantellata.
E i veri attori dietro la guerra verranno smascherati.
Non sorprendetevi se le entità legate a George Soros, i satelliti della Fondazione Clinton e gli ex “progetti democratici” dell'era Obama inizieranno a scomparire discretamente . Perché Trump sta smantellando il sistema pezzo per pezzo, e l'Ucraina era il punto zero. Non si tratta di “semplice pace”. Si tratta di un'operazione di smantellamento mascherata da processo di pace.
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Riflessione finale
Ne siete testimoni. La guerra del Grande Reset ha appena colpito il muro di Trump. Lo stesso muro che ha fermato i cartelli. Lo stesso muro che ha rivelato le elezioni truccate del 2020. Lo stesso muro che ora si trova di fronte all'élite mondiale. Trump non negozia. Smantella. La guerra in Ucraina non finisce perché lo vogliono loro, ma perché hanno deciso che era finita.
E quando si terrà la riunione trilaterale?
La verità sta venendo a galla.
19 agosto 2025: segnatelo bene. È il giorno in cui lo Stato profondo ha perso l'Ucraina.
E il presidente Donald J. Trump ha fatto un altro passo avanti verso la fine della loro guerra mondiale.

Traduzione dal testo francese di Filiheegata Souveraine


da Nicoletta Forcheri
 
la Prima guerra Mondiale vide Inghilterra contro la Germania..... Vinse l'Inghilterra
la seconda Guerra mondiale ancora una volta vide come perdente la Germania e l'Inghilterra tra i vincitori

Oggi
la guerra in Ucraina vede un vero perdente, almeno economicamente: la Germania

chissa quando i krukki impareranno la lezione... anche se ora stanno cooperando accanto all'inghilterra, sono i veri perdenti di questa guerra e noi con loro ... troppi nazisti ai vertici del potere europeo per essere lucidi [sembrano dei veri stupidi]
 
Salvini non è un "volenteroso" guerrafondaio

le frasi giudicate «inaccettabili» di Matteo Salvini, che ha invitato Emmanuel Macron in dialetto milanese ad «attaccarsi al tram», in opposizione alla politica dei volonterosi sull’Ucraina: «Vai vai, se vuoi mettiti casco, giubbotto anti-proiettile, fucile e parti per l’Ucraina».

DALLA LEGA ieri nessun passo indietro. Prima il capogruppo al Senato Romeo: «Se Macron smentisce la volontà di invitare soldati europei a combattere in Ucraina problema chiuso». Poi Salvini in un incontro di partito: «Macron è permaloso. Attaccati al tram non è un insulto. L’80% dei francesi non vede l’ora che se ne vada. A Pontida interverrà il presidente Rn Bardella, un altro che non è simpatico a Macron». Meloni tace. Fi replica irritata: «La politica estera spetta alla premier e al ministro Tajani».
L’opposizione attacca. La segretaria dem Schlein: «Le intemerate di Salvini non mettono in difficoltà solo il governo ma imbarazzano il Paese». Enrico Borghi (Iv): «Le dichiarazioni di Salvini mettono il governo dentro un alone di ambiguità. Avevamo consigliato a Meloni di chiarire da subito la posizione, non lo ha fatto».
E il Verde Bonelli: «Meloni dovrebbe censurare le parole del suo vicepremier».

 

Mosca afferma che Kiev ha colpito una centrale nucleare, mentre l'Ucraina celebra il Giorno dell'Indipendenza​

L'aeronautica militare ucraina ha dichiarato che la Russia ha lanciato 72 droni e dispositivi di difesa aerea, tra cui un missile da crociera, nel territorio ucraino nella notte tra il 24 e il 25 agosto.

Mosca afferma che Kiev ha colpito una centrale nucleare, mentre l'Ucraina celebra il Giorno dell'Indipendenza L'aeronautica militare ucraina ha dichiarato che la Russia ha lanciato 72 droni e dispositivi di difesa aerea, tra cui un missile da crociera, nel territorio ucraino nella notte tra il 24 e il 25 agosto.​


 
Si galoppa cavallo di Ictatus

Dal colonnello in pensione (?)


Orio Giorgio Stirpe
Fabbriche di munizioni e di polvere da sparo che aumentano esponenzialmente le loro linee produttive. Confini blindati con campi minati e bunker per la popolazione. Governi che lanciano programmi per insegnare ai civili, bambini compresi, a pilotare un drone. Piani per allestire ospedali militari nei pressi degli aeroporti. E poi i grandi progetti nel campo dell’industria della Difesa per arrivare ad avere un unico carro armato e per sviluppare aerei da combattimento di nuova generazione, con Emmanuel Macron e Friederich Merz che ieri si sono incontrati per cercare di rivitalizzare il programma Scaf.
Dopo le promesse e gli impegni sottoscritti, in sede Ue e soprattutto al vertice Nato, il piano di riarmo europeo e quello per la preparazione alle crisi entrano nel vivo, passando dalle parole ai fatti. Ursula von der Leyen partirà oggi per un tour che toccherà sette Paesi lungo il confine orientale proprio per vedere come procede la “messa a terra” del RearmEU in questa regione e per mandare un messaggio chiaro: al di là degli sviluppi sul campo in Ucraina e a prescindere da un eventuale accordo di pace – questa la sua analisi – la Russia rappresenta la principale minaccia per la sicurezza nel Vecchio Continente. Che quindi è chiamata attrezzarsi per erigere le sue barriere protettive, anche in vista di un ormai conclamato graduale disimpegno americano.
Ieri la Nato ha confermato che tutti gli Alleati hanno portato le loro spese militari al 2% del Pil, raggiungendo il vecchio target fissato per il 2025. Anche l’Italia, che quest’anno dovrebbe stanziare 45 miliardi di euro. Ma dopo il vertice dell’Aia l’asticella si è alzata significativamente e i governi si sono impegnati a incrementare gli investimenti nella Difesa, portandoli al 5% del Pil entro il 2035: le spese militari “tradizionali” dovranno salire al 3, 5%, ma bisognerà spendere un ulteriore 1, 5% per gli investimenti nella Sicurezza e per le infrastrutture legate alla Difesa.
In termini numerici, la Germania è il Paese in cui sono in corso i maggiori investimenti, portati avanti soprattutto con il colosso dell’industria militare Rheinmetall. Mercoledì si è mosso il segretario generale della Nato, Mark Rutte, per inaugurare lo stabilimento di Unterluss, vale a dire quella che diventerà la principale fabbrica di munizioni in Europa (a regime, dal 2027, dovrebbe produrre 350 mila pezzi l’anno). In parallelo, la Rheinmetall ha firmato accordi per potenziare la produzione anche in alcuni Paesi che si trovano sul fianco orientale. In Romania, grazie a un investimento da mezzo miliardo di euro, ci sarà un impianto che produrrà polvere da sparo per le munizioni. In Bulgaria, una joint venture da un miliardo consentirà di produrre in loco proiettili d’artiglieria, oltre a polvere da sparo. Già entro la fine del 2025, l’Europa sarà in grado di produrre due milioni di munizioni l’anno: un livello sei volte superiore a quello di due anni fa.
Le ex repubbliche baltiche si stanno invece specializzando nella produzione di droni, con la Lettonia che fa da capofila in una coalizione di Paesi guidata in tandem con il Regno Unito. Durante la sua visita nel Paese, von der Leyen visiterà le linee produttive finanziate con i fondi Ue. I Baltici non sono attivi soltanto sul fronte della produzione, ma stanno sviluppando una vera e propria educazione all’utilizzo dei droni: nelle scorse settimane il governo lituano ha lanciato un programma educativo che, attraverso corsi di formazione, punta a fornire nell’arco dei prossimi tre anni le competenze necessarie per controllare un drone a quindicimila civili, tra cui settemila bambini. Saranno coinvolte anche le scuole, a partire dalla terza e dalla quarta elementare: i più piccoli – ha spiegato il governo – «saranno coinvolti nella costruzione e nel pilotaggio di semplici droni attraverso esperimenti pratici e giochi». Gli studenti più grandi lavoreranno invece alla progettazione.
In Polonia il premier Donald Tusk porterà von der Leyen nell’Est del Paese, dove è in corso la realizzazione dello Scudo Orientale, un sistema di fortificazioni per blindare tutta la frontiera e prevenire eventuali attacchi. All’inizio dell’estate, il governo di Varsavia ha annunciato i lavori per installare dei campi minati al confine con Kaliningrad.
Francia e Germania hanno ripreso le discussioni per rilanciare il progetto Scaf, al quale partecipa anche la Spagna, per lo sviluppo di un caccia multiruolo di sesta generazione che entro il 2040 dovrebbe prendere il posto dell’Eurofighter Typhoon e del Dassault Rafale. In parallelo, l’Italia lavora con il Regno Unito e il Giappone nel quadro del programma Gcap (Global Combat Air Programme) per un progetto alternativo, sviluppato grazie a una partnership nella quale sono coinvolte Leonardo, la britannica Bae e la giapponese Jaiec, che all’inizio dell’estate ha ottenuto il via libera della Commissione. Sul fronte dei mezzi di terra, Bruxelles ha approvato un finanziamento da 20 milioni per avviare lo studio per progettare il primo vero carrarmato europeo che coinvolge 51 aziende da tredici Paesi, inclusa l’Italia: secondo il programma Marte, il primo prototipo potrebbe arrivare nel 2030.
Sulla scia della strategia sulla “Preparazione”, definita dalla Commissione sulla base degli input ricevuti dal rapporto dell’ex presidente finlandese Sauli Niinisto, molti Stati hanno iniziato ad attrezzarsi per non farsi trovare impreparati di fronte a eventuali emergenze, siano esse di natura sanitaria, ambientale, ma anche militare.
La missione di von der Leyen – che nei prossimi quattro giorni visiterà ben sette Paesi Ue (ma non le “ribelli” Slovacchia e Ungheria – va inquadrata anche nell’ambito del piano Safe, il fondo da 150 miliardi per finanziare attraverso prestiti a tassi agevolati gli investimenti congiunti nel campo della Difesa. Sin qui sono diciotto gli Stati membri che hanno presentato la richiesta di fondi per un totale di 127 miliardi: al primo posto c’è la Polonia, che vuole 45 miliardi, seguita da Francia (15-20 miliardi), Italia (15) e Romania (10). I restanti Paesi hanno richiesto cifre minori, mentre altri si sono detti interessati a partecipare agli appalti congiunti, ma senza accedere ai finanziamenti messi a disposizione dalla Commissione. Entro la fine di novembre, gli Stati dovranno inviare a Bruxelles i loro piani nazionali per gli investimenti nella Difesa.

 

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