I GIOVANI NON HANNO BISOGNO DI SERMONI, i GIOVANI HANNO BISOGNO DI ESEMPI DI ONESTA',

Intanto questi si mangiano ......

Scintille tra Gad Lerner e Marco Travaglio.
Il primo ha accusato Il Fatto di avere tenuto una linea più che morbida sulle società in Costa Rica gestite dall’autista di Beppe Grillo. Lo scoop dell’Espresso che ha messo in difficoltà il leader del M5S, insomma, avrebbe avuto da Il Fatto un trattamento che non si addice a un giornale d’assalto e indipendente. Questo il parere di Lerner che così commenta su Vanity Fair: “Se fossero spuntate 13 società in Costa Rica a nome di un fedelissimo collaboratore di un leader del Pdl o del Pd, due corsari dalla schiena dritta come Padellaro e Travaglio gliene avrebbero chiesto conto in prima pagina, senza indulgenza”.
Perché allora tutta questa reticenza?
Perché, secondo Lerner, Il Fatto vuole essere punto di riferimento dei nuovi vincenti, i 5 Stelle e ciò, aggiungiamo noi, dopo avere perso Ingroia e Di Pietro come referenti politici (rimasti fuori dal Parlamento).
Le critiche non sono piaciute, com’è ovvio, a Travaglio che dedica a Lerner un editoriale di risposta nel giorno in cui tutte le prime pagine di tutti i gironali sono occupate dal nuovo Papa Francesco.
Travaglio contesta in dieci punti le affermazioni di Lerner, con la nota meticolosa puntigliosità e trova modo così di difendere sia la sua testata sia l’autista di Grillo Walter Vezzoli. Ma è all’inizio dell’articolo che colloca la stoccata che dovrebbe atterrare Lerner: ci dà lezioni di giornalismo indipendente, dice, lui che è un “ottimo giornalista iscritto al Pd, già membro del comitato promotore e della commissione per l’etica dell’assemblea costituente di quel partito”.
Lerner, per tutta risposta, mette su twitter il link dell’articolo di Travaglio.
Ecco, afferma, come risponde alle mie critiche.
E chissà se la querelle è finita qui.
 
Questo il parere di Lerner che così commenta su Vanity Fair

Giusto li' finira' per scrivere senza il pd .
 
Car, i dati si prendono alla fonte e non da un twit.
Vai sul sito del ministero così ti acculturi :D

Giorao credo che nessun partito ti abbia spennato....rivolgi le tue ire altrove e guarda dove ci sono le effetive spese da tagliare, quelle che contano miliardi di euro, perchè abbiamo bisogno di 50 miliardi, non 50 milioni :D

Taglio provincie e accorpamento comuni municipalizzate e partecipate vedi che arrivano pure i miliardi che i tuoi amichetti negli ultimi anni si sono mangiati.
 
Car, i dati si prendono alla fonte e non da un twit.
Vai sul sito del ministero così ti acculturi :D

Giorao credo che nessun partito ti abbia spennato....rivolgi le tue ire altrove e guarda dove ci sono le effetive spese da tagliare, quelle che contano miliardi di euro, perchè abbiamo bisogno di 50 miliardi, non 50 milioni :D

se lo dici tu.:rolleyes::rolleyes::rolleyes:

Ecco la nota integrale di Montecitorio

Nella giornata di ieri è stata trasmessa al Presidente della Camera dei deputati dal Presidente della Commissione governativa sul livellamento retributivo Italia-Europa, professor Enrico Giovannini, la Relazione sull'attività e i risultati della Commissione medesima al 31 dicembre 2011.
Come correttamente precisato nel documento, a pag. 15, i dati contenuti nella Relazione sono «del tutto provvisori e di qualità insufficiente per una loro utilizzazione ai fini indicati dalla legge». Sicché con riguardo alle notizie diffuse in merito dagli organi di stampa alcune precisazioni si impongono ai fini di una compiuta informazione dell'opinione pubblica.
Va, innanzitutto, sottolineato che dalla tabella di comparazione contenuta nella Relazione della Commissione - che conferma quanto emerso dallo studio effettuato dagli Uffici della Camera - si ricava che il costo complessivo sostenuto per i deputati italiani in carica è inferiore rispetto a quello sostenuto dalle Assemblee dei Paesi europei con il PIL più elevato.
Va chiarito, inoltre, che nel documento l'importo dell'indennità spettante ai deputati italiani (pari a 11.283,28 euro) è indicato al lordo delle ritenute previdenziali, fiscali e assistenziali. Invece, al netto di tali ritenute - ivi comprese le addizionali regionali e comunali la cui misura varia in relazione al domicilio fiscale del deputato - l'importo dell'indennità parlamentare, che è corrisposta per dodici mensilità, è pari mediamente a 5.000 euro. Tale somma si riduce ulteriormente per i deputati che svolgono un'attività lavorativa per la quale percepiscono un reddito uguale o superiore al 15% dell'indennità parlamentare. Sono queste, dunque, le cifre cui bisogna guardare per individuare quanto effettivamente viene posto a disposizione dei deputati a titolo di indennità parlamentare.
Comparando tale dato con quello degli altri Paesi europei, tenendo conto dei differenti regimi fiscali, l'ammontare netto dell'indennità parlamentare erogato ai nostri deputati risulta inferiore rispetto a quello percepito dai componenti di altri Parlamenti presi a riferimento.
I dati forniti nella Relazione - nella loro dichiarata provvisorietà e incompletezza - potranno comunque rappresentare un utile elemento di riferimento per le prossime autonome iniziative dei competenti organi parlamentari, volte a rideterminare costi ed emolumenti sostenuti per i deputati italiani, anche con riferimento al regime dei collaboratori.
 
se lo dici tu.:rolleyes::rolleyes::rolleyes:

Ecco la nota integrale di Montecitorio

Nella giornata di ieri è stata trasmessa al Presidente della Camera dei deputati dal Presidente della Commissione governativa sul livellamento retributivo Italia-Europa, professor Enrico Giovannini, la Relazione sull'attività e i risultati della Commissione medesima al 31 dicembre 2011.
Come correttamente precisato nel documento, a pag. 15, i dati contenuti nella Relazione sono «del tutto provvisori e di qualità insufficiente per una loro utilizzazione ai fini indicati dalla legge». Sicché con riguardo alle notizie diffuse in merito dagli organi di stampa alcune precisazioni si impongono ai fini di una compiuta informazione dell'opinione pubblica.
Va, innanzitutto, sottolineato che dalla tabella di comparazione contenuta nella Relazione della Commissione - che conferma quanto emerso dallo studio effettuato dagli Uffici della Camera - si ricava che il costo complessivo sostenuto per i deputati italiani in carica è inferiore rispetto a quello sostenuto dalle Assemblee dei Paesi europei con il PIL più elevato.
Va chiarito, inoltre, che nel documento l'importo dell'indennità spettante ai deputati italiani (pari a 11.283,28 euro) è indicato al lordo delle ritenute previdenziali, fiscali e assistenziali. Invece, al netto di tali ritenute - ivi comprese le addizionali regionali e comunali la cui misura varia in relazione al domicilio fiscale del deputato - l'importo dell'indennità parlamentare, che è corrisposta per dodici mensilità, è pari mediamente a 5.000 euro. Tale somma si riduce ulteriormente per i deputati che svolgono un'attività lavorativa per la quale percepiscono un reddito uguale o superiore al 15% dell'indennità parlamentare. Sono queste, dunque, le cifre cui bisogna guardare per individuare quanto effettivamente viene posto a disposizione dei deputati a titolo di indennità parlamentare.
Comparando tale dato con quello degli altri Paesi europei, tenendo conto dei differenti regimi fiscali, l'ammontare netto dell'indennità parlamentare erogato ai nostri deputati risulta inferiore rispetto a quello percepito dai componenti di altri Parlamenti presi a riferimento.
I dati forniti nella Relazione - nella loro dichiarata provvisorietà e incompletezza - potranno comunque rappresentare un utile elemento di riferimento per le prossime autonome iniziative dei competenti organi parlamentari, volte a rideterminare costi ed emolumenti sostenuti per i deputati italiani, anche con riferimento al regime dei collaboratori.

ammore che dici ci candidiamo a fare i camerlenghi? :eek:
 

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