I politici il TG1 e ... il panino

quicksilver

Forumer storico
Riotta, il Tg1 e tanti bei panini


La prima esternazione del collega Riotta nominato direttore del Tg1
è stata: "Vent'anni fa non era possibile prevederlo. I posteri
diranno se è stato un bene o un male". Quali posteri dovrebbero dare
l'ardua sentenza sul fatto che un giornalista ha accettato, come
sommo riconoscimento, di andare a fare il passacarte nella più nota
gazzetta ufficiale della partitocrazia non lo sappiamo.

Che cosa è il telegiornale uno della Rai? È un telegiornale di
regime da cui se ne è appena andato uno dei più noti e ferrei sederi
di pietra del regime, Clemente Mimun, specialista nel 'panino
televisivo'.

In cosa consiste il panino del Tg1? Ce lo spiega Francesco Pionati
su 'Repubblica'. Il panino è il pastone, diciamo il polpettone della
informazione come la intendono i nostri politici; una galleria di
mezzi busti marmorei dei signori dei partiti e dei ministeri, sempre
laudativa e, soprattutto, priva di notizie.

Qualsiasi fatto scandaloso della Repubblica, dal caso Parmalat a
quello di Telecom, viene subito avvolto in commenti e interviste
incomprensibili da cui si capisce soltanto che ancora una volta
i 'poteri forti' hanno compiuto malversazioni colossali senza che
gli organi di controllo li abbiano fermati e nella certezza che nel
peggiore dei casi finiranno in villa per trascorrervi gli arresti
domiciliari.

Tutti i politici in servizio, a partire da Fausto Bertinotti,
augurano a Gianni Riotta di abolire il panino. Ma come se è il loro
cibo preferito e insostituibile come ben sa Bertinotti infaticabile
frequentatore di sale televisive?

Racconta Francesco Pionati che di panini televisivi se ne
intende: "Devi misurare le presenze con il bilancino. Dai un minuto
a Pecoraro Scanio e devi darne uno a Diliberto. I partiti decidono
loro, ti mandano chi vogliono. L'idea del panino è stata di Clemente
Mimun durante il primo governo Berlusconi. La prima fetta di pane
spetta al governo, in mezzo ci metti la fettina di mortadella
dell'opposizione che protesti, attacchi, contesti tanto; poi,
puntualmente, arriva la seconda fetta di pane riservata alla
maggioranza di governo. Se alla opposizione c'è Silvio Berlusconi e
non la sinistra, allora l'ultima fetta è immancabilmente sua. Se è
alla opposizione si invertono le parti. Con Berlusconi al governo
l'ordine delle opinioni era tassativo e neanche per sbaglio l'ultima
parola poteva toccare a un 'comunista'.

Se per caso una dichiarazione governativa arrivava alla fine del
telegiornale, la si incollava in chiusura, facendola leggere in
diretta ai conduttori. Ai rappresentanti dell'opposizione di solito
si riservava la carrellata delle mini-interviste in cui passano di
corsa come i bersaglieri tutti i partiti senza neppure dargli il
tempo di finire la frase. Il panino è sacro per i politici.
Togliglielo e casca il mondo. "La rivoluzione fanno", dice
Pionati, "la rivoluzione. Toglilo e vedrai quel che succede. L'uomo
politico aspetta le otto di sera e se non appare, ogni sera, sempre
è la rivoluzione".

Riotta ce la farà a toglierlo? Gli esperti sono pessimisti. Ci provò
solo Enzo Biagi e lo giubilarono immediatamente. I politici si
giustificano con l'audience: il Tg1, dicono, è il telegiornale più
seguito dagli italiani. È vero, ma questo la dice lunga sulla
venerazione di fondo che noi abbiamo per il potere, sia quello
economico sia il politico.

L'ultima parola in politica ce l'ha il telegiornale di governo come
in economia la onnipotente pubblicità. Abbinati sono uno sfracello.
Chi te lo ha fatto fare, caro Riotta?

Giorgio Bocca

5 Ottobre 2006
 
Ne ho di anni alle spalle e
ho visto tanti governi che non riesco a ricordarmeli tutti
ma quello che ricordo è che una volta non si faceva politica come la si fa ora.
Da quando è entrato in politica Berlusconi tutto si è trasformato in una politica da osteria da piazza o meglio da televendita.
Neppure ai tempi di Craxi c'erano questi attacchi bugiardi, urlati, irrispettosi della persona, c'era una etica professionale , l'etica del Politico.
Chi era il Politico?
Un Artigiano della politica, che aveva fatto il suo apprendistato, il garzone di bottega il "bocia" si diceva da noi, che frequesntava una sede di un qualunque partito politico. Poi se aveva i numeri la cultura iniziava a fare politica e sempre con delle qualità poteva proseguire il suo percorso politico verso le alte sfere. Era un artigiano della politica.
Andiamo a vedere chi Berlusconi ha portato in politica - dei liberi professionisti che di politica si intendono come la signora Maria e come noi che la seguiamo dagli schermi televisivi o dai giornali. Si è portato dietro i suoi AvvocATI, i suoi commercialisti, i suoi venditori di fumo, i suoi dipendenti delle televisioni.
Poi ha preso qualche transfugo dai vari partiti, per dare una connotazione politica al partito e così ci ha servito un bel forza italia (nome studiato da esperti in comunicazione) e il minestrone è fatto.
Per fortuna ci sono dalla sua parte i Casini e prima di tutto i Follini i Tabacci (lascio perdere quelli di AN che come il serpente hanno cambiato troppo spesso pelle e per il potere (vedi Fini) hanno sputato in faccia anche alla loro madre.
I veri Politici sono i primi che ho segnalato come anche i Bertinotti, Marini, Rutelli,Amato, e tanti altri che quando li vedi in un confronto televisivo parlano pacatamente non si offendono tra di loro ognuno sta nella prorpia posizione ma hanno il massimo rispetto l'uno dell'altro.
Forse noi ci meritiami questa politica inviperita?
Forse sì perchè in pochi abbiamo avuto il coraggio dopo i Craxismo di cambiare voto politico - passando dalla Lega Nord a Berlusconi per il cambiamento (che c'è stato solo per i suoi intrallazzi) e poi a vedere cosa fa Prodi e il centro sinistra.
 
Concordo con jazoff e vorrei aggiungere alcuni malcostumi che si vanno sempre più diffondendo:

nei dibattiti politici l'uso sistematico di interrompere l'interlocutore che sta parlando quando sta dicendo cose scomode per la propria parte.
La mancanza totale di ideali e cultura nei ns rappresentanti
La manipolazione dell' informazione nei tg.
L'intrusione dei politici nei programmi di intrattenimento.
 
lociaio ha scritto:
Concordo con jazoff e vorrei aggiungere alcuni malcostumi che si vanno sempre più diffondendo:

nei dibattiti politici l'uso sistematico di interrompere l'interlocutore che sta parlando quando sta dicendo cose scomode per la propria parte.
La mancanza totale di ideali e cultura nei ns rappresentanti
La manipolazione dell' informazione nei tg.
L'intrusione dei politici nei programmi di intrattenimento.

Ciao a tutti -Ma dove ci hanno mandato?
nel "caffè"?
- anche se già l'ho preso.
Leggo ora il prolungamento del discorso iniziato da quick silver
Vorrei fare delle puntualizzazioni:
Ma chi lo fa? - Rifletti: coloro che non hanno un passato da garzone della politica - chi è stato buttato in prima linea e deve sparare a ventaglio anche "stronzate" scusate la parola.
Ti ricordi l'urlatore che forza italia mise in campo agli albori ? il signor Vito colui che radiocomandato doveva solo esclusivamente rompere i discorsi degli avversari, di politica non ne sapeva una mazza.
Cosa vuoi che sappia di politica il signor Tremonti che era solo un commercialista e come quasi tutti i commercialisti deveva solo cercare di farti pagare meno tasse con evasioni elusioni e altro (credo fosse il commercialista di Silvio Berlusconi).
Cosa credi che sappiano di politica gli avvocati:
Taormina - Previti - Ghedini - forse me ne sfuggono altri.
Avvocati di Silvio Berlusconi messi lì lì per fare i parlametari seri e rispettosi di quei cittadini che gli hanno dato i voti?
NO! ma solo per fare leggi a favore de più potente uomo italiano.
O credi che tutti un bel giorno si siano svegliati e abbiano detto (come ha detto Berlusconi) salviamo l'Italia dai Comunisti e sono scesi in politica?
Credo proprio di no !
Ma noi ci meritiamo questi che ho elencato, perchè noi o la stragrande maggioranza degli elettori prende il partito o il berlusconi come si fa per la squadra del cuore.
Ho visto pochi che come ho fatto io e l'ho sopra scritto ho cambiato diversi partiti credendo in quello che mi hanno detto (verità o bugia) più bugie che verità.
Buona domenica
 

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