HOUSTON, passami LOURDES...

DANY1969

Forumer storico
:benedizione:
Buona settimana a tutti :brr:
Del tutto inaspettatamente :d:... l'Ue ha bocciato il Def :rolleyes: e la punizione sarà lo spread :titanic:
La pecora nera della famiglia Europa non ne vuole proprio sapere di mettere la testa (e i conti) in ordine :melo:

Ancora alcune foto dell'Elba :)
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Nessun nome del ristorante, nessun nome del ristoratore e nessun numero.
Perché? Perché l'iPhone ha cancellato le chiamate.

Allora siccome ci piace andare a fondo nelle cose, vi raccontiamo il caso della ragazza dei Caraibi Judith Romanello
che sarebbe stata respinta al colloquio di lavoro perché di colore.


La ragazza, vent’anni, nata ad Haiti ma cresciuta in Veneto e adottata da una famiglia di Spinea nel veneziano,
la settimana scorsa sarebbe andata a un colloquio di lavoro, avrebbe incontrato questo ristoratore che, vedendola, le avrebbe detto:

"Ah ma sei nera? Non voglio persone di colore perché ai miei clienti potrebbe far schifo che tu tocchi i loro piatti e non va tanto neanche a me".

Così lui prende e se ne va. Lei rimane basita anzi "di merda" e decide di raccontare la sua esperienza su Facebook.

Per farlo il 4 ottobre scorso posta un video alle 16 e 3 minuti.
"Vi chiedo 3 minuti del vostro tempo - scrive Judith - Voglio che per un attimo vi mettiate nei miei panni.
Scoprirete che abbiamo smesso di evolvere. Stiamo tornando indietro".

Così non solo denuncia la sua - a detta di lei - terribile esperienza ma dice pure che questi episodi ai suoi amici capitano spesso.
Anche a lei sarebbe già capitato e una volta un'altra signora di colore le avrebbe detto: "Cosa ti aspetti? Siamo in Italia".

Dopo il (presunto) caso di Judith, sul web si è scatenato un putiferio.
La gente si scandalizza, grida contro l'odio, il razzismo, la violenza, perfino il sindaco della città lagunare
Luigi Brugnaro prende le difese della ragazza definendo l'episodio assurdo discriminatorio,
il fantomatico ristoratore un cretino e scusandosi pure a nome della città.

Una denuncia del genere rimbalza come una pallottola impazzita e così abbiamo deciso di contattare la ragazza.
La cerchiamo su Facebook, le chiediamo cosa è accaduto e ci scambiamo i numeri di telefono.
Lei ci chiede se può mandarci dei vocali, noi acconsentiamo.

E questo il suo vocale:
"Ciao scusami l’audio lungo che ti farò però è abbastanza lunga però cercherò di fare molto in sintesi.
Ero su Subito (Subito.it,ndr) e ho visto questo numero di telefono di uno che cercava una cameriera.
Però, uno nell’annuncio non c’è scritto il nome del ristorante però io ho chiamato lo stesso perché cercava una cameriera.
Lui era felice di vedermi, forse dall’accento da come mi parlava non aveva capito che ero nera insomma,
anche se sono italiana alla fine perché è da anni che vivo qua. E quindi è successo che ci siamo trovati al Ponte delle Guglie,
abbiamo detto ci troviamo al Ponte delle Guglie per dopo andare al ristorante. Appena mi ha visto, quel giorno pioveva,
stavo tirando fuori la mano dalla giacca per presentarmi, lui mi ha bloccata, mi ha guardato schifata,
non mi ha dato la mano, non si è presentato, e quindi non so il suo nome e o cognome e mi ha detto quelle robe là,
mi ha detto che il fatto che io fossi nera poteva far schifo ai clienti, che poteva non andar bene ai clienti,
che a loro poteva far schifo che io tocchi i loro piatti e che a lui non va tanto bene e quindi apposto così, ciao e se n’è andato.
Io sono rimasta lì ferma come un baccalà e dopo me ne sono andata via anch’io, e questo è successo in sintesi".


Ok, ma il ristoratore? Si sa chi è? Il suo numero?
"Il punto è che io sono abbastanza nella merda passami il termine - ci risponde lei -
perché in primis non c’è il numero del ristorante sull’annuncio però non è quello il problema.
Il punto è che, whatsapp no cosa dico whatsapp, l’iPhone cancella le chiamate meno recenti
e quindi ha cancellato anche il suo numero oltre a quelli che avevo fatto quel giorno, cioè lunedì".

Ok. Abbiamo quindi un annuncio che non si sa che annuncio sia.
Così ci siamo registrati anche noi su Subito.it e nonostante sia molto rigoroso come sito,
c'è un solo annuncio per Venezia città con una richiesta dove compare il numero di cellulare.
Ma in questo caos, abbiamo anche un ristorante di cui non sappiamo il nome.
La ragazza, infatti, non ricorda nemmeno il nome del ristoratore con cui si è incontrata.
E in più un iPhone che cancella le chiamate meno recenti.
(Noi in memoria abbiamo ancora quelle del 26 settembre scorso e lei dice di aver chiamato lunedì 1 ottobre).

Judith alla fine del suo video ha lanciato un appello:
"Spero che questo possa far riflettere perché veramente stiamo tornando indietro. Con questo vi auguro buona giornata".
Ma a noi viene da dire: eh sì, buona giornata. Ma cosa è successo davvero?
 
Speriamo accada realmente.

L’Accademia della Crusca si mobilita e si porta addirittura «in prima fila», a disposizione delle istituzioni e del governo
per dire la sua «ogni qual volta si profili la possibilità di un intervento vantaggioso per il sostegno,
lo sviluppo e la crescita della lingua italiana di oggi, nella nostra società».

E, allo stesso tempo, la Crusca si dichiara «pronta a difendere l’italiano contro chiunque,
nei casi in cui qualcuno fosse tentato di emarginare la nostra lingua, di diminuirne il prestigio, di sottrarle spazi che le spettano».

A rispolverare toni tanto decisi da sembrare persino bellicosi, ma evidentemente i tempi e la situazione lo richiedono,
è il linguista Claudio Marazzini, presidente della secolare e prestigiosa istituzione fiorentina, fondata nel 1583
per custodire la purezza della lingua di Dante Alighieri, Francesco Petrarca e Giovanni Boccaccio.

Nel suo appassionato intervento, Marazzini ha sciorinato il lungo elenco di quel che ha bonariamente definito «incidenti».
In realtà, si tratta di veri e propri abusi di parole straniere da parte dei parlamentari nella scrittura delle leggi.

Sotto la sua lente sono finiti i tanti «termini forestieri non chiari, anzi spesso oscuri introdotti nelle leggi e normative italiane».
Ad ascoltarlo, fra i tanti, anche il premier Giuseppe Conte, in visita ufficiale all’Accademia della Crusca.
«La sua presenza – ha detto Marazzini – ci fa sperare nel sostegno pieno del suo governo,
nel quadro di una politica linguistica nazionale che spesso è stata carente e contraddittoria. La sua presenza ci fa bene sperare per il futuro».
 
Scene da film horror nella provincia di Rovigo.

Due cadaveri sono emersi dalle acque del Po a distanza di poche ore uno dall’altro.

Il primo dei due ritrovamenti è avvenuto nel tardo pomeriggio di ieri, nel ramo del fiume che divide Porto Tolle da Taglio di Po.
Un corpo che sembrerebbe essere stato in acqua molto a lungo, visto l’avanzatissimo stato di decomposizione:
è stato ritrovato senza testa e senza arti superiori. Impossibile al momento stabilire se si tratti di un uomo o una donna.

Dopo il ritrovamento del primo corpo, il Po ha restituito nelle scorse ore un secondo cadavere:
i vigili del fuoco sono stati impegnati ieri sera anche nei pressi di Corbola (Ro) per recuperarlo.
Si teme che sia quello di una persona scomparsa dalla provincia di Ferrara, ma ancora non ci sono certezze.
Sul posto per le indagini i carabinieri. Sul posto sono arrivati carabinieri e vigili del fuoco.
 
Ma va'. Ma chi l'avrebbe mai pensato ........

Quando nello studio televisivo di Otto e mezzo, il programma di Lilli Gruber su La7,
viene evocato il norme di George Soros, Mario Monti, ospite della trasmissione, rivela un particolare inedito:

“Soros mi chiamò, era preoccupatissimo all’idea della crisi in Italia e mi suggerì di chiedere aiuto all’Europa
e al Fmi ma noi volevamo evitare di far entrare la troika e non seguimmo quel consiglio. Ma Soros era molto preoccupato per la situazione italiana”.

Il riferimento è al periodo di tempesta sui mercati internazionali del 2011, quando Monti era alla guida del governo italiano
e intraprese una cura drastica per la nostra economia in base alle canoniche ricette dell’austerity (aumento delle tasse e riforma del welfare e delle pensioni).
 
Sicuramente sono attivi in quell'ufficio .........

È giallo sull’esplosione di una chiavetta Usb che ha provocato il ferimento alla mano sinistra di un poliziotto,
che ha rischiato di perdere tre dita. È accaduto negli uffici della Polizia giudiziaria di Trapani,
dove l’ispettore di Polizia stava verificando il contenuto della chiavetta Usb, che era stata fatta recapitare a una avvocata di Trapani.
Appena ha inserito la chiavetta nel computer c’è stata l’esplosione.

Secondo le prime ricostruzioni la busta con la chiavetta sarebbe stata recapitata alla legale circa due anni fa.

Sulla busta il mittente era lOrdine degli avvocati di Trapani, ma al suo arrivo la donna si era rivolta all’Ordine chiedendo conferma dell’invio della busta.
Al no del presidente del’Ordine degli avvocati, la donna ha inviato la busta direttamente al Presidente che, a sua volta, l’ha portata in Procura presentando un esposto.

Per circa due anni la busta sarebbe rimasta intatta.
Nelle scorse settimane il pm titolare dell’indagine contro ignoti avrebbe consegnato alla Polizia giudiziaria la busta.
Ma appena il poliziotto ha inserito la chiavetta nel computer l’esplosione.
 
Caro direttore,

Ormai si deve parlare proprio di ossessione antifascista, di una sorta di delirio
che sta rapendo l’anima e la mente di tutti coloro che, nella Sinistra, annidati nelle assemblee elettive
o in enti e istituzioni più o meno importanti, pensano di attendere onorevolmente ed efficacemente alle loro funzioni,
agendo contro le vestigia ancora esistenti del Ventennio.
Buon ultimo, ad allinearsi ordinatamente in questa fila di esagitati neo-partigiani, il rettore dell’Università, Francesco Ubertini,
il quale – pare – avrebbe pensato, pur senza clamori, di rimuovere dal Rettorato il busto di Alessandro Ghigi,
suo predecessore per 13 anni, dal 1930 al 1943, deputato e senatore del Regno d’Italia, nonché esponente del Pnf bolognese.

Ora, se è indubbio che Ghigi fu fascista, altrettanto non discutibili sono i suoi meriti accademici nel campo delle Scienze naturali,
tanto che anche Walter Bigiavi, il rettore dell’Alma Mater che nel ’68 rimosse il ritratto di Goffredo Coppola dal Rettorato,
non pensò mai di toglierne l’effige marmorea. Per altro, a Bologna si pensava che col gesto significativo e nobile di Fabio Alberto Roversi Monaco
– di sicuro, il migliore tra i rettori del dopoguerra, il quale rimise al suo posto anche il ritratto di Coppola,
assassinato a Dongo insieme agli altri gerarchi catturati ed insigne filologo -, si fosse definitivamente chiusa
la stagione della “guerra di memorie”, con un sereno rapporto di tutti col passato.

Al contrario, sono stati sufficienti un ciclo di inconsistenza progettuale e un paio di batoste elettorali per far sì che il Pd
e tutti i movimenti alla sua sinistra scatenassero una nuova ondata di “antifascismo militante”, nel disperato tentativo
di restituire un senso alla loro esistenza, fortemente minata dalla disaffezione del popolo e dell’elettorato.

E a farne le spese, di tutto ciò, sono stati i morti: quelli ricordati nelle strade, nelle piazze, con statue e busti,
in una sorta di “necromachia” che meriterebbe, più che risposte politiche, analisi psichiatriche.

Il rettore Ubertini, al diffondersi della notizia e alle reazioni stupite dei più, ha dichiarato che il busto di Alessandro Ghigi
è semplicemente in restauro e che tornerà presto al suo posto. Si vedrà, ma resta la sensazione che, priva di argomenti,
la sinistra italiana aneli a rigettare l’Italia nel clima che precedette gli anni di piombo, quando,
dagli slogan antifascisti ossessivamente ripetuti, si mise mano prima alle spranghe, poi alle pistole.
 

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