Fondi_comuni Financial Facc Di Bronz Award 2005 a Maurizio Sella

Guizzo ha scritto:
Perdonate la domanda forse retorica di chi fatica ad essere informato tempestivamente:

ma L'ABI, che si costituisce parte civile nella vicenda BPI, ha fatto altrettanto, rivendicando gli evidenti danni d'immagine e commerciali, nelle "pratiche" tipo My Way 4you o nei collocamenti dei bond Cirio prima e Parmalat poi ? No ? Perchè ? :specchio: :tutti: :transf:


cambierà, piano piano con fatica ......... ma cambierà la solfa
forse perchè il grande Maurizio si è accorto di aver licenziato l'unico analista onesto e preparato
che metteva in guardia gli investirtori contro BPI
 
:down: :help: :help: Perchè i prodotti vuoto a perdere del Monte Paschi di Siena e dell'ex Banca 121pf denominati MY WAY 4 YOU sono prodotti che hanno danneggiato l'immagine dell'Abi,questi prodotti hanno fatto del bene a tutti in primis all'istituto che li ha piazzati poi alle pseudo associazioni dei consumatori che ci hanno grattato qualcosina con le commissioni conciliative ed infine gli organi di stampa che per qualche pagina pubblicitarià acquistata dal MPS hanno messo tutto a tacere,ti chiederai chi ci sta rimettendo ma i risparmiatori l'ultima ruota del carro.
Marzo 2003 la banca con le brache in mano cercava di limitare al massimo i danni ,oggi Dicembre 2005 la banca forte del nuovo clima politico modifica anche le soluzioni porposte in commissione conciliativa.
E lo schifo continua.
Testo unico della finanza per le nostre banche è carta straccia. :specchio: :specchio:
 
WOLFANG ha scritto:
:down: :help: :help: Perchè i prodotti vuoto a perdere del Monte Paschi di Siena e dell'ex Banca 121pf denominati MY WAY 4 YOU sono prodotti che hanno danneggiato l'immagine dell'Abi,questi prodotti hanno fatto del bene a tutti in primis all'istituto che li ha piazzati poi alle pseudo associazioni dei consumatori che ci hanno grattato qualcosina con le commissioni conciliative ed infine gli organi di stampa che per qualche pagina pubblicitarià acquistata dal MPS hanno messo tutto a tacere,ti chiederai chi ci sta rimettendo ma i risparmiatori l'ultima ruota del carro.
Marzo 2003 la banca con le brache in mano cercava di limitare al massimo i danni ,oggi Dicembre 2005 la banca forte del nuovo clima politico modifica anche le soluzioni porposte in commissione conciliativa.
E lo schifo continua.
Testo unico della finanza per le nostre banche è carta straccia. :specchio: :specchio:
ecco il motivo per difendere l'ialianità.... non vogliono altri ladri a spartire la torta
 
giuseppe.d'orta ha scritto:
L'Abi si costituirà parte civile nel processo a Fiorani & C. e sta valutando la sospensione per dodici mesi dall'associazione per la Bpi stessa. Lo ha comunicato il presidente, Maurizio Sella.

Gestnord, la società di gestione di Banca Sella, ha però licenziato Andrew Sentance, l'analista che aveva osato ledere la maestà di Fiorani scrivendo in un report che il bilancio Bpi era clamorosamente gonfiato. Anzi, i report furono due: il primo nel maggio 2004, il secondo (che ha provocato il licenziamento) nel febbraio di quest'anno.

Quando Maurizio Sella si è accorto che la sua società di gestione aveva assunto un analista che sapeva fare le quattro operazioni ed era perfino in grado di scriverle su un foglio di carta, ha provveduto a rimediare al clamoroso errore, allontanandolo.

Al suo posto avranno preso uno di quei geni che hanno dato il target a 19.00 su Ras un minuto dopo l'annuncio di opa a 19.00 da parte di Allianz. Qualcuno degno dello spessore di Grimaldi, insomma, il gestore che ha truccato i fondi San Paolo Imi e che Gestnord ha assunto al volo.

Colgo, quindi, l'occasione per assegnare a Maurizio Sella il prestigioso "Financial Facc Di Bronz Award" per il 2005.

1135330041sella.jpg

ottima ed illuminata scelta della giuria :D
mai premio fu più meritato!

nel mio piccolo sto cercando di fargliene assegnare un altro...... :D

una cosa da guinness.........! :D

mi auguro di riuscirci!

lot
 
giuseppe.d'orta ha scritto:
Gestnord, la società di gestione di Banca Sella, ha però licenziato Andrew Sentance, l'analista che aveva osato ledere la maestà di Fiorani scrivendo in un report che il bilancio Bpi era clamorosamente gonfiato. Anzi, i report furono due: il primo nel maggio 2004, il secondo (che ha provocato il licenziamento) nel febbraio di quest'anno.

Fatto citato anche nella puntata "I fazisti" di Report, andata in onda il 16/10 scorso.

Per chi volesse rivederla, e chi l'ha persa, la puntata è accessibile qui:

http://www.report.rai.it/ram/vid20051016.ram

Purtroppo è in quel pessimo formato proprietario di Real Networks, non si sa bene perché la RAI investa in queste soluzioni, visto che esistono dei formati aperti e pure migliori (tipo MPEG4 noto anche come DivX/XviD)
 
Non solo Ricucci. Ecco i trucchi delle banche: prestiti al limite d'usura e operazioni stile Fiat
Sergio Cusani Un uomo che è diventato famoso a sue spese (con il carcere) durante Tangentopoli e che oggi lavora per la Banca della solidarietà


Recentemente mi è arrivata a casa una carta di credito della società Consel che fa parte del gruppo Banca Sella, che fa capo al Presidente della Associazione Bancaria Italiana, Maurizio Sella, che offre un prestito per un importo di mille euro con un rimborso di 50 euro al mese. Nella lettera, per la prima volta, viene applicato un principio di assoluta trasparenza: Taeg-tasso di interesse annuale effettivo globale del 18,16%; commissione di invio 1,21 euro; imposta di bollo 1,81 euro e altro. Se si versano i soldi su un conto corrente bancario gli interessi che vengono riconosciuti sono dello 0,010% annuo. Un differenziale tra tassi attivi e passivi del 18,15%, che non ha bisogno di commenti. Per capire quanto ciò sia scandaloso, basta fare un semplice controllo. Il tasso di usura è il 18,81%: tasso di usura 18,81% meno 18,16% che fa pagare Consel, la differenza è dello 0,65%. Solo lo 0,65% evita alla finanziaria del Presidente dell'Associazione Bancaria Italiana di esercitare l'usura. In realtà se al Taeg-tasso annuo effettivo globale si aggiungono commissioni, spese di gestione e di bollo complessivamente si supera, di fatto, il tasso di usura.

E' ovvio che, con l'incremento diffuso della povertà in vasti strati sociali, chi ha un problema urgente da risolvere è costretto ad accettare i mille euro offerti e a pagare questo tasso. Poi passa, come molto spesso accade, dall'usuraio, quello non ufficiale, quello che non ha la carta intestata.

Oggi sono le banche che apertamente svolgono questa attività di finanziamento ai limiti dell'usura mentre un tempo era considerata dal gotha delle banche una attività «disdicevole» demandata a finanziarie ai margini del sistema anche se erano «carsicamente» collegate, di fatto anche se non formalmente, con il sistema delle banche.

Una brochure distribuita dalla Fiom di Milano dal titolo «Da Antonventa a Bankitalia: cronaca di una crisi annunciata» e che come sfondo di copertina un cartello che recita «Banche, i vostri utili a nostre spese» c'entra in pieno il problema che è di assoluta attualità.
E' in corso un processo in accelerazione di bancarizzazione del sistema industriale e commerciale: in particolare è sempre più diffusa la pratica di cercare di difendere il livello dei consumi facendo indebitare il consumatore così spingendolo ad acquisti che altrimenti non si potrebbe permettere. E non parliamo di acquisti di beni superflui ma di acquisti di prima necessità come ad esempio gli alimentari.

Tutto ciò produce nel tempo effetti devastanti, perché con questo sistema di indebitamento quotidiano si rimane intrappolati a vita in un meccanismo dal quale uscire è praticamente impossibile e che trasferisce tutti i problemi, aggravati, alle generazioni successive. Si tende a «bancarizzare» l'esistenza umana, aumentando il senso di sbandamento, insicurezza e angoscia dell'essere umano.

Le banche stanno prendendo un ruolo sempre più invadente e penetrante nella vita quotidiana di tutti. In particolare vorrei entrare nel merito del ruolo che il sistema bancario ha avuto recentemente nel caso della famiglia Agnelli in relazione alle modalità con cui gli Agnelli hanno «ricomposto» la loro quota del 30% del capitale sociale di Fiat dopo l'ingresso degli Istituti di credito nel capitale Fiat a seguito del prestito «convertendo».
Una lievissima differenza corre tra l'operazione della famiglia Agnelli e quelle del noto immobiliarista Stefano Ricucci: i primi i furboni dei quartieri alti, il secondo il furbetto del quartierino. Le operazioni dei quartieri alti si differenziano da quelle del quartierino soltanto perché formalmente e tecnicamente eleganti e perché godono di consolidate acquiescenze da parte degli istituiti di controllo dei mercati finanziari.
Gli Agnelli hanno usato impropriamente uno strumento (equity swap) che fa parte della galassia della speculazione pura cioè dei derivati - che usualmente si tratta cash - per mascherare nella realtà un'operazione di acquisto di azioni di una propria controllata quotata in borsa, la Fiat, e sfuggire, sempre con eleganza, al controllo della Consob: ma forse è stata
fatta in consonanza con la stessa Consob.

Grazie a grandi professionisti, che magari dichiarano di far parte di ambiti vicini alla sinistra, gli Agnelli hanno anche trovato l'escamotage di vendere i propri diritti derivanti dall'aumento di capitale destinato alle banche così da sfuggire, se avessero dichiarato gli acquisti di azioni Fiat sul mercato di Borsa, al meccanismo dell'Opa obbligatoria su tutta la Fiat che la famiglia Agnelli non si sarebbe potuta permettere. Anzi, a tal fine, l'operazione di acquisto di azioni Fiat, formalmente di equity swap, è stata fatta estero su estero da Exor International (gruppo Agnelli) con Merryl Linch Internatinal magari per sfuggire a eventuali curiosità di qualche procura nazionale, oltre a poter in tal modo manovrare acconciamente le plusvalenze visto che il titolo Fiat, grazie agli acquisti, è salito in pochissimi mesi da euro 4,7 a circa 7 euro. Tutto ciò con l'evidente appoggio del sistema bancario che ha applaudito all'operazione dichiarando che in tal modo la famiglia Agnelli avrebbe confermato il proprio impegno in Fiat come azionista di riferimento e gestore del gruppo. Operazione in realtà soltanto in piccola parte sostenuta dagli Agnelli, ma in gran parte pagata dagli azionisti di minoranza della quotata Ifil (gruppo Agnelli), che controlla il 30% di Fiat. Per capirci meglio è come se uno andasse a scommettere alle corse dei cavalli e invece di prendersi il premio della vincita in danaro si prendesse il cavallo.

Sergio Cusani
Fonte: www.ilmanifesto.it
24.12.05
Questo scritto fa parte dell'intervento che Sergio Cusani ha svolto al convegno Fiom di Bologna dell'ottobre scorso.
 
cusani in carcere

berlusconi a palazzo chigi

prodi alla commissione ue

sella all'a.b.i.



mi pare proprio che ci sia più di una nota stonata!

lot
 

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