Obbligazioni societarie HIGH YIELD e oltre, verso frontiere inesplorate - Vol. 2

argentina-turchia!!!!!

Prima le drammatiche svalutazioni, ora le pesanti conseguenze economiche. I destini di Argentina e Turchia sembrano ancora una volta coincidere. E in questa fase non promettono nulla di buono. Mercoledì sera l’Istituto di statistica di Buenos Aires ha comunicato che nel secondo trimestre di quest’anno il Pil della seconda economia sudamericana è diminuito del 4,2% su base annua e del 3,9% rispetto al trimestre precedente.

Una battuta d’arresto brusca e dolorosa, preludio a una recessione pressoché certa se si pensa che la svalutazione del peso si è accentuata nei mesi di luglio e agosto e presenterà il conto sul Pil nella seconda metà del 2018.

Turchia: Pil in netta frenata, vola l’inflazione
In Turchia le cose vanno meno peggi0, ma la tendenza è comunque al ribasso e il governo, che ha appena presentato il nuovo piano economico, deve prenderne atto suo malgrado. L’Esecutivo ha infatti tagliato nettamente le previsioni di crescita per il 2018, portandole a 3,8% dal 5,5 per cento. Ha inoltre sforbiciato le stime, sempre rispetto al 5,5%, per il 2019 al 2,3% e per il 2020 al 3,5 cento. La pesante correzione al ribasso arriva in relazione all'esplosione dell'inflazione che dovrebbe attestarsi al 20,8% quest'anno e al 15,9% per l'anno prossimo.

Imprese, chi vince e chi perde con la crisi in Turchia
Taglio ai mega-progetti
Il ministro delle Finanze Berat Albayrak, genero di Erdogan, ha annunciato una riduzione della spesa pubblica di 10 miliardi di dollari e la cancellazione di una parte dei faraonici progetti di infrastrutture in programma. «Alcuni dei progetti che non sono ancora stati messi a gara - ha detto - saranno sospesi. Gli altri saranno realizzati con finanziamenti internazionali». Il gigantesco nuovo aeroporto di Istanbul, che sarà inaugurato il 29 ottobre in pompa magna, potrebbe essere uno degli ultimi di questi ambiziosi progetti.

Il nuovo piano economico della Turchia arriva una settimana dopo che la Banca centrale ha rapidamente aumentato il suo tasso di interesse di 625 punti base per supportare la lira turca e frenare l'inflazione. La moneta locale ha perso il 40% rispetto al dollaro durante il 2018.

Piano di aiuti alle banche con pochi dettagli
Albayrak ha anche presentato un piano di sostegno al sistema bancario, per la verità piuttosto vago. Il governo condurrà dei test sullo stato di salute delle banche «per identificare la loro struttura finanziaria e qualità degli attivi», ma non ha precisato quali saranno i passi successivi. Il problema delle banche turche, e di molte imprese, è il debito in valuta estera, divenuto sempre più difficile da sostenere con il crollo della lira. «La conferenza stampa del ministro - ha detto all’agenzia Bloomberg Guillaume Tresca,analista di Crédit Agricole - è stata deludente sia sulle previsioni economiche, sia sugli annunci. Non c’è nulla di concreto sul sostegno al finanziamento in valuta estera di banche e imprese. Nessun annuncio su una «bad bank» pubblica; niente su una Banca centrale più indipendente».


In Argentina invece la recessione è probabilmente già in atto. Dopo il pessimo secondo trimestre, quello in corso si annuncia altrettanto negativo, se non peggiore, complice la svalutazione del peso di oltre il 50% dall’inizio dell’anno. Questo nonostante il rialzo-monstre dei tassi al 60% da parte della Banca centrale. Mentre gli argentini rivivono amaramente un film già visto troppe volte: l’inflazione che corrode il potere d’acquisto (ad agosto quella ufficiale, sicuramente sottostimata, era al 34,4%), il governo costretto a tagliare la spesa per ritrovare la fiducia degli investitori. Sullo sfondo i negoziati con il Fondo monetario internazione per un prestito da 50 miliardi di dollari, vincolato però a un rigido programma di austerità. Negoziati che secondo un portavoce dell’Fmi stanno facendo «importanti progressi», un segnale di ottimismo subito raccolto dagli investitori, che hanno fatto risalire del 3% il peso sul dollaro.
 
secondo me il ponte non va piu' ricostruito….si abbatte quello che rimaneva se possibile senza devastare le case sotto...si facciano se possibile gallerie e altri percorsi...mio opinione personale....i costi saranno piu' elevati e i tempi piu' lunghi ma almeno...si toglie quella vergogna….cmq lo sappiamo come andra' a finire..si rifara' il ponte (all'italiana) ma ci vorranno minimo 3-5 anni….povera gente...sono con voi

mi sa che sbagli di grosso vivo a 40 km da quelle zone e ti posso assicucare che quel ponte va ricostruito ma anche molto in fretta non ci sono alternative al ponte il rischio di ritardi è quello di paralizzare un porto che nel corso di questi ultimi anni è diventato davvero importante a livello nazionale poi che lo facciano con i pannelli fotovoltaici o con le piste ciclabili sulla copertura poco importa.. (scusate l OT)
 
mi sa che sbagli di grosso vivo a 40 km da quelle zone e ti posso assicucare che quel ponte va ricostruito ma anche molto in fretta non ci sono alternative al ponte il rischio di ritardi è quello di paralizzare un porto che nel corso di questi ultimi anni è diventato davvero importante a livello nazionale poi che lo facciano con i pannelli fotovoltaici o con le piste ciclabili sulla copertura poco importa.. (scusate l OT)

L'alternativa al ponte Morandi che Genova ha aspettato per anni

qui e' scritto molto bene e si capisce bene...
 

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