Complimenti
E perchè non farci mancare anche questa
(la comunicazione nelle scuole... è arrivata questa mattina!!!!!!)
Maturità, nella terza prova obbligatorie cinque materie
Le novità introdotte dalla riforma Gelmini preoccupano gli studenti
16/06/2015
FABRIZIO ASSANDRI
Sarà una maturità calda quella che prende il via domani con la prima prova di Italiano. Non c’è solo la questione del blocco degli scrutini, per protestare contro la Buona scuola, che molti istituti stanno ancora completando, incastrando i turni con le commissioni d’esame già insediate. Quest’anno arriva alla maturità la riforma Gelmini, che comporta una serie di novità per diverse materie. E mentre si stanno ancora cercando le sostituzioni per gli oltre 150 commissari d’esame che hanno dato forfait,
fa già discutere la decisione presa all’ultimo minuto dal ministero: la terza prova, che si terrà lunedì, dovrà per forza toccare cinque materie e non quattro, come finora ha fatto la maggioranza delle scuole nelle simulazioni. Se un ragazzo su due – secondo lo studio Sanpellegrino Campus – soffre di un disturbo d’ansia da esame, queste notizie certo non lo rincuoreranno.
Incognita terza prova
La circolare del Miur è stata letta ieri ai presidenti di commissione riuniti all’Itis Pininfarina di Moncalieri, insieme al direttore dell’Ufficio scolastico territoriale, Antonio Catania. La norma finora stabiliva che la terza prova dovesse prevedere «un massimo di cinque materie». Ora, invece, è obbligatorio inserire la quinta. Il problema sarebbe doppio. Da un lato gli studenti si sono esercitati con 4 materie (anche se la scelta dei prof è a sorpresa e quindi bisogna essere preparati su tutte). Dall’altro i documenti del consiglio di classe, redatti il 15 maggio, parlano di quattro. La circolare è arrivata il 29 maggio. «E se uno studente fa ricorso?» domandavano i prof. «La prova dovrà durare di più – diceva Corrado Corradi, presidente di commissione al Vittorini di Grugliasco –, ma così l’attenzione cala. I ragazzi avrebbero dovuto saperlo prima per prepararsi durante l’anno».
«Non è sensato dirlo così tardi, non siamo preparati neanche noi» dice la collega Silvia Alzino. Il problema è organizzativo: le materie scelte devono essere proposte da membri interni e a commissioni già formate questo potrebbe creare disagi. A qualche minaccia di boicottaggio, i responsabili dell’ufficio scolastico hanno replicato: «Le commissioni sono responsabili del loro operato».