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che bello il yo yo
Napoli, rapina per rubare un uccellino
Due uomini armati con i volti coperti non hanno voluto soldi ma solo il raro volatile (erano ungay e yesgay a loro piacciono gli uccelli)
11:58 - Quando i rapinatori sono entrati armati nel suo negozio, Paolo ha aperto quasi d’istinto la cassa pronto a consegnare gli euro guadagnati. Ai due rapinatori però non interessavano i soldi ma una gabbietta di ferro appesa alle sue spalle. Lì era contenuta la preziosa refurtiva: un cardellino, una specie rara di volatile.
È questa la storia della strana rapina avvenuta a Napoli nella zona dell’Arenaccia a tre chilometri dal centro storico. "Tutto mi sarei aspettato, tranne che in questa città arrivassero a rubare anche un uccellino", ha raccontato a La Repubblica Paolo Cursale, il sessantunenne proprietario di Nuova Teleprodotti, il locale rapinato.
Paolo ha poi aggiunto che pochi giorni prima della rapina due uomini si erano presentati nel negozio di elettronica di via Sant'Alfonso Maria dei Liguori per acquistare il cardellino. "Anche in quel caso erano in due ma non hanno nulla a che fare con i rapinatori», precisa. Clienti insomma, colpiti dalla bellezza del volatile, custodito nella gabbia vicino al bancone merci: “Mi hanno proposto 3mila euro per l’uccellino. Ho rifiutato e loro hanno rilanciato a 7mila”. Paolo però non ha ceduto. "Ho allevato di persona il piccolo volatile che mi ha sempre tenuto compagnia con il suo canto. Spesso lo lasciavo libero di volare qui nel negozio”.
Nei giorni seguenti al negozio arriva una proposta ancora più allettante. “Nessuno ci crederà, ma mi hanno offerto 50 mila euro per quell'uccellino. E io ho di nuovo rifiutato”. Peccato che, poi, pochi giorni prima di Pasqua, nel negozio di Sant'Alfonso Maria dei Liguori si sono presentati due rapinatori con il viso mascherato e armati di pistola. "Secondo me hanno agito su commissione”. Non è da escludere visto che il commercio dei cardellini è un business milionario spesso legato alla criminalità organizzata. Gli uccellini catturati vengono anche accecati per migliorarne la qualità del canto. Ora la ricerca dell’uccellino è iniziata ma il dolore di Paolo per la perdita resta: “Mi ero affezionato a quell'animale. Lo consideravo come un figlio".