FTSE Mib Futures Gli amici di Fibonacci - Cap. 1

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PREPARARSI AL COLLASSO DEI DEBITI.
Maurizio Blondet 7 marzo 2018 35 commenti



I debiti che non possono essere onorati, non lo saranno”. Dopo questa sentenza da incidere nel bronzo, William White continua: “Continuare sulla via di espansione monetaria attuale non serve più a niente”, è rimandare a più tardi l’inevitabile, “ed è ogni giorno più pericoloso. Purtroppo il ritorno indietro implica grandissimi rischi. Sicché i rischi di un’altra crisi [come il 2008] continuano a crescere”.

William White è il presidente della Commissione Ocse per l’analisi dell’economia e lo sviluppo. Proviene dalla
 
PREPARARSI AL COLLASSO DEI DEBITI.
Maurizio Blondet 7 marzo 2018 35 commenti



I debiti che non possono essere onorati, non lo saranno”. Dopo questa sentenza da incidere nel bronzo, William White continua: “Continuare sulla via di espansione monetaria attuale non serve più a niente”, è rimandare a più tardi l’inevitabile, “ed è ogni giorno più pericoloso. Purtroppo il ritorno indietro implica grandissimi rischi. Sicché i rischi di un’altra crisi [come il 2008] continuano a crescere”.

William White è il presidente della Commissione Ocse per l’analisi dell’economia e lo sviluppo. Proviene dalla


il problema è che sta farsa di liquidità la faranno continuare quanto? 5 mesi?? 1 anno ? 2 anni??
poi se collassa tutto chi ha vissuto con i debiti si farà due risate su chi invece ha cercato di vivere senza eccessi!!!
 
Non so dove l'hanno tirato fuori sto bradley ...nel mio non c'è ...solo la ciclica per ora detta legge ....ho scritto che dopo la chiusura del primo t-1 del t+1 in essere dal minimo di 2647 ci doveva essere l'attacco ai max di 2789 e ci siamo quasi ....
il t-1 dovrebbe essersi chiuso il 7 con soli 3 daily lunedi se regolari chiudono il primo T. Ma sto iniziando a parlare troppo di cicli e la cosa non mi piace affatto
 
Il problema DAX di Draghi
5 marzo 2018
1 Commento
Oh, non lo ammetterà mai, ma affrontiamo la realtà: la BCE ha dimezzato il suo programma di QE A gennaio e le azioni europee non sono mai state le stesse. È quasi come se le performance azionarie fossero in qualche modo influenzate dalla quantità di liquidità artificiale che viene pompata nei mercati.

Ma questo non è il punto dell'articolo, piuttosto voglio evidenziare alcune considerazioni tecniche per il DAX $ in particolare perché vedo emergere alcuni modelli interessanti.

Dopo la dura battuta iniziale del $ DAX dello scorso venerdì del 2018, ho iniziato a tenere traccia di una divergenza positiva sul grafico giornaliero $ DAX su Twitter:

2 Mar
Sven Henrich

✔@NorthmanTrader

Early, but $DAX made a new low with a positive divergence.
Needs a sizable bounce to confirm. pic.twitter.com/sXFWQTBz4l

https://twitter.com/NorthmanTrader/status/970652152896081922
Sven Henrich

✔@NorthmanTrader


$DAX made a new low overnight, but re-affirmed the positive divergence. A close above 12,200 would lend credence to the pattern and target the 12.8+ resistance & .618 fib confluence pic.twitter.com/NWwmiCkc2C

2:28 PM - Mar 5, 2018

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Ho delineato ciò che ho bisogno di vedere per questo modello per confermare, ma potrebbe suggerire qualche azione rialzista a breve termine potrebbe essere in gioco per il $ DAX nei giorni e forse settimane avanti.

Ma nota che qualsiasi cosa rally sta venendo meglio essere forte, davvero forte, o $ DAX è a rischio di mettere in atto un modello fortemente ribassista:



Giusto. Potremmo raccogliere 1.000 punti qui e potrebbe essere ribassista. Nota $ DAX ha stampato un doppio massimo tra ottobre e gennaio in seguito a quella che sembra essere una spalla sinistra molto pronunciata in estate. Qualsiasi manifestazione da qui rischia la costruzione di una spalla destra. Se le bassezze dovessero poi rompersi seguendo una tale spalla destra, $ DAX sarebbe a rischio per una massiccia correzione estate / autunno abbassandola del 25% rispetto ai massimi nell'area 10k se il modello si innesca.

Draghi deve ancora dimostrare che i mercati possono gestire un ambiente privo di interventi. Il mal di testa immediato di quest'anno è che l'Euro si sta schierando contro il dollaro, il che rende le merci europee più costose in America:



Ciò influisce sulla crescita. Ma se si stampano 30 miliardi di euro al mese e la valuta continua a salire e le scorte diminuiscono, la narrativa della crescita si fa angusta.

Sembra un problema

Ma il modello H & S sopra è speculativo. Ciò che non è speculativo è questo:

I recenti massimi hanno avuto divergenze negative a lungo termine. $ DAX ha un forte supporto lungo la linea di tendenza del 2009 e il 25 MA mensile dovrebbe riportare il prezzo più basso, ma rompere al di sotto di questo e la prossima linea di tendenza entra in gioco che corrisponde ironicamente all'obiettivo H & S 10K descritto sopra:



Forse il grafico trimestrale evidenzia il problema meglio di qualsiasi altro grafico:



Questo recente declino non è stato un incidente, è semplicemente una conseguenza del programma tecnico negativo che si è formato per un lungo periodo di tempo. E attualmente quel programma suona molto simile al time frame del 1998-2000. Non posso suggerire che continuerà a suonare in questo modo, ma se lo fa, $ DAX potrebbe avere un mercato orso molto sgradevole nel suo futuro, probabilmente tagliando il .618 fib negli anni a venire.

Quindi Draghi ha un problema $ DAX. Anche un raduno di 1.000 punti da qui non è sufficiente, può solo impostare $ DAX per un modello di testa e spalle. No, Draghi ha bisogno di $ DAX per fare nuovi massimi o questi grafici suggeriscono che la sua narrativa sulla crescita sta per morire.

Ne sapremo di più quest'estate, ma questi grafici delineano alcuni dei perni di rischio da prendere in considerazione.
 
Venti di protezionismo
by RICCARDO FRACASSO on 10/03/2018 · LEAVE A COMMENT · in ANALISI INDICI BORSE, ANALISI MACROECONOMICHE, DATI MACROECONOMICI E INDICATORI,DIDATTICA
Con Trump è prepotentemente tornata alla ribalta la parola ‘protezionismo’.

Per protezionismo si intende l’applicazione di dazi e/o vincoli su una parte o su tutti i beni importati.

Mentre i primi protezionismi della storia erano principalmente finalizzati ad aumentare le entrate fiscali del Paese, per i succesivi la motivazione è diventata quella di proteggere la produzione nazionale.

Gli articoli provenienti dall’estero, infatti, sono resi meno convenienti dai dazi.

E’ il nazionalismo che si contrappone alla globalizzazione, il protezionismo che si contrappone al liberismo.

Proprio la teoria liberista spiega gli svantaggi di quella protezionista:

  • minore concorrenza delle aziende con conseguente minor stimolo a crescere e ad innovarsi;
  • la minor concorrenza implica anche minor scelta e aumento dei prezzi (inflazione) per i consumatori;
  • forte penalizzazione degli esportatori nell’eventualità, probabile, che gli altri Paesi reagiscano applicando i dazi allo Stato protezionista.
Il compito di supervisionare e disciplinare il commercio internazionale spetta all’OMC (Organizzazione Mondiale del Commercio) conosciuto anche come WTO (World Trade Organization), nato nel 1995, con attualmente ben 164 membri, tra cui anche gli Stati Uniti.

Tra gli obiettivi del WTO vi è proprio quello di ridurre/rimuovere le barriere tariffarie per favorire il commercio internazionale.

Per cui, l’applicazione di nuovi dazi adottata dagli USA va esattamente nella direzione opposta alla volontà del WTO.

Peraltro, secondo un report di Credit Suisse, già nel Gennaio 2017 gli Stati Uniti risultavano il paese più protezionista al mondo.

Tra i poteri del WTO vi è anche quello di arbitrare i contenziosi commerciali (mediamente, gli Stati che presentano ricorso vincono al 90%).

In buona sostanza, possibili ricorsi contro il recente protezionismo americano hanno ottime probabilità di essere accolti favorevolmente.

Questo potrebbe portare gli Stati Uniti o a fare marcia indietro o, come ventilato in sede di campagna elettorale da Trump, all’uscita dal WTO, il che rappresenterebbe un evento di notevole spessore.

Personalmente, da una parte sono contrario ad una politica protezionista esagerata, dall’altra lo sono per una globalizzazione selvaggia.

Infatti ritengo che forme di concorrenza sleale (dumping) siano da contrastare.

Mi riferisco, per esempio, alle aziende di quei Paesi che grazie a salari bassissimi e orari infernali, calpestando i diritti dell’uomo, possono offrire prezzi contro i quali è impossibile competere.

Consentirglielo, in un qualche modo significa avvallarne il comportamento, ed al tempo stesso metter in difficoltà le aziende dello Stato importatore.

In buona sostanza, laddove necessario, è mia opinione sia necessario proteggersi.

Tuttavia, le intenzioni da parte di Trump appaiono più aggressive.

Un conto è contrastare la concorrenza sleale, un altro è combattere indistintamente la concorrenza.

Recentemente è stata disposta l’introduzione di dazi su alluminio e acciaio, provvedimento che colpisce principalmente la Cina (anch’essa aderente al WTO), ampiamente al primo posto della classifica dei produttori di entrambe queste materie prime.

Nel caso in cui il protezionismo degli Stati Uniti si ampliasse, i Paesi più penalizzati sarebbero evidentemente quelli con i maggiori legami commerciali con gli USA.

In linea generale l’Europa è area economica esportatrice, il che giustifica le preoccupazioni espresse dai vari rappresentanti.

In particolare, l’export italiano diretto agli Stati Uniti è molto elevato, e l’eventuale innalzamento di barriere commerciali causerebbe conseguenze rilevanti per la nostra nazione.

L’eventuale decisione da parte di Trump di adottare una politica sempre più protezionista, a dispetto delle direttive WTO, potrebbe avere come conseguenza quella di affossare l’Europa (in particolar modo alcuni Stati, come il nostro), una recessione a livello globale contestuale ad un deciso aumento dell’inflazione (scenario di stagflazione).

In tale contesto il mercato obbligazionario e quello azionario avrebbero un motivo in più per scendere, mentre sarebbe favorito il mercato delle materie prime (in primis l’oro).

Si conclude ricordando che una forma mascherata di protezionismo è rappresentato dalla svalutazione monetaria.

In altre parole, queste sfide commerciali potrebbero scatenare guerre valutarie.

L’indebolimento del dollaro rientra a tutti gli effetti all’interno della politica protezionista americana.

Riccardo Fracasso
 
Ultima modifica:
S&P 500: prosegue la risalita
by RICCARDO FRACASSO on 10/03/2018 · LEAVE A COMMENT · in ANALISI INDICI BORSE, S&P500
Lo S&P 500 ha chiuso la seduta a 2.786 punti, registrando un +1,74%.

L’ultima seduta ha consentito al listino americano di registrare un rialzo settimanale (+3,54%) non distante da quello del nostro indice (+3,8%).

Probabili nuovi allunghi nel corso della prossima settimana.

SP500-Giornaliero-1.png

S&P 500 – medie mobili

Successivamente alla violenta correzione di inizio Febbraio abbiamo assistito ad un recupero che ha consentito all’indice di portarsi ad un certo margine di sicurezza dalla media mobile a 200 giorni, importante punto di controllo.

Si rafforza lo scenario ipotizzato già a metà Febbraio, ossia di una inversione stile 2000 e 2007:

  1. correzione profonda;
  2. recupero di 2-5 mesi nei pressi dei massimi;
  3. tonfo.
In buona sostanza, il punto 1 può essere letto come quel che è stato un semplice assaggio/avvertimento di quel che poi è successo con dimensioni molto più estese dopo qualche mese.

Il punto 2, invece, per i più lungimiranti si è rivelato una generosa occasione (l’ultima) per liquidare a prezzi elevati, mentre per gli altri la classica bull trap.

Ipotizzando la ripetizione di tale schema, attualmente ci troveremmo al punto 2, risalita che dovrebbe condurci ad Aprile/Luglio intorno all’area dei Top di fine Gennaio (nel caso, non mi stupirei di assistere ad un temporaneo sforamento della stessa).

Dopo di che, sempre seguendo lo schema, peraltro in coincidenza di una stagionalità sfavorevole, inizierebbe un calo privo di rimbalzi (come l’attuale) in grado di alleggerire a prezzi convenienti.

Fino a che non scatteranno segnali contrari, è ragionevole mantenere sul tavolo come scenario questa ipotesi.

Si evidenzia inoltre che esistono precedenti (2007) in cui il nostro Ftse Mib anticipò il calo di qualche mese rispetto allo S&P 500.

Infine, si ricorda che l’eventuale rottura netta della media mobile a 200 giorni rappresenterebbe un chiaro segnale di pericolo che indebolirebbe l’ipotesi di una discesa stile 2000 e 2007.

Si conclude ricordando per l’ennesima volta che si scrive con la piena consapevolezza che qualsiasi analisi non consente di prevedere con certezza i mercati ma, molto più semplicemente, permette di identificare gli scenari più probabili, monitorarli e muoversi di conseguenza.

Riccardo Fracasso
 
Ftse Mib: analisi grafica
by RICCARDO FRACASSO on 09/03/2018 · LEAVE A COMMENT · in ANALISI INDICI BORSE, FTSE MIB
Il Ftse Mib ha chiuso la seduta a 22.745 punti, registrando un +0,06%.

Il bilancio settimanale è pari ad un +3,8%.

In questa settimana abbiamo assistito al pronto recupero della media mobile a 200 giorni, aspetto indubbiamente positivo, al quale si aggiunge la falsa rottura dei minimi di Gennaio:

MIB-1.jpg

FTSE MIB

Inoltre, la chiusura nei pressi dei massimi della settimana ne anticipa ulteriori nel corso della prossima.

D’altro canto, suscita sospetto la marcata sottoperformance del comparto bancario (+0,35 settimanale contro il +3,8% del Ftse Mib).

Riccardo Fracasso
 
FTSEMIB: INTERMEDIO IN CORSO DA 21613
19 Febbraio 2018 in Ftsemib da brigitrader | Permalink



Vale la pena ascoltare cosa ha da dire il grafico del ciclo Intermedio in corso da 21613 del 2/1/2018

Abbiamo per ora un 1° Mensile che ha subito un forte ritracciamento ma ha chiuso positivo

Possiamo pertanto dire che il 2° Mensile ha almeno vincolo negativo per il 4° T+1 e che l’Intermedio è in fase ribasso (almeno condizionato)

Per cui staremmo rimbalzando prima di una altra fase negativa (seguite su PO i nostri conteggi)



Ora però dovremmo essere, proseguendo ancora per qualche giorno, nella fase più solida della partenza del nuovo Mensile (da confermare) e del suo 1° T+1 (confermato)

Non fra molto poi un nuovo Mensile dei top chiederà sempre più insistentemente il permesso di fare parte della disfida

Per cui, con passione, regole e disciplina seguiamo il 3° T+1 in fase rialzo nel suo 1° TCY in fase rialzo nel suo….

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non leggo altri sui cicli tranne Excuseme e TF vorrei sapere se qualcuno ha messo in campo l'ipotesi di partenza t+3 al 5 marzo come ho fatto io!!!!
 
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