My 2 cents
L' obiettivo principe era quello di far cadere il governo velocemente, prima via spread e poi via procedura di infrazione->spread.
Senza i gilet gialli la kommissione sarebbe andata sparata verso la procedura senza concedere margini, la protesta francese ha scompaginato le carte
e li ha obbligati a trattare. Ha obbligato soprattutto loro.
Il governo ha inteso guadagnare tempo e ha mollato a leuropa il cerino (qualunque cosa accada in futuro, difficile che possa essere imputato di
avventatezza o imprudenza o peggio di miope arroganza nelle trattative, proprio in virtù del precedente creato): una scelta tattica e strategica i cui frutti vedremo nel corso dei prox mesi.
Le elezioni europee, nell' ottica del "cambiamento delle istituzioni dall' interno" e simili amenità, non serviranno a una mazza. L' UE è costruita per non essere scalabile per
via democratica: le regole sono scritte da trattati modificabili solo dagli Stati con maggioranze oniriche (sono perciò de facto immodificabili) e sono applicate da una kommissione di non eletti che non obbedisce ad un mandato parlamentare, ma appunto ai trattati stessi.
Questa architettura è un bunker, ovvero una struttura rigida, che ha il suo punto debole appunto nella mancanza di elasticità: resiste ai terremoti fino ad un punto determinato, oltre il quale si lesiona irreparabilmente.
la prima scossa tellurica è stata (e spero continui ad essere) Brexit; la seconda, che sarebbe stato meglio (per loro) neutralizzare subito, il 4 marzo italiano; la terza, a mio avviso decisiva (a patto che non si spenga), la rivolta francese. La forza combinata di questi 3 elementi potrebbe essere in grado di insinuare, ad un certo punto, ai principali beneficiari del gioco (che non hanno nemmeno bisogno di essere nominati), la convinzione che neanche per loro sia più conveniente sostenerlo. Solo allora, forse, si potrebbe trattare una smobilitazione ragionata di tutta la baracca.
La questione è che appunto non ci si arriva con un voto europeo, ma attraverso un conflitto fra stati membri.
Ora, la domanda è con chi si preferisca arrivarci: personalmente, fra il governo in carica (con tutti i suoi non pochi difetti) e i lemuri del PIDDI' con altri pezzi ramazzati in Parlamento fra sforzitagliani e "responsabili" reclutati a colpi di assegni circolari diretti da un Cotta o peggio da un Draghi (che sabato scorso, en passant, a Pisa ha tenuto un discorso che assomigliava parecchio ad un manifesto politico

), non ho davvero dubbi (e non per acritico entusiasmo per i gialloverdi, ripeto).
Perciò, dal mio punto di vista, questo è un ottimo momento (un lungo momento

) per restare molto calmi e per accantonare l' emotività.
Poi ognuno.