BCE: CONSIGLIO PREOCCUPATO PER POSSIBILI EFFETTI SECONDARI DA BASSA INFLAZIONE
La riunione del Consiglio direttivo della Bce del 21 gennaio, al termine della quale il presidente, Mario Draghi, ha annunciato che la politica monetaria sarebbe stata riveduta e forse corretta a inizio marzo, e' stato dominato dai timori collegati a un'inflazione sempre troppo bassa. E' quanto emerge dal resoconto della riunione diffuso dalla Bce. In particolare, la discussione si e' concentrata sui rischi di possibili effetti secondari, e cioe' dell'eventualita' che pressioni inflative troppo basse si facciano sentire in modo duraturo su prezzi e salari, innescando una spirale negativa. Tutto questo a causa, ma non solo, del calo del prezzo del greggio.
Durante la discussione, come si legge nel resoconto, i consiglieri della Bce hanno concordato che probabilmente il tasso di inflazione nell'area dell'euro si situera' sotto lo zero "per alcuni mesi", molto lontano dal target della Bce che e' di un tasso annuo vicino ma inferiore al 2%. Tuttavia, alcuni consiglieri hanno argomentato che il tasso sottostante di inflazione si era stabilizzato e potrebbe riprendersi "nel prossimo futuro". In particolare, tuttavia, il Consiglio si mostra preoccupato della possibilita' di effetti secondari derivanti da un'inflazione che e' ormai troppo bassa da troppo tempo: "Il forte calo dei prezzi del greggio e dei futures del petrolio - si legge nel resoconto - ha fortemente ridotto le prospettive di inflazione per quest'anno, aumentando il rischio di effetti secondari", assieme a pressioni inflative sottostanti sempre molto modeste. E' stato rilevato, inoltre, che la risalita dell'inflazione 'core' si e' ormai fermata dall'estate 2015. Emerge, quindi, il timore che "la recente dinamica salariali potrebbe essere un segnale avanzato di effetti secondari". La Bce ha deciso in gennaio di lasciare invariata la propria politica monetaria, rinviando a inizio marzo per una valutazione dell'adeguatezza del grado di accomodamento monetario. Nel resoconto si legge, infine, che "contemporaneamente, le condizioni sui mercati finanziari dell'area dell'euro si sono decisamente deteriorate da quando il Consiglio si e' incontrato a inizio dicembre anche se l'ampiezza e la durata di questi andamenti sono ancora incerti". Su questo punto, e' stato fatto presente che "anche se finora l'area ha dimostrato di essere resistente a potenziali shock negativi dall'economia globale", d'altra parte "shock globali potrebbero ancora una volta avere un impatto diverso sui mercati finanziari di singoli Paesi dell'Eurozona".