Riprendo il discorso del Bail-in, interrotto alcuni giorni fa. Qualcuno sostiene che gli Italiani sono strana gente perchè prendono il 7% d'interessi per una obbligazione e non si pongono domande. Sarebbe facile obiettare che i nostri amati cugini tedeschi, hanno visto sparire milioni di propri concittadini senza porsi domande, questo per amor della polemica. Ma voglio restare sul tema attuale: quando i creditori erano le grandi banche Francesi e tedesche, che prestavano a paesi come la Grecia che aveva da anni un deficit annuo sulla Bilancia dei pagamenti del 15%, le quali incassavano interessi che in patria si sarebbero sognate nessuno mise in dubbio che loro avevano prestato in maniera poco accorta, anzi il verbo fu I DEBITI SI DEVONO PAGARE. E così imposero l'Austerità a tutta l'Europa del Sud.
Ho trovato un commento su il blog di Orizzonte 48 che sicuramente spiega in modo magistrale la doppia verità:
In effetti, stiamo assistendo ad un capovolgimento concettuale del concetto di risparmio, anch’esso figlio (come tante altre cose) di quel sostanziale mutamento –in chiave ordoliberista- della costituzione materiale.
Questa evoluzione, peraltro, ha anche dei risvolti particolarmente odiosi. Ad esempio: se si trasforma (forzatamente, in tutti i sensi), il correntista in investitore, sarebbe doveroso riconoscergli almeno la libertà di non investire. Libertà che invece è a sua volta compromessa dalla cosiddetta “lotta all’uso del contante” e da altre norme che, in virtù (e questo è paradossale), di pretesi interessi collettivi (lotta all’evasione, ad es.), sostanzialmente gli impongono di depositare il proprio denaro presso una qualsiasi banca anche solo per poterlo usare!
Si tratta di un sistema –poi- che ha delle pretese moralizzatrici veramente assurde, considerato che la sua propaganda fa un uso dell’etica particolarmente allegro. Quando l’austerità ha stritolato il sud europa non si diceva che era giusto perché valeva il sacro principio che “i debiti devono comunque essere pagati”? Gli obbligazionisti sono anche loro dei creditori, ma in questo caso le laute liquidazioni di dirigenze avventate che hanno male amministrato quei soldi sono –udite udite- intoccabili e vale la regola del Marchese del Grillo: io i soldi non li caccio e tu non li becchi.
Il tutto sarebbe gradualmente e parzialmente evitabile se in questo Paese si facesse un minimi di educazione civica e finanziaria sin dalla scuola dell'obbligo.
Se io e te andiamo in un bar, in una piazza o dove vuoi tu e chiediamo a 100 persone cos'è un investimento, cos'è un'azione, piuttosto che un'obbligazione o un pronti termine, io credo che nel migliore dei casi avremo delle risposte imbarazzanti e/o il silenzio assoluto.
Quello che ho postato in merito al porsi domande se "qualcuno" ti offre un'obbligazione al 7% è l'emblema della cultura dell'italiano medio, il quale sa tutto di smartphone, auto, calcio e facebook...ma quando si tratta di valutare come investire i propri risparmi ecco che cede alle sirene di Ulisse senza esitare un momento.
Tu sostieni che il risparmiatore è stato "obbligato" a diventare investitore.
Io sostengo invece che questo obbligo non sussiste per niente, anzi bisogna proprio capire cosa significhi etimologicamente risparmiatore e cosa invece investitore; non sono sinonimi, ma hanno significati ben precisi e diversi l'un l'altro.
Il risparmiatore non cerca e non vuole rischi, perchè vuole conservare/risparmiare quando ottenuto con il proprio reddito.
L'investitore invece, accetta di accollarsi un rischio che qualsiasi investimento intrinsecamente porta con se e, non solo o per forza parlando di soldi. Il rischio è dato dalla natura stessa dell'investimento prescelto, dal tempo in cui questo deve svilupparsi e dalle condizioni esogene del mercato che, essendo un'incognita per definizione, nessuno può conoscere.
Veniamo da oltre 20 anni di scandali finanziari: bond Argentina, parmalat, cirio, bipop-carire, giacomelli, Lehman etc...e ancora c'è qualcuno che si dichiara vergine e inconsapevole di ciò che significhi investire in obbligazioni?!?!?...ma non scherziamo.
I precedenti purtroppo ci sono stati e anche numerosi, quindi se "la mia banca" mi offre un'obbligazione, io risparmiatore che ho i soldi sul cc e mi appresto a valutare di trasformarmi in investitore, sottoscrivendo l'obbligazione proposta dal direttore di filiale o dal consulente di turno, devo innanzitutto chiedere non solo il tasso, ma cosa significhi investire in un'obbligazione, l'ignoranza nel 2015 non è più contemplata e tollerata.
Sottoscrivere un'obbligazione, etimologicamente significa essere obbligati-vincolati a prestare i soldi a qualcun'altro, quindi chi sottoscrivere un'obbligazione sta finanziando un debito di una controparte, con la speranza che quest'ultimo alla scadenza mi restituisca i miei soldi e mi paghi un interesse per la fiducia, il rischio e il tempo accordato.
Non complichiamo ciò che complicato non è.
Chi è stato truffato, se la vedrà in tribunale, ma credo che molti, troppi, sono quelli che in fiducia, ma anche accecati dal rendimento, condito con una buona dose di ignoranza in materia (non conoscono ciò che fanno)...hanno investito tutti i loro risparmi su un unico titolo, quindi di cosa stiamo parlando?
E' ora di finirla di accettare, tollerare e incentivare il concetto che l'assunzione di responsabilità non esiste quando si parla di soldi e/o investimenti.
Tutta la nostra vita implica l'assunzione di responsabilità e di rischio, in tutti gli ambiti della vita e, sinceramente non capisco perchè quando si parla di soldi il discorso della responsabilità non valga.
Io ho un'azienda: se sono bravo nel mio business raccoglierò i frutti, se non ne sono capace perderò i miei soldi...quindi mi devo aspettare che qualcuno...lo Stato....gli amici del bar...le banche...tu...o altri vengano a rimborsarmi i soldi persi?
Io, inteso come contribuente, sono stanco di pagare con le mie tasse, gli errori di altri, ovvero società private (banche) che perdono.