HO DATO UN COMPITO AL DESTINO, MA E' ANDATO FUORI TEMA

Eccone un altro dalla canna facile.

"Non abbiamo bisogno di chiudere le frontiere. Al contrario, è proprio chiudendo le frontiere che rischiamo di distruggere il nostro sistema di protezione sociale."

Qualcuno vada a dirlo anche a questo ebete, che nesso esiste fra l'immigrazione di clandestini che stiamo subendo
quest'anno ed i lavoratori stranieri che attualmente sono occupati. Perchè la frase non mi suona giusta.
Forse che i 100000 clandestini in più che abbiamo hanno un lavoro ? Versano i contributi ?
E poichè non potranno mai essere regolarizzati, chi li manterrà ? L'inps oppure il dott. Boeri con il suo lauto stipendio ?? ??
 
Gli asini (in senso scolastico) sono l’unica popolazione italiana in crescita.
E ce ne rendiamo conto, ogni anno, con gli esami di maturità.

A ogni esame abbondano gli strafalcioni.
«A catturarli – si legge su Skuola.net – i propri compagni di classe, quelli che hanno avuto il privilegio di ascoltare dal vivo quegli strafalcioni da mani nei capelli.
Proprio loro li hanno riportati al sito Skuola.net che, sul finire della maturità 2017, ha voluto collezionare gli errori più clamorosi – ma anche quelli più creativi e fantasiosi –
commessi dai maturandi durante tutte le prove d’esame».

Nella galleria degli e(o)rrori si va da un grande classico di ogni maturità, «Gabriele d’Annunzio è un estetista»,
a I Promessi Sposi rivisitati da un maturando per il quale il grande romanzo di Alessandro Manzoni «si conclude con la morte di uno tra Renzo e Lucia (chi, non è dato saperlo).
Non è che si è confuso con Romeo e Giulietta?».

Ancora, si legge su Skuola.net, «alla domanda “di cosa parla la Germania di Tacito?” un ragazzo ha risposto: “di Hitler” ,
mentre un altro «ha svelato che già durante la Seconda guerra mondiale c’erano le navicelle spaziali».

Per qualcuno poi «a Hiroshima nel 1945 ci fu un grande terremoto che provocò il crollo di un’importante centrale nucleare, con conseguenti rischi per le persone e l’ambiente».
Ma la lista degli strafalcioni è ancora lunga. Si scopre, infatti, «che la Francia è stata invasa dalla Germania nel 1940, nonostante le due nazioni fossero alleate.
Che sotto il governo Giolitti c’è stata la conquista dell’Etiopia (e non della Libia).
Che tra i protagonisti della Seconda guerra mondiale c’è stato anche Napoleone” e che «il Rinascimento è esploso con cinque secoli di ritardo (non nel XV secolo ma nel dopoguerra)».

E non manca chi ha attribuito L’urlo di Munch a Van Gogh mentre un altro candidato avrebbe rivelato che “i muscoli sotto sforzo producono latte”.
Dulcis in fundo la geografia: «Se non avesse fatto l’esame, un ragazzo sarebbe ancor convinto che la capitale dell’Inghilterra sia Berlino».
 
A balle si può dire di tutto e di più, ma la realtà è questa :

«dobbiamo avere il coraggio di dire che l’eventuale ricollocazione può riguardare soltanto i profughi politici che sono non più del 5% di quelli che arrivano in Italia.
I restanti immigrati sono clandestini a tutti gli effetti e nessuno li vorrà. Quindi bisogna in primo luogo non farli arrivare, in secondo luogo avere la forza di espellerli.
Pertanto i carri armati austriaci, la chiusura delle frontiere francesi o l’annuncio dei porti chiusi in Spagna o altrove non ci sorprende.
L’Italia deve avere il coraggio di un’autentica e forte inversione di rotta. Abbiamo avuto ragione sulle Ong, abbiamo ragione anche sul resto.
Ma non ci basta. Vogliamo vedere fatti, in Italia, nel Mediterraneo e in Libia»,
 
Buongiorno a tutti:)

:eek::confused:
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Capisco che "fare il giornalista" richiede impegno :DD::DD::DD:ma prima di scrivere l'articolo
vatti a leggere la Legge. Nel caso che l'aspettiva di vita diminuisca, è scritto a chiare lettere,
non diminuisce l'età pensionabile, ma resta quella in vigore nel triennio - ora biennio - precedente.

In ogni caso l'articolo 24, comma 9 del decreto legge 201/2011 prevede che dal 1° gennaio 2021 i requisiti per il pensionamento di vecchiaia siano fissati a 67 anni.

«Siamo in largo anticipo; l’Istat ci darà i dati in autunno. Quando saremo in condizioni di valutare la situazione vedremo quello che dovremo fare». È il ministro del Lavoro Giuliano Poletti a rispondere così a chi gli chiede cosa deciderà il governo in tema di automatismi dell’età per la pensione. Del resto, a margine della presentazione del rapporto Inps alla Camera, Poletti osserva come quello dell’innalzamento dell’età per andare in pensione «non è un tema del ministro del Lavoro, è una scelta che viene da molto lontano; bisogna farla a ragion veduta».

Poletti insomma se ne lava le mani. Per ragioni politiche? Certamente: innalzare l’età pensionabile mentre si avvicinano le elezioni politiche non è certo un toccasana per il Pd al governo. Ma forse c’è un altro motivo: l’automatismo previsto dalla Legge Fornero, cioè l’aumento dell’aspettativa di vita media, potrebbe, al momento, anche non scattare. E per un motivo molto semplice: negli ultimi anni l’aspettativa di vita media degli italiani, secondo gli esperti di statistica, è diminuita di due mesi. E ciò impedirebbe, nel 2019, l’aumento dell’età per la pensione a 67 anni, dagli attuali 66 e 7 mesi (frutto dell’adeguamento del 1 gennaio 2016). Se così stanno le cose, l’età pensionabile potrebbe in teoria anche diminuire. All’Istat l’ardua sentenza. Certo, vedere confutata la Fornero proprio con le sue stesse armi sarebbe una gran bella soddisfazione, oltre che un sollievo per chi teme di andare in pensione alla soglia dei 70 anni. Ma, dall’altra, non c’è molto da gioire, perché vorrebbe dire che gli italiani cominciano a vivere meno, di poco, ma comunque di meno. È uno dei paradossi perversi del fatto di aver affidato il futuro del nostro Paese agli algoritmi dei mercati finanziari.
 

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