Fleursdumal
फूल की बुराई
Best(d)iario
Greenspeak 22/07/2004 da usemlab.com
In un articolo del 1987 Rothbard scriveva di Greenspan*: "conobbi Alan trent'anni fa e da allora ho seguito la sua carriera con interesse... [ha] il dono di saper parlare senza dire assolutamente niente di chiaro e significativo, usando una confusa sintassi rococò".
Caratteristica che continua a contraddistinguerlo in ogni apparizione. Grazie a discorsi poco lineari, confusi, circolari e anche contraddittori il grande alchimista della Fed riesce a dire tutto e il contrario di tutto, non dicendo in realtà niente di nuovo e significativo.
Spicca comunque dell'altro dalle prime righe della sua ultima testimonianza: che Greenspan ci stia prendendo per il naso (impressione che si ha molto spesso anche leggendo i discorsi degli altri membri della Fed):
- parla di ripresa sostenibile quando in realtà la ripresa in corso, generata dai massicci stimoli monetari e fiscali degli ultimi anni, è causa di ulteriori squilibri (rispetto a quelli già esistenti 4 anni fa) e quindi, per definizione, inerentemente insostenibile;
- parla di accelerazione dell'espansione economica quando in realtà il mercato azionario stesso (in stallo da 7 mesi) e altri indicatori (tra i quali quello disponibile al sito www.businesscycle.com) sembrano già mostrare la fine del boom post-boom in corso;
- parla di nuovi posti di lavoro quando i due terzi dei nuovi posti di lavoro generati negli ultimi mesi (peraltro ridicoli rispetto al totale di nuovi occupati delle precedenti riprese economiche) sono frutto di artifici statistici;
- parla di rafforzamento della domanda come causa parziale di pressioni inflazionistiche, come se quella domanda fosse causata da fattori ignoti, e non invece dagli stimoli monetari e fiscali (di natura inflazionistica);
- e parla infine del rialzo dei prezzi energetici come una componente inflattiva ma transitoria quando in realtà il prezzo del petrolio è in salita oramai da quasi tre anni.
Il sig. Greenspan deve purtroppo dare una qualche giustificazione al misurato rialzo dei tassi. E' necessario pertanto che dipinga un quadro roseo coerente con la nuova direzione di politica monetaria. Guai, infatti, se il mercato ricevesse l'ammissione ufficiale:
1) che il rialzo dei tassi (benché nella misura più moderata possibile) sta avvenendo proprio quando le droghe anabolizzanti iniettate nell'economia americana hanno cominciato ad esaurire i loro prodigiosi effetti;
2) che lo stesso rialzo, più che seguire lo slancio (già terminato) di una ripresa insostenibile, è necessario per evitare che l'eccesso di denaro profuso dalla FED cominci a causare danni sempre più visibili e, soprattutto, sempre più incontenibili.
*Murray N. Rothbard in Making Economic Sense, "Alan Greenspan: A Minority Report on the Fed Chairman", pag 293.
Greenspeak 22/07/2004 da usemlab.com
In un articolo del 1987 Rothbard scriveva di Greenspan*: "conobbi Alan trent'anni fa e da allora ho seguito la sua carriera con interesse... [ha] il dono di saper parlare senza dire assolutamente niente di chiaro e significativo, usando una confusa sintassi rococò".
Caratteristica che continua a contraddistinguerlo in ogni apparizione. Grazie a discorsi poco lineari, confusi, circolari e anche contraddittori il grande alchimista della Fed riesce a dire tutto e il contrario di tutto, non dicendo in realtà niente di nuovo e significativo.
Spicca comunque dell'altro dalle prime righe della sua ultima testimonianza: che Greenspan ci stia prendendo per il naso (impressione che si ha molto spesso anche leggendo i discorsi degli altri membri della Fed):
- parla di ripresa sostenibile quando in realtà la ripresa in corso, generata dai massicci stimoli monetari e fiscali degli ultimi anni, è causa di ulteriori squilibri (rispetto a quelli già esistenti 4 anni fa) e quindi, per definizione, inerentemente insostenibile;
- parla di accelerazione dell'espansione economica quando in realtà il mercato azionario stesso (in stallo da 7 mesi) e altri indicatori (tra i quali quello disponibile al sito www.businesscycle.com) sembrano già mostrare la fine del boom post-boom in corso;
- parla di nuovi posti di lavoro quando i due terzi dei nuovi posti di lavoro generati negli ultimi mesi (peraltro ridicoli rispetto al totale di nuovi occupati delle precedenti riprese economiche) sono frutto di artifici statistici;
- parla di rafforzamento della domanda come causa parziale di pressioni inflazionistiche, come se quella domanda fosse causata da fattori ignoti, e non invece dagli stimoli monetari e fiscali (di natura inflazionistica);
- e parla infine del rialzo dei prezzi energetici come una componente inflattiva ma transitoria quando in realtà il prezzo del petrolio è in salita oramai da quasi tre anni.
Il sig. Greenspan deve purtroppo dare una qualche giustificazione al misurato rialzo dei tassi. E' necessario pertanto che dipinga un quadro roseo coerente con la nuova direzione di politica monetaria. Guai, infatti, se il mercato ricevesse l'ammissione ufficiale:
1) che il rialzo dei tassi (benché nella misura più moderata possibile) sta avvenendo proprio quando le droghe anabolizzanti iniettate nell'economia americana hanno cominciato ad esaurire i loro prodigiosi effetti;
2) che lo stesso rialzo, più che seguire lo slancio (già terminato) di una ripresa insostenibile, è necessario per evitare che l'eccesso di denaro profuso dalla FED cominci a causare danni sempre più visibili e, soprattutto, sempre più incontenibili.
*Murray N. Rothbard in Making Economic Sense, "Alan Greenspan: A Minority Report on the Fed Chairman", pag 293.
