Obbligazioni societarie HIGH YIELD e oltre, verso frontiere inesplorate - Vol. 2

Crac Evergrande, Cina blocca i bitcoin
Evergrande affonda, lasciando a bocca asciutta gli investitori che aspettavano di incassare 83,5 milioni di dollari, ma Pechino non sembra occuparsene. O forse no, perché l'annuncio con cui la People' Bank of China (Pboc) ha dichiarato ieri illegali tutte le transazioni e le attività legate alle criptovalute, potrebbe in realtà avere uno scopo ben preciso: quello di impedire un forte deflusso di capitali attraverso il canale delle monete elettroniche. Una fuga innescata dal crac del colosso immobiliare e dai timori di ricadute sull'intera economia. Preoccupazioni che non paiono peraltro infondate da parte del Dragone, visto che il Tether Coin è uno dei mezzi preferiti dai residenti cinesi per riciclare all'estero valuta nazionale per un controvalore superiore ai 1.000 miliardi di dollari.
Ufficialmente, non si può più comprare e vendere crypto in quanto «non hanno lo stesso status giuridico della moneta in corso legale e non possono essere distribuite sul mercato come moneta». Ergo, scambi e transazioni sono «attività finanziarie illegali», soprattutto se vengono impiegate le valute digitali straniere, le più bersagliate dalla Pboc e per questo crollate ieri sui mercati (Bitcoin ha perso oltre l'8%).
 

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