Francobolli: un bene rifugio davvero affidabile?

ricpast

Sono un tipo serio
Apro questa discussione perchè proprio stamane ho ricevuto a domicilio la gentile consulenza di un importante esperto di francobolli italiano per una valutazione di una collezione di francobolli ereditata da mio nonno.

Negli ultimi tempi, girovagando nel web, ho cercato di acquisire alcune informazioni sul mondo ed il mercato della filatelia.
Mercato ovviamente molto particolare e di nicchia ma che ancora oggi gode, nell'opinione generale, dello status di mercato di BENI RIFUGIO (beni la cui rivalutazione è quindi slegata da considerazioni di ciclo e che, sotto determinate condizioni, dovrebbe rappresentare una protezione dalla forza erosiva dell'inflazione sui capitali).

In realtà il discorso appare essere molto vasto e le considerazioni ed i distinguo da fare quando si parla di francobolli sono davvero molti.
Le trappole, i tranelli preparati da furbetti dell'ultima ora sono sempre dietro l'angolo.

Emblematico il caso (di cui me ne ha parlato appunto la persona che ho incontrato stamane) di 2 società spagnole operanti nel settore filatelico tra cui la Afinsa che, giusto a maggio di quest'anno, è stata travolta da uno scandalo le cui proporzioni non appaiono ancora ben chiare per gli operatori del settore.
Indubbiamente pare essere uno scandalo che porterà a forti ripercussioni su tutto il settore filatelico e forse permetterà di portare alla luce del sole alcune evidenti incongruenze tra cui quella che vede i valori COMMERCIALI dei francobolli ridotti fino all'80% rispetto agli importi indicati nei più diffusi cataloghi: Sassone, Bolaffi,ecc.

Visto che tale argomento mi interessa e i risvolti legati a tali tipi di beni hanno indubbiamente un impatto finanziario, ho deciso di aprire la discussione sperando soprattutto che qualcuno di voi possa riportare esperienze personali dirette, osservazioni, notizie, fonti di informazioni utili.

:)
 
....a metà maggio 2006 è successo questo.
coinvolti ci sono pure degli italiani.
Le dimensioni sono degne di alcuni scandali nostrani ma di questo della Afinsa qui da noi si è parlato davvero poco...

Spagna. Nove arresti in due societa' filateliche, panico fra i piccoli investori: si teme truffa da 1 mld e mezzo

Madrid, 10 maggio 2006

A tremare sono almeno 350mila spagnoli, che potrebbero trovarsi presto con carta straccia al posto dei promessi rendimenti finanziari, dopo che ieri la polizia ha fatto irruzione nelle sedi di due imprese di investimenti filatelici, Afinsa e Forum, in diverse città, fermando nove persone accusate di irregolarita' fiscali, falso documentario e riciclaggio di capitali.

Tutta la stampa spagnola, oggi, parla in prima pagina di "grande truffa filatelica" ed avverte che centinaia di migliaia di risparmiatori "rischiano di perdere i propri risparmi". Alcuni media hanno creato 'blog' per accogliere le confessioni disperate delle presunte vittime e secondo El Pais il buco nelle due societa' sarebbe di 3,5 miliardi di euro, con debiti nei confronti del fisco di altri 1,5 miliardi.

Il governo ha detto che un'eventuale frode non è coperta da garanzie assicurative statali e che il controllo delle società è di competenza delle regioni non di Madrid, ma il Partito socialista (Psoe) ha assicurato che principale preoccupazione delle autorità centrali è "aiutare il piu' possibile" i risparmiatori e castigare senza remore gli eventuali responsabili.

La magistratura ha assicurato che le indagini sono solo all'inizio e gli arrestati non sono ancora accusati di truffa, ma decine di migliaia di persone hanno cominciato da ieri a subissare di telefonate la polizia e a formare lunghe file davanti alle sedi delle imprese, sia Forum Filatelico che Afinsa. Entrambe hanno smentito la presunta truffa assicurando di aver sempre mantenuto i propri impegni con gli investitori.

Nell'abitazione di uno degli arrestati a Madrid sono stati rinvenuti 10 milioni di euro in contanti. I detenuti non sono per ora accusati di truffa ma secondo fonti citate dai media, gli inquirenti sospettano che l'imbroglio potesse consistere nel promettere un rendimento intorno al 10% annuale per l'acquisto di francobolli, con la garanzia del loro valore sul mercato. Le presunte vittime investivano una media di 300 euro con la promessa di facili e sicuri guadagni. Ma, come nella classica truffa 'piramidale', gli alti interessi promessi non sarebbero stati garantiti da trasparenti operazioni finanziarie ma pagati con i soldi degli ultimi entrati nella catena.

Il Partito Popolare (PP, opposizione di centrodestra) ha chiesto al governo di spiegare in parlamento la situazione delle due imprese e i rischi che corrono i risparmiatori.
 
http://www.vaccari.it/vnews/index.p...d=&_s=41&SID=ae8fd87c50ccc0d54523ce3aecf810f7

(...) Afinsa opera anche in Italia sotto il nome di Filagenzia De Rosa srl, e “Vaccari news” ha contattato l'amministratore delegato, Federico Kaiser. “La nostra società –conferma- è controllata al 100% da Afinsa ma rappresentiamo una goccia nel mare. E poi, non svolgiamo le stesse attività, poiché ci occupiamo soltanto di vendere in Italia le novità”.

Certo, è prematuro tirare qualsiasi conclusione. “Ho letto cose -prosegue Federico Kaiser- che mi sembrano prive di fondamento, ad esempio il fatto che la società non paghi i clienti o i dipendenti. Mi sembra molto strano che solo ora, dopo ventisei anni di attività alla luce del sole, spuntino delle rilevanze così forti. Forse, è l'attività dell'azienda ad aver dato fastidio”.
 
Tratto da: La Repubblica.
Di: Alessandro Oppes

In sostanza la procura anti-corruzione della Audiencia Nacional sospetta che le due società abbiano organizzato un raggiro con il classico sistema piramidale (quello che antonello** ricordava in uno dei suoi primi interventi, quando faceva riferimento a operazioni che «...in Italia vengono abbinate al nome di un noto Santo»).
I francobolli non erano l'unico oggetto dell'investimento: altri beni tangibili erano nel campo dell'antiquariato, opere d'arte, gioielli.
Le due aziende non sono proprio delle ultime arrivate nel campo, operando da circa un quarto di secolo: il Fórum Filatelico ad esempio si vantava di essere «...impresa leader in Europa nel campo della filatelia».
Le due società allettavano i risparmiatori promettendo un'alta redditività per i loro investimenti filatelici. Il rendimento, vicino al 6%, non proveniva però dalla rivalutazione dei francobolli ma da nuovi investitori.
Il castello creato poteva crollare da un momento all'altro perchè, scrive Alessandro Oppes, «...il valore dei beni custoditi dalle due imprese era nettamente inferiore al denaro investito dai risparmiatori».
Sono state operate 21 perquisizioni ed è stato deciso il blocco dei beni bancari delle due società.
Nella casa di un socio della Afinsa a Madrid, nel quartiere esclusivo della Moraleja, la polizia avrebbe scoperto in un nascondiglio 10 milioni di euro in contanti.
Le nove persone arrestate devono rispondere di vari reati, dai delitti contro l'amministrazione fiscale al riciclaggio di denaro, al falso in atti privati.
Nell'autunno 2003, quando ci fu un'ispezione tributaria, non erano state invece rilevate irregolarità.
Nonostante la quantità di denaro che rastrellano, queste società non rientrano nei vincoli disposti dal Banco di Spagna per gli investimenti bancari: quindi questo tipo di investimenti non sono coperti dal Fondo di garanzia dello Stato.
Un'altra testata che si occupa della vicenda è Il Corriere della Sera, con un servizio del suo corrispondente da Madrid Mino Vignolo con un articolo titolato Truffa da 5 miliardi con i francobolli. Migliaia in rivolta, interviene Zapatero.
In questo articolo si parla di 350mila investitori in ansia per i propri soldi che avevano versato ad Afinsa e Fórum Filatelico dietro la promessa di un rendimento annuale fra il 6 ed il 10%.
I clienti versavano tra i 10mila ed i 100mila euro per l'acquisto di francobolli e per garanzia avevano il loro valore sul mercato.
Non entravano in possesso dei francobolli, che erano custoditi nelle casseforti delle due società perché «...nelle case erano a rischio di furto o di deterioramento».
In realtà questo sistema di investimento sarebbe stato un tipo di truffa piramidale: gli interessi sarebbero stati pagati non da operazioni finanziarie, ma con i soldi degli ultimi arrivati nella catena.
Le voci raccolte da Mino Vignolo parlano di un buco vicino a 5 miliardi di euro, la truffa più grande mai commessa in Spagna.
Per calmare gli investitori inferociti è intervenuto il capo del governo Zapatero.
La tensione tra le vittime del raggiro è diventata altissima quando il portavoce del governo ha detto che una eventuale frode non sarebbe stata coperta dai fondi statali di garanzia e che la competenza sul controllo delle società era di competenza degli organi regionali e non di quelli del governo centrale. Dopo le proteste delle associazioni dei consumatori e del principale partito di opposizione, Zapatero ha chiesto la fiducia nella magistratura, assicurando che sia il governo centrale che le regioni stanno lavorando per tutelare i risparmiatori.
Zapatero ha aggiunto che l'inchiesta è partita un anno fa e che deve ancora essere verificata la truffa e la solvibilità delle imprese, anche se si teme che «il numero delle vittime sia molto alto».
Tra i nove fermati c'è il presidente di Fórum Filatelico e quello di Afinsa: sono sospettati di frode, insolvenza, riciclaggio, appropriazione indebita.
 
http://www.filateliadigital.com/actual.htm

da questo link potete leggere questi articoli (in spagnolo):

Aprile 2004 - CUANDO LA INVERSION FILATÉLICA ES UN ENGAÑO (Quando l'investimento filatelico è un inganno)
Gennaio 2005 - LA FALSA INVERSIÓN FILATÉLICA (Il falso investimento filatelico)
Febbraio 2005 - INVERSIÓN FILATELICA (Investimento filatelico)
 
...queste sono alcune curiosità interessanti...grazie a giandri per le segnalazioni. :)

La Repubblica del 12 maggio 2006, dedica nelle pagine di Economia l'intera pagina 43 agli investimenti filatelici.

La pagina è stata curata da Ettore Livini ed il titolo dell'articolo principale è Francobolli, come difendersi dalle truffe. L'occhiello dell'articolo è Le paure di chi investe in filatelia dopo il crac di Afinsa e Forum, e le risposte degli esperti. Negli anni 60 la speculazione dei "fogliaroli" ed il sottotitolo In Spagna venduti a prezzi maggiorati del 900%. "In Italia siamo più seri".

In testa alla pagina ci sono 4 box, con alcune notizie flash:
50 0milioni € il giro d'affari del settore filatelico in Italia. Circa la metà è generata dal settore postale
500 mila € il prezzo più alto pagato per un francobollo (Tre lire di Toscana) nel 1988
50 milioni sono i collezionisti in tutto il mondo secondo una stima fatta dai periti filatelici.
350 mila sono gli spagnoli truffati travolti dallo scandalo Afinsa e Forum

Altri piccoli flash contornano la pagina:

Il primo francobollo della storia è il penny black del 1840

In Italia il primo italiano è del regno di Sardegna del 1851

L'errore USA il biplano capovolto è l'errore più famoso

Il Gronchi quello rosa vale 3mila euro

Secondo Ettore Livini sarebbero francobolli rifilati a clienti sprovveduti al 900% del loro valore, casse piene di rarità filateliche rivelatesi agli inquirenti piene di ritali di giornale.
I magistrati spagnoli hanno incriminato per bancarotta 11 dirigenti di Afinsa e Fórum Filatelico. Afinsa, che nega problemi finanziari, è stata dichiarata insolvente: in quattro anni ha comperato francobolli per 58 milioni rivendendoli per 723 milioni a piccoli risparmiatori, in una catena di Sant'Antonio che prometteva ritorni dell'8-10%.
Secondo le stime nel crac sarebbero andati in fumo 3,5 miliardi.

Il buco dei francobolli spagnoli ha fatto passare brutti momenti anche nei quartieri generali dei protagonisti della filatelia, Italia compresa: alcuni hanno rievocato lo spettro dei "fogliaroli": gli speculatori degli anni '60 che in Italia avevano fatto incetta di francobolli a fogli condizionando il mercato. Operazione che si è rivelata un flop.
Secondo Filippo Bolaffi, citato nell'articolo, «da noi le cose sono cambiate» chi compra francobolli per investimento «lo fa a titolo personale, consigliato da esperti e soprattutto senza che nessuno prometta ritorni stratosferici».

Secondo Carlo Catelani, citato dall'articolo, «il caso Afinsa è un po' come la Parmalat. Lì il latte non c'entrava niente con il crac e infatti Collecchio continua a venderlo. Qui non c'entrano niente i francobolli».
In Italia, secondo Ettore Livini, ci sono qualche centinaia di migliaia di collezionisti con un giro d'affari stimato in 500 milioni di euro (metà dei quali del settore filatelico delle Poste). "Fogliaroli" a parte la tradizione filatelica italiana non ha avuto inciampi: a fare il mercato ci sono i prezzi di tre cataloghi ufficiali (Bolaffi, Sassone e Unificato), ma il valore reale è legato a mille variabili. Se il francobollo è usato oppure no, centratura, conservazione, gommatura, con scostamenti anche del 70% sulla stessa emissione. Un terreno insidioso per chi non è esperto. Ancora secondo Bolaffi, i francobolli del Regno hanno garantito nel tempo un ritorno medio del 5-6%, quelli della Repubblica il 2-3%, anche se ognuno ha una storia particolare. Si tratta comunque di operazioni da fare nell'ottica del lungo termine.

I pezzi che possono dare ritorni più consistenti sono vere rarità: il Penny Black vale tra i 10 e i 15mila euro nuovo, mille usato. Il mitico Gronchi rosa, condizionato dall'esistenza di molti falsi, può passare di mano per 3mila euro (se accompagnato da un certificato di autenticità storica che ne traccia l'origine), per mille se garantito da perizie recenti.

Il prezzo più alto mai raggiunto in asta, scrive Ettore Livini, è di 500 mila euro pagati nel 1988 per il "Tre lire di Toscana". Secondo Bolaffi, citato nell'articolo, ne esistono solo due, uno è conservato nel loro museo e oggi vale almeno il doppio di quella cifra.
Nonostante su Ebay fiocchino le occasioni, per Cattelani e per Bolaffi il fai-da-te è sconsigliabile e bisognerebbe affidarsi a consulenti seri. La storia spagnola deve essere una lezione: bastava consultare un catalogo per concludere che i prezzi cui vendeva i francobolli l'Afinsa erano fuori mercato.

Le fregature possono però anche insegnare se vengono prese come una lezione. Ettore Livini cita il caso di un ingegnere romano che agli inizi degli anni '60 era un "fogliarolo". Alla fine ha perso una valanga di soldi. Ha imparato ad amare i francobolli ed ora si sussurra negli ambienti che la sua collezione valga oltre 50 milioni di euro.
A conclusione dell'articolo è posto un altro box con il titolo Andreotti e gli altri vip della filatelia.

«Per pagare gli avvocati dei processi ho dovuto vendere la mia collezione di francobolli», così dichiarerebbe Giulio Andreotti: è un intenditore di Pontificio da Porta Pia in poi. La collezione in realtà dovrebbe essere ancora nelle sue mani.
Un altro politico collezionista è Carlo Giovanardi. Su fronte politico opposto una collezione di tutto rispetto di Repubblica è quella dell'ex sindacalista e ora senatore Ds Giorgio Benvenuto.
 
Punta solo su Italia, Vaticano e San Marino.

Come investimento? Mah!

Ho qualcosa (un migliaio dei tre stati citati... dagli anni 50 fino agli ani 80) ma non mi sono interessato...

...ma dove saranno?

A milano?

Mah
 

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