tontolina
Forumer storico
Nel mirino dell'Authority il costo delle ricariche e Telecom sbanda in Borsa
10/01/2007 18.30
http://libero.milanofinanza.it/news/dettaglio_news.asp?id=200701101604146507&chkAgenzie=TMFI
Finisce nel mirino dell'Authority il costo delle ricariche e Telecom Italia sbanda in Borsa. Di riflesso anche alle dichiarazioni del ministro per lo Sviluppo economico sull'abolizione dei costi di ricarica per i telefoni cellulari, a piazza Affari il titolo del gruppo tlc oggi ha perso il 2,06% scivolando a quota 2,335 euro, la peggiore performance tra le blue chip, complice anche il trend settoriale europeo non eccezionale (-1,86% lo Stoxx).
Nel dettaglio, il Governo interverrà sul costo delle ricariche dei telefonini qualora l'Autorità non proceda per una riduzione dei costi stessi su cui la pronuncia dell'organismo di garanzia ''è imminente'', ha spiegato oggi Pierluigi Bersani, chiarendo l'''iter'' con cui intende procedere per abolire questo costo.
Sullo strumento con cui intervenire, il ministro ha sottolineato che non sarà un decreto legge e che intende ''procedere con un ddl, seguendo così il percorso parlamentare''. D'altra parte per il ministro non è accettabile che ci sia un meccanismo per cui "chi consuma di meno paga di piu'''. E cioè chi fa una ricarica da 10 euro paga 2, chi ne fa una da 30 paga 5 e cosi via.
''Che cos'è una tassa al contrario? Il cittadino deve pagare per il traffico che consuma'', ha rimarcato Bersani, non nascondendo peraltro che un intervento di questo genere ''ha una rilevanza enorme'', perchè costa, ma ''vogliamo che il consumatore abbia più trasparenza''. Con il pagamento delle schede telefoniche si paga infatti un extra profitto "di cui non si capisce la motivazione".
Quindi o l'Autorità delle tlc verifica di avere la possiblità di correggere questa stortura ''oppure proporremo al Parlamento una norma che superi questo meccanismo'', ha concluso il ministro. Ma l'Autorità sta già lavorando a tre ipotesi di intervento sulle ricariche telefoniche. La prima ipotesi è quella di un'eliminazione, per tutte le offerte, dell'attuale struttura tariffaria a due parti, sostituendola con ''una struttura tariffaria unitaria dove il valore facciale della ricarica corrisponda integralmente al valore di traffico telefonico acquistato''.
La seconda prevede invece la rimodulazione dell'entità dei contributi di ricarica correnti, eliminandone il carattere regressivo attraverso l'introduzione di criteri di proporzionalità rispetto all'entità del controvalore dei servizi acquistati, garantendo così una maggiore aderenza ai costi effettivamente sostenuti dagli operatori. La terza ipotesi prevede una coestistenza temporanea (non meno di 12 mesi) sul mercato delle due prime soluzioni.
Ci vorrà in ogni caso almeno un mese per decidere in merito. Ricordiamo che nel 2005 il fatturato da ricariche è stato di circa 1,7 miliardi di euro, ma secondo un'indagine dell'Agcom solo circa il 45% circa di tale importo è giustificato da costi effettivamente sostenuti dagli operatori. L'intera eliminazione della ricarica sarebbe dunque una notizia negativa per il titolo Telecom Italia che ricava quasi 700 milioni di euro dalle ricariche, con una marginalità intorno al 50%.
"La misura, sempre che sia attuata in questi termini, impatterebbe negativamente sull'utile ante-imposte del gruppo per circa 350 milioni di euro, pari al 6% delle nostre stime di utile per il 2007", ha calcolato l'esperto di una sim milanese che al momento mantiene il giudizio di buy (comprare) e il target price a 3 euro su TI.
Chi invece lo ha già rivisto è stata Cheuvreux che oggi ha tagliato il prezzo obiettivo di Telecom a 2,3 da 2,4 euro, confermando a underperform (farà peggio del mercato) il rating sul titolo, dopo aver ridotto a sua volta la stima di Eps 2007 a 0,15 da 0,16 euro e a 0,17 da 0,18 euro per il 2008.
D'altra parte, come hanno rilevato anche gli analisti di Kepler, l'Ebitda generato dalle ricariche ammonta a 500 milioni di euro all'anno per Telecom Italia, circa il 3,8% dell'Ebitda totale 2007. "Di conseguenza, qualora venisse eliminato in toto, l'impatto sul target price attualmente di 2,4 euro sarebbe di 0,2 euro", hanno valutato a quest'altra banca d'affari confermando il giudizio di hold (tenere in portafoglio) sull'azione come Deutsche Bank, che ha un target price a 2,4 euro, ed Euromobiliare sim che ha un prezzo obiettivo a 2,3 euro.
Di riflesso a Telecom Italia, in Borsa oggi hanno perso terreno anche Pirelli & C. (-0,33% a 0,785 euro), all'indomani della stipula con Quattroduedue, holding olandese che fa capo a Vincenzo Manes a sua volta azionista di controllo di Intek, di un accordo di put & call relativo alle circa 14,9 milioni di azioni (7,04%) possedute dalla Bicocca in Gim, Camfin (-1,61% a 1,528 euro)
e
Telecom Italia Media, scesa dello 0,25% a quota 0,361 euro.
Quest'ultima ha pagato le dichiarazioni di Lorenzo Pelliccioli, Ad del gruppo De Agostini che oggi ha ufficializzato l'acquisizione del controllo (53,5%) di Magnolia, una delle più note società italiane di produzione Tv, che escludono un interesse a investire in Telecom Italia Media, che controlla Mtv Italia e La7. Il manager ha inoltre sottolineato di essere più interessato a comprare contenuti, piuttosto che piattaforme di distribuzione.
Si è spenta così la speculazione sulla possibile vendita di TI Media, scommessa che più volte il mercato ha rilanciato, puntando proprio sulla società di Novara come possibile acquirente dal momento che, con una disponibilità di cassa di 600-700 milioni di euro, De Agostini non avrebbe particolari problemi a rilevare il controllo di Telecom Italia Media che capitalizza poco meno di 1,2 miliardi di euro.
Francesca Gerosa
10/01/2007 18.30
http://libero.milanofinanza.it/news/dettaglio_news.asp?id=200701101604146507&chkAgenzie=TMFI
Finisce nel mirino dell'Authority il costo delle ricariche e Telecom Italia sbanda in Borsa. Di riflesso anche alle dichiarazioni del ministro per lo Sviluppo economico sull'abolizione dei costi di ricarica per i telefoni cellulari, a piazza Affari il titolo del gruppo tlc oggi ha perso il 2,06% scivolando a quota 2,335 euro, la peggiore performance tra le blue chip, complice anche il trend settoriale europeo non eccezionale (-1,86% lo Stoxx).
Nel dettaglio, il Governo interverrà sul costo delle ricariche dei telefonini qualora l'Autorità non proceda per una riduzione dei costi stessi su cui la pronuncia dell'organismo di garanzia ''è imminente'', ha spiegato oggi Pierluigi Bersani, chiarendo l'''iter'' con cui intende procedere per abolire questo costo.
Sullo strumento con cui intervenire, il ministro ha sottolineato che non sarà un decreto legge e che intende ''procedere con un ddl, seguendo così il percorso parlamentare''. D'altra parte per il ministro non è accettabile che ci sia un meccanismo per cui "chi consuma di meno paga di piu'''. E cioè chi fa una ricarica da 10 euro paga 2, chi ne fa una da 30 paga 5 e cosi via.
''Che cos'è una tassa al contrario? Il cittadino deve pagare per il traffico che consuma'', ha rimarcato Bersani, non nascondendo peraltro che un intervento di questo genere ''ha una rilevanza enorme'', perchè costa, ma ''vogliamo che il consumatore abbia più trasparenza''. Con il pagamento delle schede telefoniche si paga infatti un extra profitto "di cui non si capisce la motivazione".
Quindi o l'Autorità delle tlc verifica di avere la possiblità di correggere questa stortura ''oppure proporremo al Parlamento una norma che superi questo meccanismo'', ha concluso il ministro. Ma l'Autorità sta già lavorando a tre ipotesi di intervento sulle ricariche telefoniche. La prima ipotesi è quella di un'eliminazione, per tutte le offerte, dell'attuale struttura tariffaria a due parti, sostituendola con ''una struttura tariffaria unitaria dove il valore facciale della ricarica corrisponda integralmente al valore di traffico telefonico acquistato''.
La seconda prevede invece la rimodulazione dell'entità dei contributi di ricarica correnti, eliminandone il carattere regressivo attraverso l'introduzione di criteri di proporzionalità rispetto all'entità del controvalore dei servizi acquistati, garantendo così una maggiore aderenza ai costi effettivamente sostenuti dagli operatori. La terza ipotesi prevede una coestistenza temporanea (non meno di 12 mesi) sul mercato delle due prime soluzioni.
Ci vorrà in ogni caso almeno un mese per decidere in merito. Ricordiamo che nel 2005 il fatturato da ricariche è stato di circa 1,7 miliardi di euro, ma secondo un'indagine dell'Agcom solo circa il 45% circa di tale importo è giustificato da costi effettivamente sostenuti dagli operatori. L'intera eliminazione della ricarica sarebbe dunque una notizia negativa per il titolo Telecom Italia che ricava quasi 700 milioni di euro dalle ricariche, con una marginalità intorno al 50%.
"La misura, sempre che sia attuata in questi termini, impatterebbe negativamente sull'utile ante-imposte del gruppo per circa 350 milioni di euro, pari al 6% delle nostre stime di utile per il 2007", ha calcolato l'esperto di una sim milanese che al momento mantiene il giudizio di buy (comprare) e il target price a 3 euro su TI.
Chi invece lo ha già rivisto è stata Cheuvreux che oggi ha tagliato il prezzo obiettivo di Telecom a 2,3 da 2,4 euro, confermando a underperform (farà peggio del mercato) il rating sul titolo, dopo aver ridotto a sua volta la stima di Eps 2007 a 0,15 da 0,16 euro e a 0,17 da 0,18 euro per il 2008.
D'altra parte, come hanno rilevato anche gli analisti di Kepler, l'Ebitda generato dalle ricariche ammonta a 500 milioni di euro all'anno per Telecom Italia, circa il 3,8% dell'Ebitda totale 2007. "Di conseguenza, qualora venisse eliminato in toto, l'impatto sul target price attualmente di 2,4 euro sarebbe di 0,2 euro", hanno valutato a quest'altra banca d'affari confermando il giudizio di hold (tenere in portafoglio) sull'azione come Deutsche Bank, che ha un target price a 2,4 euro, ed Euromobiliare sim che ha un prezzo obiettivo a 2,3 euro.
Di riflesso a Telecom Italia, in Borsa oggi hanno perso terreno anche Pirelli & C. (-0,33% a 0,785 euro), all'indomani della stipula con Quattroduedue, holding olandese che fa capo a Vincenzo Manes a sua volta azionista di controllo di Intek, di un accordo di put & call relativo alle circa 14,9 milioni di azioni (7,04%) possedute dalla Bicocca in Gim, Camfin (-1,61% a 1,528 euro)
e
Telecom Italia Media, scesa dello 0,25% a quota 0,361 euro.
Quest'ultima ha pagato le dichiarazioni di Lorenzo Pelliccioli, Ad del gruppo De Agostini che oggi ha ufficializzato l'acquisizione del controllo (53,5%) di Magnolia, una delle più note società italiane di produzione Tv, che escludono un interesse a investire in Telecom Italia Media, che controlla Mtv Italia e La7. Il manager ha inoltre sottolineato di essere più interessato a comprare contenuti, piuttosto che piattaforme di distribuzione.
Si è spenta così la speculazione sulla possibile vendita di TI Media, scommessa che più volte il mercato ha rilanciato, puntando proprio sulla società di Novara come possibile acquirente dal momento che, con una disponibilità di cassa di 600-700 milioni di euro, De Agostini non avrebbe particolari problemi a rilevare il controllo di Telecom Italia Media che capitalizza poco meno di 1,2 miliardi di euro.
Francesca Gerosa