FTSE Mib Futures Gli amici di Fibonacci - Cap. 1

Stato
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fuzzi h4 zona resistenziale che sta facendo il suo lavoro

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martello rovesciato week rame che tiene la tl
doji week gold da paura
spx che tiene i 2880

a meno che compare udinì non credo ci voglia uno scienziato per immaginare il resto
 
Ma chi è? Lo conosci? E' bravo?,intanto mi sono unito al canale telegram per visionare.
Comunque rimane il setup del 21/6 su dow jones secondo me molto importante .

Base :studi ganniani associati all'analisi ciclica sempre ganniana, giovane ma tra i primi vincitori del concorso Rataran , usa il software ritenuto oggi il più avanzato dopo il Ganntrader ,( usato anche da Olga Morales ) perchè racchiude sia astro che ciclica
non è venditore di segnali , al massimo fa corsi per usare il software...
sul canale c'è un po di suoi studi e riscontri di operatività

Come sempre tutti noi dobbiamo avere una base per operare indipendentemente...n'est pas?:)
 
Titoli auriferi: segnali di forza
by RICCARDO FRACASSO on 16/06/2019 · LEAVE A COMMENT · in ANALISI MATERIE PRIME, ORO
Questa breve analisi per evidenziare un segnale rialzista comparso sul grafico di un ETF sui titoli auriferi a cambio aperto:

AUCO-Settimanale.png

AUCO
Si osservi l’uscita verso l’alto dal canale ribassista i prezzi si muovevano da circa un anno e mezzo.

Dal punto di vista puramente tecnico, il target potenziale (non necessariamente finale, sia chiaro) di questo rialzo si ottiene proiettando, dal punto di uscita, l’altezza del canale.

Nel caso specifico, si giunge in area 27 (il che implicherebbe un rialzo, dai valori attuali, del 25/30%).

Seppure il rialzo non sia esente da possibili salutari correzioni, il segnale migliora ulteriormente il quadro del comparto aurifero.

Eventuali correzioni potrebbero essere valutate come occasioni di ingresso (anche se personalmente preferisco soluzioni con cambio coperto).

Riccardo Fracasso
 
The Rise of Silver e Major Economic Decline
Gold South Africa / 2 giorni fa


Dopo un periodo di prosperità economica, è scontato che alla fine seguirà un periodo di declino economico. Questa è una realtà ben nota.

Fin dai primi anni '80 c'è stato un periodo di grande prosperità economica. Sì, ci sono state molte recessioni in quel periodo, tuttavia, nel complesso, è stato un periodo di prosperità.

Ora, ci sono molti segnali che probabilmente avremo un periodo di serio declino economico. Il tipo che non è stato visto in molte vite di coloro che vivono oggi.

In precedenza, ho presentato alcuni di questi segni (o misure), e da allora c'è stato un importante sviluppo di quelli.

Diamo un'occhiata al prezzo d'argento del petrolio (WTI greggio), del Dow e del dollaro USA:

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Sopra, l'argento ha un prezzo in olio dal 1983 ad oggi. Il prezzo si è spostato su un grande canale prima che scoppiasse nel 2008. Questo è davvero significativo, considerato il tempo necessario.

Tuttavia, ancora più importante, c'è un enorme fondo arrotondato che è una buona base per i prossimi prezzi più elevati. Alla fine del modello di fondo sembra esserci un cuneo rialzista.

Il prezzo è ora uscito dal cuneo, oltre a tornare all'area di sfondamento. Un breakout alla prima linea della coppa gigante confermerà un'economia estremamente depressa (più di tutte le recessioni degli ultimi 35 anni almeno)

Proprio come per il petrolio, il rapporto tra l'argento e il Dow è una misura importante delle condizioni economiche.

Ecco una tabella di prezzi d'argento nel Dow:

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Attualmente il prezzo d'argento nel Dow è vicino ai minimi storici. Le condizioni economiche sono state favorevoli per le attività cartacee e basate sul debito. Il cuneo rialzista indica che tutto questo sta per cambiare.

Ora c'è stato un breakout del cuneo e il rapporto sembra pronto ad andare molto più in alto.

Sul grafico, ho indicato come i periodi indicati dalle frecce verdi sono stati associati alla prosperità economica, e quello rosso con il declino economico. I più alti prezzi dell'argento e la diminuzione dei prezzi delle azioni garantiranno (o rappresenteranno) un grande dolore economico nei prossimi anni.

Il prezzo dell'argento in dollari USA sta attualmente completando un processo di fondo simile a quello del 2001-2003:

opera-snapshot_2019-06-04_163611_www.tradingview.com_.png


Questo è indicato dai punti contrassegnati da 3 a 5, che formano un modello a triangolo. Un breakout del modello attuale probabilmente scatenerà un massiccio rally d'argento pluriennale.
 
Crollo delle vendite di smartphone Apple in Europa mentre Huawei mette in ombra la concorrenza

di Tyler Durden
Ven, 06/14/2019 - 04:15
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Un nuovo rapporto dall'ultimo Quarterly Mobile Phone Tracker di International Data Corporation (IDC) mostra che i produttori di smartphone cinesi stanno decisamente superando la performance di Apple e Samsung nei mercati europei.

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Huawei e Xiaomi, due dei principali produttori di smartphone in Cina, hanno registrato aumenti delle vendite delle unità YoY per tutte le regioni di tutta Europa nel 1Q19, mentre tutte le altre principali società di smartphone hanno registrato un calo.

La spedizione unitaria di Huawei in Europa è aumentata del 66% YoY nel 1Q19, mentre Xiaomi è aumentata del 33% YoY. Nello stesso periodo, le vendite di unità di Samsung sono calate del 7%, mentre le vendite di unità di Apple sono crollate del 23%.

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"Nelle marche, Huawei ha continuato a fare progressi incrementali, così come Xiaomi, mentre Apple ha avuto un trimestre difficile , con una quota di mercato del 23% in tutta Europa il più basso risultato del Q1 in cinque anni ", ha dichiarato Marta Pinto, research manager di IDC EMEA.

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"Il mercato è cambiato negli ultimi trimestri in modi relativamente prevedibili", ha affermato Pinto. "Le spedizioni sono rallentate dal momento che i consumatori restano attaccati ai dispositivi più a lungo, Apple è stata messa alla prova con i suoi dispositivi più recenti ei produttori cinesi hanno fatto passi da gigante ogni trimestre".

Simon Baker, direttore del programma di IDC EMEA, ha dichiarato: "L'Europa è stata al centro della concentrazione dei fornitori negli ultimi trimestri, con alcuni dei giocatori più piccoli sottoposti a molta pressione. Guardando al futuro, non è più possibile vedere tendenze chiare come La lista nera di Huawei negli Stati Uniti il 16 maggio sta creando così tante incognite, e l'incertezza è la nuova parola chiave nel settore in quanto la geopolitica globale - non collegata direttamente con l'Europa o l'EMEA - diventa il singolo fattore più importante nel modo in cui il mercato sviluppare nel resto dell'anno. "

Le spedizioni complessive dell'EMEA hanno raggiunto 83,7 milioni di unità nel 1trim19, un calo del 3% su base annua - confermando che il rallentamento dello smartphone non sta guadagnando slancio mentre il mondo continua a rallentare durante l'estate , ma i produttori di smartphone cinesi hanno sostituito Apple e Samsung come i migliori giocatori in Europa.
 
martedì 11 giugno 2019
economia, Thorsten Polleit, traduzioni, ZIRP






di Thorsten Polleit


Dall'ultima crisi economica nel 2008/2009, le banche centrali di tutto il mondo hanno fatto del loro meglio per espellere il rischio dai mercati finanziari. Abbassando i tassi d'interesse, mantenendoli a livelli estremamente bassi ed emettendo più credito/denaro, i policymaker si assicurano che i mutuatari in difficoltà vengano tenuti a galla. Infatti le banche centrali hanno messo una "rete di sicurezza" sotto i mercati finanziari in particolare. A quanto pare questa misura ha funzionato abbastanza bene negli ultimi dieci anni circa.

Gli investitori non temono più che i grandi mutuatari (siano essi governi, grandi banche e grandi società) possano andare in default, come dimostra il basso differenziale di credito. La liquidità in tutti i principali segmenti del mercato del credito è elevata ed i mutuatari non hanno problemi a rinnovare il debito in scadenza. Inoltre le valutazioni del mercato azionario hanno continuato a salire, sostenute in modo significativo dalla politica monetaria allentata delle banche centrali. I tassi d'interesse bassi aiutano a far salire i prezzi delle azioni e le loro valutazioni.

I tassi d'interesse artificialmente soppressi portano a valori più elevati dei profitti futuri delle imprese. Inoltre il calo dei costi del credito tende ad aumentare gli utili societari, aumentando così anche i prezzi delle azioni e le loro valutazioni. Inoltre i tassi d'interesse bassi hanno fatto scendere i costi di capitale delle imprese, incoraggiando ulteriori attività d'investimento che hanno alimentato l'ottimismo degli investitori e hanno dato vivacità al mercato azionario.



Come misura della percezione del rischio, il grafico qui sopra ci mostra un "indicatore di stress del mercato finanziario" insieme al rapporto prezzo/utili del mercato azionario statunitense. Possiamo facilmente notare che, dal 2009, il rapporto PE è aumentato considerevolmente, mentre la percezione del rischio, misurata dall'indicatore dello stress del mercato finanziario, è diminuita notevolmente e si è mantenuta a livelli relativamente bassi sin da metà 2014. Il messaggio del grafico è quindi: rischio basso, aumento delle valutazioni azionarie.

Non c'è nulla di sbagliato in questo sviluppo di per sé, se non fosse per il fatto che il declino nella percezione del rischio non è qualcosa di naturale, ma è stato orchestrato dai numerosi interventi delle banche centrali nel sistema creditizio e finanziario. Abbassando artificiosamente i tassi d'interesse, le banche centrali hanno innescato un "boom" che ha prodotto dati ufficiali piuttosto felici (sul PIL, sugli investimenti, sull'occupazione e così via), ma che purtroppo è costruito su sabbie mobili.

Il boom continuerà solo se e quando i tassi d'interesse rimarranno a livelli soppressi, o se verranno abbassati ulteriormente. Infatti se i tassi d'interesse dovessero salire, vari investimenti risulterebbero non redditizi; i prestiti risulterebbero scoperti; le banche registrerebbero perdite e frenerebbero l'offerta di credito; la disoccupazione aumenterebbe; e così via. In altre parole: tassi d'interesse più alti farebbero decollare per davvero il boom, perché metterebbero in crisi la struttura produttiva e occupazionale che è stata alimentata da una politica di tassi d'interesse estremamente bassi.

Questo è il motivo per cui le banche centrali sono più propense a continuare con la loro "crociata contro il rischio". Cioè, molto probabilmente manterranno i tassi d'interesse ai bassi livelli attuali per un periodo di tempo molto lungo o, dove è ancora possibile, li abbasseranno ulteriormente. Per quanto tempo può andare avanti? Presumibilmente nessuno lo sa per certo. Almeno su basi scientifiche è impossibile prevedere quando arriverà la crisi, quando il boom attuale si trasformerà in un bust. Potrebbe essere una pillola amara da ingoiare, ma va ben oltre la scienza dell'economia fare previsioni del genere.

Considerando che le banche centrali hanno assunto il pieno controllo del mercato del credito, le probabilità sono che il boom si protrarrà più a lungo di quanto presumibilmente sospettino molti osservatori. Infatti se le banche centrali riescono a tenere sotto controllo i tassi d'interesse, viene disattivato un meccanismo di correzione che potrebbe potenzialmente far decollare il boom (e cioè un ritorno dei tassi di interesse di mercato a "livelli normali"); la crociata delle banche centrali contro il rischio si rivelerà diabolicamente efficace.

Mettendo a tacere le preoccupazioni degli investitori sul rischio, le banche centrali esercitano effetti enormemente distorsivi. Non solo gli asset finanziari diventano sempre più mispriced, ma anche i beni capitali e tutti i prezzi delle materie prime vengono pesantemente distorti (poiché questi beni sono valutati in base al loro valore marginale).

Se le banche centrali riusciranno a farla franca con le loro attuali politiche monetarie, allora si produrrà probabilmente la più grande distorsione economica e finanziaria che il mondo abbia mai visto: investimenti improduttivi dilaganti, bolle e leva finanziaria su scala epica, accompagnate da un potere d'acquisto in calo delle valute fiat. Uno scenario plausibile a breve termine: le grandi banche centrali di tutto il mondo si uniranno nel tentativo di far andare avanti l'attuale boom, e non dovrebbero esserci dubbi che faranno tutto il necessario per farlo.

L'altro lato della medaglia, quando si verificherà, è senza dubbio molto spiacevole. Nelle parole di Ludwig von Mises (1881-1973), è il seguente: "Non c'è modo di evitare il crash finale di un boom causato dall'espansione del credito. L'alternativa è solo se la crisi debba arrivare prima come risultato di un abbandono volontario di ulteriori espansioni del credito, o più tardi come una catastrofe finale e totale del sistema monetario coinvolto."

Fortunatamente il futuro dell'uomo non è preordinato, come il materialismo dialettico marxista vuole far credere alla gente. Anzi sono le idee e le azioni degli individui che danno forma al futuro; il fatalismo è incompatibile con la sua natura. Detto questo, abbiamo buone ragioni per schierarci con Hans F. Sennholz (1922-2007): "Siamo sempre fiduciosi che, alla fine, la ragione e la virtù prevarranno sull'errore e sul male". Non è affatto una semplificazione eccessiva dire che il problema monetario in questo mondo può essere risolto abbastanza facilmente.

Il passaggio chiave sarebbe l'apertura ad un libero mercato per il denaro: ciò significa consentire alle persone di decidere liberamente quale tipo di denaro desiderano utilizzare. Non sarebbero più costrette ad usare mezzi monopolizzati delle banche centrali e le banche centrali non potrebbero più abusare del potere di monopolio per soddisfare i bisogni dello stato e delle grandi imprese, cosa che ovviamente va a scapito della maggior parte della gente.

Un libero mercato avrebbe anche il potenziale di mitigare la gravità della crisi economica, finanziaria e sociale che l'attuale sistema monetario tiene in serbo per tutti noi.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: Francesco Simoncelli's Freedonia
 
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