lupoalberto66
Forumer storico
Se mi si consente occorre fare alcune precisazioni.
A mio parere è più evidente la divisione economico piuttosto che quella elettorale, divisione che comunque si è manifestata con un aumento dell'astensione o dei voti di protesta (verso i candidati indipendenti) nelle contee con il reddito più basso.
Poi ci sono tante sfaccettature naturalmente ma il dato evidente è questo.
per esempio New York:
A Suffolk, contea dove il 79% delle famiglie possiede la casa con un valore medio di 375.000 dollari, reddito medio familiare di 88.600 dollari, 38% della popolazione laureata e tasso di povertà del 7,7% sotto la media usa del 13,5% con popolazione all'85% bianca Trump rispetto alle elezioni del 2008 ha guadagnato 21.000 voti contri i 70.000 persi dalla Clinton
A Staten Island dove la componente delle minoranze raggiunge livelli più significativi ma comunque il 79% possiede la casa dal valore di 439.000 e il reddito medio familiare è di 73.000 e il tasso di povertà è intorno alla media USA Trump ha comunque vinto guadagnando 10.000 voti mentre la Clinto ne ha persi 12.000.
Nel bronx dove le minoranze sono la maggioranza e anche i matrimoni interazziali abbiamo solo il 19% di case di proprietà ed i redditi medi familiari sono solo a 34.000 dollari ed il tasso di povertà sfiora il 31% la Clinton ha preso 10 volte tanto i voti di Trump ma c'è stato un aumento degli astenuti di oltre il 7% e questo sono oltre il 60% del totale.
E' il reddito la discriminante reale del voto americano con due tipi di protesta:
I ceti medio alti hanno votato Trump per protesta contro l'invadenza dello stato nell'economia e per l'elevato livello di tassazione.
I ceti bassi non hanno votato o hanno votato gli indipendenti.
le città hanno votato Clinton i sobborghi Trump ma sempre con una evidente discriminante nei redditi
Sono d' accordo sul fatto che il reddito sia la discriminante principe, lo è in pratica sempre e in ogni dove ma lo è in particolare in questa fase storica.
In estrema sintesi, i fattori che a mio parere hanno influito e determinato il risultato sono:
I ceti medio alti hanno votato Trump per protesta contro l'invadenza dello stato nell'economia e per l'elevato livello di tassazione e anche per timore che le difficoltà economiche
evidenti agli strati immediatamente inferiori si possano estendere al loro (paura e aspettative negative sul futuro)
I ceti medi e medio bassi hanno sperimentato direttamente peggioramenti significativi delle loro condizioni economiche e lavorative attuali e prospettiche (la cosiddetta fame di ritorno, fattore rischiosissimo per gli equilibri sociali) e si sono apertamente rivoltati contro un sistema che, a ragione o a torto, ritengono responsabile, appoggiando un candidato espressione di un sistema alternativo.
I ceti bassi sono andati in ordine sparso (come quasi sempre), molti, come dici, non votando o votando gli indipendenti, alcuni tornando a votare in appoggio a Trump.
All' interno di questo schema ipersemplificato, poi, a mio parere hanno giocato le solite divergenze fra aree fortemente urbanizzate e non (tipiche di ogni paese, peraltro), su cui sorvolerei perchè argomento troppo complesso da trattare in un post e alcune altre questioni che invece si possono considerare abbastanza peculiari degli USA, su tutte la composizione razziale della società e la frammentazione della protesta:
Per quanto riguarda la prima, il voto della comunità nera ha seguito in larga parte le indicazioni del primo presidente nero della storia americana e quindi il fattore etnico ha giocato un ruolo decisivo, mettendo in secondo piano anche il termometro economico; quello della comunità ispanica, numerosa, cattolica e formata anche da tanta immigrazione recente ha preferito il poco che il sistema america le offre in loco piuttosto che il nulla che il medesimo sistema le offre in patria e perciò ha fatto propri i timori legati alla figura di un candidato anti immigrazione, bianco e ricco che possa mettere a repentaglio anche l' elemosina accordata da altri.
Per quanto attiene alla frammentazione, credo che quella parte di voto antisistema confluito alle primarie su Sanders certamente non sia traghettato tutto sulla riva Clinton, anzi, ma che, in buona %, sia finito in astensione, ai candidati alternativi e qualcosa anche a Trump.
Mi rendo conto che siano tutti schematismi semplicistici e anche troppo semplificanti, ma una disamina approfondita è troppo lunga e troppo complicata da fare anche in 10 post...
Quello che intendevo dire, rispondendo a Duke più sopra, era che, qualsiasi siano le ragioni, il risultato è un paese spaccato in due come non mai, con alcune situazioni di tensione (fame di ritorno della ex classe media vs nuova immigrazione disposta ad accettare un piatto di lenticchie piuttosto che il nulla + polveriera razziale con relative complicazioni che vanno anche oltre le questioni economiche) che, qualora vengano esacerbate da eccessi di belligeranza anche di una sola delle parti, possono generare conseguenze pesanti, in una società già di suo incline alla violenza.
Tutto qui.
Mi pare che, da parte democratica, in questo momento manchi totalmente senso di responsabilità e senso del limite.
Trovo sia una strategia pericolosa, sempre che sia una strategia.
