Questa la metto per chi ancora crede che i mercati finanziari non rappresentino l'economia reale, più evidente di così...
Per chiarezza, il grafico rappresenta la correlazione tra vendite al dettaglio+ food + servizi e andamento dello S&P500, quindi parliamo di America e non di Europa, ma tanto noi non cresciamo nemmeno quando il resto del mondo cresce.
Poi possiamo continuare a pensare che il PIL pro-capite sia il vero termometro di un'economia e del benessere dei propri cittadini, ma tant'è, oggi per chi segue questa scuola di pensiero i conti non tornano, almeno quelli reali, pragmatici e cioè la realtà.
Vedi l'allegato 494148
Io non credo a queste cose o almeno ci credo in parte. Tanto per incominciare vorrei sapere se quel dato riguarda tutti, pubblico/privato....perchè se scomponiamo la parte pubblica allora facciamo il culo a tutti.Cavolo...scusatemi, ma solo oggi mi rendo conto che abbiamo proprio un Governo di incapaci assoluti, guarda come ci hanno ridotto questi populisti, sprovveduti, dilettanti allo sbaraglio della politica...è proprio il caso di mandarli a casa e di rimettere al loro posto quelli bravi, capaci e che fanno i nostri interessi in Europa...
PRODUTTIVITA': ISTAT, TRA 1995 E 2017 CRESCITA +0,4%, MOLTO SOTTO MEDIA UE (1,6%)
Lieve riduzione gap nell'ultimo biennio - Tra il 1995 e il 2017 la crescita della produttivita' del lavoro in Italia e' stata dello +0,4% ed e' risultata decisamente inferiore alla media Ue (1,6%). Lo segnala l'Istat in una indagine pubblicata oggi secondo cui "tassi di crescita in linea con la media europea sono stati registrati da Germania (1,5%), Francia (1,4%) e Regno Unito (1,5%). La Spagna ha segnato un tasso di crescita dello 0,6%, di poco superiore a quello dell'Italia". Il gap di crescita della produttivita' del lavoro del nostro Paese rispetto alla media Ue, continua l'Istat, e' "risultato dell'ordine di un punto percentuale medio annuo in tutte le diverse fasi cicliche del periodo in esame, segnando solo una lieve riduzione nell'ultimo biennio".
Buongiorno, confermo che il PIL pro capite sia un indicatore che misura la crescita economica ed il suo grafico io lo leggo così “se le vendite reali che fanno parte del PIL crescano allora i mercati azionari crescono”.
Poi possiamo disquisire se sia nato prima l’uovo o la gallina. Con questo non sto dicendo che alterazioni dei mercati finanziari non possano costituire un doping per l’economa reale e che crisi sui mercati finanziari non abbiano effetti sull’economia reale (vedere ad esempio subprime).
Ripeto il mio concetto: il PIL pro capite misura la crescita economica con tutti i suoi limiti; se volessimo misurare il benessere dei cittadini allora sono d’accordo con Lei che il PIL non sia l’indicatore più aderente.
Infatti per tenere conto della qualità della vita, la sostenibilità economica, i costi dell’inquinamento e della criminalità e della democrazia potremmo utilizzare IPR (indicatore progresso reale) o la FNL (felicità nazionale lorda) o ancora ISE (indice di sostenibilità economica).