Gloria ai Bastardi - Cap. 1

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
Per me DAX e in modo minore STOX ci stanno dicendo alcune cose.


Ci aspettavamo una de-correlazione a favore degli indici europei vs. USA che non c'è stata, con Dax e EUX50 che da maggio perdono stabilmente e indici USA che invece sono alle stelle...bond HY che rendono come i gov. e cross sbarellato.

Mi viene da pensare che il primo dei mercati che torna verso un fair value degno, può innescare il movimento ed anche contagiare gli altri mercati.
 
Ci aspettavamo una de-correlazione a favore degli indici europei vs. USA che non c'è stata, con Dax e EUX50 che da maggio perdono stabilmente e indici USA che invece sono alle stelle...bond HY che rendono come i gov. e cross sbarellato.

Mi viene da pensare che il primo dei mercati che torna verso un fair value degno, può innescare il movimento ed anche contagiare gli altri mercati.

Mà, l'impressione è che ci sia qualche pesce grosso con il dito sul grilletto...e non parlo di passera :D

A topa.
 
CINA: IL DEBITO/PIL CRESCE, MA NON E' CRISI SISTEMICA - IL COMMENTO


Negli ultimi giorni, si e' ancora parlato del crescente rapporto debito/Pil in Cina e molti osservatori si sono mostrati preoccupati per le ripercussioni che una possibile crisi finanziaria in Cina possa avere sul resto delle economie mondiali. Una domanda legittima se si crede che la Cina si possa analizzare con gli strumenti tradizionali dei mercati occidentali. Ma non e' cosi': la Cina e' come una grande azienda che viene gestita in maniera programmatica con un piano quinquennale che e' simile ai budget aziendali, dove vengono elencati gli obiettivi degli anni a venire ma anche i possibili rischi. Ovviamente sono previsioni che possono poi non avverarsi, ed e' proprio qui che entra in gioco la grande differenza che esiste con il resto del mondo: il sistema economico finanziario cinese ha una capacita' di reagire agli shock, di ri-adattarsi alle nuove esigenze e di rispondere alle crisi con una flessibilita' e velocita' di esecuzione che nessun altro paese possiede. Nel caso specifico del debito, il fatto che il rapporto debito/Pil in Cina sia cresciuto non e' una sorpresa, ma il risultato naturale di alcuni fattori gia' noti a chi si occupa di Cina: 1) pacchetto di stimolo post 2008; 2) crescita della quantita' del denaro (M2) ad una velocita' circa doppia del Pil (12%-14% contro 6%-8%); 3) incentivi per i governi locali a far crescere il Pil e, quindi, ad investire quasi indiscriminatamente; 4) politica dei tassi d'interesse al ribasso e costante QE o equivalente, dal momento che la banca centrale disegna la curva dei tassi per tutte le scadenze; 4) proliferare dello shadow banking, una forma di mercato del denaro basato su prezzi piu' vicini alle dinamiche di mercato, domanda e offerta, che, nonostante gli eccessi, ben si sostituisce ai tassi ufficiali e consente ad alcune aziende di avere accesso al credito, cosa altrimenti impossibile. In altre parole, usando la terminologia della Modern Money Theory, la base della piramide del credito e' molto allargata. Quindi, a bocce ferme, si potrebbe temere una crisi sistemica. Ma in Cina esiste quella capacita' di cui sopra e quei fattori che potrebbero, cosi' come e' stato nel 2008, evitare una crisi, o, almeno, passarla ad altre generazioni: 1) tutto il debito cinese e' in valuta domestica e quindi e' impossibile un default involontario; 2) quasi tutto il debito dello stato ma anche corporate e' detenuto da banche di stato che lo tengono in portafoglio fino a scadenza, quindi il denaro passa da una tasca all'altra della stessa entita', il governo; 3) la Cina, al contrario dell'Italia, ha quasi zero investitori stranieri e tutto il debito e' detenuto da investitori locali; 4) il crescente debito del settore famiglie e' anche, in parte, ammortizzato dalla parte sinistra del bilancio, essendo debito contratto per l'acquisto di immobili con rapporti di leva non elevati (intorno al 40%-60%). Infine, il grande mangiafuoco che interviene quando il sistema non reagisce: il governo, ricordiamolo, formato da esperti usciti dalle migliori universita'' del mondo, sta facendo in modo che la crescita Pil dei prossimi due anni (6.5%) ed i tassi d'interesse (3%) convergano, in modo che la crescita dei consumi interni sia piu' elevata della crescita degli investimenti e cosi', quindi, raggiungere quel ri-bilanciamento di cui si parla. Per accelerare questo processo, il governo ha recentemente introdotto misure che limitano le operazioni di acquisizioni di aziende cinesi sia all'estero che in Cina. Questa notizia ha causato clamore in occidente come indicazione di una crisi. Vero, ma e' anche indicazioni di azioni volte a risolverla. * Head of China Economic Policy Program and Ass't Prof of Finance - Nottingham University Business School, China Head of China Program - Global Policy Institute Adjunct Professor of Finance - NYU Shanghai Senior Research Fellow and Adjunct Professor of Finance - Zhejiang University
 
Nuovo balzo delle riserve cinesi in valuta estera nel mese di luglio, in aumento per il sesto mese consecutivo grazie ad un aumento del yuan e una crescita economica stabile. Le riserve valutarie della Cina, le maggiori del mondo, sono aumentate di 23,9 miliardi di dollari il mese scorso portando l'ammontare alla fine di luglio a 3.081 miliardi di dollari. Lo ha comunicato la banca centrale cinese Pboc

Dopo un crollo iniziato in autunno che aveva portato le riserve cinesi in valuta estera a scendere sotto la soglia psicologica dei 3.000 miliardi per la prima volta in sei anni, facendo rivivere preoccupazione per la politica finanziaria di Pechino, le riserve valutarie cinesi hanno cominciato a rimbalzare in febbraio, mettendo a segno una crescita accelerata nei mesi successivi.
 
Dog, ma con un dato D come quello di oggi, il bund non avrebbe dovuto schizzare alle stelle?

O anche lui fondamentalmente segue l'ammericcano ?
 
Dog, ma con un dato D come quello di oggi, il bund non avrebbe dovuto schizzare alle stelle?

O anche lui fondamentalmente segue l'ammericcano ?


Il Bund gode di "immunità speciale" dal 201...ma tutte le cose finiscono e da qui a 6 mesi lo vedo rendere sensibilmente di più, sensibilmente.

Sembra quasi che nessuno degli attori che contano, voglia prendersi la responsabilità di una discesa dei mercati e, come tutte le cose che vengono procrastinate nel tempo, le conseguenze del "quando" e non del "se" sono solitamente più dolorose da pagare.
 
Stato
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