I dossier del Sismi sui generali "di sinistra"

Spike V

Forumer storico
Schedati Tricarico, Mosca Moschini e Cucchi

di CARLO BONINI


ROMA - C'è un dossier dell'archivio Sismi di via Nazionale che più e meglio di altri racconta il "metodo Pollari". "Draft Rik", "bozza Rik". Dove "Rik" sta per Leonardo Tricarico, capo di stato maggiore dell'Aeronautica fino al settembre 2006, e per cinque anni (1999-2004) consigliere militare e capo dell'Unità di crisi dei tre presidenti del Consiglio che si sono succeduti a Palazzo Chigi: Massimo D'Alema, Giuliano Amato e Silvio Berlusconi.

Lo scartafaccio è corposo. Il Sismi lo lavora e lo arricchisce in tempi diversi, proteggendolo almeno nella sua prima stesura con un sistema di codifica dei nomi (Tricarico diventa appunto "Rik"). Fino a dargli una veste completa. Il generale dell'Aeronautica ne appare soltanto il pretesto. Tricarico viene impiccato a una velenosa accusa di malversazione su commesse pubbliche e di doppia infedeltà, istituzionale e politica ("flirta" con uomini che lavorano per i servizi segreti francesi e "appartiene ai Ds") che deve offrire il destro per denunciare agli occhi di Silvio Berlusconi una "fronda" politica ai suoi danni animata da generali a cinque stelle, che a Tricarico farebbero "riferimento". Nicolò Pollari, in realtà, vuole eliminare quegli ufficiali dalla scena pubblica per ragioni che con la fedeltà alle istituzioni e la sicurezza del Paese nulla hanno a che fare. Sono suoi personali "nemici di apparato", pericolosi concorrenti. Sono Giampaolo Di Paola, ammiraglio e oggi capo di stato maggiore della Difesa; Giuseppe Cucchi, generale dell'esercito e oggi direttore del Cesis (l'organo di coordinamento dei Servizi); Rolando Mosca Moschini, già comandante generale della Finanza, "colpevole" in quella veste dell'allontanamento dell'allora capo di stato maggiore Pollari, e oggi consigliere militare del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Del resto, l'operazione "Tricarico" offre più di un'opportunità. Potrà allungare un po' di discredito su uomini dell'opposizione (D'Alema, Visco, Bersani, Brutti, Salvi, Cofferati), colpire gli odiati Servizi francesi cui Pollari ha cercato inutilmente di accollare le responsabilità della bufala dell'uranio nigerino a Saddam Hussein, cavalcare un'antica ossessione di Berlusconi, che a Parigi si coltivi una cospirazione in suo danno.

Rik, uomo di D'Alema. Anzi, no, Cofferati
. Il dossier, dunque. "A seguito delle informazioni assunte, è emerso quanto segue: nell'ottica di una strategia volta a perseguire ambiziosi obiettivi personali, RIK (Tricarico ndr) avrebbe mantenuto solidi collegamenti con l'opposizione, appoggiandosi in particolare a FOI (Pietro Folena, già Ds, oggi deputato di Rifondazione comunista ndr), che fungerebbe da "trade union"(l'estensore si avventura nell'uso delle lingue straniere e inciampa. Vuole probabilmente intendere "trait d'union", elemento di contatto e non "trade union", "sindacato"). E ad altri elementi di spicco come NTE (Luciano Violante ndr.), LVI (Cesare Salvi ndr.), TTI (Massimo Brutti) facenti parte, tra l'altro, del comitato interno per la sicurezza dei Ds. Risulterebbe inoltre che avrebbe abbracciato la causa dell'Astro nascente (Sergio Cofferati ndr.) e le posizioni da questi rappresentate. Tant'è che l'ex capo di RIK (Massimo D'Alema ndr), venuto a conoscenza di tale situazione, avrebbe preso le distanze dal suo vecchio collaboratore. In sostanza, la scelta di campo effettuata lo renderebbe organico alle forze che operano, a livello nazionale e internazionale, nel predisporre le condizioni per la caduta del Grande Avversario (l'allora premier Silvio Berlusconi ndr)".


Il "covo" dell'Aspen. Tricarico è dunque un generale politicamente inaffidabile. Ora, va soltanto messo al centro di una scena più complessa. Che impone nuovi attori. Leggiamo.
"RIK manterrebbe rapporti diretti e indiretti anche con:
* esponenti di rilievo di MEPD ("Medel", associazione europea di giuristi e magistrati), il cui nocciolo duro fa capo a TRACA ("Magistratura democratica" ndr) e al SDLAMF (Sindacato della magistratura francese ndr), e il suo presidente JNE (Ignazio Patrone ndr), nelle varie ramificazioni territoriali e, segnatamente, in A2 (Francia ndr) tramite ACV (Anne Crenier Vaudano, giudice a Creteil ndr), PDC (Patrice de Charette, giudice a Bordeaux e già messo delle Nazioni Unite in Kosovo ndr), GBI (Giacinto Bisogni, magistrato della Commissione Europea affari giuridici ndr) e SMI (Stefano Mogini, magistrato presso la stessa commissione ndr).
* appartenenti a gruppi di pressione mediatica interni, come SVLI (Paolo Serventi Longhi, segretario del sindacato dei giornalisti Fnsi ndr), a sua volta in stretti rapporti con Mosca Moschini, Camporini (Vincenzo ndr), Cucchi e Di Paola (sono generali e i loro nomi sono "in chiaro") e RIOCO (Furio Colombo ndr), e esterni con una focalizzazione su NDF (il quotidiano "Le Monde" ndr) e il suo direttore. In tale contesto, RIK (Tricarico ndr) si avvarrebbe di RSU (Marta Dassù, specialista in relazioni internazionali, editore di Aspenia e direttore dei Programmi Politici dell'Aspen Institute in Italia ndr). (...) RSU (la Dassù ndr) si sarebbe fatta carico di diffondere su incarico di RIK (Tricarico ndr) notizie di particolare delicatezza provenienti da ambiti militari (fronda interna pronta a evidenziare il proprio dissenso ponendo in risalto le conseguenze economiche e geopolitiche che ne potrebbero derivare schierandosi a favore degli Usa) debitamente rappresentati da Mosca Moschini, Camporini e Cucchi (i nomi sono in chiaro, ndr), facenti parte, tra l'altro, del Comitato organizzatore (di cui farebbe parte anche RIK) per il rientro anticipato sulla scena politica italiana di Prodi. Stessa fuga di notizie starebbe avvenendo, sempre sotto la regia di RIK, a favore del fronte antagonista (...) riportando puntualmente gli argomenti, le posizioni e i "punti deboli" percepiti negli ambienti della Presidenza del Consiglio".


La fronda dei generali ispirata dal Quirinale. "Svelata", la "fronda" deve essere solo battezzata nei suoi mandanti: il Quirinale di Carlo Azeglio Ciampi, Romano Prodi. "Si è avuta notizia di un meeting (alla cui organizzazione avrebbe contribuito RIK), avvenuto a Sharm El Sheikh, al quale avrebbero partecipato Romano Prodi, Cucchi (oggi direttore del Cesis, organo di coordinamento dei Servizi, ndr), Antonio Casu, Stefano Nones e Politi (tutti questi nomi sono "in chiaro", ndr). Dell'obiettivo finale del Comitato sarebbe al corrente anche il segretario generale della Presidenza della repubblica Gaetano Gifuni, cui farebbe costante riferimento Mosca Moschini".

La mano dei servizi francesi. L'ultimo tassello: la demolizione della reputazione di Tricarico, e l'ombra di Parigi. Il generale, annota il dossier, è in contatto con "specialisti in campo industriale e del business internazionale tra cui emergono Michele Nones (ricercatore presso l'Istituto Affari Internazionali e consulente del generale Di Paola) e l'ingegner Massimo Donati. Nello specifico, a quest'ultimo farebbero capo i rapporti di interesse tra soggetti dell'opposizione (Visco, Bersani, Chicco Testa, RIK, etc.) e alcune grandi multinazionali francesi (...) In aggiunta, lo stesso (Donati ndr), risulterebbe vicino ad ambienti dei Servizi francesi cui si appoggerebbe nella sua qualità di uomo d'affari per conto di diverse holding tra cui l'italiana Finmatica (...) che risulterebbe in contatto con i Servizi di quel Paese (...) RIK nell'espletamento delle sue funzioni si sarebbe notevolmente "infranciosato". In ciò agevolato dall'ormai ricorrente e identificata lobby alla quale apparterrebbero anche elementi dei Servizi francesi, che risulterebbe impegnata nel tentativo di screditare, attraverso l'accusa di corruzione, sia Chirac che Berlusconi ("nomi in chiaro" ndr). (...) Di qui, l'asse che lo legherebbe all'aggressiva CTF (Electricitè de France ndr), AB (il consorzio "Airbus" ndr) e NI (la Vivendi ndr) e il gruppo Thales (attualmente impegnato insieme all'italiana Agusta nel tentativo di fornire 20 elicotteri all'Arabia Saudita) di cui avrebbe sostenuto le iniziative soprattutto nella direzione dell'A1 (l'Italia ndr). In particolare, sarebbe emerso, in riferimento alla francese Thales e all'Agusta, il coinvolgimento di RIK in operazioni, remunerate all'1%, per la fornitura di elicotteri all'Arma dei Carabinieri e alle strutture facenti capo alla Presidenza del Consiglio. Il risultato economico, verosimilmente conseguito, gli avrebbe consentito l'acquisto di una villa a Castiglion della Pescaia e di un casale in Umbria contiguo a quella del collega e amico Mosca Moschini".

(6 luglio 2007)
 
Berlusconi: «Il Sismi e il generale Pollari, a cui non posso che rinnovare la totale ed incondizionata stima e fiducia, hanno sempre agito con assoluta correttezza e lealtà nel rispetto della legge e dei principi costituzionali».
 
la cosa piu' brutta di tutta questa faccenda,,, e' che in italia si e' instaurata una nuova P2....
 
I dossier dei servizi sulla guerra in Iraq: saldatura tra Md e gli antagonisti
L'occhio del Sismi sui magistrati

"Fiancheggiatori dei no global"


di CARLO BONINI


ROMA - Nel gennaio del 2003, le quattro giornate del quattordicesimo congresso nazionale di Magistratura Democratica a Roma inquietano il Sismi. Ne mettono in movimento le "teste". Mancano due mesi a un intervento militare in Iraq che il mondo intero sa ormai imminente (l'invasione scatterà la notte del 20 marzo). Il Servizio insegue l'ombra del "nemico politico interno", nella sua declinazione "pacifista" e "disfattista", perché se ne possano anticipare le mosse prima dello scoppio delle ostilità. Il lavoro del Sismi è occhiuto, pedante, e l'obiettivo torna ad essere, ossessivamente, lo stesso: la magistratura associata nelle sue articolazioni di sinistra. Il congresso di Md è dunque un ghiotto appuntamento (come del resto lo sono state nel tempo persino il lavoro e i convegni sull'"Iraq" di rispettate fondazioni come l'Aspen, trasformato - lo abbiamo visto appena ieri - da esclusivo think-tank, che ha avuto e ha tra i suoi soci Ciampi, Napolitano, Prodi, Amato, Tremonti, in pericoloso centro di cospirazione).


La strategia "corporativa" contro la guerra
Nell'archivio di via Nazionale, un fitto appunto di cinque pagine documenta l'ascolto delle giornate congressuali e le conclusioni dell'istruttoria di Forte Braschi. E' un testo tanto poliziesco nella prosa, quanto rozzo nell'elaborazione. A cominciare dall'epigrafe che, se non se ne conoscesse la paternità (il Sismi), ricorderebbe linguisticamente certe risoluzioni delle formazioni armate degli anni di piombo. Si legge: "Oggetto: la strategia politica, sociale e corporativa del movimento internazionale dei magistrati e dei "giuristi" militanti e l'occasione rappresentata dalla crisi irachena". L'incipit del documento, del resto, più che rappresentarne la premessa ne prospetta già la conclusione. "Ambiti altamente accreditati hanno informato su come l'attuale crisi irachena avrebbe impresso una oggettiva accelerazione a quella strategia politica, sociale e corporativa, di contrasto alla globalizzazione capitalistica e alla violenza neoimperialista, verosimilmente riconducibile al movimento dei magistrati e "giuristi" militanti. Il tutto nell'ottica di una rifondazione complessiva del sistema di sviluppo mondiale, regolato da norme giuridiche ispirate a una "democrazia sostanziale" che dovrebbe essere garantita dalla primazìa esercitata, nei confronti di tutti gli altri poteri, da ben "orientati" Organismi giurisdizionali sovranazionali".


Cinque giudici "pericolosamente" pacifisti

Maneggiando con rozzezza i materiali del congresso di Md, l'addetto del Sismi che lavora l'appunto illumina ciò che, ai suoi occhi, appare l'inconfutabile prova della "saldatura" tra il "fronte antimperialista" contrario all'intervento in Iraq e quello dei "giuristi democratici". Leggiamo: "Il Congresso ha pienamente accolto la proposta lanciata da Medel (Associazione di magistrati e giuristi europei ndr.) attraverso il giudice belga Marie-Anne Swartenbroeckx, che provvede a diffondere l'appello "La guerra è illegale!". L'iniziativa è stata prontamente accolta e condivisa dai partecipanti al Congresso (tra cui Sergio Cofferati e Paolo Serventi Longhi), come dimostrato dalla "Mozione sulla pace e la guerra", sottoscritta da Ignazio Patrone (magistrato e presidente di Medel), Franco Ippolito e Giuseppe Cascini (...). Alla citata mozione fa eco la relazione svolta dal segretario generale di Md, Claudio Castelli, nella parte dedicata a "Il diritto e la forza". Egli, dopo aver premesso che "il tema della guerra e della pace riassume in sé sia la crisi del diritto internazionale classico (e perciò dell'Onu), sia le difficoltà di costruire un nuovo sistema di relazioni internazionali fondato sul "diritto", addita gli Usa come i reali responsabili di quanto sta avvenendo a livello planetario".


Le accuse rivolte ai magistrati
L'intossicata analisi del Servizio si deposita nelle sue conclusioni. In una stantia accusa di "collateralismo", che propone un sillogismo anni '70: ieri fiancheggiatori dello spontaneismo armato di sinistra, oggi dei "no-global no war".
"Sulla base di quanto sin qui esposto, troverebbe conferma l'esistenza di un substrato programmatico comune tra le istanze politiche del movimento antagonista occidentale e quelle politico-corporative espresse dalla rete internazionale dei magistrati e dei giuristi militanti. L'aspetto più delicato di una simile commistione atterrebbe, aldilà degli obiettivi di contrapposizione dell'Impero occidentale, nella "tolleranza" e mancata applicazione dei dispositivi di legge, da parte di determinati soggetti istituzionali, a favore di organizzazioni e di individui penalmente perseguibili".


La deriva dell'Anm e il rischio apparati
Quattro mesi dopo il congresso di Md, in maggio, ancora un appunto. Questa volta sulle "elezioni per il rinnovo del Comitato direttivo centrale dell'Associazione nazionale magistrati". Per il Sismi la deriva dell'Associazione "a sinistra" si è compiuta. Ora c'è da attendersi il peggio. Scrive il Servizio: "Un delicatissimo aspetto atterrebbe a una operazione, verosimilmente facente capo a specifici settori della magistratura e non solo, di chiamata a raccolta di quegli elementi, appartenenti agli organi di polizia giudiziaria, ritenuti "vicini" professionalmente (operando presso Procure e Tribunali) e politicamente, al fine di orientarne, in questo frangente, le prese di posizione. Tale presunta iniziativa avrebbe contribuito non poco a far crescere, in parte del personale di certi corpi di Polizia, un forte sentimento di avversione contro l'Esecutivo in carica, che si starebbe manifestando, in maniera più o meno larvata, in diverse realtà territoriali".

(7 luglio 2007)
 

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