che belle notizie non ci sono problemi da pensare
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YouTube - voglio andare via
3/6/2010 (7:32) - IL CASO Bossi, calcio avvelenato all'Italia:
"La partita? Se la comprano..."
Da Roma ladrona a Italia ladrona. Umberto Bossi aggiorna l’antico slogan padano alle notti Mondiali, a due giorni dell’incrocio decisivo degli azzurri, a Johannesburg: «Tanto la partita se la comprano - attacca il ministro leghista - vedrete che al prossimo campionato ci saranno due o tre calciatori slovacchi che giocano nelle squadre italiane». Già in terra nostrana lavora Marek Hamsik, dunque basterà un altro po’ di shopping a fini corruttivi, e l’Italia se ne andrà tranquilla agli ottavi. L’ennesima sparata padana arriva al Leriba Lodge poco dopo le otto della sera, e a più di un giocatore quasi va di traverso la cena. Ci fosse un seggio elettorale dentro il ritiro azzurro, la percentuale della Lega s’aggirerebbe intorno allo zero: «Non se ne può più, risponderemo sul campo», è il commento più diffuso tra i calciatori. E giusto perché un po’ tutti si autocensurano il vocabolario, per evitare altre polemiche. Non l’ha prende bene neppure il presidente della Federcalcio, Giancarlo Abate, che subito sbotta e confida al suo staff che questa è una cosa fuori dal mondo e che stavolta bisogna rispondere subito. Un’oretta di riflessione dello stato maggiore della Figc, con Abete e il direttore generale Antonello Valentini, e arriva la nota ufficiale, di risposta al leader leghista: «Una dichiarazione sconcertante e offensiva. Questa volta e in questo momento, il senatore Umberto Bossi ha passato il segno». Parole che nell’ovattato linguaggio di Abete equivalgono a una sonora arrabbiatura.
L’Italia, intesa come Nazionale, come Nazione chissà, s’è davvero stufata degli attacchi leghisti in tema pallonaro. E non da ieri. L’altro giorno ci aveva riso sopra, con maturità superiore a un ministro, Daniele De Rossi: «Non mi preoccupa Radio Padania - aveva detto, sul tifo contro - è una piccola emittente e in Italia c’è sempre chi fa il diverso. Mi preoccuperei se 10 milioni tifassero contro. Vorrà dire che se la Padania farà il mondiale tiferemo contro». C’era invece andato giù pesante Gigi Riva, sulle cronache contro di Radio Padania. Pochi sorrisi e molta serietà: «E’ normale che queste cose accadano, purtroppo l’Italia ormai è una Paese alla deriva. E’ una cosa triste - aveva detto il dirigente azzurro - non c’entra neanche il calcio e non siamo noi che dovremmo rispondere. Venti milioni di italiani che hanno seguito la Nazionale sono qualcosa che unisce. Perché la Nazionale unisce. E il nostro paese è l’Italia».
Radio Padania, invece, non unisce, attaccò Riva: «C’è chi distrugge, e bisognerebbe intervenire, perché il nostro Paese vive uno stato di confusione e di caos e alla lunga, situazioni del genere potrebbero provocare problemi. Ma non è il calcio che deve rispondere, sono altri che dovrebbero intervenire». S’era scocciato, alla partenza, pure il capitano, Fabio Cannavaro, fino a sbottare: «L’Italia è un Paese ridicolo». Sfogo rivolto alle polemiche dopo l’inno storpiato da Cladio Marchisio, ma pure arrivato dopo l’attacco di Roberto Calderoli, altro fedele leghista, agli ingaggi e ai premi degli azzurri. Il vero contropiede, però, l’ha messo a segno la diciasettenne di Brescia Elisa Migliorati, Miss Padania: «Ai Mondiali io tifo per l’Italia: mi sento più italiana che padana». Magari le ritireranno la fascia.
LA POLEMICA
Padania, ancora scontro Fini-Lega
Bossi: "10 milioni pronti a battersi"
La fondazione FareFuturo torna a polemizzare con il Carroccio sull'esistenza della Padania. Zaia e Cota: "Allora non esiste nemmeno la questione meridionale...". Sul sito di Generazione Italia la controeplica di Fini. Sondaggio Ispo: "Solo uno su dieci vuole la secessione"
ROMA - La querelle sulla Padania si arricchisce di un nuovo capitolo. I leghisti "urlano per non far sentire la verità". E "fanno fumo per nascondere l'assenza dell'arrosto". Sono questi i toni che
FareFuturo 1, la fondazione vicina al presidente della Camera Gianfranco Fini, utilizza per replicare all'
intervista rilasciata a Repubblica 2 dal leader del Carroccio Umberto Bossi. E cresce la polemica sull'esistenza della Padania, bollata da Fini come "un'invenzione lessicale". "Ci sono grosso modo 10 milioni di persone disposte a battersi per la Padania, quindi esiste" la nuova replica di Bossi. Il ministro degli Esteri Franco Frattini: "La Padania è uno slogan efficace inventato per gli elettori". Luca Zaia, governatore leghista del Veneto: "Se la Padania è un'invenzione allora lo sono anche il Sud e la questione meridionale". Intanto un sondaggio Ispo: "Solo il 10% dei cittadini del Nord è favorevole alla secessione e alla creazione della Padania".
FareFuturo. La replica dei finiani è affidata a un corsivo di Filippo Rossi. Che su FareFururo Web Magazine scrive: "Avevamo promesso di non polemizzare con la Lega per almeno un mese. Promessa infranta. Chiediamo umilmente scusa, ma non ne possiamo fare a meno". E ancora: "Loro urlano per non far sentire la verità. Fanno fumo per nascondere l'assenza dell'arrosto". Per Rossi, le argomentazioni usate da Zaia (che ha parlato di area socio-economia) non fanno altro che confermare la bontà delle posizioni di Fini. "La Padania che non esiste è quella di cui parla l'articolo primo dello Statuto della Lega Nord: la Padania come Repubblica Federale indipendente e sovrana".
Bossi: "Padania, eccome se esiste". "Ci sono grosso modo 10 milioni di persone disposte a battersi per la Padania: vuol dire che esiste". Così Umberto Bossi replica nuovamente al presidente della Camera, Gianfranco Fini. "Certo, non c'è lo stato padano, ma la Padania esiste" precisa il leader del Carroccio.
Zaia e Cota. I neo-governatori del Veneto e del Piemonte si schierano in difesa delle posizioni di Bossi. Per Roberto Cota, "Fini può dire quello che vuole, ma la Padania esiste. E' sempre esistita nella storia; esiste nella realtà socioeconomica e la controprova sono i nostri consensi, che aumentano sempre di più. Poi la provocazione di Luca Zaia: "Se la Padania è un'invenzione allora lo sono anche il Sud e la questione meridionale. La Padania intesa come area socio-culturale, economica e politica è una realtà censita a livello nazionale e internazionale dai più autorevoli osservatori".
La controreplica di Fini. "Accetto la sfida: sarò più presente al nord. Lì servono meno tasse, non badiere verdi". Il presidente della Camera affida al sito di
Generazione Italia 3, attraverso una risposta ad un lettore del nord, la replica ai governatori del Carroccio. "Perdere tempo a discutere di una cosa che
non esiste 4 (la Padania) ci mette fuori strada rispetto al problema vero: come permettere al motore economico dell’Italia di essere competitivo e vincente nell’economia globalizzata. E quindi meno tasse, meno burocrazia, meno lacci e lacciuoli".
"E non dimentichiamo - ha aggiunto il presidente della Camera - che non possiamo eliminare con un tratto di penna la questione meridionale: metà del Paese è nelle mani della criminalità organizzata e ha un reddito pro-capite di circa la metà rispetto a quello del Nord". Fini ha concluso precisando che, dal suo punto di vista, la "favola-Padania" serve solo "a gridare contro "Roma ladrona" per poi però continuare a lasciare tutto così com'è".
Il sondaggio Ispo. Soltanto il 10 per cento dei cittadini del Nord, Emilia Romagna esclusa, è favorevole alla secessione e alla creazione della Padania come stato indipendente. Sono questi i dati di un sondaggio rivelati dal presidente dell'ISPO Renato Mannheimer. E il "sentimento secessionista" non sarebbe diffuso neanche tra la maggioranza degli elettori della Lega. Per Mannheimer, "all'interno degli elettori della Lega, il 40% circa vuole staccarsi dal resto dell'Italia. Il sentimento secessionista è più forte in Veneto, seguono Lombardia e Piemonte".
siamo ridotti male