fonti non-ufficiali (1 Viewer)

ottodenari

Forumer attivo
veilfast ha scritto:
La mia generazioni sotto i quaranta dico quanti di noi sono disposti a fare sacrifici a stringere la cinghia vogliamo tutto non deve mancarci nulla . Soluzione cosa facciamo debiti e ancora debiti tanto ci sono le finanziarie non c'è problema paghi la ratina è tutto si mette apposto i nodi cmq arrivano o almeno perchè quando arriva la busta la paga faccio un esempio € 1300,00 e ti vedi toglieri tra i 600 e 700 di media un sensazione di disagio dovrebbe prenderti ma no magari vai da un altra finanziaria che ti toglie tutte le angoscie .......rifinanziando il tutto .

Gradirei sapere se ciò accade solo dalle mie parti

Eh si, confermo quanto dice Ninetto. Io lavoro in un call center che dà assistenza a delle carte di credito revolving emesse da quello che dovrebbe essere il più grande gruppo bancario italiano ( :rolleyes: ). Ebbene, i clienti come hanno questo pezzo di plastica in mano non si fanno mancare niente, giovani e meno giovani è lo stesso. Poi devono restituire il debito... ed allora incominciano a piangere.
Tutta gente ignorante che vuole solo il lusso, non si sanno accontentare. E comunque non spendono solo per il mangiare, anzi il gioco e i beni di lusso sono all'ordine del giorno nei loro acquisti. E poi sempre a prelevare contanti, che con le carte di credito sapete bene quanto costi...

Comunque devo dire che nella mia zona (hinterland milanese sud-est), evito di andare a fare la spesa il sabato, perchè nei centri commerciali non ci si muove...

Infine, sono propio curioso di vedere ad Agosto se per davvero nessuno và in ferie... se non ci saranno code in autostrada... se le città resteranno piene...
Fino ad oggi non è stato così, per qualunque ponte tanta gente la gita l'ha fatta. :cool:

Fà comodo a tanti parlare di crisi... :specchio:
 

borsaro

Forumer attivo
Mi permetto di fare la voce "fuori dal coro".

E' vero che siamo in una situazione di crisi ed è vero che i nostri governanti sono riusciti ad impoverire anche il ceto medio, ma l'economia vive di cicli dai tempi di Ricardo (economisti classici). E' dall' 1800 che fasi di crescita economica sono seguite da situazioni di crisi, è sempre stato così e sempre sarà così.

Sono passati 2 conflitti mondiali e la peggior situazione economica non è stata quella nella quale mezze capitali europee erano distrutte dalle bombe, e allora?

Basta catastrofismo! :)

Il vero pericolo sono i Paesi come l'Iran che se arrivano al nucleare possono veramente creare problemi a tutta l'umanità, ma in questo caso i soldi non sarebbero la prima preoccupazione!

Per tontolina: penso che sia un REATO versare acido muriatico nella spazzatura come deterrente per la povera gente, quel direttore andrebbe denunciato. :down:
 

Nonsoniente

Forumer storico
copio e incollo:

D'impoverimento generale ne parla un sondaggio del Financial Times.

L'accumulo senza precedenti di ricchezza da parte di una piccola minoranza finanziaria in un contesto di abbassamento dei salari reali che tocca la grande maggioranza della popolazione mondiale genera un aumento del malcontento e della collera.

Questo è quanto possiamo trarre da un sondaggio condotto in Europa, Asia e Stati Uniti da parte dell'Istituto Harris e finanziato dal Financial Times di Londra.

In un commento, pubblicato lunedì scorso, riguardante i risultati del sondaggio, il Financial Times ha scritto: “le ineguaglianze di reddito si sono rivelate questioni politiche estremamente polemiche in molti paesi nel momento in cui l'ultima ondata di mondializzazione ha generato una “superclasse” di ricchi.”.

Il sondaggio FT/Harris ha mostrato che in Europa una schiacciante maggioranza di persone pensa che il baratro sociale esistente tra l'elite finanziaria e il resto della popolazione sia divenuto troppo considerevole. Ad esempio, in Spagna il 76% di coloro che sono stati sottoposti al sondaggio dichiara che le ineguaglianze sociali si sono fatte troppo importanti, mentre in Germania, la cifra si eleva all'87%.

Per quanto riguarda la Cina, divenuta il centro industriale a basso salario del mondo sottomettendo milioni di lavoratori allo sfruttamento e producendo così una nuova classe di miliardari e multimilionari, l'80% dei sottoposti a sondaggio afferma che le ineguaglianze sono troppo grandi.

Negli Stati Uniti, il paese mano egualitario dal punto di vista sociale tra i paesi capitalisti avanzati, il 78% degli interpellati ritiene che la frattura si sia fatta troppo profonda.

Una significativa maggioranza degli abitanti degli 8 paesi dove è stato condotto il sondaggio, afferma di credere che il baratro sociale non farà che amplificarsi nei 5 anni a venire, mentre un'altrettanta considerevole maggioranza sostiene l'idea di aumentare le tasse ai ricchi abbassandole ai poveri.

In un momento in cui l'aggravamento della crisi scuote gli Stati Uniti e il sistema finanziario mondiale, ampi sconvolgimenti economici hanno reso l'accumulo indecente di ricchezze da parte di una ristrettissima elite finanziaria ancora più insopportabile per un numero significativo di persone che si trovano a far fronte ad una diminuzione del loro livello di vita, alla perdita dell'impiego e, in molte aree del globo, ad un aumento delle carestie.

Secondo la FAO (Food and Agricultural Organization, Organizzazione per l'Alimentazione e l'Agricoltura), i prezzi delle derrate alimentari sono aumentati del 45% in tutto il mondo nel corso degli ultimi 9 mesi e il prezzo dei prodotti di base è aumentato ancora di più – il grano è aumentato del 130% e il riso del 74% nel corso degli ultimi 12 mesi. Due miliardi e mezzo di persone, cioè il 40% della popolazione mondiale, vivono con meno di 2 dollari al giorno e devono confrontarsi, dato l'aumento fenomenale del prezzo delle derrate alimentari, con lo spettro della carestia.

In un comunicato pubblicato la settimana scorsa, il direttore generale della FAO, Jacques Diouf, ha presentato “il problema della speculazione finanziaria” come la causa maggiore di questa catastrofe imminente. Ha anche affermato che “i fondi d'investimento speculano sui mercati a venire e contribuiscono all'aumento dei prezzi dei beni, comprese le derrate alimentari.”.

La decisione del Financial Times, autorevole testata nella City of London, di finanziare questo sondaggio, traduce bene il crescente disagio in seno ai circoli dirigenti del pianeta, che temono che la minaccia di un'intensificazione senza precedenti della polarizzazione sociale, associata ad una crisi economica, possa scatenare una recrudescenza acuta della lotta di classe.

Così, a Bruxelles, nel corso della settimana scorsa, in occasione dell'incontro dei 27 ministri delle Finanze dell'Unione Europea, l'aumento vertiginoso dei salari dei quadri superiori delle società è stato presentato come “uno scandalo” e una “catastrofe sociale”.

Jean Claude Juncker, attuale presidente dell'Eurogruppo, ha commentato come segue: “Gli abusi dei capitani d'industria ai quali abbiamo assistito in vari paesi della zona euro sono davvero scandalosi e non smettiamo di domandarci in che modo si possa agire nell'ambito dell'etica professionale e in quello delle tassazioni al fine di combattere questi eccessi.”

Recentemente, uno scandalo pubblico è scoppiato quando un PDG [1] olandese ha incassato 124 milioni di dollari in premi e stock option [2]. Se ci si basa sui criteri americani, questa cifra non è nulla di straordinario, ma i premi medi, nei Paesi Bassi, consistono in appena un quarto di quelli degli Stati Uniti.

Juncker, che è al contempo Primo Ministro e ministro delle Finanze del Lussemburgo, ha affermato che la Commissione Europea avrebbe richiesto ai paesi membri di redigere un rapporto su “ciò che contano di mettere in atto per lottare contro questo flagello sociale.” Molti governi europei hanno abbozzato una legislazione che tasserà pesantemente i premi esorbitanti dei quadri.

Juncker ha messo in evidenza il timore reale della borghesia europea quando ha avvertito che i lavoratori di base “non capiranno se domanderemo loro di moderare le loro rivendicazioni salariali senza affermare allo stesso tempo che non accettiamo una situazione in cui alcuni direttori ricevono dei salari da PDG, beneficiando del paracadute dorato [3], che non hanno nulla a che vedere con le loro reali prestazioni.”

In altre parole, una situazione in cui le ricchezze si accumulano manifestamente verso l'alto nella scala sociale, mentre ai meno favoriti si chiede di stringere la cinghia, può dare fuoco alle polveri e scatenare una rivolta sociale.

Nello stesso ordine di idee, la settimana scorsa, il Financial Times ha pubblicato un articolo di avvertimento di David Rothkopf, autore di “Superclass: The Global Power Elite and the World They are Making” [“La superclasse: l'elite globale del potere e il mondo che loro stanno creando”, ndt] ed ex sottosegretario aggiunto al Commercio Internazionale in seno all'amministrazione Clinton.

Rothkopf scrive: “La crisi del credito amplifica la reazione brutale nascente contro gli abusi delle grandi imprese. Le elite fanno miliardi sui mercati, siano essi in rialzo o in ribasso, con il sostegno del governo mentre il “Signor Nessuno” perde la casa e si trova per strada. 3O anni fa, i dirigenti delle multinazionali guadagnavano 35 volte di più di un dipendente medio, ora guadagnano più di 350 volte. La crisi ha messo in evidenza le scandalose iniquità in quest'ambito (i 1100 più ricchi del mondo posseggono quasi 2 volte i beni che possiede l'insieme dei 2,5 miliardi di persone più povere)”. Rothkopf conclude il suo articolo con un avvertimento: l'oligarchia finanziaria deve mettere in salvo la pelle frenando i suoi eccessi. Scrive: “Riconoscendo che esiste un interesse generale al quale essa deve rispondere, la superclasse finanziaria può sfuggire alle sorti delle elite del passato” e “Per poterlo fare, deve evitare di dare le sue arroganti spiegazioni, del tipo “è il mercato che decide” per spiegare le ineguaglianze che essa continua a favorire.”

Questo avvertimento sul pericolo di conoscere le “sorti delle elite del passato” è indubbiamente molto serio, soprattutto se lo si trova nelle pagine del principale giornale finanziario britannico. A chi pensa quindi l'autore di questo articolo: all'aristocrazia francese? Alla dinastia russa dei Romanov? Palesemente, è presa molto sul serio, in seno alle classi dirigenti, la minaccia che il massiccio risentimento suscitato dalle ineguaglianze stia creando le condizioni per sollevamenti sociali, se non addirittura per una rivoluzione.

Il consiglio di Rothkopf indirizzato alle elite dirigenti di rispondere “all'interesse generale” e di essere meno arroganti non arriverà a risolvere il problema che è fondamentalmente radicato non tanto nell'avidità e nell'arroganza evidenti di coloro che traggono profitto dalle diverse forme di speculazione finanziaria, che minacciano di provocare una carestia in molteplici regioni del mondo, ma piuttosto nel funzionamento stesso del capitalismo.

È Karl Marx che, più di 140 anni fa, ha sviluppato la teoria della “crescita della povertà” allo scopo di spiegare questa caratteristica propria della produzione capitalista.

Karl Marx ha scritto: “Accumulo di ricchezze in un polo, significa accumulo di povertà, sofferenza, ignoranza, abbrutimento, degradazione morale, schiavitù nel polo opposto, dalla parte della classe che produce il capitale stesso.” [4]

Nessun elemento dell'analisi marxista del capitalismo è stato oggetto di critiche più costanti da parte dei difensori dell'economia di mercato che questa teoria. Essi argomentano che l'espansione del capitalismo e l'accumulo delle ricchezze conducono inesorabilmente all'aumento del livello di vita della massa dei lavoratori.

La falsità di questa argomentazione e l'esattezza dell'analisi di Karl Marx sono nuovamente confermate, non solo nei freddi discorsi degli statistici, ma anche nelle lotte sempre più esplosive delle masse di fronte all'impossibilità di ottenere i mezzi basilari necessari per sopravvivere che vengono loro negati a causa di un sistema di produzione basato sul profitto individuale.
 

Nonsoniente

Forumer storico
Scusa Borsaro che le crisi ci siano sempre state è una ovvietà, il problema è un altro, l'enorme trasferimernto di ricchezza, dalla moltitudine ai pochi

Rothkopf scrive: “La crisi del credito amplifica la reazione brutale nascente contro gli abusi delle grandi imprese. Le elite fanno miliardi sui mercati, siano essi in rialzo o in ribasso, con il sostegno del governo mentre il “Signor Nessuno” perde la casa e si trova per strada. 3O anni fa, i dirigenti delle multinazionali guadagnavano 35 volte di più di un dipendente medio, ora guadagnano più di 350 volte. La crisi ha messo in evidenza le scandalose iniquità in quest'ambito (i 1100 più ricchi del mondo posseggono quasi 2 volte i beni che possiede l'insieme dei 2,5 miliardi di persone più povere)”. Rothkopf conclude il suo articolo con un avvertimento: l'oligarchia finanziaria deve mettere in salvo la pelle frenando i suoi eccessi. Scrive: “Riconoscendo che esiste un interesse generale al quale essa deve rispondere, la superclasse finanziaria può sfuggire alle sorti delle elite del passato” e “Per poterlo fare, deve evitare di dare le sue arroganti spiegazioni, del tipo “è il mercato che decide” per spiegare le ineguaglianze che essa continua a favorire.”
 

borsaro

Forumer attivo
Nonsoniente ha scritto:
Scusa Borsaro che le crisi ci siano sempre state è una ovvietà, il problema è un altro, l'enorme trasferimernto di ricchezza, dalla moltitudine ai pochi

Rothkopf scrive: “La crisi del credito amplifica la reazione brutale nascente contro gli abusi delle grandi imprese. Le elite fanno miliardi sui mercati, siano essi in rialzo o in ribasso, con il sostegno del governo mentre il “Signor Nessuno” perde la casa e si trova per strada. 3O anni fa, i dirigenti delle multinazionali guadagnavano 35 volte di più di un dipendente medio, ora guadagnano più di 350 volte. La crisi ha messo in evidenza le scandalose iniquità in quest'ambito (i 1100 più ricchi del mondo posseggono quasi 2 volte i beni che possiede l'insieme dei 2,5 miliardi di persone più povere)”. Rothkopf conclude il suo articolo con un avvertimento: l'oligarchia finanziaria deve mettere in salvo la pelle frenando i suoi eccessi. Scrive: “Riconoscendo che esiste un interesse generale al quale essa deve rispondere, la superclasse finanziaria può sfuggire alle sorti delle elite del passato” e “Per poterlo fare, deve evitare di dare le sue arroganti spiegazioni, del tipo “è il mercato che decide” per spiegare le ineguaglianze che essa continua a favorire.”

Condivido la tua riflessione, ma trovo che quanto esponi sia più un problema politico o politico economico: il mercato è domanda e offerta, funzione delle aspettative degli operatori, creare una società più equa è un problema che esula la competenza dei mercati.

Anche su questo tema niente di nuovo, quando Vilfredo Pareto parla di efficienza, lo fa proprio proponendo un modello attuale che purtroppo va peggiorando (come da te esposto): l'80% della ricchezza è in mano al 20% delle persone, così diceva.. oggi, a quanto saremo?
 

nagual

mondo patafisico
Quanto scritto sopra mi ha fatto pensare alle differenze fra la scuola liberista e quella di derivazione socialista nel paradigma di interpretazione del modello sociale.

Più o meno, riassumendo molto, per i liberisti il perno del funzionamento della struttura sociale deve essere il libero mercato in cui le istanze e le aspettative delle componenti sociali interagiscono fino a trovare l'equilibrio della coesistenza tramite la legge della domanda e dell'offerta.
Per i pensatori di scuola socialista la società, articolata in classi, si deve dare un governo, più o meno vincolante nella redistribuzione della ricchezza, fondato sulla dinamica e sulla forza, anche numerica, delle classi costituenti la struttura sociale.

Detta così queste eninciazioni sono neutre valorialmente, quello che da il sale della differenza è la distribuzione del potere effettivo nella struttura sociale: nel modello liberista il potere tende naturalmente a concentrarsi nelle elites che hanno il controllo dell'informazione e della ricchezza; nel modello socialista il potere dovrebbe essere gestito, più o meno democraticamente, dalle classi più numerose, che lo dovrebbero conquistare tramite le varie forme della lotta di classe.

Secondo me questi due poli interpretativi, nel fluire della storia, prendono alternativamente premineza a seconda del grado di frustrazione della maggioranza dei costituenti la struttura sociale e il motore di tutto è il primordiale egoismo e l'innata natura sopraffattrice della natura umana: quando l'innalzamento generale della ricchezza placa la fame dei molti e il benessre si diffonde prendono forza le elites; quando la loro protervia nel loro periodo di comando giunge al punto di affamare le masse queste torneranno alla lotta cercando di divorare letteralmente le vecchie elites.

Il mito democratico in tutto questo fluire di potere resta tale, poichè quello che non cresce in generale è il grado di consapevolezza e di cultura diffuso nell'ambito sociale: gli uomini oltre ad essere lupi sono ancor di più asini.
 

Albatros

Utente Spoglia Seniòrite
beh se vuoi una fonte certa te la dico

primaria banca con media di 1000 c/c ,

adesso la media dei c/c scoperti e' di circa 80-100 al giorno

un anno fa si aggirava sui 20..

perdono piu' tempo in telefonate giornaliere a far rientrare che a lavorare.....

iniziano anche gli insoluti nei mutui.. adesso si aggirano su un 7%..


penso che a fine anno queste percentuali siano raddoppiate....
 

Ciampa

Forumer storico
mi ha scritto un mp un amico da Napoli. dice che i commercianti non sanno più che cosa inventarsi...

oggi sono stato in una piccola filiale Unicredit: un direttore e 2 impiegati.
er direttò era sfigurato! eh si che l'aria era a manetta!
era proprio stufo di telefonare!
di questi periodi telefona molto poverino...
ogni giorno ha un pacco d'insoluti sopra la scrivania e tanti numeri da chiamare...
non ce la fa più!
più che un direttore di filiale sembra uno che lavora per un'agenzia di riscossione crediti!

bancarooottttttttttaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
 
Ciampa ha scritto:
mi ha scritto un mp un amico da Napoli. dice che i commercianti non sanno più che cosa inventarsi...

oggi sono stato in una piccola filiale Unicredit: un direttore e 2 impiegati.
er direttò era sfigurato! eh si che l'aria era a manetta!
era proprio stufo di telefonare!
di questi periodi telefona molto poverino...
ogni giorno ha un pacco d'insoluti sopra la scrivania e tanti numeri da chiamare...
non ce la fa più!
più che un direttore di filiale sembra uno che lavora per un'agenzia di riscossione crediti!

bancarooottttttttttaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

E se continua così, se il potere d'acquisto cala ancora, siamo proprio in mezzo... va beh, ci siamo capiti.
 

patagus

Nuovo forumer
Ciao

Piccola esperienza quotidiana
Attraversamento fiume ADDA direzione Milano in località Canonica d'Adda

Fino a Dicembre 2007, al mattino ore 6:00, per percorrere 1 km e temporeggiando di poki minuti l'orario di uscita da casa riskiavo di perdere circa 20-30 minuti in coda.
Da Gennaio, la situazione improvisamente è cambiata tant'è che ad oggi, la coda non esiste più e, se il semaforo è verde si percorre il km in 30 secondi :up: :up: :up:

In quella fascia oraria la maggioranza erano padroncini e artigiani in viaggio verso Milano, un mio amico sottolinea inoltre che il lavoro è per pochi e quel poco si paga con il vekkio metodo.... pagherò... -forse-
Molti hanno timore di recarsi in Banca perchè sanno già la risposta quindi, vai con il pagherò...
 

Users who are viewing this thread

Alto