"...ed eccoci alle considerazioni su cosa hanno in serbo per noi le banche centrali e sulle possibili conseguenze per il fondo. Per Draghi e Janet Yellen si avvicina l'ora della verità. Per la presidente della Federal Reserve (Fed) potrebbe arrivare già questo mese. Ad agosto i commenti dei membri della Fed sono ovviamente stati confezionati ad arte per suggerire un orientamento meno accomodante, malgrado permangano segnali di un'attività più contenuta del previsto (tasso di crescita del PIL USA pari all'1% nel primo semestre e dati occupazionali di volta in volta inferiori alle attese). Se la Yellen fosse abbastanza intelligente da imparare dai propri errori, e soprattutto dalla sua gestione piuttosto ingenua delle anticipazioni/reazioni dei mercati finanziari, opterebbe per un rialzo dei tassi a settembre invece di aspettare fino a dicembre e ripetere l'errore fatto lo scorso maggio.
Poiché tale rialzo è piuttosto scontato, lo scarso effetto sorpresa dimostrerebbe che la Yellen sta riprendendo il sopravvento sul mercato, mentre finora era il mercato a tenerla in pugno. Per Draghi, la scadenza è fissata a marzo 2017 (anche se potrebbe dare un segnale prima di tale data). Durante l'ultima conferenza stampa non si è smentito e ha ribadito come sempre che: 1) la politica monetaria della BCE funziona; e 2) non sta penalizzando le banche. Tutte affermazioni piuttosto fuorvianti. Il consensus relativo al tasso di crescita del PIL dell'area euro a marzo 2015, prima del lancio del quantitative easing (QE), era dell'1,6% per il 2016; ora si attesta all'1,5%.
Dov'è esattamente il miglioramento? Nel primo trimestre 2015 il CPI dell'area euro si attestava al -0,3% (principalmente a causa del crollo dei prezzi del petrolio). Ora è al -0,1% (e qui il petrolio non c'entra nulla). Qualcuno può dirmi come fa Draghi a sostenere che la sua politica funziona? Se facessero a lui questa domanda potrebbe rispondere solamente: “Pensa se non l'avessimo attuata”. “Pensa se…” fa un po' fantastoria. Questo genere narrativo ha dato vita a romanzi di fantascienza piuttosto notevoli, ma Draghi non è Philip K Dick, perciò dovrebbe attenersi al "qui e ora" e non riferirsi a un'ipotetica realtà alternativa. Ha anche avuto il coraggio di dire che "non dovremmo attribuire la colpa di tutti i mali delle banche alla politica dei tassi di interesse”. Qualcuno alla BCE si è mai preoccupato di spiegargli il significato di "trasformazione" o come dovrebbero agire le banche?
Ovviamente le mie domande sono retoriche. Draghi sa benissimo di non essere totalmente onesto su questi due fronti, ma non può permettersi di ammettere pubblicamente che il vero scopo del QE è quello di scongiurare il più a lungo possibile l'implosione dell'area euro. Il piano iniziale prevedeva di guadagnare tempo, mentre i governi avrebbero fatto del loro meglio per attuare una convergenza economica tra le varie economie. Draghi ha rispettato l'accordo, le autorità politiche no. Le divergenze all'interno dell'eurozona non sono mai state così marcate. Perciò la decisione più probabile è quella di estendere il QE, altrimenti non do all'eurozona più di sei mesi di vita. In alcuni Paesi i bond da acquistare si sono già esauriti; quale sarà la prossima mossa? Alcuni pensano già alle azioni. Helicopter money in Giappone e BCE che acquista azioni tedesche. Il mondo è impazzito".