Val
Torniamo alla LIRA
Proverbio del Po. Chi vive sperando muore cagando.
Questa simulazione si basa quindi sul calcolo del 36% dei seggi che verranno assegnati attraverso i collegi uninominali maggioritari
e fa emergere cosa potrebbe accadere nei 618 seggi della Camera, escludendo i 12 della circoscrizione estero.
L’ipotesi è che con il Rosatellum si fronteggino le seguenti coalizioni:
A) Centrodestra (Forza Italia, Lega Nord, Fratelli d’Italia: nei sondaggi questi tre partiti hanno complessivamente il 32,9%);
B) Centrosinistra (PD, Alternativa Popolare: secondo i sondaggi avrebbero il 29,5%);
C) Movimento 5 Stelle (27,6%);
D) Sinistra (MDP, Sinistra Italiana, ad oggi stimati al 5,2%)
Dal grafico dei risultati è evidente un tripolarismo perfetto.
In questo caso il M5s avrebbe 189 seggi, il Pd con Ap 182.
La coalizione con più seggi sarebbe quella di centrodestra, conquistandone 251.
Il ché significherebbe che nessuna coalizione si avvicinerebbe alla maggioranza dei seggi (320).
Un’ipotetica grande coalizione tra PD, AP e Forza Italia (comprendente anche i 4 seggi degli autonomisti di Val d’Aosta e Trentino-Alto Adige) si fermerebbe a 242 seggi:
per arrivare a quota 320, bisognerebbe che la quasi totalità dei candidati di centrodestra vincenti collegi uninominali (78 su 85) appartenessero a Forza Italia.
Uno scenario alquanto improbabile, e il perché ce lo dice la mappa dei collegi uninominali:
la stragrande maggioranza dei collegi in cui la vittoria del centrodestra è più probabile (quelli in blu scuro) sono concentrati al nord:
Piemonte, Lombardia e Veneto. In regioni cioè roccaforti della Lega Nord.
YouTrend poi simula uno scenario come quello delle Europee 2014, quando il Pd di Renzi sfondò la soglia del 40%.
In un simile scenario la mappa dei collegi è altrettanto eloquente: se le prossime elezioni dovessero regalare gli stessi risultati delle Europee 2014,
avremmo quella che in inglese si definisce una landslide del PD e dei suoi alleati minori: pochissimi collegi sarebbero vinti
(peraltro con un margine ridotto, nella quasi totalità dei casi) dalle coalizioni avversarie.
Questa simulazione si basa quindi sul calcolo del 36% dei seggi che verranno assegnati attraverso i collegi uninominali maggioritari
e fa emergere cosa potrebbe accadere nei 618 seggi della Camera, escludendo i 12 della circoscrizione estero.
L’ipotesi è che con il Rosatellum si fronteggino le seguenti coalizioni:
A) Centrodestra (Forza Italia, Lega Nord, Fratelli d’Italia: nei sondaggi questi tre partiti hanno complessivamente il 32,9%);
B) Centrosinistra (PD, Alternativa Popolare: secondo i sondaggi avrebbero il 29,5%);
C) Movimento 5 Stelle (27,6%);
D) Sinistra (MDP, Sinistra Italiana, ad oggi stimati al 5,2%)
Dal grafico dei risultati è evidente un tripolarismo perfetto.
In questo caso il M5s avrebbe 189 seggi, il Pd con Ap 182.
La coalizione con più seggi sarebbe quella di centrodestra, conquistandone 251.
Il ché significherebbe che nessuna coalizione si avvicinerebbe alla maggioranza dei seggi (320).
Un’ipotetica grande coalizione tra PD, AP e Forza Italia (comprendente anche i 4 seggi degli autonomisti di Val d’Aosta e Trentino-Alto Adige) si fermerebbe a 242 seggi:
per arrivare a quota 320, bisognerebbe che la quasi totalità dei candidati di centrodestra vincenti collegi uninominali (78 su 85) appartenessero a Forza Italia.
Uno scenario alquanto improbabile, e il perché ce lo dice la mappa dei collegi uninominali:
la stragrande maggioranza dei collegi in cui la vittoria del centrodestra è più probabile (quelli in blu scuro) sono concentrati al nord:
Piemonte, Lombardia e Veneto. In regioni cioè roccaforti della Lega Nord.
YouTrend poi simula uno scenario come quello delle Europee 2014, quando il Pd di Renzi sfondò la soglia del 40%.
In un simile scenario la mappa dei collegi è altrettanto eloquente: se le prossime elezioni dovessero regalare gli stessi risultati delle Europee 2014,
avremmo quella che in inglese si definisce una landslide del PD e dei suoi alleati minori: pochissimi collegi sarebbero vinti
(peraltro con un margine ridotto, nella quasi totalità dei casi) dalle coalizioni avversarie.