alayasf
Forumer attivo
Ciao a tutti.
Posto qui il testo della newsletters di Analista curioso.
Spero tanto di non fare nulla di illegale.
(Fattore, è illegale pubblicare una newletters gratuita ?)
Mi è piaciuta e voglio condividerla.
Caro Lettore,
ho volutamente ridotto la frequenza delle newsletter; anche i pensieri sono tornati ad essere più tecnici e meno personali, cosa pressoché inutile in questo momento. Si comprenderà maggiormente il perché della scelta di proporre e condividere solo una parte del processo di analisi delle aziende. Una scelta "normativa" ma non solo. Questi momenti confermano ancor più la necessità di "padronanza" di ciò che un singolo investitore fa. Aiuta a vivere più serenamente anche momenti particolarmente difficili come questo. I prezzi che un mercato esprime sono la sintesi di molti elementi e di moltissime variabili; di queste ne possiamo governare ben poche.
Ho segnalato alcuni testi che ho letto negli anni, non casualmente riferiti al 1929; non prettamente per analogia quanto perché in ogni accadimento gli attori del mercato tendono ad uniformare i loro comportamenti. Non a caso Ben Bernanke, governatore della Federal Reserve nel pieno della crisi del 2008 era uno studioso di quel periodo storico in particolare. Il testo di Galbraith "il grande crollo" è un testo tanto breve quanto illuminante. Potrei aggiungere l'Analisi intermarker di Murphy che trattò i prodromi e il crollo del 1987 ma è molto incentrato sull'analisi tecnica e meno sulla parte umana e sulla reazione dei governi.. Aspetto che reputo determinante. La disanima di quanto accadde nel 2008 ci può aiutare molto per capire cosa può accadere al treno economico quando le diverse componenti perdono la "sincronia dei loro movimenti". Le banche irrigidiscono il credito, gli hedge fund si trovano costretti tra i riscatti e l'illiquidità dei mercati. Questi aspetti possono apparentemente sembrare avulsi al nostro piccolo mondo ma ben presto si trasferiscono alla economia reale arrivando a bussare alla nostra porta.
Le aziende sono un patrimonio di conoscenza e di saper fare; questo è il valore che cerchiamo. Per questo motivo dobbiamo seguirle indipendentemente dal prezzo che il mercato gli attribuisce. Il 2020 non permette a nessuno, da quello più informato a quello più distratto di poter formulare dei numeri attendibili; questo incide sul lavoro degli analisti, dei gestori, di chi investe, di chi lavora.
Perché allora guardare ai dati del 2019 e perché leggere gli Outlook 2020? Perché se c'è una cosa che le crisi precedenti, citate e non, insegnano è che il mondo riprende sempre il suo corso e il suo sentiero di crescita. C'è chi dice "non sarà più come prima": lo dicevano dopo le torri gemelle ma il mondo è diventato ancor più globalizzato. Buffett, a questo proposito, è sempre interessante da leggere.
Nel 2000 crollarono i titoli tecnologici: eppure oggi sono comunque prepotentemente al comando.
Se l'87 e il 29 come il 2000 portavano con se eccessi di aspettative e prezzi alti, il 2008 aveva ben altri fondamenti. I prezzi per chi tratta l'azionario non erano alti. Il problema era altrove. Nel 2008 come oggi c'era tanta leva sui prodotti, tanti derivati, troppa finanza La mancanza di alternative all'azionario per la ricerca di rendimento ha portato ad assumere posizioni eccessivamente rischiose e spesso mascherate da non rischiose. Questi prodotti sono poi quelli che corrono velocemente al riparo accentuando i crolli di mercato. Se il rendimento non c'è, non c'è. Ma ne abbiamo già scritto.
Un po' come la frase "non comprerò più azioni"... la sentii nel 1987, nel 2000, nel 2008, Ma il profumo dei soldi riporta tutti o quasi, più i nuovi avventori, al patibolo delle borse. Sopravvive chi opera diligentemente e pazientemente. Qualcuno dice in apparente crudeltà…"la borsa riporta la gente dove merita". Chi ha esagerato in realtà la fa un po' pagare anche agli altri.
C'è un momento in cui uno deve sterilizzarsi dai prezzi, per amor proprio, concentrandosi sul metodo.
Risolto il problema virus... ne avremo uno sul debito sovrano? I nostri amici europei son già pronti al varco. Per ora un problema alla volta.
Un cordiale saluto e un buon fine settimana dall'Analista Curioso
scusate il panegirico
nb: Per chi non volesse più ricevere la newsletter o volesse scrivere: [email protected]
Posto qui il testo della newsletters di Analista curioso.
Spero tanto di non fare nulla di illegale.
(Fattore, è illegale pubblicare una newletters gratuita ?)
Mi è piaciuta e voglio condividerla.
Caro Lettore,
ho volutamente ridotto la frequenza delle newsletter; anche i pensieri sono tornati ad essere più tecnici e meno personali, cosa pressoché inutile in questo momento. Si comprenderà maggiormente il perché della scelta di proporre e condividere solo una parte del processo di analisi delle aziende. Una scelta "normativa" ma non solo. Questi momenti confermano ancor più la necessità di "padronanza" di ciò che un singolo investitore fa. Aiuta a vivere più serenamente anche momenti particolarmente difficili come questo. I prezzi che un mercato esprime sono la sintesi di molti elementi e di moltissime variabili; di queste ne possiamo governare ben poche.
Ho segnalato alcuni testi che ho letto negli anni, non casualmente riferiti al 1929; non prettamente per analogia quanto perché in ogni accadimento gli attori del mercato tendono ad uniformare i loro comportamenti. Non a caso Ben Bernanke, governatore della Federal Reserve nel pieno della crisi del 2008 era uno studioso di quel periodo storico in particolare. Il testo di Galbraith "il grande crollo" è un testo tanto breve quanto illuminante. Potrei aggiungere l'Analisi intermarker di Murphy che trattò i prodromi e il crollo del 1987 ma è molto incentrato sull'analisi tecnica e meno sulla parte umana e sulla reazione dei governi.. Aspetto che reputo determinante. La disanima di quanto accadde nel 2008 ci può aiutare molto per capire cosa può accadere al treno economico quando le diverse componenti perdono la "sincronia dei loro movimenti". Le banche irrigidiscono il credito, gli hedge fund si trovano costretti tra i riscatti e l'illiquidità dei mercati. Questi aspetti possono apparentemente sembrare avulsi al nostro piccolo mondo ma ben presto si trasferiscono alla economia reale arrivando a bussare alla nostra porta.
Le aziende sono un patrimonio di conoscenza e di saper fare; questo è il valore che cerchiamo. Per questo motivo dobbiamo seguirle indipendentemente dal prezzo che il mercato gli attribuisce. Il 2020 non permette a nessuno, da quello più informato a quello più distratto di poter formulare dei numeri attendibili; questo incide sul lavoro degli analisti, dei gestori, di chi investe, di chi lavora.
Perché allora guardare ai dati del 2019 e perché leggere gli Outlook 2020? Perché se c'è una cosa che le crisi precedenti, citate e non, insegnano è che il mondo riprende sempre il suo corso e il suo sentiero di crescita. C'è chi dice "non sarà più come prima": lo dicevano dopo le torri gemelle ma il mondo è diventato ancor più globalizzato. Buffett, a questo proposito, è sempre interessante da leggere.
Nel 2000 crollarono i titoli tecnologici: eppure oggi sono comunque prepotentemente al comando.
Se l'87 e il 29 come il 2000 portavano con se eccessi di aspettative e prezzi alti, il 2008 aveva ben altri fondamenti. I prezzi per chi tratta l'azionario non erano alti. Il problema era altrove. Nel 2008 come oggi c'era tanta leva sui prodotti, tanti derivati, troppa finanza La mancanza di alternative all'azionario per la ricerca di rendimento ha portato ad assumere posizioni eccessivamente rischiose e spesso mascherate da non rischiose. Questi prodotti sono poi quelli che corrono velocemente al riparo accentuando i crolli di mercato. Se il rendimento non c'è, non c'è. Ma ne abbiamo già scritto.
Un po' come la frase "non comprerò più azioni"... la sentii nel 1987, nel 2000, nel 2008, Ma il profumo dei soldi riporta tutti o quasi, più i nuovi avventori, al patibolo delle borse. Sopravvive chi opera diligentemente e pazientemente. Qualcuno dice in apparente crudeltà…"la borsa riporta la gente dove merita". Chi ha esagerato in realtà la fa un po' pagare anche agli altri.
C'è un momento in cui uno deve sterilizzarsi dai prezzi, per amor proprio, concentrandosi sul metodo.
Risolto il problema virus... ne avremo uno sul debito sovrano? I nostri amici europei son già pronti al varco. Per ora un problema alla volta.
Un cordiale saluto e un buon fine settimana dall'Analista Curioso
scusate il panegirico
nb: Per chi non volesse più ricevere la newsletter o volesse scrivere: [email protected]