Macroeconomia H1n1: Perche' le borse non crollano??

e' tutto un discorso rischi benefici

i rischi si conoscono...i benefici no
ti pare poco?!

Non so, non so proprio.....io sò solamente che 500 anni fà la gente moriva, poi arrivarono i vaccini e le medicine.
Adesso che ci sono si snobbano.
Bòòòòò???
Io nel dubbio il vaccino me lo fò e casomai, fumo una sigaretta di meno quel giorno lì
 
Non so, non so proprio.....io sò solamente che 500 anni fà la gente moriva, poi arrivarono i vaccini e le medicine.
Adesso che ci sono si snobbano.
Bòòòòò???
Io nel dubbio il vaccino me lo fò e casomai, fumo una sigaretta di meno quel giorno lì



L'INFLUENZA "SPAGNOLA", UN'EPIDEMIA CREATA DALL'UOMO?
Nel 1948 Heinrich Mueller, già capo della Gestapo, disse agli interrogatori
della CIA che la più devastante piaga nella storia dell'umanità era stata
creata dall'uomo. Si riferiva alla pandemia dell'influenza del 1918-1919
che colpì il 20% della popolazione mondiale e che uccise tra i 60 e i 100
milioni di persone. Questo numero è pressoché tre volte maggiore al numero
di persone uccise e ferite nella I Guerra Mondiale, ed è paragonabile alle
perdite subite nella Seconda Guerra Mondiale, tuttavia questa piaga moderna
è passata nel dimenticatoio.

Mueller asseriva che l'influenza era parte di un'arma batteriologica
dell'esercito americano che in qualche modo infettò i soldati del Camp
Riley KS nel marzo del 1918 e si diffuse in tutto il mondo. Disse che
"divenne incontrollabile", ma non possiamo scartare l'orrenda possibilità
che "la spagnola" fosse una misura ad hoc per ridurrre drasticamente la
popolazione, e che potrebbe essere usata ancora.

I sintomi del 1918 erano così insoliti che dapprima la diagnosi fu
sbagliata, e si pensò che si trattasse di dengue, colera, o tifo. Un
cronista osservò: "Una delle complicanze più impressionanti era l'emorragia
delle mucose, specie quelle del naso, dello stomaco e dell'intestino. Si
verificarono pure sanguinamenti dalle orecchie ed emorragie petecchiali…
Un'altra caratteristica di questa pandemia fu che uccise perlopiù adulti
giovani, con il 99% delle vittime di età inferiore ai 65 anni di cui più
della metà tra i 20 e i 40 anni.

Ad una conferenza sulla guerra batteriologica indetta dai nazisti nel 1944
a Berlino, il generale Walter Schreiber, Capo dei Medici Militari
dell'esercito tedesco, disse a Mueller che nel 1927 aveva passato due mesi
in America, consultandosi con i suoi omologhi. Questi gli dissero che il
cosiddetto "virus colpo doppio" (Influenza Spagnola) era stato sviluppato
ed usato durante la guerra del 1914-18.
"Ma – secondo Mueller – sfuggì loro di mano ed invece di uccidere i
tedeschi che a quel punto si erano già arresi, si ritorse contro essi
stessi e quasi tutti gli altri" ("Capo della Gestapo: L'interrogatorio
della CIA del 1948 a Heinrich Mueller" Vol. 2, di Gregory Douglas, p. 106).
L'armistizio ebbe poi luogo l'11 agosto 1918. L'interrogante, James
Kronthal, capo agente CIA stazionato a Berna, USA, chiese a Mueller di
spiegare il termine "colpo doppio". La sua definizione mi ricorda l'AIDS.

Dice Mueller: "Non sono dottore, sapete, ma il ‘colpo doppio' riferito ad
un virus, o veramente ad un paio di virus, funzionava come un campione di
pugilato. Il primo colpo attaccava il sistema immunitario e rendeva la
vittima fatalmente suscettibile al secondo colpo, cioè ad una forma di
polmonite… è stato uno scienziato inglese a svilupparlo…

Dobbiamo credere a Mueller? Io direi di sì. Gregory Douglas, dopotutto, è
lo pseudonimo di suo nipote a cui Mueller ha lasciato le sue carte. In
genere una bufala non arriva a migliaia di pagine. L'interrogatorio prende
800 pagine. Le memorie 250 pagine. L'archivio di microfilm sembra coprire
addirittura 850.000 pagine. Infine, il materiale che ho letto io è
incredibilmente ben informato, coerente e pieno di rivelazioni plausibili.

CONCLUSIONI

Le cosiddette "élite" non hanno mai nascosto il loro desiderio di ridurre
la popolazione mondiale (Vedi "Lo sterminio delle popolazioni: come
avverrà?" di Alan Stang).
 
L'INFLUENZA "SPAGNOLA", UN'EPIDEMIA CREATA DALL'UOMO?
Nel 1948 Heinrich Mueller, già capo della Gestapo, disse agli interrogatori
della CIA che la più devastante piaga nella storia dell'umanità era stata
creata dall'uomo. Si riferiva alla pandemia dell'influenza del 1918-1919
che colpì il 20% della popolazione mondiale e che uccise tra i 60 e i 100
milioni di persone. Questo numero è pressoché tre volte maggiore al numero
di persone uccise e ferite nella I Guerra Mondiale, ed è paragonabile alle
perdite subite nella Seconda Guerra Mondiale, tuttavia questa piaga moderna
è passata nel dimenticatoio.

Mueller asseriva che l'influenza era parte di un'arma batteriologica
dell'esercito americano che in qualche modo infettò i soldati del Camp
Riley KS nel marzo del 1918 e si diffuse in tutto il mondo. Disse che
"divenne incontrollabile", ma non possiamo scartare l'orrenda possibilità
che "la spagnola" fosse una misura ad hoc per ridurrre drasticamente la
popolazione, e che potrebbe essere usata ancora.

I sintomi del 1918 erano così insoliti che dapprima la diagnosi fu
sbagliata, e si pensò che si trattasse di dengue, colera, o tifo. Un
cronista osservò: "Una delle complicanze più impressionanti era l'emorragia
delle mucose, specie quelle del naso, dello stomaco e dell'intestino. Si
verificarono pure sanguinamenti dalle orecchie ed emorragie petecchiali…
Un'altra caratteristica di questa pandemia fu che uccise perlopiù adulti
giovani, con il 99% delle vittime di età inferiore ai 65 anni di cui più
della metà tra i 20 e i 40 anni.

Ad una conferenza sulla guerra batteriologica indetta dai nazisti nel 1944
a Berlino, il generale Walter Schreiber, Capo dei Medici Militari
dell'esercito tedesco, disse a Mueller che nel 1927 aveva passato due mesi
in America, consultandosi con i suoi omologhi. Questi gli dissero che il
cosiddetto "virus colpo doppio" (Influenza Spagnola) era stato sviluppato
ed usato durante la guerra del 1914-18.
"Ma – secondo Mueller – sfuggì loro di mano ed invece di uccidere i
tedeschi che a quel punto si erano già arresi, si ritorse contro essi
stessi e quasi tutti gli altri" ("Capo della Gestapo: L'interrogatorio
della CIA del 1948 a Heinrich Mueller" Vol. 2, di Gregory Douglas, p. 106).
L'armistizio ebbe poi luogo l'11 agosto 1918. L'interrogante, James
Kronthal, capo agente CIA stazionato a Berna, USA, chiese a Mueller di
spiegare il termine "colpo doppio". La sua definizione mi ricorda l'AIDS.

Dice Mueller: "Non sono dottore, sapete, ma il ‘colpo doppio' riferito ad
un virus, o veramente ad un paio di virus, funzionava come un campione di
pugilato. Il primo colpo attaccava il sistema immunitario e rendeva la
vittima fatalmente suscettibile al secondo colpo, cioè ad una forma di
polmonite… è stato uno scienziato inglese a svilupparlo…

Dobbiamo credere a Mueller? Io direi di sì. Gregory Douglas, dopotutto, è
lo pseudonimo di suo nipote a cui Mueller ha lasciato le sue carte. In
genere una bufala non arriva a migliaia di pagine. L'interrogatorio prende
800 pagine. Le memorie 250 pagine. L'archivio di microfilm sembra coprire
addirittura 850.000 pagine. Infine, il materiale che ho letto io è
incredibilmente ben informato, coerente e pieno di rivelazioni plausibili.

CONCLUSIONI

Le cosiddette "élite" non hanno mai nascosto il loro desiderio di ridurre
la popolazione mondiale (Vedi "Lo sterminio delle popolazioni: come
avverrà?" di Alan Stang).


Quindi non capisco una cosa: questa pandemia è stata creata apposta per sterminarci?? Oppure il vaccino????
Io nel dubbio farò così: me ne vado in Africa a fare il missionario, così muoio pure prima e faccio del bene.
Così la smetto di farmi le pippe e il vaccino me lo bevo a colazione assieme alla grappa.
Non sò, non sò, credo che chiederò al mio dottore.
 
Non so dove è apparsa questa notizia, ma sembra che faccia riferimento all'ultimo report pubblicato dell'OMS:
http://www.who.int/csr/disease/swineflu/notes/h1n1_second_wave_20090828/en/index.html

Persiste una certa siperficialità e/o vera e propria alterazione di quanto riportato dal documento OMS.
Il fatto di dire che il 15% dellle persone colpite ha avuto mnecessità di essere ricoverata in terapia intensiva non sembra essere vero. Quello che dice il documento OMS è che il 15% delle persone ricoverate in ospedale ha avuto bisogno della terapia intensiva; i numeri coinvolti sono molto ma molto diversi. Riporto la frase che parla di questo del documento OMS (e che il giornalista estensore dell'articolo postato da guillermo01 sembra aver frettolosamente tradotto):
During the winter season in the southern hemisphere, several countries have viewed the need for intensive care as the greatest burden on health services. Some cities in these countries report that nearly 15 percent of hospitalized cases have required intensive care.

Resta ovvio che i dati potrebbero cambiare in futuro, ma che finora così non è avvenuto.
vediamo se ho ben capito

ho letto che il Portogallo stima 10 milioni di contagiati e che saranno 10 mila, cioè l'1%, ad aver bisogno di ricoveri ospedalieri

di questi
il 15% avranno bisogno di terapia intensiva
che fatti i calcoli fa 1500 persone


sono sempre tanti
ma non è così apocalittica


Infine
pare che il ceppo più insidioso sia quello che colpisce i polmoni con il DIPLOCOCCO si spera NON Difterico
che si combatte con una bella dose di antibiotici


sono questi batteri opportunisti che sono pericolosi
 
L'INFLUENZA "SPAGNOLA", UN'EPIDEMIA CREATA DALL'UOMO?
Nel 1948 Heinrich Mueller, già capo della Gestapo, disse agli interrogatori
della CIA che la più devastante piaga nella storia dell'umanità era stata
creata dall'uomo. Si riferiva alla pandemia dell'influenza del 1918-1919
che colpì il 20% della popolazione mondiale e che uccise tra i 60 e i 100
milioni di persone. ........
CONCLUSIONI

Le cosiddette "élite" non hanno mai nascosto il loro desiderio di ridurre
la popolazione mondiale (Vedi "Lo sterminio delle popolazioni: come
avverrà?" di Alan Stang).


Grande riferimento sanitario :V

Ecco il profeta, avvalla sicuramente le vostre tesi, incarna perfettamente il pensiero che portate avanti....

Non c'è che dire: con questo mi avete convinto, se lo dice Müller non si può che credergli: niente vaccino, ci vogliono sterminare tutti, passate parola:nnoo:

Da Wiki:

"Müller partecipò a moltissimi crimini perpetrati dai nazisti, specialmente dopo la decisione di attuare la "Soluzione finale", dopo la conferenza di Wannsee; difatti uno dei suoi diretti subordinati fu Adolf Eichmann, uno dei principali organizzatori e pianificatori dell'Olocausto."

:(
 
L'INFLUENZA "SPAGNOLA", UN'EPIDEMIA CREATA DALL'UOMO?
Nel 1948 Heinrich Mueller, già capo della Gestapo, disse agli interrogatori
.......

Ora non ho il tempo di cercare ulteriori informazioni e verifiche, ma mi lascia perplesso una cosa: se i nazisti erano a conoscenza di un tale crimine (perchè tale sarebbe) perchè non l'hanno usato come formidabile arma di propaganda?

Non dico che sia vero o falso (devo cercare le informazioni prima) ma il non uso di una simile notizia come arma politica e di propaganda me la rende un po' debole.
 
Ora non ho il tempo di cercare ulteriori informazioni e verifiche, ma mi lascia perplesso una cosa: se i nazisti erano a conoscenza di un tale crimine (perchè tale sarebbe) perchè non l'hanno usato come formidabile arma di propaganda?

Non dico che sia vero o falso (devo cercare le informazioni prima) ma il non uso di una simile notizia come arma politica e di propaganda me la rende un po' debole.




:up::up::up::up::up::clap::clap::clap::clap:
 
La peggiore epidemia della storia
NELL’OTTOBRE del 1918 il mondo stava ancora combattendo la prima guerra mondiale. La cessazione delle ostilità era vicina ma vigeva ancora la censura. Toccò perciò alla Spagna, in quanto nazione non belligerante, dare la notizia che in molti luoghi la gente si ammalava e moriva a un ritmo allarmante. Queste circostanze portarono a chiamare la malattia con il nome che l’avrebbe identificata per sempre: influenza spagnola.
La pandemia cominciò nel marzo 1918. Secondo molti ricercatori i primi focolai si svilupparono nello stato americano del Kansas. Da lì si sarebbe poi diffusa in Francia, portata dai soldati americani. Dopo un improvviso aumento del numero delle vittime, a luglio del 1918 sembrava che il peggio fosse passato. I medici non sapevano che la pandemia si era arrestata solo per colpire in seguito con maggiore virulenza.
Quando l’11 novembre 1918 la prima guerra mondiale finì, il mondo era in festa. Paradossalmente, quasi nello stesso tempo, la pestilenza si stava propagando in tutto il mondo. Ormai la notizia si era diffusa a livello internazionale. Pochi di quelli che scamparono al flagello non ne furono toccati in qualche modo, e tutti conobbero la paura. Un autorevole istituto di ricerca sull’influenza ha osservato: “Nel 1918 negli Stati Uniti la probabilità di vita scese di oltre 10 anni”. In che modo questa pestilenza era diversa dalle altre?
Una pestilenza senza precedenti
Una differenza allarmante fu la rapidità con cui la malattia insorgeva. In che senso? In un recente libro sull’influenza spagnola, lo scrittore John M. Barry cita le seguenti testimonianze scritte risalenti a quei giorni: “A Rio de Janeiro un uomo chiese informazioni con un tono di voce perfettamente normale a Ciro Viera Da Cunha, uno studente di medicina che aspettava il tram, e poi stramazzò a terra, morto. A Città del Capo, in Sudafrica, Charles Lewis era appena salito su un tram per il tragitto di cinque chilometri fino a casa, quando il bigliettaio cadde a terra e spirò. Nei successivi cinque chilometri sei persone a bordo morirono, compreso il conducente”. (The Great Influenza) Tutti erano stati uccisi dall’influenza.
Ci fu poi la paura, la paura dell’ignoto. La scienza non poteva spiegare la causa della malattia e le modalità della diffusione. Le autorità adottarono misure per tutelare la salute pubblica: i porti vennero isolati, le sale cinematografiche, le chiese e altri locali pubblici furono chiusi. Per esempio a San Francisco, in California, alla popolazione fu ordinato di portare mascherine per proteggersi dal contagio. Chi fosse stato trovato in pubblico senza mascherina sarebbe stato punito con una multa o con il carcere. Ma niente sembrava efficace. Queste misure si rivelarono insufficienti e tardive.
La paura era alimentata anche dal fatto che l’influenza colpiva in modo indiscriminato. Per cause ancora da chiarire, la pandemia del 1919 non colpì principalmente le persone anziane; si abbatté invece su giovani sani, provocandone la morte. La maggior parte delle vittime dell’influenza spagnola erano giovani adulti fra i 20 e i 40 anni.
Oltre a ciò, l’epidemia fu davvero mondiale. Raggiunse perfino le isole tropicali. Il virus fu portato nelle Samoa Occidentali, le odierne Samoa, da una nave che arrivò il 7 novembre 1918: nel giro di due mesi uccise all’incirca il 20 per cento dei 38.302 abitanti. L’epidemia funestò tutte le principali nazioni del mondo.
Un altro aspetto fu l’enorme portata di questo flagello. Negli Stati Uniti l’influenza colpì subito e con particolare virulenza la città di Filadelfia, in Pennsylvania. A metà di ottobre del 1918 non c’erano più bare a sufficienza. “Un fabbricante di bare disse che se ne avesse avute 5.000 le avrebbe vendute in due ore. A volte l’obitorio comunale aveva una quantità di cadaveri dieci volte superiore alle bare”, scrive lo storico Alfred W. Crosby.
In un periodo relativamente breve l’influenza mieté un numero di vittime superiore a quello di qualsiasi altra pandemia della storia. Secondo calcoli generalmente accettati, in tutto il mondo i morti furono 21 milioni, ma alcuni esperti sostengono che questa cifra sia bassa. Oggi alcuni epidemiologi avanzano l’ipotesi che il numero di morti sia stato di 50 milioni se non addirittura di 100 milioni. Barry, citato in precedenza, osserva: “In un anno l’influenza uccise più persone di quante ne morirono in un secolo nel Medioevo per la peste nera; nell’arco di ventiquattro settimane uccise più persone di quante ne abbia uccise l’AIDS in ventiquattro anni”.
Incredibilmente, tra gli americani il numero di persone che morirono in un anno a causa dell’influenza spagnola superò il numero dei caduti nelle due guerre mondiali. La scrittrice Gina Kolata spiega: “Se una pandemia del genere scoppiasse oggi, uccidendo un’analoga frazione della popolazione americana, morirebbero un milione e mezzo di individui, più di quelli deceduti in un singolo anno per infarto, cancro, ictus, malattie polmonari croniche, AIDS e morbo di Alzheimer messi insieme”.
In poche parole, l’influenza spagnola fu la pandemia più devastante della storia. Di che aiuto fu la scienza?
La scienza non poté nulla
All’inizio della prima guerra mondiale sembrava che la medicina avesse compiuto grossi passi avanti nel combattere le malattie. Anche durante il conflitto i medici erano orgogliosi dei risultati ottenuti nel limitare gli effetti delle malattie infettive. In quei giorni una rivista (The Ladies’ Home Journal) scrisse che nelle case americane non c’era più bisogno di allestire una camera ardente per piangere i defunti. Suggerì che la camera ardente fosse ribattezzata “camera degli ospiti”. Poi però arrivò l’influenza spagnola e la medicina poté poco o nulla.
Crosby scrive: “Nel 1918 i medici parteciparono tutti al più grande fallimento della medicina del XX secolo o, prendendo come parametro il numero delle vittime, di tutti i tempi”. Per non attribuire la colpa solo alla classe medica, Barry fa la seguente osservazione: “Allora gli scienziati comprendevano bene l’entità della minaccia, sapevano come curare diverse polmoniti secondarie batteriche e fornirono informazioni utili per la salute pubblica che avrebbero salvato decine di migliaia di vite negli Stati Uniti. I politici ignorarono quei consigli”.
Pertanto, cosa abbiamo imparato oggi a oltre 85 anni da quella terribile pandemia? Cosa la provocò? Potrebbe ripetersi? E se lo facesse, avremmo i mezzi per sconfiggerla? Forse alcune risposte vi sorprenderanno.
[Note in calce]
Con il termine epidemia si intende il manifestarsi di una malattia infettiva in una determinata località: un paese, una città o un’intera nazione. La pandemia è un’epidemia mondiale.
Epidemia: Storia della grande influenza del 1918 e della ricerca di un virus mortale, trad. di L. Serra, Mondadori, Milano, 2000, p. 11.
[Testo in evidenza a pagina 6]
La maggior parte delle vittime dell’influenza spagnola erano giovani adulti fra i 20 e
 
Pedaggio
La pestilenza si lasciò dietro un vertiginoso pedaggio di decessi stimato fra i 20.000.000 e i 27.000.000. Il dott. Edwin Oakes Jordan, noto batteriologo americano, nel suo Epidemic Influenza, stampato nel 1927, cita il totale dei decessi causati dall’influenza come 21.642.283. Di questi quasi 16.000.000 si ebbero in Asia, più di 2.000.000 in Europa, più di 1.300.000 in Africa e più di 1.000.000 nell’America Settentrionale. I decessi nell’America Meridionale furono elencati come 327.000. Australia e Oceania insieme subirono insieme oltre 1.000.000 di decessi.
L’influenza fece mettere a letto circa 500.000.000 di persone. La pestilenza fu particolarmente pericolosa per le donne incinte. Così, in milioni di case, ci fu una doppia tragedia.
I letali germi dell’influenza scomparvero quasi così rapidamente come eran venuti. Dove andassero rimane un mistero per la medicina fino a questo giorno. Poiché il virus dell’influenza spagnola non fu mai visto al microscopio in quel tempo, oggi gli scienziati non sanno se quel virus letale differisce nell’aspetto dal virus dell’influenza asiatica dei recenti anni.
Gli uomini della pubblica sanità di quel tempo ammisero che ogni sforzo umano sembrava inutile per fermare la pestilenza e che i più esperti medici del mondo non erano stati in grado di limitare la durata dell’epidemia.
 

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