Telecom Italia (TIT) Hanno deciso di prenderci per il kulo

Nel mirino dell'Authority il costo delle ricariche e Telecom sbanda in Borsa
10/01/2007 18.30

http://libero.milanofinanza.it/news/dettaglio_news.asp?id=200701101604146507&chkAgenzie=TMFI

Finisce nel mirino dell'Authority il costo delle ricariche e Telecom Italia sbanda in Borsa. Di riflesso anche alle dichiarazioni del ministro per lo Sviluppo economico sull'abolizione dei costi di ricarica per i telefoni cellulari, a piazza Affari il titolo del gruppo tlc oggi ha perso il 2,06% scivolando a quota 2,335 euro, la peggiore performance tra le blue chip, complice anche il trend settoriale europeo non eccezionale (-1,86% lo Stoxx).

Nel dettaglio, il Governo interverrà sul costo delle ricariche dei telefonini qualora l'Autorità non proceda per una riduzione dei costi stessi su cui la pronuncia dell'organismo di garanzia ''è imminente'', ha spiegato oggi Pierluigi Bersani, chiarendo l'''iter'' con cui intende procedere per abolire questo costo.

Sullo strumento con cui intervenire, il ministro ha sottolineato che non sarà un decreto legge e che intende ''procedere con un ddl, seguendo così il percorso parlamentare''. D'altra parte per il ministro non è accettabile che ci sia un meccanismo per cui "chi consuma di meno paga di piu'''. E cioè chi fa una ricarica da 10 euro paga 2, chi ne fa una da 30 paga 5 e cosi via.

''Che cos'è una tassa al contrario? Il cittadino deve pagare per il traffico che consuma'', ha rimarcato Bersani, non nascondendo peraltro che un intervento di questo genere ''ha una rilevanza enorme'', perchè costa, ma ''vogliamo che il consumatore abbia più trasparenza''. Con il pagamento delle schede telefoniche si paga infatti un extra profitto "di cui non si capisce la motivazione".

Quindi o l'Autorità delle tlc verifica di avere la possiblità di correggere questa stortura ''oppure proporremo al Parlamento una norma che superi questo meccanismo'', ha concluso il ministro. Ma l'Autorità sta già lavorando a tre ipotesi di intervento sulle ricariche telefoniche. La prima ipotesi è quella di un'eliminazione, per tutte le offerte, dell'attuale struttura tariffaria a due parti, sostituendola con ''una struttura tariffaria unitaria dove il valore facciale della ricarica corrisponda integralmente al valore di traffico telefonico acquistato''.

La seconda prevede invece la rimodulazione dell'entità dei contributi di ricarica correnti, eliminandone il carattere regressivo attraverso l'introduzione di criteri di proporzionalità rispetto all'entità del controvalore dei servizi acquistati, garantendo così una maggiore aderenza ai costi effettivamente sostenuti dagli operatori. La terza ipotesi prevede una coestistenza temporanea (non meno di 12 mesi) sul mercato delle due prime soluzioni.

Ci vorrà in ogni caso almeno un mese per decidere in merito. Ricordiamo che nel 2005 il fatturato da ricariche è stato di circa 1,7 miliardi di euro, ma secondo un'indagine dell'Agcom solo circa il 45% circa di tale importo è giustificato da costi effettivamente sostenuti dagli operatori. L'intera eliminazione della ricarica sarebbe dunque una notizia negativa per il titolo Telecom Italia che ricava quasi 700 milioni di euro dalle ricariche, con una marginalità intorno al 50%.
"La misura, sempre che sia attuata in questi termini, impatterebbe negativamente sull'utile ante-imposte del gruppo per circa 350 milioni di euro, pari al 6% delle nostre stime di utile per il 2007", ha calcolato l'esperto di una sim milanese che al momento mantiene il giudizio di buy (comprare) e il target price a 3 euro su TI.
Chi invece lo ha già rivisto è stata Cheuvreux che oggi ha tagliato il prezzo obiettivo di Telecom a 2,3 da 2,4 euro, confermando a underperform (farà peggio del mercato) il rating sul titolo, dopo aver ridotto a sua volta la stima di Eps 2007 a 0,15 da 0,16 euro e a 0,17 da 0,18 euro per il 2008.
D'altra parte, come hanno rilevato anche gli analisti di Kepler, l'Ebitda generato dalle ricariche ammonta a 500 milioni di euro all'anno per Telecom Italia, circa il 3,8% dell'Ebitda totale 2007. "Di conseguenza, qualora venisse eliminato in toto, l'impatto sul target price attualmente di 2,4 euro sarebbe di 0,2 euro", hanno valutato a quest'altra banca d'affari confermando il giudizio di hold (tenere in portafoglio) sull'azione come Deutsche Bank, che ha un target price a 2,4 euro, ed Euromobiliare sim che ha un prezzo obiettivo a 2,3 euro.

Di riflesso a Telecom Italia, in Borsa oggi hanno perso terreno anche Pirelli & C. (-0,33% a 0,785 euro), all'indomani della stipula con Quattroduedue, holding olandese che fa capo a Vincenzo Manes a sua volta azionista di controllo di Intek, di un accordo di put & call relativo alle circa 14,9 milioni di azioni (7,04%) possedute dalla Bicocca in Gim, Camfin (-1,61% a 1,528 euro)
e
Telecom Italia Media, scesa dello 0,25% a quota 0,361 euro.
Quest'ultima ha pagato le dichiarazioni di Lorenzo Pelliccioli, Ad del gruppo De Agostini che oggi ha ufficializzato l'acquisizione del controllo (53,5%) di Magnolia, una delle più note società italiane di produzione Tv, che escludono un interesse a investire in Telecom Italia Media, che controlla Mtv Italia e La7. Il manager ha inoltre sottolineato di essere più interessato a comprare contenuti, piuttosto che piattaforme di distribuzione.
Si è spenta così la speculazione sulla possibile vendita di TI Media, scommessa che più volte il mercato ha rilanciato, puntando proprio sulla società di Novara come possibile acquirente dal momento che, con una disponibilità di cassa di 600-700 milioni di euro, De Agostini non avrebbe particolari problemi a rilevare il controllo di Telecom Italia Media che capitalizza poco meno di 1,2 miliardi di euro.

Francesca Gerosa
 
dopo le intercettazioni telefoniche
ora c'è il problema del controllo mentale

http://www.etleboro.com/view_news.php?lan=ita&id=2060

Quando gli errori sono più di una coincidenza

Le anomalie del sistema di antenne della trasmissione wireless potrebbero essere molto più di un semplice errore, e così rivelare una loro diversa funzione. Dietro di loro il fantasma del controllo delle masse mediante la produzione di microonde ELF e DOR .



La maggiore diffusione degli strumenti HiTech sta portando ad un continuo proliferare nelle zone più disparate di sistemi di antenne per la trasmissione mediante wireless delle informazioni. Questi sistemi vengono spesso identificati come la causa scatenante della produzione di onde ELF e DOR, cioè destinate pertanto al controllo mentale della popolazione, e alla produzione di “Bioenergia” con effetti negativi sulla stessa.
Sono affermazioni a cui è difficile dare una spiegazione obiettiva e soprattutto una dimostrazione ineccepibile. Senza particolari strumentazioni, è tuttavia possibile effettuare un’analisi (anche se non troppo particolareggiata), sulla disposizione di queste antenne ed evidenziarne eventuali incoerenze soprattutto in ambito economico in modo da dimostrare che hanno ben altri scopi.
Bisogna sapere che quando vengono progettate “le strade dell’energia”, quindi i sistemi di tralicci con i cavi per il trasporto dell’energia elettrica, si fa un budget di spesa. Quindi in fase di progettazione è importante utilizzare quanti meno tralicci possibili e utilizzare tralicci che costino meno, in relazione ai fattori di resistenza per reggere il peso dei cavi. Per analogia ora si può ragionare riferendosi al sistema di antenne, che da un po’ di tempo a questa parte sono considerati come sistemi di trasmissione dati per l’internet wireless (antenne Directional Log Periodic). Dai dati raccolti dalle ditte produttrici, questi tipi di antenne vengono commercializzate come “antenne Log-Periodic presentanti un elevato guadagno direzionale e le cui prestazioni permettono la connessione dove le distanze sono significative”. Quindi, come i sistemi di trasmissione telefonica, dovrebbero avere un raggio di azione di diversi chilometri, e vengono utilizzati proprio per tale motivo. Inoltre tali antenne vengono posizionate ad una distanza l’una dall’altra pari a circa il doppio della distanza del raggio di azione, per cui le distanze indicate dai produttori si raddoppiano in relazione a tale osservazione. Fatte queste considerazioni, possiamo considerare una città a caso, identificare sistemi di antenne comunicanti tra loro, riportare le posizioni su di una cartina ed individuare le distanze.
La città che abbiamo scelto è Rimini, e nella cartina sottostante vengono riportate le posizioni, ogni posizione verrà correlata da un foto, in modo da darne un’identificazione univoca.

Posizione delle torri di trasmissione
elf_dor_cartina.jpg






1--Viale Regina Elena, angolo Viale Boccaccio
2--Palazzina Poste Centrali, zona Arco d'Augusto
3--Stazione TIM, pressi di Edifici Comunali
4-- Via Marecchiese

view_news.php



Poiché la cartina è correlata di scala, è possibile notare le distanze tra gli apparati, che si aggirano intorno ad un valore medio di un chilometro - soprattutto considerando le torri 2, 3 e 4 - e quindi di conseguenza, dislocate come se avessero un raggio di azione intorno ai 500 metri . Queste misure erano già state notate, ma mai comprovate mettendo le posizioni in relazione tra di loro e mettendo il tutto nero su bianco.

E’ chiaro che il posizionamento è antieconomico, ritarderebbe cioè nel tempo un rientro economico a causa del maggiore numero di apparati che viene utilizzato. Per chiarirci, nessuna azienda farebbe un ragionamento analogo, perché cercherebbe di sfruttare al massimo degli apparati che possono funzionare benissimo su lunghe distanze. Per esempio una compagnia telefonica, non userebbe gli apparati più costosi, per ottenere una maggiore banda passante, in modo da garantire il servizio anche durante i picchi di trasmissione nelle festività ma si limiterebbe a garantire il traffico che si registra durante il 99% dell’anno, senza considerare i picchi.

Altre considerazioni possiamo fare sulle ditte produttrici, considerandone una che opera in ambito italiano ( forse l’unica, è da constatare) come la Calearo . Questa ditta non si limita alla produzione di antenne, ma fornisce ai comuni sistemi di video sorveglianza, sistemi Smart Card basati su tecnologia RFID, speciali sistemi d’antenna per le forze dell’ordine ed i servizi pubblici (polizia, vigili del fuoco, taxi, ambulanze) e fornisce tutti i sistemi di integrabilità ed interoperabilità con le strutture informatiche esistenti (videosorveglianza su rete UMTS/HSDPA).

Lei da sola può creare un piccolo grande fratello e nel contempo l’azienda mantiene stretti contatti con importanti istituti internazionali, come testimonia ad esempio la relazione con la Ohio State University, che sta informatizzando con sistemi wireless gli istituti scolastici dello Stato. Questa università ha studiato questo tipo di impianti, come le connessioni wireless per la videosorveglianze ed internet, per il controllo sulle masse basandosi sulle frequenze bioelettriche,


Possono essere queste delle piccole coincidenze in riferimento alle tecnologie impiegate ed alla disposizione degli apparati di antenne, tuttavia questo modo di disporre le antenne sta diventando molto frequente, soprattutto in America, e non crediamo che siano tutte delle coincidenze. Sarà forse un errore intenzionale.

Inoltre sappiamo bene che la maggiore concentrazione di antenne con un alto rendimento sulle lunghe distanze, avrà ancor più efficacia sulle distanze più contenute rispetto alla potenza di trasmissione, e quindi vi sarà un maggiore flusso di onde. il ravvicinamento tra le antenne, senza un’apparente spiegazione economica e senza una necessità di copertura è in ogni caso controproducente e dannoso per la salute delle persone che si trovano in quelle zone.

Se la posizione delle antenne non ha una spiegazione tecnica, né economica - infatti la logica avrebbe dettato altri criteri di disposizione - allora vuol dire che hanno un altro obiettivo. Come giustificare questo maggior costo? Se queste antenne producono onde ELF, potrebbero influire in maniera negativa sulle persone, considerando che il corpo umano è una macchina bioelettrica, possono influire sullo stato empatico delle persone sino ad influirne sul comportamento.

La nostra domanda dunque è: perché avete disposto in questo modo tali antenne, qual è il loro vero scopo?



A questo punto ciò che all’inizio sembrava essere uno svantaggio economico (maggior costo) potrebbe diventare esattamente il contrario, poiché tutto il sistema sembrerebbe essere stato ottimizzato in funzione di una molteplicità di variabili prima non considerate. E’ un po’ come per tutte le scelte dei veri padroni del mondo, la guerra per esempio ha una molteplicità di “vantaggi”: indebolisce economicamente i popoli, fa arricchire con la vendita delle armi e limita la crescita esponenziale della popolazione mondiale. Il vantaggio in questo caso specifico è molto soggettivo, visto che con questi apparati informatici siamo sempre più controllati e quindi controllabili.


Etleboro Emilia Romagna
 
Telecom Italia in cambio del gas russo?

La Russia gioca la sua carta vincente per farsi strada nei settori chiave del potere, e dopo la combinazione gas contro nucleare con l'Algeria, rilancia con gas contro telecomunicazioni con l'Italia. Alcune fonti trapelate da Mosca, hanno ipotizzato una possibile partecipazione dell'operatore russo Sistema in Telecom Italia tramite un'operazione con Pirelli.
L'attenzione degli operatori russi ricade così sul settore delle comunicazioni e delle nuove tecnologie, dopo essersi garantiti un posto d'eccellenza in quello del gas grazie alla proficua collaborazione con Eni.

Il gruppo italiano ha infatti chiuso con Gazprom un accordo che riguarda tutte le tappe che vanno dalla produzione alla commercializzazione di petrolio, gas, elettricità e gas naturale liquefatto (GNL): il gigante russo potrà così vendere la sua produzione sul mercato italiano senza intermediario. In scambio, Eni sarà associato alla ricerca di sorgenti di idrocarburi in Russia, e potrebbe prendere una partecipazione nell'immenso campo gassifico siberiano di Ioujno-Rousskoïe, con prospettive anche in Kazakistan e nel mare del Barents. È solo un accordo che rinforza un'antica amicizia, che ha portato alla costituzione della Blue Stream Pipeline Company, per il gasdotto della Turchia che giunge poi sino in Italia.


L'Italia costituisce il terzo più grande mercato europeo del gas naturale, coperto per l'86% dalle importazioni russe, che vanno così ad alimentare il 28% del bilancio energetico italiano. Forse è per tale motivo che Poutin ha definito l'Italia un "partner maturo", il solo in Europa sui cui fare affidamento, a contrario di altri, di cui non ha pronunciato il nome. In ogni caso i negoziati con il primo ministro italiano Romano Prodi martedì a Sotchi sono stati molto positivi arrivando così ad una nuova tappa di questa cooperazione nel settore energetico, che avrà dei riscontri anche per l'economia finanziaria e monetaria dei due paesi.
Si è tenuto inoltre a precisare che questa collaborazione deve estendersi a differenti rami della ricerca e delle innovazioni, nel settore dell'HiTech e dell'industria aerospaziale, della difesa, e, dulcis in fundo, delle telecomunicazioni.


Il consorzio russo di servizi Sistema, secondo il quotidiano finanziere russo Kommersant, sarebbe infatti interessato ad una partecipazione in Telecom Italia, così come un altro gruppo russo, privato, la Alfa Group sta cercando di acquistare il 20% del capitale del britannico Vodafone, per poi interessarsi anche a France Télécom e Deutsche Telekom.Le brame dei russi non si fermano all'Italia, in quanto lo stesso Sistema ha fatto intendere che è interessato anche agli scambi attivi con Deutsche Telekom, così come vorrebbe portare ad altissimi livelli la Sitronics, che produce semiconduttori per l'elettronica del grande pubblico, per poter fare concorrenza con Alcatel o Lucent .

Sistema sarebbe interessato così dall'acquisizione di una partecipazione minoritaria in Telecom Italia, mediante un'operazione con Pirelli che le attribuirebbe l'ingresso nel capitale di Olimpia, la holding che controlla Telecom Italia. La Pirelli a sua volta non ha né smentito né confermato questa notizia, lasciando per il momento la decisione al miglior offerente: al momento preme per una partecipazione in Olimpia anche l'indiana Hinduja.
Inoltre, i recenti scandali che stanno lacerando dall'interno Telecom e Pirelli, dopo lo scandalo delle intercettazione e la scoperta, ormai quotidiana, di dossier scandalo sulle due società, potrebbero portarci a pensare che esiste una regia di fondo a questi eventi che sta cercando a tutti i costi di strappare a tutti i costi le telecomunicazioni all'Italia.

Sebbene non sia palese e immediato il collegamento, c'è qualcosa che unisce l'Italia e la Russia proprio mediante la Pirelli e Gazprom, un filo conduttore che ha molteplici sfumature.
La Pirelli ha infatti partecipato alla costruzione del tunnel che attraversa l'adriatico per collegare l'Albania e l'Italia, che rientra in un progetto di sfruttamento delle fonti idriche albanesi. Questo primo progetto è stato abbandonato, tuttavia il tunnel sarà utilizzato come pipeline per collegare la rete italiana al gasdotto Ambo, e così alla Bluestream.
corridoio_VIII.jpg

Allo stesso modo la Russia sembra sempre più interessata alle nuove tecnologie(al controllo delle masse mediante la produzione di microonde ELF e DOR), al settore aerospaziale e all'energia elettrica, e utilizza il gas solo come un'arma per ottenere quei settori strategici che le consentiranno si consolidare in futuro la sua indipendenza e il suo potere.

http://www.leblogfinance.com/2006/10/la_russie_renfo.html
 
tontolina ha scritto:
video delle IENE sulla rete telecom e l'uso della nostra linea telefonica a spese nostre

http://www.iene.mediaset.it/video/video_1863.shtml

DIRE CHE è UNA GRAVE INCURIA è DAVVERO POCO

ADDIRITTURA SI PUò UTILIZZARE ED INTERCETTARE IL TELEFONO DEL TRIBUNALE!
Telecom Italia subisce il “warning” di Deutsche Telekom, sarà concreto l’interesse di Yevtuschenkov?
Lunedí 29.01.2007 14:32
Ci mancava solo il profit warning di Deutsche Telekom per affossare definitivamente il titolo Telecom Italia in borsa. Per la seconda volta in soli sei mesi il colosso telefonico tedesco ha tagliato le stime sui risultati 2007 (Ebitda visto ora a 19 miliardi di euro, dai precedenti 19,7-20,2 miliardi) a causa della concorrenza esistente in Germania e dell’andamento dei cambi, annunciando che investirà più di quanto pianificato per incrementare il business nella telefonia mobile e a banda larga. Immediata e pesante la reazione del listino, col titolo che a Francoforte è arrivato a perdere oltre il 6% prima di abbozzare un debole recupero.

Anche perché oltre che dal mercato la bocciatura è arrivata senza incertezze anche dagli analisti: quelli di Citigroup, in particolare, ora consigliano di vendere (“sell”) il titolo, in precedenza giudicato da tenere in portafoglio (“hold”), nel timore che le operazioni domestiche possano andare di male in peggio nel 2007. La competizione si intensificherà, la sostituzione tra operatori di telefonia mobile accelererà e i cavi emergeranno come una nuova minaccia strategica, secondo gli esperti americani, che puntano il dito sulla rigidità del mercato del lavoro tedesco, che continuerà a a pesare sui bilanci di Deutsche Telekom che dovrà utilizzare i risparmi di costo realizzati in altre aree per cercare di mantenere la quota di mercato.

Un’analisi che rischia di attagliarsi molto bene anche a Telecom Italia, da tempo sofferente di problemi analoghi (crescente competizione in casa, difficoltà a tagliare i costi ed in particolare a ridurre il personale) oltre che di pecche proprie come in particolare la pressoché totale assenza, se si esclude il Brasile, dai mercati emergenti, gli unici con la loro crescita in grado di offrire un’alternativa strategica alla lenta ma costante erosione di quote di mercato domestico per l’ex monopolista italiano.

Difficoltà che sommate alle incertezze ai vertici e ai timori degli analisti sul reale andamento dei conti in casa Telecom Italia (specie dopo il via libera al taglio dei costi di ricarica dei cellulari in Italia) rendono l’investimento sul titolo telefonico italiano sempre più rischioso, salvo che non si voglia scommettere su novità importanti all’interno del capitale. In questo senso l’ultima pista da seguire con attenzione sembra quella russa, dopo che a margine del forum economico di Davos Vladimir Yevtushenkov, presidente e maggiore azionista del gruppo russo AFK Sistema, ha confermato che sono in corso colloqui in corso con Pirelli Spa per l’acquisto di un pacchetto di azioni Telecom Italia. Sulla concretezza di tale interesse, tuttavia, non sono in molti a scommettere.

I soldi a Yevtuschenkov, ex tecnico del settore chimico-plastico assurto alle luci della ribalta dopo l’elezione a sindaco di Mosca del suo amico Yuri Luzhkov, non mancano di certo: Forbes stimava che disponesse a fine 2006 di un patrimonio personale di 6,3 miliardi di dollari, che lo rendeva il più ricco uomo d’affari russo tra coloro che non avevano accumulato fortune partendo dal settore delle materie prime. Sistema è infatti un agglomerato che riunisce sotto di sé quasi 200 aziende che vanno dai produttori microchip ai negozi di giocattoli, ma le partecipazioni principali sono rappresentate da MGTS e MTS, vale a dire i principali operatori russi nella telefonia fissa e in quella mobile. Il nome di Yevtuschenkov e Afk Sistema non è tuttavia nuovo a Piazza Affari, dato che giusto un anno fa l’allora ministro delle Attività Produttive, Claudio Scajola, aveva firmato un protocollo d’intesa col quale la stessa Sistema si impegnava ad acquisire e riattivare le attività del gruppo Finmek.

Impegno che a distanza di un anno, ha dichiarato il ministro per lo Sviluppo Economico Pierluigi Bersani, non ha portato ad alcun risultato. “Dopo un anno - ha afferma il ministro rispondendo ad un’interrogazione in un question time alla Camera - abbiamo dovuto registrare che la società indicata non aveva intenzione di tradurre tutta la discussione svoltasi in un’impegnativa offerta d’acquisto (nonostante le manifestazioni di interesse più volte reiterate). Ne abbiamo preso atto e, a breve, avvieremo un nuovo procedimento di gara per la ricollocazione del sito produttivo”. Se il buon giorno si vede dal mattino, non sarà Yevtuschenkov a riportare la serenità attorno al titolo Telecom Italia.

http://canali.libero.it/affaritaliani/Rubriche/texcolumn/textelefonici2901.html
 
anche in america non se la passano bene però là almeno i ricavi salgono
peccato non poter sapere il motivo del calo degli utili (se dovuto a spese straordinarie oppure alla contrazione dei margini)

Verizon: utili in calo nel 4°trim, ricavi +26,1%
http://www.investireoggi.it/io/canali/Notizie/index.php?pag_id=38&p_id=467064

News, Dati, Eventi finanziari - di fo64 29 Gen 2007
Verizon: utili in calo nel 4°trim, ricavi +26,1%

Utili trimestrali in calo per il gruppo di telecomunicazioni Verizon. Nel IV trimestre ha riportato un profitto di 1,03 mld di dollari, pari a 35 cents per azione, contro gli 1,67 mld (59 cents per azione) registrati nello stesso periodo dello scorso anno.
Al netto delle poste straordinarie l'eps è stato di 62 cents inferiore au 64 cents indicati dagli analisti.
In crescita del 26,1% i ricavi a 22,6 mld di dollari rispetto ai 17,9 mld del 4° trimestre del 2005 ma leggermente inferiori ai 22,9 mld del consensus.
 
Telecom I.:Rovati;mi hanno triturato,ora mediobanca presenta lo stesso piano per reti (Stampa)

ROMA (MF-DJ)--"Io mi sono applicato per caso al problema della rete Telecom I. e sono stato 3 settimane sulla graticola passando per quello che voleva nazionalizzare i telefoni. Vedo che continuano a fornire versioni fuorvianti del mio progetto: ma mentre io sono stato triturato per mesi per questa vicenda, nessuno ha detto nulla quando dopo un po' e' spuntato un 'piano Mediobanca' che metteva tutte le reti sotto l'ombrello della Cassa depositi". A parlare, dalle colonne de La Stampa e' Angelo Rovati, l'ex consigliere del premier Romano Prodi, dimessosi dall'incarico dopo che fu reso noto il suo cosiddetto 'piano Telecom' che prevedeva, tra l'altro, lo scorporo della rete e l'acquisto di una partecipazione significativa da parte di Cdp. Rovati si e' dimesso il 18 settembre scorso, dopo una settimana circa dall'annuncio del Cda di Telecom, l'11 settembre, di voler procedere allo scorporo della rete fissa conferendola a una societa' ad hoc. Dopo poco piu' di 4 mesi dalle sue dimissioni, Rovati si toglie 'qualche sassolino dalle scarpe' e torna a parlare del suo piano. "Proponevo di portare in Borsa il 70% della rete Telecom, un bene strategico per il bene del paese, e di far sottoscrivere il restante 29,9% alla Cdp, oppure da fondazioni o investitori istituzionali italiani, allo scopo di assicurare un minimo di tutela a questa infrastruttura. E tra l'altro, in questo modo, Marco Tronchetti Provera -ha sottolineato Rovati- avrebbe potuto ridurre di 15 mld i suoi debiti". red/vs (END) Dow Jones Newswires Copyright (c) 2007 MF-Dow Jones News Srl. February 01, 2007 02:55 ET (07:55 GMT)
 
tontolina ha scritto:
Telecom I.:Rovati;mi hanno triturato,ora mediobanca presenta lo stesso piano per reti (Stampa)

ROMA (MF-DJ)--"Io mi sono applicato per caso al problema della rete Telecom I. e sono stato 3 settimane sulla graticola passando per quello che voleva nazionalizzare i telefoni. Vedo che continuano a fornire versioni fuorvianti del mio progetto: ma mentre io sono stato triturato per mesi per questa vicenda, nessuno ha detto nulla quando dopo un po' e' spuntato un 'piano Mediobanca' che metteva tutte le reti sotto l'ombrello della Cassa depositi". A parlare, dalle colonne de La Stampa e' Angelo Rovati, l'ex consigliere del premier Romano Prodi, dimessosi dall'incarico dopo che fu reso noto il suo cosiddetto 'piano Telecom' che prevedeva, tra l'altro, lo scorporo della rete e l'acquisto di una partecipazione significativa da parte di Cdp. Rovati si e' dimesso il 18 settembre scorso, dopo una settimana circa dall'annuncio del Cda di Telecom, l'11 settembre, di voler procedere allo scorporo della rete fissa conferendola a una societa' ad hoc. Dopo poco piu' di 4 mesi dalle sue dimissioni, Rovati si toglie 'qualche sassolino dalle scarpe' e torna a parlare del suo piano. "Proponevo di portare in Borsa il 70% della rete Telecom, un bene strategico per il bene del paese, e di far sottoscrivere il restante 29,9% alla Cdp, oppure da fondazioni o investitori istituzionali italiani, allo scopo di assicurare un minimo di tutela a questa infrastruttura. E tra l'altro, in questo modo, Marco Tronchetti Provera -ha sottolineato Rovati- avrebbe potuto ridurre di 15 mld i suoi debiti". red/vs (END) Dow Jones Newswires Copyright (c) 2007 MF-Dow Jones News Srl. February 01, 2007 02:55 ET (07:55 GMT)


rovati, rovati.... che non faccia la vittima porello.. oggi Bersani ha detto che di questo piano non se ne fa nulla finche terna non vende le sue partecipazioni in enel.. ( se anche non lo diceva a borsa aperta era meglio...)
 

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