eccone un altro
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Renzo Bossi contro Gigi Riva: “Non tifo Italia”. “Allora vattene”
pubblicato il
20 aprile 2010 alle
18:39 dallo stesso autore -
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Il figliolo del Senatùr dichiara che non sta con gli azzurri in occasione del Mondiale in Sudafrica. Il team manager azzurro, ex grande calciatore del Cagliari, gli risponde che allora sarebbe il caso di andarsene dal paese.
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Il padre è
Umberto Bossi e lui,
Renzo, 22 anni, è il primogenito della maestra elementare
Manuela Marrone e del leader della
Lega (che aveva già
Riccardo, dal primo matrimonio). È uscito vincitore, anche morale, dalle ultime
Regionali: dopo tutte le polemiche che la sua candidatura aveva suscitato – anche all’interno del partito – ha preso 13 mila preferenze nella provincia di
Brescia, ed è il più giovane consigliere regionale mai eletto in
Lombardia. Intervistato da
Vanity Fair Renzo Bossi annuncia che non farà il tifo per gli azzurri nei mondiali di calcio. Seguirà gli azzurri al Mondiale di Sudafrica?, chiede il settimanale «
No, non tifo Italia». Non si sente italiano? «
Bisogna intendersi su che cosa significa essere italiano. Il tricolore, per me, identifica un sentimento di cinquant’anni fa». Conosce l’Italia meridionale? «
Mai sceso a Sud di Roma».
ROMBO DI TUONO! – «
Se non sta bene può anche andarsene dall’Italia, nessuno ne farà una malattia…», risponde Gigi Riva, team manager azzurro, a Renzo Bossi, che al settimanale Vanity Fair ha detto che ai prossimi Mondiali non tiferà Italia e che il tricolore «è un sentimento di 50 anni fa». «È un’affermazione stupida e grave – continua Riva – se inizia così in politica non va molto lontano. Forse ha voluto farsi conoscere dicendo qualcosa di clamoroso, di esaltante. Ma l’Italia viene prima di lui e resterà anche dopo di lui. La Nazionale è sempre adoperata fuori luogo». Per l’ex Rombo di tuono la maglia azzurra «è l’unica cosa che ancora unisce. La politica ha toccato il fondo. Nel 2006 la vittoria mondiale e il calcio hanno salvato il Paese – conclude -. Hanno dato un’immagine positiva in tutto il mondo, cosa che la politica non ha dato».
VISTO CHE NON STA BENE … – «
Non riesco davvero a capire un’affermazione del genere – insiste
Riva -.
È come se un bambino di otto anni che viene punito dalla madre e per ripicca le dice ‘non ti voglio più benè. È davvero una cosa da bambini. È un’affermazione che non deve nemmeno essere presa in considerazione».
Riva stigmatizza le polemiche e il gossip mediatici. «
In tv ormai danno spazio a chiunque. C’è gente che partecipa a 26 programmi a settimana… Siamo stufi di vedere e sentire cose che tutto sommato non cambiano niente. Sono bisticci per dire ‘il giocattolo è miò. La nazionale? C’è gente che fa sacrifici enormi per andare in Sudafrica. Poi ci sono state anche queste minacce dei talebani. Tutte cose che ti possono mettere alle spalle sempre un pò di timori… La maglia azzurra è l’unica cosa che ancora unisce l’Italia tra il protagonismo politico e il gossip tv». La definizione di «sentimento di 50 anni fa» dato da
Bossi jr al tricolore fa sobbalzare
Riva.
ALTRO CHE FINI… - «
Quando sento l’inno io ho sempre un brivido freddo che mi passa lungo la schiena. Io sono uno che si rifugia ancora in questi valori, perchè gli altri non meritano di essere seguiti. In questa situazione rivedo i ricordi di Paesi sudamericani di tanti anni fa dove il calcio mascherava i problemi reali. Nel 2006 abbiamo avuto questa soddisfazione, che il Paese e il calcio sono stati salvati proprio dalla vittoria mondiale. Allora il calcio ha dato un’immagine positiva a tutto il mondo, a livello politico non dobbiamo essere orgogliosi proprio di niente. C’è stato un Paese che fatica ed è andato solo dall’alto in basso». «
Se oggi siamo apprezzati e stimati – continua –
è per quel mondiale, troviamo negli aeroporti in giro per il mondo centinaia di persone che stanno aspettare la nazionale e la maglia azzurra. Possono essere anche stranieri, abbiamo trovato ragazzi con l’immagine dell’Italia perfino alle isole Faroer…».