gli Alieni sono Verdi puzzolenti e rapiscono?

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
A me risulta che della VMF solo la classe Akula II e la classe Kilo hanno/avevano capacità S.A. mediante l' utilizzo degli SA-N-8 ...
La Kilo fu destinata anche all' esportazione ....

Però ... Akula I entrò in servizio nel 1985 ed Akula II nel 95 ... I Kilo sono stati acquistati dall' Iran anni 90 numero tre esemplari
L'entrata in servizio presso la VMF di Kilo è datata 1980 ...

Ed al netto di tutto la strage di Ustica è datata 27 giugno 1980 ...

caccia all' Ottobre rosso nel Golfo

Come possa quindi un sottomarino russo nn ancora esistente avere abbattuto il DC9 è un mistero S/Malanghiano ...
 
la tecnica é quella delle tre tavolette

basta frullare molto in fretta

e ci sta dentro, come novità, un articolo del 2000

Date: Tue Aug 8 09:01:46 2000


malanga, un paio di ex agenti segreti trombati


il volo twa800, che é rimasto storico per l'indagine aeronautica piu' minuziosa mai compiuta

e che porto', a memoria, alla modifica dei serbatoi di alcuni aerei


frullare molto in fretta


ed il labile

é servito
 
sempre dal Cap II

In proposito, sempre su Internet, trovai anche una intervista ad un
altro ex gladiatore, datata 1995:
USTICA: COLPITO, AFFONDATO.
Intervista esclusiva a Guglielmo Sinigaglia, supertestimone della strage.

La sua versione vale quattro attentati e una vita distrutta.
di Gianluca Neri e Antonio Riccobon


Guglielmo Sinigaglia dorme sotto un portico ai margini di un giardinetto pubblico dietro ad una delle questure milanesi. Notizia spicciola da trafiletto in cronaca, se non fosse che Sinigaglia è uno dei testimoni chiave di Ustica, ed ha una verità scottante da
raccontare che vale quattro attentati alla sua vita, e una vita da marciapiede.
E' una realtà che tenta di divulgare da parecchio tempo, ma la sua è una verità sconvolgente, al punto che nessuno ha mai avuto il coraggio di raccontarla per intero. Abbiamo incontrato questo controverso personaggio quasi per caso, perché spinto dalla necessità di uscire allo scoperto chiedendo la solidarietà dei media.
Vive come un barbone, ma si definisce un "nuovo povero".
"Si usano molto liberamente i termini barbone e clochard - dice -, ma non è questa la terminologia corretta. Il barbone è uno che per scelta dorme per strada, ma è capace di fare nella sua vita una barca di soldi e la sera andare al ristorante.
Poi ci sono gli altri, i nuovi poveri.
Il nuovo povero è uno che non accetta la sua situazione, che non è capace di andare davanti ad una persona, fermarla, e chiedere: per favore, mi dai cento lire. L'unica cosa che riesce a fare un nuovo povero è chinare la testa e sedersi in un angolo, e se qualcuno vuole mette dentro mille lire.
Purtroppo l'arte del chiedere ce l'hanno i clochard, non i nuovi poveri.
Considerando che l'italiano è una bella lingua, sarebbe giusto attuare questi distinguo".
Questa distinzione semantica esiste già per sua fortuna nella realtà che lo circonda: infatti Sinigaglia non ha bisogno di chiedere.
E' una sera di marzo più fredda del dovuto, e conversiamo con lui per tre ore, seduti sulla panchina di un giardino pubblico. La gente della zona lo riconosce, lo saluta, e ad un certo punto arriva addirittura una signora con una pizza calda. Alle otto e mezza di sera abbiamo la necessità di fotocopiare la mole di documenti che ci mostra. Alle
nostre spalle c'è una copisteria, chiusa, vista l'ora.
Mentre Sinigaglia parla, il titolare torna a prendere le chiavi di casa che ha dimenticato in negozio; ha una certa fretta, ma gli chiediamo se può farci il favore, e ci dice: "Se sono per la storia di Guglielmo allora sono gratis". E si parla di trecento fotocopie.
Il nuovo povero Guglielmo Sinigaglia si presenta con una dignità insospettabile, per il genere di vita alla quale è costretto, se lo si vede avulso dalla sua realtà quotidiana, lo si può scambiare tranquillamente per un vecchio gentiluomo, sobriamente vestito.
"Vedi - dice -, là in un sacchetto ho il mio cappotto di cachemere, il mio buon vestito, la mia buona camicia e la mia buona cravatta, che indosso quando devo incontrare persone di una certa importanza, perché l'immagine ha una sua importanza. Ho uno scopo, voglio arrivare a qualcosa, e posso anche sopportare questa situazione per un po'. Ma nel momento in cui raggiungerò il mio bersaglio, o riuscirò finalmente
a sistemarmi, o mi fanno fuori subito".


SCENARIO DI GUERRA
Da quando il 27 giugno 1980 il DC9 Itavia con 81 passeggeri a bordo è precipitato in mare è stata fatta ogni sorta di ipotesi, dall'incidente all'abbattimento volontario. Fino al novembre 1990 su Ustica e il suo dramma sporadicamente vengono date notizie che
sembrano più illazioni. La più ripetuta è quella che a bordo del DC9 vi fosse un terrorista neofascista, per cui venne collocata una bomba a bordo. Nel 1990 l'inchiesta passa dal giudice Vittorio Bucarelli al giudice Rosario Priore, che inizia una nuova opera investigativa:
dispone un nuovo recupero dei rottami del relitto affidandolo non più alla società francese "Infremer", ma ad una inglese, sicuramente non collegata ai servizi segreti.
Con le nuove audizioni fatte dal giudice Priore non si parla più di "tragedia" di Ustica, ma di "strage".
Il testimone che permette questa svolta è Guglielmo Sinigaglia, che in cinque giorni di testimonianza traccia un panorama di guerra, puntualizza e motiva lo scenario, dando corpo a fatti che in precedenza erano circolati solo come illazioni.
Priore trova anche altri testimoni che gli permettono di incriminare 36 alti ufficiali con reati pesantissimi, tra cui l'alto tradimento.

Guglielmo Sinigaglia - tenente colonnello del SISMI, addestrato nella
legione straniera ed ex guardaspalle di Komeini, sabotatore di prima
linea a fianco dei ribelli afghani - afferma che quella notte era in
corso l'operazione "Eagle Run to Run", mascherata da un'esercitazione

militare denominata "Sinadex", che aveva lo scopo di abbattere l'aereo
presidenziale del colonnello Gheddafi e favorire l'insediamento di un
presidente filo occidentale in Libia.

Sinigaglia però si spinge più in là, e sostiene che l'aereo non fu abbattuto per errore e che non esplose in volo, ma riuscì ad ammarare.


* Che ruolo ha avuto nell'operazione?
"Io ero a bordo di un velivolo denominato Nimrod, a capo di una squadra "presidenziale" composta da 2 italiani del GOS (Gruppo Operazioni Speciali), 2 francesi dell'SSE e 2 inglesi del SAS (Special Air Service), che aveva il compito di scortare il nuovo presidente libico che si sarebbe insediato al momento dell'insurrezione.
Tutti gli uomini della squadretta indossavano tenute da combattimento completamente anonime ed armate non convenzionalmente, per cui in caso di morte o cattura sarebbero stati individuati come mercenari.
Ho partecipato a tutta la pianificazione, e ho condotto in prima persona l'operazione "Tobruk 1", che aveva lo scopo di armare gli insurrezionisti. Ho testimoniato cose che ho vissuto in prima persona.
Il fatto che io sappia le dislocazioni di tutto e di tutti è perché io e il colonnello De Marol dovevamo saperlo ai fini operativi, dal momento che eravamo le due persone preposte a questa operazione".
* Lei a quale titolo è stato reclutato?
"Io non sono mai stato reclutato. Qui si parla di una carriera. Questi sono i lavori che ho sempre fatto. Che si trattasse di interventi in Iran, Centro Africa, Uganda, Libia o Libano, questa comunque era la mia vita. [NOTA: un tratto comune dei colpi di stato che il governo italiano organizzava all'estero, su ordinazione USA, era che poi gli
studenti di alcune famiglie borghesi dei paesi colpiti venivano a studiare in Italia, come ad esempio nel caso della Grecia e dell'Iran.
Tra gli studenti che l'Italia ospitava, per fare bella figura, c'erano anche delle spie di medesima nazionalità che avevano lo scopo di monitorare eventuali dissidenti]. La gente che entra in Vacant Cosmic non viene contattata. Viene estrapolata dai corsi dell'accademia.
Scelgono loro. Hanno preteso due lauree da noi, una in Economia e Commercio con tesi su diritto internazionale, e una in Ingegneria elettronica".

* E questo tipo di vita è finita dopo Ustica?
"No, è finita nel '90, non nell'80. Infatti nell'82 a Beirut perdo un dito. La mia carriera non finisce con Ustica; finisce quando Andreotti, due giorni dopo dall'inizio della mia testimonianza, fa dichiarare illegale Vacant Cosmic, la più alta sezione dei servizi segreti in Europa, e automaticamente diventa illegale il nostro lavoro. Per la prima volta qualcuno, davanti alla magistratura, aveva parlato di Stay Behind, e quindi di Vacant Cosmic, che ne è la più alta espressione".

* E tutto questo succede dopo la sua testimonianza a Priore?
"Quelli come me rispondono soltanto se toccati. Non siamo mai noi a fare la prima mossa. è lo stupido a fare la prima mossa, non la avoca mai a sé. Anche se questa non era una partita di scacchi".


INTRIGO INTERNAZIONALE
* Quali erano le nazioni che hanno preso parte all'operazione?
"Quattro: Italia, Francia, Germania e Inghilterra
. Ognuna con un suo compito particolare, con bersagli ben precisi. La Germania Occidentale partecipò con le Teste di Cuoio; il loro compito era quello di addestrare gli insurrezionisti all'uso delle armi e alle strategie destabilizzanti. L'Italia partecipò con le proprie stazioni radar e
una squadra navale composta dalla Vittorio Veneto, oggi "Tuttoponte" Garibaldi, dislocata al largo di Ustica, e dagli "Sparvieri", imbarcazioni estremamente veloci, armate di missili in grado di colpire unità nemiche fino a 70 chilometri. I centri radar interessati all'operazione erano quelli di Martina Franca, Otranto, Iacotenente,
Siracusa, Sigonella, Licola, DecimoMannu, e il centro Nato Verona AFFI.
La Francia partecipò con il GOLE (Groupement Opérationnel Légion Etrangère), che aveva il ruolo operativo di guidare la presa di Tripoli da parte degli insurrezionisti; il REI (Régiment Etrangère de Infanterie), battaglioni con il compito di impedire la ritirata delle forze libiche dal Ciad; il GIRLE (Groupement d'Intervention Rapide Légion Etrangère), i cui obiettivi erano la cattura di Jallud e la distruzione del centro nucleare libico; e il FOCH, una squadra navale composta da 2 sottomarini dislocati al largo della Sicilia orientale. [Nota: Michele Sindona sosteneva che il programma nucleare libico era stato assistito dall'Italia]
L'Inghilterra era presente con l'SBS (Special Boat Service), una compagnia composta da 156 uomini e 27 ufficiali, divisi in 5 squadre ciascuna, un sommergibile e due velivoli Nimrod, posizionati uno tra Cipro e Creta per sorvegliare i movimenti della squadra navale sovietica e l'altro a largo di Ustica.

"Sinadex" era poi un'operazione di copertura Radar elaborata dal centro aeronautico di Borgo Piave, sotto il diretto controllo del centro radar di Verona AFFI. Nessuno aveva mai detto prima di me che sotto terra, sotto i campi di grano c'era una base in grado di fare queste cose. Gli inquirenti rimasero colpiti dall'esistenza di strutture come quelle di Borgo Piave e della base silana, e dell'interconnessione di esse con la "Synadex". Rilevante è il fatto che vi sia una pista per velivoli da guerra in una zona ostica come la Sila. [NOTA: la base sigint di Borgo Piave si chiamava SMA,
Segnalamento Marittimo Aereo. Era stata costruita dall'impresa edile di Milano "Armando Folli Spa" con sede in Foro Buonaparte 67, che riportava delle foto della SMA nel suo catalogo distribuito ai clienti. La società, dove per sei mesi risulta dipendente Silvio Berlusconi, andò in concordato preventivo e mutò denominazione in "Novimpresa 2000".
 
sempre dal Cap II

In proposito, sempre su Internet, trovai anche una intervista ad un
altro ex gladiatore, datata 1995:
USTICA: COLPITO, AFFONDATO.
Intervista esclusiva a Guglielmo Sinigaglia, supertestimone della strage.

La sua versione vale quattro attentati e una vita distrutta.
di Gianluca Neri e Antonio Riccobon


Guglielmo Sinigaglia dorme sotto un portico ai margini di un giardinetto pubblico dietro ad una delle questure milanesi. Notizia spicciola da trafiletto in cronaca, se non fosse che Sinigaglia è uno dei testimoni chiave di Ustica, ed ha una verità scottante da
raccontare che vale quattro attentati alla sua vita, e una vita da marciapiede.
E' una realtà che tenta di divulgare da parecchio tempo, ma la sua è una verità sconvolgente, al punto che nessuno ha mai avuto il coraggio di raccontarla per intero. Abbiamo incontrato questo controverso personaggio quasi per caso, perché spinto dalla necessità di uscire allo scoperto chiedendo la solidarietà dei media.
Vive come un barbone, ma si definisce un "nuovo povero".
"Si usano molto liberamente i termini barbone e clochard - dice -, ma non è questa la terminologia corretta. Il barbone è uno che per scelta dorme per strada, ma è capace di fare nella sua vita una barca di soldi e la sera andare al ristorante.
Poi ci sono gli altri, i nuovi poveri.
Il nuovo povero è uno che non accetta la sua situazione, che non è capace di andare davanti ad una persona, fermarla, e chiedere: per favore, mi dai cento lire. L'unica cosa che riesce a fare un nuovo povero è chinare la testa e sedersi in un angolo, e se qualcuno vuole mette dentro mille lire.
Purtroppo l'arte del chiedere ce l'hanno i clochard, non i nuovi poveri.
Considerando che l'italiano è una bella lingua, sarebbe giusto attuare questi distinguo".
Questa distinzione semantica esiste già per sua fortuna nella realtà che lo circonda: infatti Sinigaglia non ha bisogno di chiedere.
E' una sera di marzo più fredda del dovuto, e conversiamo con lui per tre ore, seduti sulla panchina di un giardino pubblico. La gente della zona lo riconosce, lo saluta, e ad un certo punto arriva addirittura una signora con una pizza calda. Alle otto e mezza di sera abbiamo la necessità di fotocopiare la mole di documenti che ci mostra. Alle
nostre spalle c'è una copisteria, chiusa, vista l'ora.
Mentre Sinigaglia parla, il titolare torna a prendere le chiavi di casa che ha dimenticato in negozio; ha una certa fretta, ma gli chiediamo se può farci il favore, e ci dice: "Se sono per la storia di Guglielmo allora sono gratis". E si parla di trecento fotocopie.
Il nuovo povero Guglielmo Sinigaglia si presenta con una dignità insospettabile, per il genere di vita alla quale è costretto, se lo si vede avulso dalla sua realtà quotidiana, lo si può scambiare tranquillamente per un vecchio gentiluomo, sobriamente vestito.
"Vedi - dice -, là in un sacchetto ho il mio cappotto di cachemere, il mio buon vestito, la mia buona camicia e la mia buona cravatta, che indosso quando devo incontrare persone di una certa importanza, perché l'immagine ha una sua importanza. Ho uno scopo, voglio arrivare a qualcosa, e posso anche sopportare questa situazione per un po'. Ma nel momento in cui raggiungerò il mio bersaglio, o riuscirò finalmente
a sistemarmi, o mi fanno fuori subito".

n
]



interessante incipit
 
La società, dove per sei mesi risulta dipendente Silvio Berlusconi, andò in concordato preventivo e mutò denominazione in
"Novimpresa 2000". Tra i clienti
vi era la Cogefar Impresit, che poi si chiamò Impregilo.]

Il fatto che quella sera si voleva abbattere Gheddafi è confermato anche da un'altra cosa: gli sarebbe stata concessa un'aerovia sull'Adriatico, non sul Tirreno, allungandogli il tragitto e costringendolo a passare sull'Italia, quando l'Italia può essere sfiorata soltanto marginalmente.
Tra l'altro le aerovie vengono concesse 24 ore prima. Ambra 17 quella notte veniva definita "Zombie". "Zombie" sta per "Capo di stato ostile".
Gli aerei che transitano in quelle aerovie non possono essere scortati, perché c'è un patto tra le nazioni che vieta in assoluto che un velivolo civile, pur avendo a bordo un capo di stato, possa essere scortato da aerei militari armati".



L'ABBATTIMENTO

* Cosa successe la sera del 27 giugno?

"L'aereo dell'Itavia venne abbattuto alle 20:56. I piloti riuscirono a manovrare l'apparecchio per qualche minuto. Il missile colpì l'apparecchio solo con le appendici aerodinamiche, provocando uno squarcio non molto ampio, ma sufficiente a depressurizzarlo, ed esplose oltre. Per effetto della depressurizzazione alcuni passeggeri vennero risucchiati. I piloti, grazie alla loro esperienza, riuscirono ad ammarare alle 21:04. è strano che dalle indagini dell'autorità giudiziaria risulti che il cambio dei nastri che ha determinato un vuoto di 4 minuti sia avvenuto per "scopi dimostrativi ad un operatore della base di Marsala". Da non credere: proprio mentre c'è un velivolo che sta precipitando".

* Quando vi accorgeste di avere colpito un aereo civile?
"Quando, a bordo del Nimrod, il capitano Keerstiens disse che il pilota era formidabile e talmente bravo da non poter essere libico".

* Secondo lei allora l'aereo non è esploso in volo, ma è riuscito ad
ammarare.

"L'aereo ammara esattamente 8 minuti dopo essere stato colpito. E non sono soltanto io a dirlo, c'è anche la perizia Luzzatti. è importante il fatto che impieghi 8 minuti; se un aereo esplode in volo cade in due minuti. Il fatto che impieghi 8 minuti vuol dire che il pilota è riuscito a manovrare. La perizia Luzzatti sostiene anche che per poter virare l'aereo doveva avere ali e coda. Esclude poi che la coda si sia separata in aria, e afferma invece che la rottura avvenne per un violento colpo agente dal basso verso l'alto, con tutta probabilità al momento dell'impatto con l'acqua".

* Il missile viene sparato da un sommergibile. Nazionalità?
"Francese. Ma adesso fa bella mostra a Parigi, è diventato un museo galleggiante. Ci sono ancora i segni della rampetta messa apposta per quell'operazione. La Francia era una delle poche ad avere un sommergibile idoneo ad un'operazione del genere. I nostri erano troppo piccoli, e non avrebbero neanche retto alla spinta dello "Standard", il tipo di missile utilizzato. Una videocassetta, di cui parlò anche "l'Espresso", dimostra la battaglia aerea avvenuta e certifica l'esistenza dello standard. Il giudice Priore chiede subito il recupero di quest'ultimo. Viene trovato, gli americani chiedono di poterlo esaminare, dopodiché sparisce.".

* Come è potuto succedere che abbiate colpito un aereo civile
italiano mentre il vostro obiettivo era l'aereo di Gheddafi?

"Perché Gheddafi è stato avvertito dell'operazione in corso".

* E da chi e per quale motivo Gheddafi è stato avvertito?

"Bisognerebbe chiederlo ai due uomini politici che l'hanno fatto. Ma non li si può nominare". [NOTA: si tratta probabilmente degli stessi politici che passarono a Jallud la lista dei dissidenti libici che la Gladio aveva esfiltrato a Roma: vennero eliminati su ordini di Gheddafy ad uno ad uno. A qualcuno venne sparato in faccia, in pieno giorno, per strada.]

* E Priore non ha agito contro questi due politici?
"Non ci riesce, perché nessuno fa i nomi. C'è un'entità politica, ma chi è? Non si hanno foto o nomi in codice di questi personaggi. Io posso anche arrivarci per deduzione, ma non si può testimoniare una cosa se non si ha un supporto o un riscontro da fornire al giudice perché possa accertare qualcosa. Io ho detto che il generale Franco Pisano (che fu chiamato a presiedere la commissione di inchiesta che dichiarò che l'Aeronautica Militare non aveva svolto nessuna attività nella sera del 27 Giugno 1980 e pertanto non aveva avuto nessun ruolo e nessuna colpa nella sciagura aerea del DC 9 Itavia), ebbe un ruolo rilevantissimo nell'operazione "Eagle Run to Run". Per questo mi ha denunciato per calunnia e diffamazione, affermando di essere comandante di una scuola di volo, per cui non poteva avere niente a che fare con Ustica. Invece in Ustica lui ha avuto un ruolo: era a Cagliari da cinque giorni, c'erano le prove del suo ingresso alla base di Decimomannu e c'era la prova tangibile che lui, nel momento in cui scattò l'operazione "Eagle Run to Run" era nella sala operativa. Per questo è stato incriminato con l'accusa di alto tradimento. In casi come questo si hanno nome, cognome e ruolo. Io so per certezza chi erano quei due politici, ma non posso dimostrarlo. Quindi, in pratica, non lo so".


* "è stato quindi possibile a due soli uomini politici italiani
mandare a monte un'operazione di questo genere, organizzata dai
servizi segreti di quattro nazioni e che probabilmente aveva richiesto
lu
nghi tempi di preparazione?"
"Era preparata da mesi e mesi. In casi come questo non si va allo sbaraglio. Quella notte era in azione il "top dei top": una mosca non poteva passare inosservata. L'unico modo di fermare l'operazione era quello di darci il DC9 Itavia. E che avessero intenzione di darci il DC9 Itavia è provato dal fatto che l'equipaggio di quell'aereo, civile, fosse militare".

* Lei sta dicendo che qualcuno ha messo di proposito il DC9 Itavia
al posto dell'aereo di Gheddafi? Che è stata una cosa preventivata e
non un errore?

"La rotta del velivolo era Bologna-Palermo: da nord-ovest per sud-est. Le sembra possibile che fossimo talmente stupidi da aspettare l'aereo di Gheddafi, che invece aveva come rotta sud-ovest per nord-est, e non capire su uno schermo radar che l'aereo sta andando a sud, quando noi
ne aspettiamo uno che va a nord?

* Come mai l'equipaggio del DC9 Itavia si comporta in questo modo
anomalo?

"Come si può evincere dalla perizia Luzzatti, sembra quasi che quest'equipaggio sia avvezzo ad operare nell'ambito dei servizi segreti. Fa eccezione l'allieva di bordo Rosa De Dominicis. Pertanto, con una simile formazione, è ovvio che le risposte siano di tipo militare. Per cui, se viene detto al pilota di uscire dall'aerovia Ambra 13, che è quella che gli è stata assegnata, e di entrare in Ambra 17 invertendo la rotta, lui esegue".

* Ma dai radar avreste dovuto accorgervi dell'inversione di rotta.
"Noi controllavamo Ambra 17, perché aspettavamo qualcuno, non Ambra 13. Per cui se qualcuno fa fare al DC9 un'inversione di 180 gradi e lo fa passare nel punto Condor (un punto cieco per tutti i radar, che si trova al largo di Ustica) al posto dell'aereo di Gheddafi, noi troviamo il bersaglio".


* Quindi gli avrebbero detto verosimilmente di atterrare a Napoli?
"Si, a Napoli Capodichino".
* Ma non era un po' tardi per farlo virare? Il DC9 era già in fase
di atterraggio.

"Ci sono due modi per giustificare questa manovra. La prima è l'indisponibilità dell'aeroporto: al pilota vengono comunicati una
nuova aerovia e un nuovo punto di atterraggio.
La seconda è che per motivazioni particolari il comandante deve assoggettarsi a questo ordine, In questo caso come ho già detto le motivazioni sarebbero militari. L'Itavia ha sempre avuto contatti con i servizi segreti. Il pilota sapeva di avere a bordo roba nostra, per cui può aver pensato di dover atterrare a Napoli Capodichino, perché era a Napoli che doveva consegnare il materiale.
In realtà, invece, era per farlo abbattere.
I curriculum dell'equipaggio danno adito a presumere che la loro formazione sia di tipo militare o prettamente militare. Vi sono documenti della perizia Luzzatti a pagina 5, ove risulta ad esempio, che il capitano Domenico Gatti ha conseguito il brevetto di pilota civile di terzo grado nel '67, e quello di ufficiale di rotta di prima classe nel '68. La cosa è alquanto strana: prima si devono conoscere le rotte, poi si può diventare piloti".

* Chi ha deciso di mettere in mezzo l'Itavia?
"Stranamente la compagnia aerea Itavia aveva come vice-presidente il generale Cinti. La presenza di un così altro ufficiale ingenera qualche perplessità, considerando anche che l'Itavia si avvaleva di velivoli a nolo. L'obiettivo per noi era Gheddafi.
Però non potevano permetterci di farci abbattere il suo aereo se qualcuno invece intendeva proteggerlo. Se però non arriva l'aereo, come tutti i piani strategici dicono, sono pronte una seconda e una terza mossa da attuare, per cui l'insurrezione ci sarebbe stata comunque. Così ci viene dato in pasto un altro aereo, che viene abbattuto credendo sia quello di Gheddafi. Quando ci viene comunicato che l'apparecchio è civile, è troppo tardi per attuare i piani di emergenza e chiaramente l'operazione fallisce.

 
Ultima modifica:
C'è da rilevare in questo senso una cosa stranissima: il TG1 dà notizia del velivolo Itavia disperso alle 21:15. L'aereo ha l'impatto alle 20:56; è passato troppo poco tempo per non destare il sospetto che qualcuno avesse interesse a comunicare subito ai media che un aereo civile era precipitato".


* Ma non sarebbe bastato non abbattere nessuno?
"No, perché quando scatta un'operazione del genere non è possibile fermarla. Hai dei piani strategici e sei inarrestabile. Nel momento in cui diventi operativo in queste cose non c'è niente e nulla che possa fermarti: neanche il Presidente della Repubblica".


* Perché Gheddafi non doveva essere abbattuto?
"Allora, adesso deve scattare la seconda analisi: l'operazione si ferma, va tutto a puttane. Per capire Ustica bisogna andare avanti nel tempo: due mesi dopo alcune lobby economiche riconquistano i pacchetti azionari detenuti dalla Libia. La FIAT ad esempio, da "Fabbrica Italiana Automobili Tripoli", torna "Fabbrica Italiana Automobili Torino"; altro vantaggio strategico è che decade il protettorato libico su Malta, ove il regime di Gheddafi stava costruendo rampe di missili. L'Italia riesce ad ottenere il petrolio, nonostante le difficoltà. Bisogna ricordare che il petrolio libico è uno dei più pregiati perché contiene la più alta percentuale di benzina ricavabile
dal greggio. è tutta una concatenazione di eventi".


* Dalla registrazione delle conversazioni tra i piloti si è scoperto che l'ultima parola di uno dei due è stata "Guar...", che si presume stesse per "Guarda!".
Non avrebbe dovuto essere registrato anche l'ordine di passare da Ambra 13 ad Ambra 17 e di invertire la rotta?
"Quelle cassette sono stranamente più corte della durata del volo. Quando vennero trovate si scoprì quest'anomalia macroscopica. Considerando poi che il volo è decollato con un notevole, documentato ritardo, e che i due registratori entrano in funzione dal momento in cui si chiudono i portelli, pare ancora più strano che di questo lasso tempo non vi sia traccia nelle cassette. C'è anche la possibilità che queste ultime siano già state ritrovate in precedenza, e che siano state manomesse e ricollocate dov'erano.".


L'AFFONDAMENTO
* Cosa successe dopo che l'aereo ammarò ?
 
L'AFFONDAMENTO
* Cosa successe dopo che l'aereo ammarò ?

"Per inibire la procedura d'emergenza dopo l'ammaraggio avvertirono il comandante che aveva a bordo nella stiva degli ordigni al fosforo, e che l'applicazione di questa procedura avrebbe sicuramente provocato un'esplosione. Gli Sparvieri probabilmente imbragarono il velivolo per sostenerlo nel galleggiamento, in attesa che arrivassero i mezzi di soccorso. A bordo del Nimrod venimmo a sapere da loro che l'aereo era un velivolo civile italiano, e la base di Decimomannu ce lo confermò subito dopo. Il comandante del DC9 probabilmente diede disposizione di non abbandonare il velivolo, riuscendo a mantenere la tranquillità tra i superstiti, confortati nel vedere il velivolo imbragato. Stranamente un alto ufficiale della marina e poi deputato, Falco Accame, affermò in una nota dell'ADN Kronos che si potevano salvare parecchie vite umane dal DC9. Accame non specifica quale sia la fonte da cui attinge quest'informazione o se sia un episodio vissuto in prima persona. Resta certo però che l'onorevole Falco Accame ha sempre ribadito questa sua versione dei fatti."


* Che cosa avvenne a quel punto?

"Alle 23.30 il comando operativo diede ordine al sottomarino inglese, che aveva a bordo gli uomini del SBS, di recarsi nel punto in cui era ammarato l'aereo. Gli ordini, impartiti in codice, furono di farlo inabissare con cariche morbide di Dynagel, dal momento che contro ogni dato scientifico l'aereo galleggiava ancora.La decisione dell'inabissamento "chirurgico" era stata presa perché i passeggeri e l'equipaggio potevano essere letali, considerando anche la presenza a bordo di un giornalista, che avendo vissuto sulla pelle un simile evento certamente non si sarebbe lasciato intimidire. I corpi recuperati indossavano il giubbotto salvagente ed erano privi di scarpe. Tutto questo comprova l'emergenza vissuta a bordo e il fatto che furono attuate tutte le misure di sicurezza previste in simili situazioni. I corpi erano anneriti dalla reazione provocata dal contatto con l'acqua salina del fosforo bicomponente che il DC9 stava trasportando. Invece i corpi recuperati a parecchie centinaia di miglia dall'ammaraggio, catapultati nel vuoto per effetto della depressurizzazione, erano privi di giubbotto di salvataggio. Un ulteriore dato che conferma l'ammaraggio è che tutte le vittime recuperate avevano i timpani rotti a causa della rapida discesa da 6200 metri a 3000 effettuata per annullare gli effetti della depressurizzazione".


* Chi era il giornalista che era a bordo dell'aereo?

"Era il fratello di Daria Bonfietti, oggi presidente dell'associazione
parenti delle vittime di Ustica".

* Quanto tempo sarebbe rimasta la gente, viva, all'interno
dell'aereo?

"Parecchie ore".
* Da chi è arrivato l'ordine di far affondare l'aereo?
"Dalle eminenze grigie. Ma bisogna capire chi sono le eminenze grigie:
si può essere a livelli di primi ministri o di delegati di primi ministri".
* L'esplosivo per far esplodere l'aereo non ha lasciato tracce?
"Qualche traccia sì: qualcosa dalle prove metallurgiche si trova
ancora".
* è stato trovato del TNT.
"Che, non a caso, è un componente del Dynagel".
* Ma non era un rischio usare un esplosivo di cui si sarebbero
potute trovate tracce?

"Infatti il Dynagel lo si ritrova in componenti, ma non nell'integralità della miscela che lo compone. è un esplosivo particolarmente idoneo per un certo tipo di cose: la salinità dell'acqua marina lascia disperdere alcuni componenti e ne lascia ritrovare degli altri. Gli SBS non sono gli ultimi cretini: sanno quello che fanno".
* Di Mario Naldini cosa mi sa dire?
"Poco o niente: non era nella nostra sfera".
* è uno dei piloti delle Frecce Tricolori morto nell'incidente di
Ramstein.

"La cosa più brutta di Ustica è quella di cercare di sporcare le persone, di assegnare loro ruoli che non gli appartengono e di fargli vestire abiti che non hanno. L'accusa che gli viene fatta, ovvero che fosse in volo quella sera, non è credibile. Anche perché ciò che doveva volare il 27 giugno 1980 è stato deciso nella pianificazione.
Naldini non era sicuramente in volo quella notte o, se era in volo,
non era sui cieli di Ustica".

* Quindi fare il suo nome sarebbe stato un tentativo di depistaggio?

"No, è stata usata una persona deceduta perché non può esporre la
propria versione. Troppo facile parlare di chi non ha più la possibilità di replicare".


I SOCCORSI
* Fra l'altro, anche se si fosse trattato di un normale incidente, i
soccorsi sono partiti con un ritardo clamoroso.
 
.


La società, dove per sei mesi risulta dipendente Silvio Berlusconi, andò in cTra i clienti vi era la Cogefar Impresit, che poi si chiamò Impregilo.]

QUA NON CAPISCO...IMPREGILO ??' era la fusione di girola e lodigiani...e impresit cosa c'entra berlusca ?.

Il fatto che quella sera si voleva abbattere Gheddafi è confermato anche da un'altra cosa: gli sarebbe stata concessa un'aerovia sull'Adriatico, non sul Tirreno, allungandogli il tragitto e costringendolo a passare sull'Italia, quando l'Italia può essere sfiorata soltanto marginalmente.
Tra l'altro le aerovie vengono concesse 24 ore prima. Ambra 17 quella notte veniva definita "Zombie". "Zombie" sta per "Capo di stato ostile".


mica vero zombie vuol dire semplicemente nemico, ma qui ci stava meglio capo di stato

o




ma ce ne é altre di perle....

devo correggere ?




inoltre....


[NDW: in realtà non risulta da nessuna parte che il missile Standard potesse essere “retto”, e tantomeno trasportato e lanciato, da alcun sottomarino esistente nel 1980. Questo per il peso, quasi una tonnellata; per la lunghezza, quasi 10 metri; e per le sollecitazioni al momento del lancio. A meno che non si sia usato un SSBN, un sottomarino creato per lanciare missili nucleari – difficilmente credibile, sono troppo preziosi e secondo la stessa versione di Sinigaglia ci sarebbero stati navi e aerei in quantità per lanciare un semplice missile, quella notte, nell’area. Invece, si sa di esperimenti di lancio di piccoli missili antiaereo da sottomarini, ma si trattava di ordigni tipo Stinger, che non avrebbero potuto inquadrare ne’ raggiungere un aereo al di sopra dei 4-5000 metri.]
 
Ultima modifica di un moderatore:
I SOCCORSI
* Fra l'altro, anche se si fosse trattato di un normale incidente, i
soccorsi sono partiti con un ritardo clamoroso.

"Si, ma con un'eccezione: il Gipsi Buccaneer alle 21:04 captò, grazie ad uno sforamento di qualche secondo dell'ombrello elettronico che inibiva le comunicazioni, il "MayDay" dell'aeromobile Itavia che comunicava il punto stimato dell'ammaraggio. Il Gipsi Buccaneer cercò di farsi ripetere le coordinate dal DC9; rispose invece la Vittorio
Veneto, comunicando di proposito un punto errato. Il comandante si diresse verso il luogo indicato dalla Vittorio Veneto, e dopo aver perlustrato attentamente senza trovare traccia dell'aereo, alle 02:00 decise di recarsi nel punto da loro stessi captato. Alle 05:30 giunsero a 3 miglia dal relitto. Fecero in tempo solo a vedere la timoniera affondare. Il comandante del Gipsi morì stranamente qualche anno dopo; l'ingegnere di bordo tentò di dire che cosa avvenne ma fu convinto a non farlo. Per la cronaca, dopo Ustica il Gipsi Buccaneer ottenne contratti vantaggiosi in Asia.

Anche il traghetto Napoli-Palermo captò il punto d'ammaraggio diramato dalla Vittorio Veneto e deviò la sua rotta. La Vittorio Veneto, in ossequio agli ordini ricevuti, continuava a convogliare tutti i natanti lontano dal punto d'ammaraggio e, per rendere più credibile il punto, aveva inviato anche parte della squadra e alcuni elicotteri. Il punto nautico dove venivano inviati i soccorsi era un punto realistico, non reale, infatti era la zona dove si potevano trovare i corpi delle vittime scaraventate nel vuoto per l'effetto della depressurizzazione. La Vittorio Veneto venne poi mandata al carenaggio perché fosse trasformata nella "tuttoponte" Garibaldi, permettendo così la smobilitazione di tutto l'equipaggio.
Il recupero delle parti dell'aeroplano e del suo carico è potuto iniziare solo la mattina del giorno successivo all'incidente, a causa dell'oscurità e della forza del mare durante la nottata. Questa è la dichiarazione dell'ammiraglio, comandante della squadra della Vittorio Veneto. Il mare a Ustica era a forza due. Come fa una squadra come quella della Vittorio Veneto a non poter intervenire? è di carta? Col mare aforza due si fa tranquillamente il bagno. Il massimo di forza del mare a 10: quando è a 2 lo si può paragonare alla scia lasciata da un off-shore".

RANDAGIO
* Com'è che da ex tenente colonnello del Sismi è stato costretto a
questo tipo di vita?

"è molto semplice: mi hanno bloccato tutte le prospettive finanziarie
e le possibilità di lavoro. Che alternative può avere un uomo in
queste condizioni? Andare a ritrattare, come hanno fatto altri, e
avere il portafoglio pieno, oppure restare coerente con sé stesso. è
così che ci si ritrova in mezzo ad una strada".
* è possibile che i servizi, nel corso di questi anni, non abbiamo
mai tentato di ucciderla?
"Quattro volte
. Però dopo l'ultima ho mandato un chiaro messaggio. Se
io crepo allora non si tratterà più soltanto di coprire Ustica. Ustica
verrà insabbiata, ma allora chi di dovere dovrà spiegare gli altri
operativi che ho fatto: Afghanistan, Ciad, Iran. Ci sono tre notai che
hanno in mano documenti che sono autorizzati a divulgare in caso di
mia morte".
* Lei ritiene di essere ancora sotto controllo?
"Può darsi di sì, come di no.
Se sì, possono rimanere soltanto delusi,
sarebbero soldi spesi inutilmente. Se no, vuol dire che sono
abbastanza intelligenti".
* Si è ancora lontani dalla conclusione?
"Non ci può essere conclusione. La mia testimonianza ha provocato
l'incriminazione di tutti questi generali,
ed io nell'80 ero solo un
capitano che comunque aveva alle spalle un operativo come quello
dell'insediamento di Komeini in Iran
. è possibile anche solo pensare
che non ci sia un qualche generale che sappia molto più di me? Ustica
è collegata a tante altre cose. A Vacant Cosmic soprattutto. La
disintegrazione di Vacant Cosmic è importantissima per capire anche
fatti di stretta attualità. Gente che era abituata ai soldi, e che
tutto sommato ha svolto i lavori che gli erano stati commissionati,
può anche essere portata a non accettare di avere le tasche vuote. Una
parte di questi uomini, ad esempio, è stata reclutata per andare a
combattere in Croazia. Gente come noi sul mercato ha un grande valore.

Da qui possono nascere le deviazioni. Un esempio per tutti: la banda
Savi, di cui si parla sempre a sproposito. Ebbene, secondo me la banda
Savi non è niente più e niente di meno che un filo del Sisde che
rientra sotto le squadrette "K", "Scorpioni", "Ossi". La banda Savi è
una di queste squadrette che ad un certo punto è sfuggita al controllo
e si è messa a fare i fatti suoi. Questo spiegherebbe ad esempio
perché utilizzassero armi in dotazione solo ai servizi segreti, come
il famigerato fucile sottoposto a perizia balistica dopo la strage del
Pilastro- è mia opinione che non esistano appartenenti alle forze
dell'ordine di qualsiasi livello che impazziscono di colpo. Se
andavano a rapinare è perché sapevano di avere il culo coperto. E
questo, ripeto, è solo un esempio."
* Quali sono, adesso, le sue richieste?

 
Ustica: " scoop " a Striscia la notizia
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TITOLO: Ustica: "scoop" a Striscia la notizia - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - ROMA





. La strage di Ustica avrebbe un testimone, almeno secondo la trasmissione "Striscia la notizia". Si tratta di Guglielmo Sinigaglia, che sostiene di essere "un ex alto ufficiale del Sismi" ed "ex appartenente a Stay Behind", cioe' Gladio. Ha raccontato che ad "abbattere per errore il Dc9 Itavia fu proprio l' organizzazione segreta italiana, in accordo con altri tre Paesi: Francia, Inghilterra e Germania. L' obiettivo era distruggere l' aereo di Gheddafi e sostituire il leader libico con un altro personaggio filo occidentale". Sinigaglia e' ora indagato per calunnia.



Pagina 12
(24 ottobre 1995) - Corriere della Sera
 
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