tontolina
Forumer storico
Attenzione alla Germania che sta per esplodere!
Le elezioni di Brema hanno messo in evidenza molti problemi.
(1). La SPD è in declino. Al punto tale che Jens Boehrnsen, leader socialista in Brema, si è dimesso a causa del disastro elettorale. Questo a dispetto di quanto riportato dalla stampa di regime che decantava una “vittoria” dei socialdemocratici.
(2). Anche i Grüne sembrerebbero avviarsi sul viale del tramonto.
(3). L’elettorato di sinistra preferisce allora i Linke.
(4). Biw, Fdp ed AfD continuano a crescere bene.
(b). È andato a votare quasi il 70% dell’elettorato dei quartieri ricchi.
(c). È andato a votare solo il 21% dell’elettorato dei quartieri poveri.
- Né Spd né Cdu sembrano più in grado di richiamare le masse alle urne.
- In modo particolare, né Spd né Cdu sembrano più in grado di esprimere le esigenze delle classi meno abbienti.
Conseguenza.
Esattamente come avvenne nel 1931 – 1932, il primo politico che riuscisse a rappresentare i non votanti, ossia ben il 60% dell’elettorato, conquisterebbe il potere assoluto in Germania.
Pensateci sopra con grande cura ed attenzione.
Il futuro della Germania non è nell’Unione Europea.
Il futuro della Germania non è nel welfare state.
Il futuro della Germania non è in questo sedicente “stato di diritto“.
I tedeschi si riconoscono molto di più nella Weltanschauung del Presidente Putin che non negli attuali disvalori occidentali.
Ieri si è votato a Brema per le elezioni metropolitane: come Amburgo, la città rappresenta, insieme alla più piccola Bremerhaven, anche uno Stato federale (in questo caso, il più piccolo dei sedici Lander tedeschi) di cui il sindaco è presidente. Brema è tradizionalmente un feudo socialdemocratico: l’SPD ha infatti guidato ininterrottamente la città dal secondo dopoguerra. Ma le elezioni di ieri rappresentano una grande novità per gli equilibri territoriali, che potrebbero avere ricadute anche a livello nazionale. Fa rumore, infatti, il forte calo del partito socialdemocratico, che si somma a quello ancora più marcato subito dai Verdi. Sindaco-presidente resterà comunque Jens Böhrnsen, già alla guida di Brema dal 2005. Eppure ha poco da festeggiare: con il 32,9%, l’SPD perde quasi 6 punti percentuali e passa da 36 a 30 seggi: un calo imprevedibile, che nessun sondaggio della vigilia aveva rilevato. I Verdi, partner di minoranza dell’SPD, soffrono ancora di più, pagando il grande exploit del 2011 (si era votato poche settimane dopo l’incidente di Fukushima) e tornando al ruolo di terzo partito, con il 15,3% e 14 seggi. La somma dei due partiti è di appena due voti superiore a quella necessaria per la maggioranza assoluta: l’assemblea metropolitana (Senato) conta infatti 83 membri, e SPD e Verdi ne totalizzano 44.
Conquista consenso invece la CDU, con il 22,6% (+2,2% rispetto al 2011) e 20 seggi: di fronte a una maggioranza troppo risicata e quindi a rischio, non è escluso che i socialdemocratici possano decidere di avviare una grande coalizione (già sperimentata a Brema fino al 2007). La situazione è resa complessa anche dal numero di partiti che saranno rappresentati nella nuova assemblea regionale: erano cinque nella precedente legislatura, saranno ben sette in quella nuova. Va molto bene la Linke: la sinistra radicale è la destinazione principale dei consensi in libera uscita dai Verdi, guadagna 3,5 punti percentuali e arriva a toccare il 9,2% e 8 seggi. Restano rappresentati, con un solo seggio, anche i Cittadini arrabbiati (BIW), una piccola formazione di estrema destra, grazie al buon risultato ottenuto a Bremerhaven. Entrambi questi partiti sono comunque destinati a rimanere all’opposizione.
Il Senato di Brema si affolla invece nel centro-destra, con l’ingresso sia dei liberali dell’FDP sia degli euroscettici di Alternativa per la Germania (AfD). Per l’FDP il risultato di Brema sembra essere l’uscita dal tunnel degli ultimi due anni, nei quali lo storico partito liberale è stato estromesso sia dal parlamento federale sia da molte assemblee regionali. Il cambio di leadership a livello nazionale con Christian Lindner e una campagna elettorale efficace della giovane Lencke Steiner, appena trentenne, ha portato l’FDP al 6,5% e a 6 seggi: una buona notizia anche per Angela Merkel, che ha tutto da guadagnare dalla ripresa dei liberali per le alleanze su base locale e, nel 2017, anche al Bundestag. Molto più incerto, fino all’ultimo, è stato l’ingresso al Senato di Brema di AfD, che nelle ultime settimane ha pagato lo scotto di molte importanti defezioni causate dalla sua deriva xenofoba (secondo indiscrezioni, lo stesso leader Bernd Lucke potrebbe uscirne per fondare un nuovo partito). Alla fine, il partito riesce a entrare per la quinta volta consecutiva nel parlamento di uno Stato federale, pur fermandosi al 5,5%, poco sopra la soglia minima necessaria per ottenere seggi (4 in tutto).
Giuseppe Sandro Mela.
2015-05-13.
http://www.senzanubi.it/home/attenzione-alla-germania-che-sta-per-esplodere/
http://www.senzanubi.it/home/attenzione-alla-germania-che-sta-per-esplodere/
Le elezioni di Brema hanno messo in evidenza molti problemi.
(1). La SPD è in declino. Al punto tale che Jens Boehrnsen, leader socialista in Brema, si è dimesso a causa del disastro elettorale. Questo a dispetto di quanto riportato dalla stampa di regime che decantava una “vittoria” dei socialdemocratici.
(2). Anche i Grüne sembrerebbero avviarsi sul viale del tramonto.
(3). L’elettorato di sinistra preferisce allora i Linke.
(4). Biw, Fdp ed AfD continuano a crescere bene.
Ma questi non sono
i veri problemi.
(a). È andato a votare solo il 41% degli aventi diritto.(b). È andato a votare quasi il 70% dell’elettorato dei quartieri ricchi.
(c). È andato a votare solo il 21% dell’elettorato dei quartieri poveri.
* * * * *
È evidente quanto sia anomala questa situazione, che peraltro rispecchia molto da vicino quanto i sondaggi indicherebbero per tutta la Germania.- Né Spd né Cdu sembrano più in grado di richiamare le masse alle urne.
- In modo particolare, né Spd né Cdu sembrano più in grado di esprimere le esigenze delle classi meno abbienti.
Conseguenza.
Esattamente come avvenne nel 1931 – 1932, il primo politico che riuscisse a rappresentare i non votanti, ossia ben il 60% dell’elettorato, conquisterebbe il potere assoluto in Germania.
* * * * *
Signori miei.Pensateci sopra con grande cura ed attenzione.
Il futuro della Germania non è nell’Unione Europea.
Il futuro della Germania non è nel welfare state.
Il futuro della Germania non è in questo sedicente “stato di diritto“.
I tedeschi si riconoscono molto di più nella Weltanschauung del Presidente Putin che non negli attuali disvalori occidentali.
→ AP. 2015-05-10. Center-left party seen winning German state vote.
BERLIN (AP) — Germany’s main center-left party won an election Sunday in the country’s smallest state, Bremen, and is expected to prolong its decades-long dominance there despite losing significant support, exit polls indicated.
Bremen has been led by the center-left Social Democrats since the 1940s. Exit polls for ARD and ZDF television showed them winning around 33 percent of the vote, down from more than 38 percent four years ago.
The polls also pointed to a thin majority at best in the state legislature for Mayor Jens Boehrnsen’s current coalition with the Greens, who also lost ground.
Still, his party was well ahead of Chancellor Angela Merkel’s conservative Christian Democrats, who are traditionally weak in Bremen but improved their tally modestly to about 23 percent. The conservatives have previously served as a junior governing party in Bremen.
About 500,000 people were eligible to vote in Bremen, which is financially weak and has an unemployment rate of 11.1 percent — the highest of any German state.
The pro-business Free Democrats, former partners in Merkel’s national government who are still trying to claw their way back after being ejected from the federal parliament two years ago, were set to re-enter Bremen’s legislature with 6.5 percent of the vote, the exit polls showed.
The polls put support for the two-year-old Alternative for Germany party, which advocates an end to the euro currency in its current form and talks tough on immigration, at about 5 percent — the minimum the party needs to enter the state legislature.
At national level, polls show a strong lead for Merkel’s party over the Social Democrats, who are her junior partners in the federal government.
BERLIN (AP) — Germany’s main center-left party won an election Sunday in the country’s smallest state, Bremen, and is expected to prolong its decades-long dominance there despite losing significant support, exit polls indicated.
Bremen has been led by the center-left Social Democrats since the 1940s. Exit polls for ARD and ZDF television showed them winning around 33 percent of the vote, down from more than 38 percent four years ago.
The polls also pointed to a thin majority at best in the state legislature for Mayor Jens Boehrnsen’s current coalition with the Greens, who also lost ground.
Still, his party was well ahead of Chancellor Angela Merkel’s conservative Christian Democrats, who are traditionally weak in Bremen but improved their tally modestly to about 23 percent. The conservatives have previously served as a junior governing party in Bremen.
About 500,000 people were eligible to vote in Bremen, which is financially weak and has an unemployment rate of 11.1 percent — the highest of any German state.
The pro-business Free Democrats, former partners in Merkel’s national government who are still trying to claw their way back after being ejected from the federal parliament two years ago, were set to re-enter Bremen’s legislature with 6.5 percent of the vote, the exit polls showed.
The polls put support for the two-year-old Alternative for Germany party, which advocates an end to the euro currency in its current form and talks tough on immigration, at about 5 percent — the minimum the party needs to enter the state legislature.
At national level, polls show a strong lead for Merkel’s party over the Social Democrats, who are her junior partners in the federal government.
→ AP. 2015-05-11. Smallest German state’s mayor quits after election.
BERLIN (AP) — The mayor of Bremen, Germany’s smallest state, is stepping down after his center-left party lost significant support in an election.
The departure of Jens Boehrnsen, Bremen’s mayor since 2005, is a blow to Germany’s main center-left Social Democrats amid persistently poor national poll ratings.
The party has led Bremen since the 1940s. It won Sunday’s state election with a disappointing 32.9 percent, down from 38.6 percent in 2011. Its coalition with the Greens, who also lost ground, emerged with only a slim majority in the state legislature.
Boehrnsen said Monday he will stand aside so his party “can set the political course for a better result” in four years’ time. It wasn’t clear who will replace him.
The Social Democrats are the junior partners in Chancellor Angela Merkel’s national government.
BERLIN (AP) — The mayor of Bremen, Germany’s smallest state, is stepping down after his center-left party lost significant support in an election.
The departure of Jens Boehrnsen, Bremen’s mayor since 2005, is a blow to Germany’s main center-left Social Democrats amid persistently poor national poll ratings.
The party has led Bremen since the 1940s. It won Sunday’s state election with a disappointing 32.9 percent, down from 38.6 percent in 2011. Its coalition with the Greens, who also lost ground, emerged with only a slim majority in the state legislature.
Boehrnsen said Monday he will stand aside so his party “can set the political course for a better result” in four years’ time. It wasn’t clear who will replace him.
The Social Democrats are the junior partners in Chancellor Angela Merkel’s national government.
→ DPA International. 2015-05-11. Bremen mayor quits as Germany’s Social Democrats mull drop in support.
Berlin (dpa) – The head of government of Germany’s smallest state announced Monday that he would step down after a drastic slump in voter support for his Social Democratic Party (SPD) in Bremen’s state-assembly election the previous day.
In a written statement, Jens Boehrnsen, 65, who has run the state for the past decade and will remain as caretaker until a new government chief is chosen, said, “I am taking responsibility for the disappointing electoral result for my party.”
His party, which is Germany’s number two nationally and part of Chancellor Angela Merkel’s federal coalition, was licking its wounds after losing nearly 6 percentage points of support compared to a 2011 poll.
With a final count not due until Wednesday, the state electoral commission said data so far showed the SPD winning just 32.9 per cent of votes. It is the worst poll result ever in the 70 years that the SPD has headed the city-state’s government.
The Greens, the other party in Boehrnsen’s coalition, also took a bad hit at the hustings.
The coalition won 44 of 83 seats in the state assembly, only just enough to retain power.
The vote in Bremen, an industrial centre and port with 655,000 inhabitants, was the second and last of two regional polls this year. A similar SPD-Green line-up scraped back to power in the Hamburg election in February.
Boehrnsen holds the title of both city mayor and president of the Senate, equivalent in rank to premier in Germany’s other states.
With 5.7 per cent of votes, the eurosceptic party Alternative for Germany (AfD), founded in 2013, was expected to win seats in Bremen for the first time. Electoral law denies seats to parties unless they win at least 5 per cent of votes in one of Bremen’s two precincts.
The commission’s projections showed Merkel’s Christian Democrats won 22.6 per cent, the hard-left Die Linke 9.2 per cent and the pro-business Free Democrats 6.5 per cent, making a comeback after a total loss in 2011.
Merkel’s CDU, which regularly scores about 40 per cent in nationwide opinion polls, has never made much headway in the northern cities, but took comfort from a 2-point gain in the vote share.
Merkel said the SPD and Greens had themselves to blame for the turnout of only 50 per cent.
“It might have been better to put a bit more effort into mobilizing (voters). That seems to me to have been the problem on the Social Democratic side,” she told reporters in Berlin.
→ Voto Finish. 2015-05-11. SPD e Verdi in netto calo a Brema, maggioranza ridotta al minimo.Berlin (dpa) – The head of government of Germany’s smallest state announced Monday that he would step down after a drastic slump in voter support for his Social Democratic Party (SPD) in Bremen’s state-assembly election the previous day.
In a written statement, Jens Boehrnsen, 65, who has run the state for the past decade and will remain as caretaker until a new government chief is chosen, said, “I am taking responsibility for the disappointing electoral result for my party.”
His party, which is Germany’s number two nationally and part of Chancellor Angela Merkel’s federal coalition, was licking its wounds after losing nearly 6 percentage points of support compared to a 2011 poll.
With a final count not due until Wednesday, the state electoral commission said data so far showed the SPD winning just 32.9 per cent of votes. It is the worst poll result ever in the 70 years that the SPD has headed the city-state’s government.
The Greens, the other party in Boehrnsen’s coalition, also took a bad hit at the hustings.
The coalition won 44 of 83 seats in the state assembly, only just enough to retain power.
The vote in Bremen, an industrial centre and port with 655,000 inhabitants, was the second and last of two regional polls this year. A similar SPD-Green line-up scraped back to power in the Hamburg election in February.
Boehrnsen holds the title of both city mayor and president of the Senate, equivalent in rank to premier in Germany’s other states.
With 5.7 per cent of votes, the eurosceptic party Alternative for Germany (AfD), founded in 2013, was expected to win seats in Bremen for the first time. Electoral law denies seats to parties unless they win at least 5 per cent of votes in one of Bremen’s two precincts.
The commission’s projections showed Merkel’s Christian Democrats won 22.6 per cent, the hard-left Die Linke 9.2 per cent and the pro-business Free Democrats 6.5 per cent, making a comeback after a total loss in 2011.
Merkel’s CDU, which regularly scores about 40 per cent in nationwide opinion polls, has never made much headway in the northern cities, but took comfort from a 2-point gain in the vote share.
Merkel said the SPD and Greens had themselves to blame for the turnout of only 50 per cent.
“It might have been better to put a bit more effort into mobilizing (voters). That seems to me to have been the problem on the Social Democratic side,” she told reporters in Berlin.
Ieri si è votato a Brema per le elezioni metropolitane: come Amburgo, la città rappresenta, insieme alla più piccola Bremerhaven, anche uno Stato federale (in questo caso, il più piccolo dei sedici Lander tedeschi) di cui il sindaco è presidente. Brema è tradizionalmente un feudo socialdemocratico: l’SPD ha infatti guidato ininterrottamente la città dal secondo dopoguerra. Ma le elezioni di ieri rappresentano una grande novità per gli equilibri territoriali, che potrebbero avere ricadute anche a livello nazionale. Fa rumore, infatti, il forte calo del partito socialdemocratico, che si somma a quello ancora più marcato subito dai Verdi. Sindaco-presidente resterà comunque Jens Böhrnsen, già alla guida di Brema dal 2005. Eppure ha poco da festeggiare: con il 32,9%, l’SPD perde quasi 6 punti percentuali e passa da 36 a 30 seggi: un calo imprevedibile, che nessun sondaggio della vigilia aveva rilevato. I Verdi, partner di minoranza dell’SPD, soffrono ancora di più, pagando il grande exploit del 2011 (si era votato poche settimane dopo l’incidente di Fukushima) e tornando al ruolo di terzo partito, con il 15,3% e 14 seggi. La somma dei due partiti è di appena due voti superiore a quella necessaria per la maggioranza assoluta: l’assemblea metropolitana (Senato) conta infatti 83 membri, e SPD e Verdi ne totalizzano 44.
Conquista consenso invece la CDU, con il 22,6% (+2,2% rispetto al 2011) e 20 seggi: di fronte a una maggioranza troppo risicata e quindi a rischio, non è escluso che i socialdemocratici possano decidere di avviare una grande coalizione (già sperimentata a Brema fino al 2007). La situazione è resa complessa anche dal numero di partiti che saranno rappresentati nella nuova assemblea regionale: erano cinque nella precedente legislatura, saranno ben sette in quella nuova. Va molto bene la Linke: la sinistra radicale è la destinazione principale dei consensi in libera uscita dai Verdi, guadagna 3,5 punti percentuali e arriva a toccare il 9,2% e 8 seggi. Restano rappresentati, con un solo seggio, anche i Cittadini arrabbiati (BIW), una piccola formazione di estrema destra, grazie al buon risultato ottenuto a Bremerhaven. Entrambi questi partiti sono comunque destinati a rimanere all’opposizione.
Il Senato di Brema si affolla invece nel centro-destra, con l’ingresso sia dei liberali dell’FDP sia degli euroscettici di Alternativa per la Germania (AfD). Per l’FDP il risultato di Brema sembra essere l’uscita dal tunnel degli ultimi due anni, nei quali lo storico partito liberale è stato estromesso sia dal parlamento federale sia da molte assemblee regionali. Il cambio di leadership a livello nazionale con Christian Lindner e una campagna elettorale efficace della giovane Lencke Steiner, appena trentenne, ha portato l’FDP al 6,5% e a 6 seggi: una buona notizia anche per Angela Merkel, che ha tutto da guadagnare dalla ripresa dei liberali per le alleanze su base locale e, nel 2017, anche al Bundestag. Molto più incerto, fino all’ultimo, è stato l’ingresso al Senato di Brema di AfD, che nelle ultime settimane ha pagato lo scotto di molte importanti defezioni causate dalla sua deriva xenofoba (secondo indiscrezioni, lo stesso leader Bernd Lucke potrebbe uscirne per fondare un nuovo partito). Alla fine, il partito riesce a entrare per la quinta volta consecutiva nel parlamento di uno Stato federale, pur fermandosi al 5,5%, poco sopra la soglia minima necessaria per ottenere seggi (4 in tutto).
→ Forschungsgruppe Wahlen. 2015-05-11. Rot-Grün nur noch mit knapper Mehrheit.
annheim, 11.05.2015) Bei der 18. Bürgerschaftswahl wird die SPD zum 18. Mal stärkste Partei, verliert aber 5,7 Prozentpunkte und kommt nach der Hochrechnung des statistischen Landesamtes (Stand 11. Mai 2015, 01:55 Uhr) auf 32,9 Prozent, was das schwächste Bremen-Ergebnis in der Nachkriegsgeschichte bedeutet. Die Grünen haben nach ihrem Ausnahmeresultat 2011 erhebliche Einbußen und kommen auf 15,3 Prozent (minus 7,2), womit das rot-grüne Bündnis insgesamt deutliche zweistellige Verluste einfährt. Dennoch kann sich die CDU von ihrem Fiasko vor vier Jahren kaum erholen und erreicht nur 22,6 Prozent (plus 2,2), die Linke legt klar auf 9,2 Prozent (plus 3,6) zu. Die FDP schafft nach ihrem Absturz vor vier Jahren mit jetzt 6,5 Prozent (plus 4,1) die Rückkehr in die Bürgerschaft. Dort sind erneut auch die „Bürger in Wut“ (BIW) vertreten, die landesweit 3,3 Prozent (minus 0,4) erzielen, aber dank 6,5 Prozent im Wahlgebiet Bremerhaven mit einer dort eigenständigen Sperrklausel ein Mandat erzielen. Schließlich wird mit 5,5 Prozent erstmals auch die AfD im Bremer Landtag vertreten sein. Alle sonstigen Parteien erreichen 4,7 Prozent (minus 2,1) Die Wahlbeteiligung fällt mit 48,9 Prozent (minus 6,6) auf das schwächste Niveau in einem westdeutschen Bundesland überhaupt.
Dass die SPD dennoch klar stärkste Partei bleibt, basiert nach den Mustern früherer Bremen-Wahlen auch jetzt auf Spitzenkandidat, Strukturvorteil, Parteiansehen sowie Sachkompetenzen, mit denen die Sozialdemokraten auch über die Mitte hinaus bürgerlich-wirtschaftsnahe Wählermärkte erreichen. Begünstigt wird die relative SPD-Stärke von einer schwachen CDU, die aufgrund inhaltlicher und vor allem personeller Defizite nicht als überzeugende Alternative zu Rot-Grün wahrgenommen wird.
Zunächst war die Bürgerschaftswahl, bei der für 77 Prozent die Lokalpolitik und nur für 19 Prozent der Bund wichtiger war, einmal mehr auch Bürgermeisterwahl, bei der der SPD-Spitzenkandidat abermals zur geschätzten Integrations- und Identifikationsfigur avanciert: 65 Prozent aller Befragten wollten Jens Böhrnsen und lediglich 18 Prozent die CDU-Herausforderin Elisabeth Motschmann als Regierungschef/in.
Neben parteiübergreifend hoher Anerkennung für Böhrnsens Bürgermeister-Arbeit – für 70 Prozent macht er hier einen guten Job und nur für 21 Prozent einen schlechten – ist ein Grund für diesen selten großen Vorsprung ein markanter Reputationsunterschied: Auf der +5/-5-Skala (sehr viel bis sehr wenig Ansehen) erreicht Böhrnsen sehr gute 2,1, wogegen Motschmann mit minus 0,3 im Negativbereich verortet wird.
Neben dem politischen Spitzenpersonal hat die Bremer CDU mit 0,0 (2011: minus 0,2) auf der +5/-5-Skala ein ungewöhnlich geringes Parteiansehen, das weit unter dem Niveau der Bundes-CDU liegt. Die SPD (1,6; 2011: 2,0) spielt beim Image in einer anderen Liga, wird aber genau wie die Grünen (0,5; 2011: 1,3) nun weniger gut beurteilt, was sich unter anderem leistungsbezogen erklärt: Zwar besser als CDU oder Linke in der Opposition, kann der Senat – und im Detail vor allem die Grünen – jetzt weit weniger überzeugen als noch 2011.
Beim für die Wähler wichtigsten Thema, Bildung und Schule, macht für 27 Prozent die SPD die beste Politik, den Grünen (11 Prozent) wird weniger und der CDU (23 Prozent) wieder etwas mehr zugetraut als 2011. Bei der Finanzkompetenz rutscht die SPD im hochverschuldeten Bremen jetzt hinter die CDU, die aber bei Jobs und Wirtschaft atypisch schwach ist.
Signifikant ist die CDU-Großstadtschwäche vor allem in Sozial- und Ausländerfragen, wo neben den Grünen jetzt die Linke relativ stark ist. Deren Gesamtplus beruht aber auch auf einer Imagekorrektur. Mit minus 0,9 (2011: minus 1,9) auf der +5/-5-Skala wird die Linke sogar weniger kritisch als die FDP gesehen, die – seit zwei Jahrzehnten in Bremen negativ – nur minus 1,4 (2011: minus 1,5) erreicht. Bei den Sachkompetenzen praktisch unsichtbar, ist ein Faktor für den FDP-Erfolg die Spitzenkandidatin: Soweit Lencke Steiner in der Gesamtheit überhaupt bekannt ist, wird sie zwar negativ bewertet, unter FDP-Anhängern entfaltet sie aber Zugkraft.
Gewählt wird die FDP von fünf Prozent der Frauen, aber von sieben Prozent der Männer. SPD und CDU schneiden bei Wählern und Wählerinnen ähnlich ab, die Grünen dagegen bei Frauen mit 19 Prozent überproportional. Während die SPD bei den 60- bis 69-Jährigen sowie den ab 70-Jährigen (40 bzw. 42 Prozent) relativ stark ist, sorgen bei der CDU primär die ab 70-Jährigen für den Gesamtvorsprung vor den Grünen: Hier kommt die CDU auf 33 Prozent, bei den 60- bis 69-Jährigen sind es nur 21 Prozent und bei allen unter 60-Jährigen, wo die Beteiligung schwächer ist als in der älteren Generation, liegen die Grünen (19 Prozent) mit der CDU (19 Prozent) auf Augenhöhe.
Die Linke kommt bei den 16- bis 29-Jährigen auf zwölf Prozent, ist bei den 30- bis 59-Jährigen ebenfalls zweistellig und bei den ab 60-Jährigen (sechs Prozent) eher schwach. Die AfD bekommt in allen Altersgruppen ähnlich viel Zuspruch, ist aber wie die FDP bei Männern relativ stark.
Am Ende war die Bürgerschaftswahl eher ein Votum für Jens Böhrnsen und weniger deutlich als 2011 ein Regierungsauftrag für einen Senat mit sichtbaren Verschleißerscheinungen. Während Rot-Grün klar als Koalitionsmodell an Attraktivität verloren hat, bleibt die Bremer CDU weiterhin keine überzeugende Alternative. Profitieren können im Stadtstaat mit seiner spezifischen Politkultur und vielen urban-sozialen Problemen einmal mehr die kleineren Parteien, die in Bremen traditionell großes Potenzial besitzen.
annheim, 11.05.2015) Bei der 18. Bürgerschaftswahl wird die SPD zum 18. Mal stärkste Partei, verliert aber 5,7 Prozentpunkte und kommt nach der Hochrechnung des statistischen Landesamtes (Stand 11. Mai 2015, 01:55 Uhr) auf 32,9 Prozent, was das schwächste Bremen-Ergebnis in der Nachkriegsgeschichte bedeutet. Die Grünen haben nach ihrem Ausnahmeresultat 2011 erhebliche Einbußen und kommen auf 15,3 Prozent (minus 7,2), womit das rot-grüne Bündnis insgesamt deutliche zweistellige Verluste einfährt. Dennoch kann sich die CDU von ihrem Fiasko vor vier Jahren kaum erholen und erreicht nur 22,6 Prozent (plus 2,2), die Linke legt klar auf 9,2 Prozent (plus 3,6) zu. Die FDP schafft nach ihrem Absturz vor vier Jahren mit jetzt 6,5 Prozent (plus 4,1) die Rückkehr in die Bürgerschaft. Dort sind erneut auch die „Bürger in Wut“ (BIW) vertreten, die landesweit 3,3 Prozent (minus 0,4) erzielen, aber dank 6,5 Prozent im Wahlgebiet Bremerhaven mit einer dort eigenständigen Sperrklausel ein Mandat erzielen. Schließlich wird mit 5,5 Prozent erstmals auch die AfD im Bremer Landtag vertreten sein. Alle sonstigen Parteien erreichen 4,7 Prozent (minus 2,1) Die Wahlbeteiligung fällt mit 48,9 Prozent (minus 6,6) auf das schwächste Niveau in einem westdeutschen Bundesland überhaupt.
Dass die SPD dennoch klar stärkste Partei bleibt, basiert nach den Mustern früherer Bremen-Wahlen auch jetzt auf Spitzenkandidat, Strukturvorteil, Parteiansehen sowie Sachkompetenzen, mit denen die Sozialdemokraten auch über die Mitte hinaus bürgerlich-wirtschaftsnahe Wählermärkte erreichen. Begünstigt wird die relative SPD-Stärke von einer schwachen CDU, die aufgrund inhaltlicher und vor allem personeller Defizite nicht als überzeugende Alternative zu Rot-Grün wahrgenommen wird.
Zunächst war die Bürgerschaftswahl, bei der für 77 Prozent die Lokalpolitik und nur für 19 Prozent der Bund wichtiger war, einmal mehr auch Bürgermeisterwahl, bei der der SPD-Spitzenkandidat abermals zur geschätzten Integrations- und Identifikationsfigur avanciert: 65 Prozent aller Befragten wollten Jens Böhrnsen und lediglich 18 Prozent die CDU-Herausforderin Elisabeth Motschmann als Regierungschef/in.
Neben parteiübergreifend hoher Anerkennung für Böhrnsens Bürgermeister-Arbeit – für 70 Prozent macht er hier einen guten Job und nur für 21 Prozent einen schlechten – ist ein Grund für diesen selten großen Vorsprung ein markanter Reputationsunterschied: Auf der +5/-5-Skala (sehr viel bis sehr wenig Ansehen) erreicht Böhrnsen sehr gute 2,1, wogegen Motschmann mit minus 0,3 im Negativbereich verortet wird.
Neben dem politischen Spitzenpersonal hat die Bremer CDU mit 0,0 (2011: minus 0,2) auf der +5/-5-Skala ein ungewöhnlich geringes Parteiansehen, das weit unter dem Niveau der Bundes-CDU liegt. Die SPD (1,6; 2011: 2,0) spielt beim Image in einer anderen Liga, wird aber genau wie die Grünen (0,5; 2011: 1,3) nun weniger gut beurteilt, was sich unter anderem leistungsbezogen erklärt: Zwar besser als CDU oder Linke in der Opposition, kann der Senat – und im Detail vor allem die Grünen – jetzt weit weniger überzeugen als noch 2011.
Beim für die Wähler wichtigsten Thema, Bildung und Schule, macht für 27 Prozent die SPD die beste Politik, den Grünen (11 Prozent) wird weniger und der CDU (23 Prozent) wieder etwas mehr zugetraut als 2011. Bei der Finanzkompetenz rutscht die SPD im hochverschuldeten Bremen jetzt hinter die CDU, die aber bei Jobs und Wirtschaft atypisch schwach ist.
Signifikant ist die CDU-Großstadtschwäche vor allem in Sozial- und Ausländerfragen, wo neben den Grünen jetzt die Linke relativ stark ist. Deren Gesamtplus beruht aber auch auf einer Imagekorrektur. Mit minus 0,9 (2011: minus 1,9) auf der +5/-5-Skala wird die Linke sogar weniger kritisch als die FDP gesehen, die – seit zwei Jahrzehnten in Bremen negativ – nur minus 1,4 (2011: minus 1,5) erreicht. Bei den Sachkompetenzen praktisch unsichtbar, ist ein Faktor für den FDP-Erfolg die Spitzenkandidatin: Soweit Lencke Steiner in der Gesamtheit überhaupt bekannt ist, wird sie zwar negativ bewertet, unter FDP-Anhängern entfaltet sie aber Zugkraft.
Gewählt wird die FDP von fünf Prozent der Frauen, aber von sieben Prozent der Männer. SPD und CDU schneiden bei Wählern und Wählerinnen ähnlich ab, die Grünen dagegen bei Frauen mit 19 Prozent überproportional. Während die SPD bei den 60- bis 69-Jährigen sowie den ab 70-Jährigen (40 bzw. 42 Prozent) relativ stark ist, sorgen bei der CDU primär die ab 70-Jährigen für den Gesamtvorsprung vor den Grünen: Hier kommt die CDU auf 33 Prozent, bei den 60- bis 69-Jährigen sind es nur 21 Prozent und bei allen unter 60-Jährigen, wo die Beteiligung schwächer ist als in der älteren Generation, liegen die Grünen (19 Prozent) mit der CDU (19 Prozent) auf Augenhöhe.
Die Linke kommt bei den 16- bis 29-Jährigen auf zwölf Prozent, ist bei den 30- bis 59-Jährigen ebenfalls zweistellig und bei den ab 60-Jährigen (sechs Prozent) eher schwach. Die AfD bekommt in allen Altersgruppen ähnlich viel Zuspruch, ist aber wie die FDP bei Männern relativ stark.
Am Ende war die Bürgerschaftswahl eher ein Votum für Jens Böhrnsen und weniger deutlich als 2011 ein Regierungsauftrag für einen Senat mit sichtbaren Verschleißerscheinungen. Während Rot-Grün klar als Koalitionsmodell an Attraktivität verloren hat, bleibt die Bremer CDU weiterhin keine überzeugende Alternative. Profitieren können im Stadtstaat mit seiner spezifischen Politkultur und vielen urban-sozialen Problemen einmal mehr die kleineren Parteien, die in Bremen traditionell großes Potenzial besitzen.
→ Panteres. 2015-05-11. Election 2015: Why counting in Bremen takes so long.
Bremen has the least number of electors and a shockingly low turnout. Nevertheless, the counting of votes takes the longest here. Why?
In the state elections in Bremen, there will be no election night preliminary official final result. The right to vote in Germany’s smallest federal state is complicated, count the votes of almost 500,000 voters, therefore takes longer than any other state and federal elections. And although the turnout was well below 50 percent.
The Land Returning Officer has provided a first projection in views for 21.30 clock. The projections are then updated until around midnight a sample of 53 of 352 polling stations and 17 111 letter constituencies is determined in the city of Bremen. Until then, should be counted in the city of Bremerhaven all 74 urn and 20 absentee voting districts.
The end result will be published on Wednesday
426 urn and 131 absentee ballots districts must be counted in Bremen – that will last until Wednesday. Then, the State Statistical Office will publish the preliminary results.
But why does it take so long in Bremen, until a result is obtained? The Electoral Office gives two reasons: Firstly, each of approximately 500 000. electorate can forgive five votes. Secondly, will centrally tallied the Electoral Office. Because of the limited number of available staff it was not possible to evaluate the ballots decentralized.
Radio Bremen broadcast live, as the votes are counted.
Bremen has the least number of electors and a shockingly low turnout. Nevertheless, the counting of votes takes the longest here. Why?
In the state elections in Bremen, there will be no election night preliminary official final result. The right to vote in Germany’s smallest federal state is complicated, count the votes of almost 500,000 voters, therefore takes longer than any other state and federal elections. And although the turnout was well below 50 percent.
The Land Returning Officer has provided a first projection in views for 21.30 clock. The projections are then updated until around midnight a sample of 53 of 352 polling stations and 17 111 letter constituencies is determined in the city of Bremen. Until then, should be counted in the city of Bremerhaven all 74 urn and 20 absentee voting districts.
The end result will be published on Wednesday
426 urn and 131 absentee ballots districts must be counted in Bremen – that will last until Wednesday. Then, the State Statistical Office will publish the preliminary results.
But why does it take so long in Bremen, until a result is obtained? The Electoral Office gives two reasons: Firstly, each of approximately 500 000. electorate can forgive five votes. Secondly, will centrally tallied the Electoral Office. Because of the limited number of available staff it was not possible to evaluate the ballots decentralized.
Radio Bremen broadcast live, as the votes are counted.
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