fibo76
Forumer attivo
Epperdinrindina, tanto ce voleva... siamo andati sulla Luna, costruiamo pc che tra un po' ci leggeranno nel pensiero, dico, ci voleva così tanto a scoprire 'sto ormone? Vabbè, sembra che non sia una delle solite bufale e, ammesso e non concesso, che mi sottoporrò a questa cura, la soddisfazione più grande sarà il non veder più in giro per fiere, mercati, ipermercati, centri storici, quei fanatici della linea che ti guardano, e capisci che ti compatiscono, e hanno pronta lì per te una soluzione magica che ti fanno pagare un casino e poi non è altro che un lassativo di quelli diabolici... posso dire fieramente di non aver mai speso una lira per dimagrire, perchè confidavo in qualche soluzione scientifica che ora sembra essere arrivata...
Un'equipe di ricercatori inglesi, australiani e americani ha identificato
il "Pyy3-36" che produce il senso di appagamento dopo pranzo
Una speranza per gli obesi
ecco l'ormone della sazietà
Potrebbe aiutare chi ha gravi problemi di peso a mangiar poco
Anche un terzo di meno secondo le prime sperimentazioni
di ELENA DUSI
Lo hanno soprannominato "un terzo in meno". E' un ormone appena scoperto da un'equipe di ricercatori inglesi, australiani e statunitensi. La sua specializzazione è far passare l'appetito e su un gruppo di volontari è stato capace di ridurre di un terzo la quantità di cibo assunta in una giornata. Pyy3-36 - questo il nome dell'ormone, della cui scoperta si occupa giovedì un articolo della rivista Nature - viene prodotto dall'intestino subito dopo i pasti, in quantità variabili a seconda delle calorie assunte. Il messaggio dalla pancia raggiunge l'area del cervello che controlla la fame (all'interno dell'ipotalamo) e a poco a poco induce una sensazione di sazietà.
Gli scienziati hanno testato gli effetti di Pyy3-36 dapprima su un gruppo di topi, poi sono passati ai volontari umani. A sei uomini e sei donne inglesi di costituzione normale è stato somministrato l'ormone della sazietà per via endovenosa. Poi, dopo circa due ore, una tavola imbandita è stata messa di fronte ai loro occhi. Alla vista del cibo i volontari si sono mostrati tutt'altro che entusiasti e nel corso delle dodici ore successive all'assunzione di Pyy3-36 hanno mangiato un terzo in meno del solito.
I ricercatori dell'Imperial College di Londra, dell'università dell'Oregon e dell'Istituto di Ricerca Medica Garvan di Sidney si son detti convinti di aver finalmente trovato un metodo naturale per aiutare gli obesi a dimagrire, lontano dalle diete forzate e dagli interventi chirurgici. "La nostra scoperta - dice il professor Stephen Bloom dell'Imperial College - potrà essere di grande beneficio per le persone che hanno problemi di peso. Sarà possibile identificare dei cibi che stimolano la produzione di Pyy3-36 oppure creare delle pillole con un effetto simile". Le dosi di ormone somministrate ai volontari erano del tutto simili a quelle prodotte dal nostro corpo dopo un pasto normale, né si sono verificati effetti collaterali come la nausea. "E' un metodo del tutto naturale. Fa mangiare di meno perché riduce la sensazione della fame secondo un processo caratteristico della nostra fisiologia" commenta soddisfatta la dottoressa Caroline Small, una delle ricercatrici dell'equipe.
L'ormone individuato dal gruppo anglo-austro-americano - in attesa di applicazioni pratiche, per le quali serviranno ancora diversi anni di studio - getta una luce in più sul complesso sistema neuroendocrino che regola appetito e peso corporeo. Finora i controllori della fame noti agli scienziati si dividevano in due gruppi: ormoni che agiscono nel breve periodo (la colecistochinina, ad esempio, viene prodotta dall'intestino e induce una sensazione immediata di sazietà) e nel lungo periodo, deputati più in generale al controllo del peso corporeo e al mantenimento delle riserve di grasso (fra questi leptina e insulina). Il Pyy3-36 si inserisce a metà strada fra i due gruppi.
Un altro bersaglio degli studiosi che si occupano di problemi legati all'obesità è la dopamina, un neurotrasmettitore legato alle sensazioni di piacere. In uno studio apparso su The Lancet nel febbraio del 2001 si dimostrò che dosi troppo basse di questa sostanza (forse a causa della famosa carenza d'affetto) indurrebbero il cervello a cercare soddisfazione nel cibo, e quindi a cadere nella trappola dell'obesità.
(7 agosto 2002)
Un'equipe di ricercatori inglesi, australiani e americani ha identificato
il "Pyy3-36" che produce il senso di appagamento dopo pranzo
Una speranza per gli obesi
ecco l'ormone della sazietà
Potrebbe aiutare chi ha gravi problemi di peso a mangiar poco
Anche un terzo di meno secondo le prime sperimentazioni
di ELENA DUSI
Lo hanno soprannominato "un terzo in meno". E' un ormone appena scoperto da un'equipe di ricercatori inglesi, australiani e statunitensi. La sua specializzazione è far passare l'appetito e su un gruppo di volontari è stato capace di ridurre di un terzo la quantità di cibo assunta in una giornata. Pyy3-36 - questo il nome dell'ormone, della cui scoperta si occupa giovedì un articolo della rivista Nature - viene prodotto dall'intestino subito dopo i pasti, in quantità variabili a seconda delle calorie assunte. Il messaggio dalla pancia raggiunge l'area del cervello che controlla la fame (all'interno dell'ipotalamo) e a poco a poco induce una sensazione di sazietà.
Gli scienziati hanno testato gli effetti di Pyy3-36 dapprima su un gruppo di topi, poi sono passati ai volontari umani. A sei uomini e sei donne inglesi di costituzione normale è stato somministrato l'ormone della sazietà per via endovenosa. Poi, dopo circa due ore, una tavola imbandita è stata messa di fronte ai loro occhi. Alla vista del cibo i volontari si sono mostrati tutt'altro che entusiasti e nel corso delle dodici ore successive all'assunzione di Pyy3-36 hanno mangiato un terzo in meno del solito.
I ricercatori dell'Imperial College di Londra, dell'università dell'Oregon e dell'Istituto di Ricerca Medica Garvan di Sidney si son detti convinti di aver finalmente trovato un metodo naturale per aiutare gli obesi a dimagrire, lontano dalle diete forzate e dagli interventi chirurgici. "La nostra scoperta - dice il professor Stephen Bloom dell'Imperial College - potrà essere di grande beneficio per le persone che hanno problemi di peso. Sarà possibile identificare dei cibi che stimolano la produzione di Pyy3-36 oppure creare delle pillole con un effetto simile". Le dosi di ormone somministrate ai volontari erano del tutto simili a quelle prodotte dal nostro corpo dopo un pasto normale, né si sono verificati effetti collaterali come la nausea. "E' un metodo del tutto naturale. Fa mangiare di meno perché riduce la sensazione della fame secondo un processo caratteristico della nostra fisiologia" commenta soddisfatta la dottoressa Caroline Small, una delle ricercatrici dell'equipe.
L'ormone individuato dal gruppo anglo-austro-americano - in attesa di applicazioni pratiche, per le quali serviranno ancora diversi anni di studio - getta una luce in più sul complesso sistema neuroendocrino che regola appetito e peso corporeo. Finora i controllori della fame noti agli scienziati si dividevano in due gruppi: ormoni che agiscono nel breve periodo (la colecistochinina, ad esempio, viene prodotta dall'intestino e induce una sensazione immediata di sazietà) e nel lungo periodo, deputati più in generale al controllo del peso corporeo e al mantenimento delle riserve di grasso (fra questi leptina e insulina). Il Pyy3-36 si inserisce a metà strada fra i due gruppi.
Un altro bersaglio degli studiosi che si occupano di problemi legati all'obesità è la dopamina, un neurotrasmettitore legato alle sensazioni di piacere. In uno studio apparso su The Lancet nel febbraio del 2001 si dimostrò che dosi troppo basse di questa sostanza (forse a causa della famosa carenza d'affetto) indurrebbero il cervello a cercare soddisfazione nel cibo, e quindi a cadere nella trappola dell'obesità.
(7 agosto 2002)