Idee e grafici. - Cap. 2

sopra 380 cancela te le speranze di shiort esagerati se poi pasa le richieste di Obama si VOLA UP

C'è da vedere se a livello politico i repubblicani vogliano lasciare senza stipendio 2,5 milioni di disoccupati...
In Italia probabilmente succederebbe così.
Negli USA, però, di solito, sono un po' più intelligenti. E l'oro che scende rispetto al valore di stamattina mi porta a pensare che qualcuno stia cercando liquidità da mettere sul mercato...
 
C'è da vedere se a livello politico i repubblicani vogliano lasciare senza stipendio 2,5 milioni di disoccupati...
In Italia probabilmente succederebbe così.
Negli USA, però, di solito, sono un po' più intelligenti. E l'oro che scende rispetto al valore di stamattina mi porta a pensare che qualcuno stia cercando liquidità da mettere sul mercato...


ragionamento tropo sofisticato :rolleyes: io volo più a terra ;)
 
C'è da vedere se a livello politico i repubblicani vogliano lasciare senza stipendio 2,5 milioni di disoccupati...
In Italia probabilmente succederebbe così.
Negli USA, però, di solito, sono un po' più intelligenti. E l'oro che scende rispetto al valore di stamattina mi porta a pensare che qualcuno stia cercando liquidità da mettere sul mercato...
secondo me se si segue lo spred e più facile da seguire il Mib
 
News

28/12/2012 13:00
La tenaglia degli avvoltoi sull'Argentina
Rischiocalcolato



PARTE 1 - ARGENTINA, CONOSCERE IL PASSATO PER CAPIRE IL PRESENTE PREMESSA Ritengo che spesso si fotografi il momento, arrivando a conclusioni affrettate e stereotipate senza prima fermarsi e guardare un attimo indietro, ritengo quindi doveroso affrontare la questione Argentina andando al di là di facili slogan demagogici. La stessa operazione andrebbe fatta anche per quanto riguarda la Grecia e gli altri paesi attualmente sofferenti crisi (Irlanda; Spagna; Portogallo e Italia), così come anche per capire le ragioni del comportamento della Germania al di là di semplicistiche demagogie e offese gratuite. Parlando in questo caso specifico dell'Argentina, parliamo di un paese che un tempo nemmeno troppo lontano era considerato una sorta di "Terra Promessa". Parliamo di un paese che agli albori del XX Secolo figurava tra i primi 10 al mondo per reddito pro-capite, mentre oggi nella stessa classifica occupa il 52° posto. L'Argentina può quindi giustamente essere definita "La grande sconfitta del '900? e ritengo doveroso cercare di fare mente locale sulle numerose convulsioni storiche e politiche che hanno portato a questo lungo declino e alle periodiche "montagne russe" che caratterizzano questa terra tormentata. 1806-1862-L'INDIPENDENZA E LA LUNGA STRADA VERSO L'UNITA' Josè de San Martin I primi insediamenti coloniali nella terra attualmente nota come "Argentina" risalgono alla prima metà del XVI secolo. Precisamente la colonizzazione spagnola cominciò nel 1535 ad opera del generale Pedro de Mendoza, colonizzazione che seguì le prime esplorazioni da parte del navigatore spagnolo Juan Diaz de Solis (1516) e dell'italiano Sebastiano Caboto (1526). Già nel XVII secolo cominciò ad emergere in maniera prepotente il primato economico della città di Buenos Aires. Inizialmente l'Argentina faceva parte del vicereame del Perù, ma nel 1776 venne incorporata nel vicereame autonomo de "La Plata" di cui Buenos Aires diviene la capitale ufficiale. A seguito della deposizione di re Ferdinando VII da parte delle truppe bonapartiste la popolazione locale non riconobbe come legittimo il nuovo monarca spagnolo e dichiarò così la propria indipendenza deponendo il vicerè Cisneros. I paesi di dipendenza spagnola (diverso il discorso del Brasile che si incamminò verso l'indipendenza in maniera pacifica e completamente diversa, ma questa è un'altra storia) ritennero il loro vincolo con la corona sciolto da quando il trono di Spagna era finito nelle mani dell'usurpatore Giuseppe Bonaparte, fratello di Napoleone. Anche a Buenos Aires, nacque una "Junta" transitoria. Emersero però subito contrasti tra chi attendeva il ritorno de "El deseado", Ferdinando VII di Borbone, e chi invece voleva giungere a una piena indipendenza anche in caso di ritorno del sovrano spodestato. "El deseado" torna nel 1814 e chi l'aveva tanto "deseado" in Sudamerica finì per pentirsene. Ferdinando dichiarò decaduta la costituzione di Cadice, stilata dalla resistenza antinapoleonica con il contributo di delegati latinoamericani, e inviò le truppe in America Latina per riprendere pieno possesso delle colonie sciogliendo forzatamente le varie giunte anti-napoleoniche. Nel 1816 le "Province Unite", embrione della futura Argentina, sconfiggono gli spagnoli. Il leggendario generale Josè de San Martin prende la testa del movimento indipendentista dell'intero Sudamerica liberando dalla Spagna Cile e Perù, finendo per incontrandosi a Guayaquil con Simon Bolivar, l'altro grande eroe dell'indipendenza del Sudamerica. Fin da subito però non regna certo l'armonia in quel di Buenos Aires. I novelli sudditi delle Province Unite si mettono a litigare praticamente subito dopo l'indipendenza. Tra 1819 e 1829 e comincia una vera e propria guerra civile tra i federalisti, gli estancieros, e i centralisti, gli unitarios. I primi conservatori, legati alla Chiesa cattolica, difensori dei diritti delle province, i secondi accentratori, liberali e massoni, legati all'elite urbana di Buenos Aires, un contrasto che sembra una sorta di prodromo alla guerra di secessione americana. Il periodo dell'anarchia costò caro alla futura Argentina che perse l'Uruguay. L'anarchia si concluse con l'ascesa al potere del caudillo De Rosas nel 1829, cattolico tradizionalista e conservatore. Ironia della sorte fu un esponente degli estancieros come il caudillo De Rosas ad accentrare definitivamente il potere a Buenos Aires e ad aprire la strada alla definitiva unione dell'Argentina. Nel 1852 De Rosas viene rovesciato dal generale Justo Urquiza, anch'egli esponente conservatore. Urquiza proclama la costituzione della repubblica argentina. Tutto bene e tutti in pace felici e contenti finalmente? ¡Claro que no! A Buenos Aires non va proprio giù e nel 1854 la provincia della futura capitale si stacca proclamando l'indipendenza, è guerra. Nel 1859 Buenos Aires si arrende ma nel 1861 la provincia si ribella nuovamente. La ribellione viene sedata dal generale liberale Mitrè. Buenos Aires nel 1862 è finalmente costretta ad accettare il suo ruolo di capitale dell'Argentina (a proposito, auguri per il 150°). Nel 1880 Buenos Aires verrà "staccata" dalla sua provincia, diventando il "distretto federale" di Buenos Aires. , 1862-1916 I GOVERNI LIBERALI E LA PROSPERITA' ECONOMICA Emigranti a B. Aires Finalmente l'Argentina è unita e compatta. Ora il potere è in mano ai liberali che cominciano a plasmare lo stato argentino dotando la repubblica di un moderno sistema giudiziario, scolastico e di trasporti. Tra il 1865 e il 1870 la repubblica deve affrontare un sanguinoso conflitto col Paraguay, vinto grazie all'alleanza con Uruguay e Brasile. I governi liberali portano inoltre a termine la colonizzazione della Pampa tramite le cosiddette "guerre del deserto" in cui la popolazione indigena viene barbaramente sterminata. Nel 1880 comincia l'impetuoso sviluppo economico, trainato dalle esportazioni di grano e carne, che porta l'Argentina a diventare in breve tempo uno dei paesi più ricchi al mondo. Tra il 1880 e il 1914 il PIL argentino cresce mediamente del 5% all'anno e l'Argentina diventa la Terra Promessa. Quattro milioni di immigrati dall'Europa, principalmente da Italia e Spagna, si riversano nel paese sudamericano provocando un mutamento profondo nel tessuto sociale di Buenos Aires e provincia. L'Argentina entra di filato tra le prime 10 potenze economiche del mondo. In quegli stessi anni comincia il controverso legame tra Argentina e Regno Unito. L'Argentina ha bisogno di capitali e li va a chiedere alla più grande potenza europea dell'epoca. I capitali britannici penetrano come un fiume in piena nella giovane repubblica, in cambio delle materie prime che l'Argentina riversa nel Regno Unito. Quello di Londra però comincia a diventare quasi un vero e proprio colonialismo economico. Gli inglesi possiedono il monopolio o quasi di: ferrovie; linee di comunicazione; banche e stabilimenti della carne. , Non è però tutto oro quel che luccica. Gli squilibri interni tra una Buenos Aires sempre più potente e una periferia preda del latifondismo estancieros sono evidentissimi. Le "campagne nel deserto" non sono riuscite a creare una classe media rurale in grado di spezzare il dominio delle vecchie oligarchie agrarie. La struttura economica dell'argentina del boom presenta quindi diverse criticità -La periferia priva di una media borghesia rurale e dominata in maniera stabile dalla vecchia oligarchia creola -Buenos Aires e provincia inondate da un proletariato di origine europea che presto farà sentire la sua voce e che si ammassa nella capitale e nei suoi sobborghi -Il settore trainante dell'esportazione di materie prime è completamente succube agli interessi di Londra -L'economia si basa troppo sull'esportazione ed è quindi ostaggio delle fluttuazioni del mercato internazionale Dal punto di vista politico il dominio dell'oligarchia liberale, che trova espressione nel PAN (Partido Autonomista Nacional) comincia ad essere minato dall'emersione dell'Union Civica Radical. L'UCR, tuttora esistente, è un tipico partito sudamericano, ovvero una grande tenda contraddittoria difficilmente catalogabile a livello ideologico. In linea di massima i radicali tentano di portare avanti un'alleanza tra il ceto medio di Buenos Aires, escluso dalle leve del potere e la classe bassa. L'UCR nei primi anni si da alla lotta armata contro il dominio Panista. L'UCR riesce finalmente ad entrare nel gioco del potere dopo il 1912 quando la ley Saenz Peña garantisce il suffragio universale maschile e la segretezza del voto. Nel 1916 viene eletto alla presidenza un esponente radicale, Hipolito Yrigoyen , 1916-1930 I GOVERNI RADICALI E IL CROLLO DI WALL STREET Hipolito Yrigoyen L'elezione di Yrigoyen segnò l'avvio di un lungo dominio radicale sulla vita politica argentina. Yrigoyen, rappresentante un'alleanza tra ceto medio e ceto basso urbano si impegna in politiche di riforma sociale. Tramite sussidi alle piccole fattorie tenta di creare una classe media rurale che scardini il latifondismo degli estancieros, si pone vicino ai sindacati operai, all'epoca dominati dagli anarchici, e riforma l'istruzione universitaria. Gli anni dell'abbondanza però cominciano a finire e la composita coalizione di Yrigoyen comincia a scricchiolare. La I Guerra Mondiale cui l'Argentina non prenderà parte, toglie all'economia del paese lo sbocco naturale dell'Europa impegnata nel sanguinoso conflitto. Disoccupazione e inflazione cominciano a diventare un grosso problema che esplode tra il 1918 e il 1919. In quel biennio le strade di Buenos Aires sono nel caos. Scioperi, disordini e violenze che contrappongono anarchici e nazionalisti costringono Yrigoyen a reagire con la forza e a reprimere i disordini nel sangue. Il grande leader populista è Fonte: News Trend Online
 
ragionamento tropo sofisticato :rolleyes: io volo più a terra ;)

Il ragionamento magari è sofisticato, ma io neanche un po': ero entrato long a 16330, e ho avuto fortuna che tornasse a 16345 e ho venduto...
Adesso sto guardando per vedere se fare l'ultima operazione dell'anno, perchè tra ieri ed oggi sul MIB mi sono giocato 2 jolly da paura :D
 
É sicuramente così: il valore delle imprese, oggi, è legato al rischio paese, che non consente alle banche di finanziare le imprese.
Mi riferivo alla 2a parte del post:
"se poi pasa le richieste di Obama si VOLA UP"


questo giorno e sempre molto difficile si scende sempre ma in chiusura può rimanere invariato ho quasi ///Ma in borsa la istoria conta poco :D
 

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