farmaci che uccidono... non solo vaxini

GLIFOSATO - 25 ANNI DOPO
Tra le tante cose di cui non sentirete probabilmente mai parlare rientra la recentissima ritrattazione di un articolo di 25 anni fa, che ha rappresentato fin dalla sua pubblicazione una pietra angolare dell'edificio di evidenze sulla base delle quali le autorità regolatorie hanno considerato il glifosato privo di rischi per la salute pubblica.
La ritrattazione è dovuta alla constatazione che la pubblicazione ha selezionato tra le evidenze di (non) carcinogenicitò e tumorigenicità solo gli studi interni di Monsanto e non varie altre evidenze disponibili all'epoca, e che dipendenti della Monsanto hanno avuto un ruolo importante nella stesura del lavoro, ruolo che tuttavia non è stato mai dichiarato.
La rivista si mostra molto preoccupata e alquanto inusualmente descrive in grande dettaglio le ragioni che hanno portato il comitato editoriale dopo tuti questi anni a ritrattare lo studio "per mantenere l'integrità della rivista".
Nel frattempo, il glifosato è da molti decenni l'erbicida in assoluto più impiegato al mondo, approvato in centinia dipaesi e diffuso nell'ambiente in misura di milioni di tonnellate ogni anno. Milioni. Di tonnellate. Ogni anno.
Il glifosato è stato al centro di numerose controversie medico.scientifiche e giudiziarie in relazione al suo possibile ruolo in caci di tumori nonché come sospetta causa di disturbi del neurosviluppo e di altre patologie.

Ma non potevano chiederlo subito a culex che viaggia nel tempo?
 
la terapia basata sull'mRNA è un'arma biologica
[io non lo so voi... ma ai tempi ho studiatao o meglio mi hanno fatto studiare il DNA.... mRNA e RNA... che sono tra loro collegati La differenza tra mRNA e l'RNA sta in una sola base l'Uracile e la Timina.... e se qualcuno si ricorda degli studi fatti saprebbe quanto sia pericoloso agire sulla loro struttura... basta un niente e sei morto]
 
LUNGA VITA AL RE

Come spesso accade, Sensible Medicine coglie puntualmente anche stavolta l'emergere di una nuova tendenza che rischia di segnare profondamente nei prossimi anni il mondo della farmacoterapia.

Pembrolizumab (commercializzato come Keytruda) è un anticorpo monoclonale impiegato in oncologia contro vari tumori maligni in stadio avanzato. Autorizzato nel 2014, ha attualmente oltre una quarantina di indicazioni terapeutiche e garantisce a Merck vendite per quasi 30 miliardi di dollari nel solo 2024, il 18% in più rispetto al 2023 e il 46% del totale dei ricavi aziendali.

Ma. Ma la scadenza del brevetto si avvicina, Che ti combina dunque Merck? Mette a punto una versione dell'anticorpo che invece di essere iniettata in vena può essere somministrata sottocute, ne documenta la non inferiorità rispetto all'anticorpo in vena e sostiene che sia un progresso di grande importanza per il benessere del paziente, tanto da far prevedere a Merck che nel giro di pochi anni questa nuova formulazione coprirà il 30-40% dell'impiego totale di pembrolizumab.

Ora, i quesiti che il caso presenta sono molti:

(i) la molecola è la medesima. Davvero una diversa formulazione dovrebbe giustificare il prolungamento del monopolio di mercato?

(ii) è innovazione o è mero prolungamento del brevetto? E se è innovazione, allora il produttore dovrebbe documentare la non inferiorità e l'efficacia per tutte le oltre 40 indicazioni e non solo per una come ha fatto fin qui (cosa accettata da FDA e EMA che hanno già accordato l'approvazione)?

(iii) e se il brevetto viene prolungato, il prezzo dovrebbe restare lo stesso o dovrebbe essere ridotto? E sarebbe nel caso accettabile che l'azienda sospendesse un farmaco conveniente per i pazienti nel caso in cui i ricavi fossero giudicati inferiori a quanto preventivato?

Così conclude l'autore del post: "L'arrivo del pembrolizumab sottocutaneo non rappresenta solo un cambiamento farmacologico, ma un banco di prova per l'economia futura dell'oncologia. Che rappresenti un'innovazione intelligente o una strategia di preservazione del profitto dipenderà meno dai dati scientifici e più dalle scelte che faremo collettivamente negli anni a venire. In definitiva, il futuro dell'oncologia sarà plasmato non solo dalle molecole, ma anche dai valori che sceglieremo di finanziare."

 

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