dariomilano
novellino
Bondi ha riconosciuto di non aver saputo spendere in acquisizioni il 'tesoretto' da 1,4 miliardi di liquidità accumulato da Parmalat grazie all'opera di risanamento. "Il mio convincimento - ha detto - è stato che in questo mercato del 'daily' la dimensione fa premio e la liquidità doveva servire a fare un salto importante. Per me Parmalat doveva fare un salto dimensionale. Non ci siamo riusciti. Il risultato? Ve lo faccio leggere al contrario: oggi è nato un gruppo che ha un fatturato di 14,5 miliardi e un mol di 1,3 miliardi e quindi il salto qualità è stato fatto. Invece di integrare in Parmalat qualcosa, Parmalat è stata integrata in qualcosa". "Facile - ha proseguito - sarebbe stato spendere i soldi ma difficile spenderli in maniera utile. Non li abbiamo spesi, non ci siamo riusciti. La nuova Parmalat è nata 5 anni fa, nell'ottobre 2005. Abbiamo aspettato che maturassero i tempi per fare il salto qualità. Non ce l'abbiamo fatta, è capitato al contrario".
"Uno - ha detto ancora - le cose o riesce a farle o non riesce. Quando non riesce ha perso. Noi abbiamo accumulato liquidità ma il salto di qualità non è stato fatto. Io, parlo per me, questo salto non sono riuscito a farlo. E' stata una sconfitta. A me - ha ricordato Bondi - era stato dato mandato di risanare l'azienda e poi trasformarla in capofila di una filiera agroalimentare basata in Italia e questo è mancato. Si potrebbe osservare anche che è mancato il coraggio di imprenditori italiani, ma quando uno manca manca. Quanto tempo ci sarebbe voluto? Non lo so dire. Le occasioni che si presentano vanno afferrate. Lactalis ha avuto l'occasione di farlo e lo ha fatto. Io non so se avrei avuto il coraggio perché è un'operazione a debito importante. Io forse non avrei avuto il coraggio di fare il passo pur avendo l'idea di fare una crescita importante. Io - ha aggiunto scherzoso - sono un poveretto finito in un pastrocchio, ne sono venuto fuori più o meno bene e, via, è finita".
Già manager di grande successo per aver risanato Montedison, a Bondi è stato chiesto di mettere a confronto le due esperienze. "Stato circa 7-8 anni in tutte e due le società. Nel caso di Parmalat è stato anche forse più entusiasmante, ma ho vissuto entrambe le due cose piuttosto bene". Cosa succederà di Parmalat nel futuro? "Ripeto - ha concluso Bondi - auguro al gruppo che si è formato un grande successo e alla parte italiana di avere un ruolo importante. No nobis domine".
"Uno - ha detto ancora - le cose o riesce a farle o non riesce. Quando non riesce ha perso. Noi abbiamo accumulato liquidità ma il salto di qualità non è stato fatto. Io, parlo per me, questo salto non sono riuscito a farlo. E' stata una sconfitta. A me - ha ricordato Bondi - era stato dato mandato di risanare l'azienda e poi trasformarla in capofila di una filiera agroalimentare basata in Italia e questo è mancato. Si potrebbe osservare anche che è mancato il coraggio di imprenditori italiani, ma quando uno manca manca. Quanto tempo ci sarebbe voluto? Non lo so dire. Le occasioni che si presentano vanno afferrate. Lactalis ha avuto l'occasione di farlo e lo ha fatto. Io non so se avrei avuto il coraggio perché è un'operazione a debito importante. Io forse non avrei avuto il coraggio di fare il passo pur avendo l'idea di fare una crescita importante. Io - ha aggiunto scherzoso - sono un poveretto finito in un pastrocchio, ne sono venuto fuori più o meno bene e, via, è finita".
Già manager di grande successo per aver risanato Montedison, a Bondi è stato chiesto di mettere a confronto le due esperienze. "Stato circa 7-8 anni in tutte e due le società. Nel caso di Parmalat è stato anche forse più entusiasmante, ma ho vissuto entrambe le due cose piuttosto bene". Cosa succederà di Parmalat nel futuro? "Ripeto - ha concluso Bondi - auguro al gruppo che si è formato un grande successo e alla parte italiana di avere un ruolo importante. No nobis domine".