tontolina
Forumer storico
I CAMPI DI “SCHERMATURA” DELLA POPOLAZIONE AD ALTO RISCHIO. IL DOCUMENTO DEL CDC E LA LINEA CHE IL POTERE NON DEVE MAI SUPERARE
C’è una linea che chi detiene il potere non deve superare. Spetta ai cittadini fissarla e fare in modo che questa linea non venga superata, prima che si giunga al punto di non ritorno.
Giudicate voi, dopo questa notizia, se è necessario tracciare in maniera decisa questa linea e dire: “adesso basta”.
Il Cdc, il centro per il controllo e la prevenzione delle malattie degli Stati Uniti d’America, ha pubblicato sul suo sito un documento dal titolo “Considerazioni operative provvisorie per l’attuazione di un approccio di schermatura per prevenire le infezioni da COVID-19 in ambienti umanitari”. L’ultimo aggiornamento risale al 26 luglio 2020 e la speranza è che il Cdc abbia stracciato questo documento e chiuso in cassetto, buttando via la chiave, il protocollo in esso contenuto.
Il Cdc parla di approccio di schermatura. Cosa intende con questa espressione, schermatura, che di solito è utilizzata per proteggersi da fonti pericolose per la salute umana? Leggiamolo, traducendo letteralmente quanto è scritto nel sito del Cdc.
“L’approccio di schermatura mira a ridurre il numero di casi gravi di COVID-19 limitando il contatto tra gli individui ad alto rischio di sviluppare una malattia grave (“ad alto rischio”) e la popolazione generale (“a basso rischio”). Gli individui ad alto rischio verrebbero temporaneamente trasferiti in zone sicure o “verdi” stabilite a livello di famiglia, quartiere, campo/settore o comunità a seconda del contesto e dell’impostazione. Avrebbero un contatto minimo con i membri della famiglia e altri residenti a basso rischio“.
C’è un’ossessione particolare con il colore verde. Dopo il green pass, la tessera digitale che non ha nessuno scopo sanitario, visto che i vaccinati possono contagiare e contagiarsi, il sito del Cdc fa riferimento a zone sicure o verdi stabilite a livello di famiglia, quartiere, campo o comunità.
Siamo sempre stati prudenti nel fare analogie con esperienze dolorose della storia passata, ma, in questo caso, la preoccupazione che le tragedie del passato possano ripresentarsi è ormai evidente.
Il Cdc ha messo nero su bianco che “l’approccio di schermatura suggerisce di separare fisicamente gli individui ad alto rischio dalla popolazione generale” per evitare che debbano essere prese misure di contenimento a lungo termine tra la popolazione generale.
Una tabella riassume i livelli di approccio di schermatura.
Il primo è quello delle case famiglia, cioè di una stanza o area specifica designata per gli individui ad alto rischio che sono fisicamente isolati dagli altri membri della casa famiglia, quelli a basso rischio. Questi ultimi, secondo il protocollo, non dovrebbero entrare nella zona verde. Se l’ingresso è necessario, dovrebbe essere fatto solo da individui sani dopo essersi lavati le mani e aver usato dispositivi di sicurezza per il viso. Le interazioni dovrebbero avvenire a distanza di circa 2 metri. Il movimento degli individui ad alto rischio fuori dalla zona verde deve essere minimo.
Il secondo livello è denominato di vicinato. Consiste in un rifugio o gruppo di rifugi (di massimo 5-10 famiglie), all’interno di un piccolo campo o area dove i membri ad alto rischio sono raggruppati insieme. Con un’espressione poco chiara, si legge sul sito, che “i vicini si scambiano le famiglie per ospitare gli individui ad alto rischio”.
Il terzo livello è quello dei campi o settori. Un gruppo di rifugi come scuole, edifici comunitari all’interno di un campo/settore (con massimo 50 individui ad alto rischio per singola zona verde) dove gli individui ad alto rischio sono fisicamente isolati insieme. In questa terza opzione è previsto un solo punto d’ingresso per lo scambio di cibo, forniture ed altri beni. Un’area di incontro è usata per i residenti e i visitatori per interagire sempre con il rispetto della distanza fisica di 2 metri. A questo livello nessun movimento dentro o fuori la zona verde è consentito.
Ogni zona verde è dotata di bagni o latrine comuni per gli individui ad alto rischio e allineata al rispetto di standard umanitari minimi previsti da un protocollo denominato Sphere.
Il Cdc precisa che “l’approccio di schermatura propone che le zone verdi siano mantenute fino a quando non si verifica una delle seguenti circostanze:
a) viene stabilita una capacità di ricovero sufficiente negli ospedali;
b) diventano ampiamente disponibili opzioni vaccinali o terapeutiche efficaci; o
c) l’epidemia di COVID-19 che colpisce la popolazione si placa“.
Come abbiamo detto in apertura del servizio lasciamo a voi giudicare la portata di questa notizia. Noi ricordiamo che la storia ci insegna che quando la popolazione viene divisa in categorie, una privilegiata, l’altra stigmatizzata ingiustamente come pericolosa, reietta e privata di diritti fondamentali, non è andato mai tutto bene e l’umanità ha sempre subito gravi sofferenze.

C’è una linea che chi detiene il potere non deve superare. Spetta ai cittadini fissarla e fare in modo che questa linea non venga superata, prima che si giunga al punto di non ritorno.
Giudicate voi, dopo questa notizia, se è necessario tracciare in maniera decisa questa linea e dire: “adesso basta”.
Il Cdc, il centro per il controllo e la prevenzione delle malattie degli Stati Uniti d’America, ha pubblicato sul suo sito un documento dal titolo “Considerazioni operative provvisorie per l’attuazione di un approccio di schermatura per prevenire le infezioni da COVID-19 in ambienti umanitari”. L’ultimo aggiornamento risale al 26 luglio 2020 e la speranza è che il Cdc abbia stracciato questo documento e chiuso in cassetto, buttando via la chiave, il protocollo in esso contenuto.
Il Cdc parla di approccio di schermatura. Cosa intende con questa espressione, schermatura, che di solito è utilizzata per proteggersi da fonti pericolose per la salute umana? Leggiamolo, traducendo letteralmente quanto è scritto nel sito del Cdc.
“L’approccio di schermatura mira a ridurre il numero di casi gravi di COVID-19 limitando il contatto tra gli individui ad alto rischio di sviluppare una malattia grave (“ad alto rischio”) e la popolazione generale (“a basso rischio”). Gli individui ad alto rischio verrebbero temporaneamente trasferiti in zone sicure o “verdi” stabilite a livello di famiglia, quartiere, campo/settore o comunità a seconda del contesto e dell’impostazione. Avrebbero un contatto minimo con i membri della famiglia e altri residenti a basso rischio“.
C’è un’ossessione particolare con il colore verde. Dopo il green pass, la tessera digitale che non ha nessuno scopo sanitario, visto che i vaccinati possono contagiare e contagiarsi, il sito del Cdc fa riferimento a zone sicure o verdi stabilite a livello di famiglia, quartiere, campo o comunità.
Siamo sempre stati prudenti nel fare analogie con esperienze dolorose della storia passata, ma, in questo caso, la preoccupazione che le tragedie del passato possano ripresentarsi è ormai evidente.
Il Cdc ha messo nero su bianco che “l’approccio di schermatura suggerisce di separare fisicamente gli individui ad alto rischio dalla popolazione generale” per evitare che debbano essere prese misure di contenimento a lungo termine tra la popolazione generale.
Una tabella riassume i livelli di approccio di schermatura.
Il primo è quello delle case famiglia, cioè di una stanza o area specifica designata per gli individui ad alto rischio che sono fisicamente isolati dagli altri membri della casa famiglia, quelli a basso rischio. Questi ultimi, secondo il protocollo, non dovrebbero entrare nella zona verde. Se l’ingresso è necessario, dovrebbe essere fatto solo da individui sani dopo essersi lavati le mani e aver usato dispositivi di sicurezza per il viso. Le interazioni dovrebbero avvenire a distanza di circa 2 metri. Il movimento degli individui ad alto rischio fuori dalla zona verde deve essere minimo.
Il secondo livello è denominato di vicinato. Consiste in un rifugio o gruppo di rifugi (di massimo 5-10 famiglie), all’interno di un piccolo campo o area dove i membri ad alto rischio sono raggruppati insieme. Con un’espressione poco chiara, si legge sul sito, che “i vicini si scambiano le famiglie per ospitare gli individui ad alto rischio”.
Il terzo livello è quello dei campi o settori. Un gruppo di rifugi come scuole, edifici comunitari all’interno di un campo/settore (con massimo 50 individui ad alto rischio per singola zona verde) dove gli individui ad alto rischio sono fisicamente isolati insieme. In questa terza opzione è previsto un solo punto d’ingresso per lo scambio di cibo, forniture ed altri beni. Un’area di incontro è usata per i residenti e i visitatori per interagire sempre con il rispetto della distanza fisica di 2 metri. A questo livello nessun movimento dentro o fuori la zona verde è consentito.
Ogni zona verde è dotata di bagni o latrine comuni per gli individui ad alto rischio e allineata al rispetto di standard umanitari minimi previsti da un protocollo denominato Sphere.
Il Cdc precisa che “l’approccio di schermatura propone che le zone verdi siano mantenute fino a quando non si verifica una delle seguenti circostanze:
a) viene stabilita una capacità di ricovero sufficiente negli ospedali;
b) diventano ampiamente disponibili opzioni vaccinali o terapeutiche efficaci; o
c) l’epidemia di COVID-19 che colpisce la popolazione si placa“.
Come abbiamo detto in apertura del servizio lasciamo a voi giudicare la portata di questa notizia. Noi ricordiamo che la storia ci insegna che quando la popolazione viene divisa in categorie, una privilegiata, l’altra stigmatizzata ingiustamente come pericolosa, reietta e privata di diritti fondamentali, non è andato mai tutto bene e l’umanità ha sempre subito gravi sofferenze.